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Autore: seeyouthen    03/09/2014    1 recensioni
Raccolta di flashfic, tutte ambientate durante l'era dei Malandrini.
Un viaggio che si sposta dal Castello a Londra, dalla campagna alla camera di Remus, spiando le vicende di ogni personaggio.
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Le flash non hanno nulla in comune, se non il periodo in cui sono ambientate: nessun avvenimento nato dalla mia immaginazione, quindi, comparirà in un altro brano della raccolta.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Regulus Black, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Remus/Sirius, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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souls

 

 

Remus, qualche volta, credeva di vedere l'anima di Sirius.
Accadeva nelle notti buie, in cui Sirius a volte non riusciva più a sopportare il peso oppressivo che gli schiacciava il petto e crollava. Remus, nel baluginio delle sue lacrime, vedeva scorci d'anima. Era fragile, ferita, percossa, lacerata. E capiva per quale motivo loro fossero così intimamente legati. Erano solamente giocattoli rotti.
Un lupo mannaro e un ragazzo dall'infanzia infelice senza più famiglia. Sembrava l'inizio di una maledetta barzelletta triste.
Remus sorrise con malinconia guardando Sirius che leggeva di fronte a lui. La sua fronte era solcata da una ruga di concentrazione, i suoi occhi grigi scattavano da una parola all'altra, con avidità.
«Ti piace, eh, Pad?», domandò.
Sirius alzò la testa di scatto, sorridendo raggiante. «Dannazione, sì. Moony, sei il mio nuovo consigliere». Si passò una mano tra i capelli neri e mossi, leggermente più lunghi e disordinati del solito, e ricominciò a leggere.
Remus continuò a guardarlo. Gli aveva regalato quel libro solamente due ore prima e Sirius aveva già superato la metà.
Era stato facile scegliere il titolo, era anche uno dei suoi preferiti. Remus sapeva che gli sarebbe piaciuto perché alla fine, in fondo all'anima, lui e Sirius erano simili.

 

 

shades

 

 

«Marlene McKinnon», disse Sirius dal fondo del corridoio vuoto. La ragazza si voltò di scatto. I suoi capelli neri e lunghi saettarono nell'aria come mille fruste.
«Black», rispose lei in tono acido, fissandolo con presunzione negli occhi.
Sirius sorrise con malizia, deliziato dai toni bruschi di Marlene. Quell'atteggiamento era esattamente ciò che l'aveva attratto fin dall'inizio, come se loro due fossero state calamite destinate a respingersi e lui volesse a tutti i costi vincere la forza che mirava a dividerli.
La McKinnon era una sfida sfiziosa, lo era sempre stata.
«È inutile trattarmi male, Lene, so che in fondo io ti piaccio». Sirius avanzò a passi lenti e sicuri, il suono delle sue scarpe che rimbombava tra i muri, e si fermò a pochi centimetri dalla ragazza. Il suo respiro era lieve e lui quasi non riusciva ad udirlo.
«Tu non mi piaci, Black, sei un bastardo arrogante che pensa solo al Quidditch e a mettere in mostra i suoi bellissimi e disordinati capelli, facendo finta di non notare tutte le ragazzine che ti sbavano dietro. Sei un grandissimo stronzo, però mi diverti», replicò Marlene tutto d'un fiato.
Sirius fece finta di non avere udito nessuna di quelle parole, se non quel divertente pronunciato con una sfumatura di affetto nella voce, e la baciò.
Le labbra di Marlene erano piene e calde, e sorprendentemente si schiusero per lasciare spazio a Sirius, per lasciare che quel bacio, dapprima rubato, diventasse profondo, quasi romantico.
Sirius voleva assaggiare ogni centimetro della bocca di Marlene, lo desiderava da così tanto tempo... le mise una mano sulla schiena, attirandola a sé, e una tra i capelli, con gentilezza.
Non si staccarono mai, se non per respirare, sorridendo l'uno contro le labbra dell'altro, e Sirius pensò che fosse la miglior cosa accaduta negli ultimi cinque anni, da quando era salito sull'Hogwarts Express.

