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Autore: Ruby Efp    04/09/2014    3 recensioni
Il diploma è un grande rito di passaggio. Non per Renesmee Cullen, che è alle prese con il suo primo anno di università al Trinity College Istitute, a Dublino, Irlanda. Tutto sembra andare per il meglio. Il college è pieno di ragazzi carini, amori, gelosie e amicizie false. Ma non è questo che tormenta Renesmee. Cosa sono le voci che la tormentano? Le voci che stanno cercando di aiutarla. Un detto recita -Il diavolo non muore mai, e tu devi continuare ad ucciderlo- L'oscurità si aggira tra le mura del college, costringendo Renesmee a tornare a casa. Ma anche lì il pericolo incombe su di lei.
Vita,morte,passione,dolore: tutto questo in Everside.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Beginnings '
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RUBY EFP


1X05 - PORT ANGELES
 

Il volo per il ritorno a casa era stato duro. Odiavo gli aerei, e soprattutto odiavo andarci da sola. Soffrivo di vertigini, nonostante sapessi che non sarei morta comunque. Ma ci sarebbero state grosse probabilità, visto che avevo un cuore che batteva, e del sangue che scorreva nella vene. Quando l’aereo decollò mi sentii più sicura. Ero tornata a casa sana e salva. Erano venuti zio Emmett e zia Rosalie a prendermi all’aeroporto. Quando tornai a casa mi ritrovai sommersa dagli abbracci e dalle carezze di zii, nonni e genitori. C’era anche Jake, che non si era nemmeno degnato di venirmi a salutare.
-Potresti salutarmi almeno? Non mi vedi da settimane e l’unica cosa che riesci a fare è startene in un angoletto?-
L’espressione di Jacob era irritata. Come se fosse infastidito dalla mia presenza lì. Forse sapevano già tutto quello che era successo, e lui era arrabbiato perché voleva che io conducessi una vita umana invece di restare a casa mia, in una famiglia di vampiri.
-Perché sei tornata? Me lo avevi promesso Nessie. Me lo avevi promesso.-
Nei suoi occhi c’era solo rabbia. Il motivo era proprio quello. Lui non sopportava il fatto che io stessi in mezzo a creature che dovrebbero rimanere chiuse nei libri delle favole. Voleva che io conducessi una vita umana. Che realizzassi i miei sogni.
-Jake, per i miei genitori io sono più al sicuro qui. Non puoi decidere tu per me. Anch’io volevo ricominciare da capo. Volevo vivere una vita umana. Ma a quanto pare sta andando tutto di male in peg…-
Non mi dette il tempo di finire la frase, che subito prese il mio viso tra le mani e mi baciò intensamente. Come solo lui sapeva fare. L’ultimo, primo e vero bacio, me lo aveva dato prima di partire. Quel bacio mi trasportò in un’altra dimensione. Per qualche minuto era come se i problemi che mi circondavano, non ci fossero più. Come se il mondo non ci fosse più. Eravamo solo io e lui.
-Sarà meglio andare. Tuo padre altrimenti tuo padre mi ucciderà.-
Per qualche secondo mi mancarono l’effetto che facevano le sue labbra sulle mie.
-E dove vai?- Ora che lo avevo ritrovato, non lo avrei lasciato andare così facilmente.
-Devo andare dai Quileute. Stasera si va a Port Angeles.-
Mi lasciò un bacio sulla guancia e scappò via. Rimasi sola nella stanza, toccandomi le labbra con il palmo della mano. Non riuscivo a dimenticare le sue labbra. Calde, soffici, come quelle di un angelo. Dio, quel ragazzo mi faceva andare letteralmente in tilt.
-Vieni Renesmee, la nonna vuole sapere cos’hai fatto al college.- mi desse zia Alice rompendo tutti i miei sogni ad occhi aperti.
Sorrisi e la seguii andando in salotto, dove tutti mi stavano aspettando. Forse una chiacchierata in famiglia? Mio padre era felice che io fossi tornata, nonostante avessi bloccato per un attimo gli studi. Anche la mamma lo ero, ovviamente, ma credo che la pensasse come Jake. Mi sedetti accanto a zia Rosalie, e nonna Esme era seduta sulla poltrona proprio di fronte a me.
-Allora tesoro, dicci com’era il college.-
Mi era mancata la voce rilassante della nonna. Era come se fosse un tranquillante per le mie orecchie.
-Beh, le prime settimane sono state stupende. Mi sono fatta degli amici. Kate, Sean e Red. Gli altri ragazzi non li conosco proprio bene, ma posso considerarli amici.- era facile parlare con nonna Esme. Non proprio facile quando avevi altre sette teste che ascoltavano la tua conversazione, ma era comunque un sollievo per me.
