I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.
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16 marzo. Aula di
Economia Domestica. Ore 10.23
“Ino, insomma! Che stai facendo?!”
sibilò Haruno Sakura, togliendo dalle mani dell’amica
il peperoncino che stava per aggiungere all’impasto della torta. “Si può sapere
che diamine ti prende oggi?”
Ino sbuffò e prese la cannella. “Niente.”
“Ma
come niente?!” continuò Sakura. “È tutta la mattina
che hai la testa da un’altra parte!”
“Ogni
tanto ho qualche pensiero anch’io sotto tutti questi capelli biondi…” biascicò,
girando imbronciata il cucchiaio di legno nell’impasto molliccio.
Gli
occhi verdi dell’amica si addolcirono. “Non ho mai creduto il contrario.” Le
diede una leggera gomitatina al braccio. “Vuoi
parlarne?”
Per
un attimo Ino valutò la proposta. ‘Sai, Sakura’
immaginò di dire all’amica ‘sono io il famoso Solviamore
di cui parla tutta la scuola. Scusa se te l’ho tenuto nascosto, ma ora Uzumaki mi ha scoperta e, come prezzo da pagare per evitare
che racconti la cosa in giro, vuole che io lo aiuti a farti innamorare di lui.’
Ino deglutì: Sakura l’avrebbe sicuramente uccisa.
Primo perché rischiava di essere accoppiata con Uzumaki
Naruto. E secondo perché Ino
non si era fidata di lei.
Ino si sforzò di sorridere. “Non
preoccuparti. Non è niente. Davvero.”
“Ino! Sakura! Basta chiacchierare!”
“Sì,
Kurenai-sensei!” cinguettarono all’unisono. Si
rimisero al lavoro.
La
bionda sospirò. Aveva chiesto all’Uzumaki un giorno
di tempo per decidere e, contrariamente a quanto si era aspettata, il teppista
non aveva fatto storie. Probabilmente non era poi così terribile come voleva
far credere, si era detta. Però l’aveva messa di fronte ad un tragico ultimatum:
sacrificare un’amica o la propria identità segreta?
Ne
aveva parlato con Shino ed il ragazzo le aveva detto
che stava a lei decidere: lui avrebbe rispettato qualunque
sua scelta. Ovviamente, aveva aggiunto, era un peccato chiudere i
battenti proprio ora che stavano avendo un così grande successo… Lanciò
un’occhiatina a Sakura ed il senso di colpa le morse lo stomaco. Oh, se solo
avesse avuto una prova, una sola, che
Uzumaki poteva essere un buon partito per la sua
amica!
Dopo
l’incontro con il biondo teppista, si era resa conto di non aver molte
informazioni sul suo conto e che le poche cose che sapeva di lui erano
chiacchiere di corridoio. Che, come ben sapeva, riportavano solo una minima
percentuale di verità. Essendo stata lei stessa più e più volte oggetto di
queste odiosissime ciarle da comari, non poteva far altro che offrire all’Uzumaki il beneficio del dubbio.
D’altro
canto, però, sapeva anche che lui non era esattamente in cima alla lista dei
‘Potenziali Fidanzati’ di Sakura (informazione di prima mano, visto che
l’avevano compilata insieme) e che, al momento, la sua amica non era ancora
riuscita a superare l’irriducibile cotta che aveva dai tempi delle medie per lo
straordinario Uchiha Sasuke.
Insomma,
Ino era presa tra due fuochi ed era estremamente
confusa riguardo la decisione da prendere.
Così,
decise di tastare il terreno. “Ehm… Sakura?” la chiamò, mentre versava
l’impasto nella tortiera. “Cosa ne pensi di Uzumaki?”
Sakura
la fissò come se le fossero spuntate due teste. “Mi hai appena chiesto cosa
penso di quell’imbecille che continua a professarmi amore eterno facendomi
vergognare come un cane e sperare che la terra si apra e mi inghiotta ogni
volta che lo incontro?”
Ino si morse il labbro inferiore. “Ehm…
Facciamo finta che non ti abbia chiesto niente, okay?”
Sakura
la occhieggiò, sospettosa. “Perché vuoi sapere cosa ne penso di quel buffone?”
“Ero
solo curiosa!” si difese, ridacchiando nervosamente.
“È da un po’ che ti gira attorno, eh? Stamattina ho visto che ti parlava vicino
agli armadietti…”
“Ah, non me ne parlare! Da quando ha messo
piede in questa scuola non ho più avuto un attimo di pace: continua a chiedermi
di uscire insieme!” brontolò l’altra. Poi i suoi occhi si fecero
distanti ed un vago sorriso le si dipinse sulle labbra. “Ogni tanto, però…”
lasciò cadere la frase, troppo imbarazzata per continuare.
“Però?”
la incalzò Ino.