 

 

sight

 

 

Lily osservò James, seduto accanto a lei a Trasfigurazione.
I capelli erano disordinati e lui continuava a passargli una mano dentro. Era un vizio che Lily non aveva mai sopportato, ma che invece ora la faceva sorridere. Forse era stato il tempo, oppure l'abitudine, ma ora non provava più fastidio quando vedeva quella mano scivolare rapida verso la chioma ribelle.
Le venne quasi da sorridere, a guardarlo.
James scrisse qualche parola sulla sua pergamena e poi si voltò verso di lei. Un bagliore guizzò nei suoi occhi nocciola, così brillanti e attenti. Nonostante il comportamento decisamente infantile, James era intelligente, lo si vedeva nel suo sguardo.
«Hey, Evans, che è successo oggi?», le chiese in un bisbiglio avvicinandosi a lei.
Lily aggrottò le sopracciglia. «Come?».
«Sembri su di giri. Hai preso un'altra E?».
«No, no, è tutto normale».
James si strinse nelle spalle allegramente e tornò alla sua pergamena. Ridacchiò e passò il foglio a Sirius, che rise sommessamente non appena lesse le poche righe. James, notò Lily, era più bello quando rideva. Non ci aveva mai fatto caso negli anni, troppo presa a criticarlo per la sua arroganza e presunzione. Quando era colto dal riso, le sue labbra si tendevano in un sorriso dalla spiccata bellezza e i suoi occhi s'illuminavano. Era... strano, le sembrava quasi di stare osservando una persona diversa.
«James», sussurrò Lily. Lui si voltò immediatamente. «Ti ricordi quella volta in cui mi hai chiesto di uscire, qualche settimana fa?».
James annuì, interdetto. «Certo, e per la seconda volta – perché ricordo benissimo di averti chiesto di uscire anche al quinto anno – mi hai detto di no. Hai per caso cambiato idea?», domandò con un sorriso malizioso.
Lily arrossì improvvisamente. «La McGranitt ci sta fissando».
«Hai ragione, signorina Evans, sto guardando lei il signor Potter, che oltretutto ha appena mandato un biglietto sicuramente molto spiritoso a Black», sibilò la professoressa, «prima di disturbare anche te».
«Veramente sono stata io a chiamare Potter, professoressa. Mi ero persa una parte della spiegazione che lui invece ha scritto, proprio qui», disse in fretta Lily mostrando un foglio di frasi scarabocchiate di James. Non sapeva nemmeno se ci fosse scritto qualcosa di sensato. Probabilmente no.
La McGranitt parve stupita. «Allora... be', non lo fare più. Disturbi la lezione», annunciò incerta prima di tornare a parlare di un incanto di cui Lily non aveva udito nemmeno il nome, perché troppo presa a studiare con attenzione il suo compagno di banco.
«Perché mi hai coperto, Evans?», domandò James incuriosito alla fine della lezione.
«Farai meglio a chiamarmi Lily, James, perché stiamo per uscire insieme. Alla terza ho detto sì, visto?».
Così gli scoccò un'ultima, eloquente occhiata prima di avviarsi a passo rapido verso Aritmanzia, lasciando il ragazzo felice e a bocca aperta nel corridoio con Sirius.
E, mentre si voltava, Lily giurò di aver visto la McGranitt osservare lei e James, sorridendo. 














NdA: hi, eccoci qui ad un altro capitolo di questa raccolta. questa volta ho voluto rappresentare un james un po' diverso, uno che non chiede mille volte a lily di uscire, ma che la tratta tranquillamente, come un'amica. 
oltre a questa precisazione che mi sentivo in dovere di fare (nonostante sia l'anno in cui james matura ho avuto paura di uscire davvero troppo dal personaggio), volevo ringraziare tutti coloro che leggono. vi voglio bene e vi meritate un sacco di biscotti (?)
oh, se volete lasciare un commento di qualunque genere siete ben accetti!
alla prossima xxx

   
 
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