Sakura
arrossì un pochino. “Beh, ogni tanto mi fa avere notizie di Sasuke-kun
e, insomma, si potrebbe dire che è quasi
gentile…”
Il
cervello allenato di Ino registrò l’informazione. Quello, se avesse accettato la proposta
dell’Uzumaki, sarebbe stato un discreto punto di
partenza su cui lavorare…
“…
ma non farti strane idee in proposito!” le ordinò l’amica. “Nel mio cuore c’è
posto solo per Sasuke-kun.” dichiarò,
un po’ sognante, un po’ malinconica.
Uchiha Sasuke.
Quando erano alle medie lei e Sakura se l’erano litigato ferocemente. Era stato
il motivo per cui la loro amicizia si era rotta e la sua improvvisa partenza
per l’America le aveva spinte a raccogliere i cocci e tentare di ricomporli.
Ino provava uno strano sentimento di amore-odio
nei confronti dell’Uchiha. Amore (anche se sarebbe
stato più corretto dire riconoscenza) perché, andandosene, aveva eliminato
l’unico ostacolo che ancora impediva alle due di tornare le migliori amiche che
erano sempre state. Odio perché, sparendo dalla loro vita, aveva spezzato il
cuore della povera Sakura.
La
campanella suonò in quell’istante.
Le
ragazze abbandonarono senza rimpianti i loro esperimenti culinari. Non avevano
ancora oltrepassato la porta dell’aula che Sakura si nascose dietro le spalle
di Ino. “Cosa ci fa lui qui?!” sibilò, indicando col mento
proprio il biondino di cui stavano parlando poco prima.
“Chissà?”
ridacchiò nervosamente Ino, lanciando occhiate
preoccupate al ragazzo che si stava avvicinando con un gran sorriso sulle
labbra.
“Yamanaka!” la chiamò, sventolando le braccia.
“Idiota…”
mormorò Ino, passandosi una mano sul viso.
Sakura,
nel frattempo, si era raddrizzata ed ora guardava l’amica a metà tra lo
scandalizzato e lo sbalordito. “Ma sta parlando con te?!”
Sorrise
con quanta più energia possibile. “Uzumaki!” gridò,
spiccando una breve corsetta verso il giovane. “Ah, sei qui
per gli appunti di Asuma-sensei? Certo che te
li presto! Sono nel mio armadietto! Andiamo a prenderli!”
disse a voce più alta possibile, prendendo il biondo per un braccio e
cominciando a trascinarlo via a viva forza.
“Ciao,
Sakura-chan!” lui salutò allegramente l’oggetto dei
suoi desideri, prima che Ino gli facesse voltare
l’angolo.
Invece
di portarlo agli armadietti, lo trascinò verso il sottoscala. Gli lanciò
un’occhiataccia. “Si può sapere cosa diavolo stavi tentando di fare?” soffiò.
Uzumaki sorrise, per niente spaventato. “Hai
pensato alla mia proposta?”
Ino sospirò,
afflitta. “Ci ho pensato, però non è questo il modo in cui lavoro.” Di fronte
all’espressione confusa del biondo, sospirò di nuovo. “Intendo dire che, di
solito, non vengo costretta ad
accoppiare due persone.” Alla parola ‘costretta’, il ragazzo si guardò i piedi,
quasi si vergognasse. “Insomma, di solito, sono sicura che, chi mi chiede
aiuto, ama sinceramente l’altra persona…”
“Ma
io amo Sakura!” esplose Uzumaki, con un’espressione
così seria che Ino per un attimo ci credette sul serio.
Solo
per un attimo, però. “Allora dimostramelo.” ordinò con voce dura.
“E
come?”
“Da
quanto credi di amarla?”
Lui
le lanciò un’occhiataccia. “Sono sicuro
di averla amata dal primo momento in cui l’ho vista camminare per i corridoi di
questa scuola.”
“E
perché sei convinto di amarla?”
“Perché
lei…” Gli occhi del ragazzo si fecero più dolci. “Perché lei è un po’ come me:
sta lottando perché il suo valore venga riconosciuto. È come un fiore sbocciato
in ritardo, che sta tentando di stare al passo con gli altri, per riuscire un
giorno a superarli e dimostrare quanto valga più di loro…”
Ino era rimasta a bocca aperta. Non
avrebbe mai creduto che un tipo come Uzumaki Naruto avrebbe descritto in modo così puntuale la sua
migliore amica. Questo significava che l’aveva osservata bene? Che forse
l’amava davvero? Si riscosse. “Okay. Visto che pensi di conoscere così bene Sakura, mi sai dire qual è
il suo fiore preferito?” chiese, con un sorrisetto maligno: di solito, la gente
era indotta a pensare che, con un nome come il suo, il fiore preferito di
Sakura fosse proprio il ciliegio. Invece lei sapeva bene che il fiore
preferito dell’Haruno era…
“La
cosmea.” rispose sicuro il biondo.
Ino sgranò gli occhi. “Giusto…” sussurrò.
“Un’ultima domanda: perché credi di essere il ragazzo giusto per lei?”
“Non
so se sono o meno il ragazzo giusto… So benissimo che
lei è innamorata di Sasuke, ma…” Uzumaki
prese un bel respiro e la fissò determinato. “Sono sicuro che potrei renderla felice, perché per me non c’è cosa più bella
al mondo che il sorriso sul suo volto.”
“Wow…”
Ino era talmente impressionata da essere quasi
commossa. Era la prima volta che udiva una dichiarazione così sentita.
“Ehm…
Ora ci credi?” domandò il biondo, passandosi una mano sul collo, imbarazzato.
“Sì. Direi proprio di
sì.” sorrise Ino.
Anche
il viso di Uzumaki si aprì in un sorriso. “Allora,
abbiamo un accordo, Ino-chan?” chiese, allungando la
mano e facendole un occhiolino.
Lei
prese quella mano abbronzata e la strinse, venendo investita da una buona
sensazione. Sorrise con più forza. “Abbiamo un accordo, Naruto-kun.”
confermò.
“Evvai!” esultò il ragazzo, trascinandola in un abbraccio da
orso.
Ino arrossì per la vicinanza e si
allontanò, imbarazzata. “Uhm… Aspetta ad esultare: prima devo elaborare una
strategia per farti conquistare Sakura.”
“Ho
fiducia in te, Ino-chan.” ammise sinceramente Naruto, guardandola con quei suoi grandi occhi blu.
Ino si trovò ad arrossire nuovamente. Si
schiarì la voce. “Okay… Fammi pensare…” Si massaggiò la fronte con due dita.
Come poteva fare in modo che Sakura si accorgesse di Naruto?
Diamine, quel ragazzo non aveva fatto altro che cercare di farsi notare da lei!
Spinse in fuori le labbra, pensosa. Era praticamente
impossibile che Sakura non lo avesse notato. Quindi… Quindi era talmente
abituata alla sua presenza, che forse una sua assenza sarebbe stata notata più
facilmente!
Okay,
si disse. Puntiamo sull’assenza… Assenza… Assenza? No, non assenza:
irraggiungibilità! Sì, molto meglio! Naruto doveva
sembrare improvvisamente irraggiungibile agli occhi di Sakura. Ma come fare?
Le
veniva in mente un unico modo: farlo uscire per finta con un’altra ragazza.
Ora, il problema era trovare una ragazza disposta a fare il loro gioco… L’unica
che aveva mai mostrato interesse per il biondo teppista era Hyuga
Hinata, ma l’Inuzuka aveva
chiesto il suo aiuto come Solviamore per conquistarla
ed Ino non voleva rovinare le possibilità del ragazzo…
Come
fare? Come fare?, si chiese, battendosi un pugno
contro la fronte al ritmo dei suoi pensieri.
Risatine
divertite le fecero perdere la concentrazione. Fissò confusa Naruto, scosso dalle risate. “Perché stai ridendo?”
domandò, sinceramente perplessa.
Gli
occhi blu del ragazzo la guardarono divertiti, mentre le risatine cessavano.
“No, scusa, è che sei buffa quando pensi…” si scusò
con un sorriso.
Ino si imbronciò. “Buffa, eh?” borbottò,
girando sui tacchi ed uscendo dal sottoscala.
Naruto si sbrigò a raggiungerla. “Ehi, no! Non volevo offenderti: era una
specie di complimento…” rivelò, improvvisamente imbarazzato.
“Un
complimento?” Gli rivolse un’occhiata gelida. “Dobbiamo migliorare molto in
questo ambito…”
Naruto le passò con disinvoltura un braccio
attorno alle spalle. “Sono sicuro che con il tuo aiuto andrà molto meglio.”
disse con sincerità.
Ino lo fissò sorpresa. E, da qualche
parte, un pochino compiaciuta.
“Oh!
Hai visto da dove sono usciti?”
“Sì!”
“Chi?”
“Uzumaki con
Alcuni
studenti cominciarono a guardarli in modo strano.
“Sono
stati al sottoscala…”
“Chissà
cos’hanno fatto…?”
“Stiamo
parlando della Yamanaka: lei
va sempre fino in fondo con tutti.”
Naruto aveva ancora il braccio attorno alle
spalle di Ino e la sentì irrigidirsi. Fece per
togliere il braccio e dirne quattro a quelle pettegole, quando la mano bianca
di Ino arpionò la sua, facendola rimanere fermamente
appoggiata sulla propria spalla.
“Ino, ma…?”
“Sta’
buono, Naruto… Mi è venuta
un’idea…”
*
16 marzo. Aula di
Matematica. Ore 12.09
“Hai
sentito l’ultima?”
“No,
cosa?”
“Sembra
che
Crash!
“Che
state facendo? Ehi, Nara, ti senti bene? Sembri un po’ pallido…”
“…
Non è niente. Mi scusi, Kakashi-sensei.”
“D’accordo.
Allora, il seno di una funzione…”
Shikamaru raccolse da terra un pezzo di matita,
l’altra metà ancora saldamente impugnata nella mano destra. La sua fronte era
corrugata.
Commenti:
E
qui iniziano i guai…
Grazie
mille a: kikkyxx14, _matthew_ e sousuke sagara!! Spero che anche questo secondo capitolo vi piaccia!
A
presto!
Ale