-E le lezioni? Com’era?- Non potevo dare una risposta a quella domanda, perché in quel giorno ero riuscita ad arrivare solo a due lezioni. Grazie a Tate, che aveva inaugurato il primo giorno ufficiale al college.
-Ehm…diciamo che gli insegnanti la spiegano in un modo, che ti riesce quasi impossibile annoiarsi. Non è come al liceo. Ma, zia Rosalie è zia Rosalie. Nessuno spiega bene più di lei.-
Tutti scoppiarono in una grande risata, soltanto zia Alice incrociò le braccia al patto recitando la parte della seria, ma alla fine scoppiò anche lei a ridere.
-E’ facile dirlo quando hai frequentato solo un anno di college.-
Le perle di saggezza di zio Emmett, che oltre a pensare ai doppi sensi gran parte della sua vita ora faceva anche il moralista. Però lo adoravo, anche se aveva ragione. Io avevo studiato a casa per tutta la mia vita, ma i miei genitori ci tenevano che io prendessi il diploma, perciò fui costretta ad andare ad un solo anno di college, ovvero l’ultimo. Non ero stata proprio costretta, io ero felice di andarci. Mi piaceva lo studio, a volte.
-Beh, posso dire che in queste due settimane mi sono sentita….non so…..responsabile credo….indipendente. Ma, come vedete, questa è la dimostrazione che non lo sono.-
Feci un sorriso forzato e abbassai il capo.
-Renesmee non è vero. Noi siamo fieri di te. Tu sei sempre stata una ragazza responsabile, sin da bambina. Non potremmo essere più felici di così. Ti adoriamo tesoro.- rispose mio padre lasciandomi un bacio sulla fronte, proprio come faceva quando ero piccola.
-Grazie.- risposi.
Per l’ennesima volta stavo mettendo la mia famiglia, e Jacob in pericolo. Forse avrei dovuto mollare. Dire ai miei amici che non li avrei aiutati, e andare in un college qui vicino. Non potevo sopportare questo peso sulle spalle. Però adesso ero a casa, e in queste poche settimane che sono finalmente sola con la mia famiglia e Jacob, vorrei trascorrerle in tranquillità. Come una vera umana. Anche se non lo sono. Stasera uscirò con Jacob, mi divertirò, starò un po’ con lui. Lui riesce sempre a strapparmi un sorriso. Ce la farò, devo essere forte.
-Mamma, stasera esco con Jake. Andiamo a Port Angeles.-
Non vedevo l’ora. Sono andata poche volte a Port Angeles. Una volta con zia Alice e mamma, per fare un po’ shopping. La secondo mio padre, che mi aveva portata ad un luna park strepitoso.
-Sono così contenta che tu sia qui.- mi disse abbracciandomi.
Sprofondai nell’enorme abbraccio di mamma, e sospirai godendomi le sue braccia che mi avvolgevano come quando ero piccola.
-Lo so mamma. Ora vado a disfare i bagagli, i vestiti non si metteranno a poco da soli.-
Sorrise come non lo aveva mai fatto, e mi aiutò a portare i bagagli fino in camera mia. Chiusi la porta alle mie spalle e mi tuffai sul letto. Il mio letto. Quanto mi era mancato. La mia stanza mi era mancata. Senza neanche accorgermene, sprofondai in un pensante sonno.
**
Mi svegliai terrorizzata e tremolante nel letto. Non riuscivo a respirare bene e il cuore mi batteva all’impazzata. Avevo fatto un incubo. C’ero io, sommersa dalle onde de la Push. Jacob era accanto a me, che mi teneva su con le sue grandi mani, e mi teneva stretta a se baciandomi. All’improvviso Jacob era sparito. Il mare era sparito. Mi ritrovai di nuovo in quella specie di caverna di qualche settimana. Ma finalmente vidi qualcosa. Una donna. Dai capelli rossi fuoco, e il suo sguardo che cercava vendetta. Credevate di farla franca? Vi sbagliavate. Chi non muore si rivedere. Per un attimo pensai di essere io. Ma non potevo esserlo, perché quella donna aveva gli occhi rossi come il sangue.
Chi era quella donna del sogno? Una vecchia fiamma di papà o del nonno Carlisle? Non poteva essere. Quella donna cercava vendetta, qualcuno l’aveva, chissà chi, l’aveva uccisa. E lei era tornata dalle ceneri. E ora voleva che il suo “assassino”, facesse la sua stessa fine.
Basta Renesmee, Basta. Mi urlavo tirandomi una ciocca di capelli. Il dolore era l’unica cosa che mi faceva dimenticare i momenti che non volevo ricordare, oppure delle cose che non volevo pensare. Guardai l’orologio. Erano le sette e trenta. Cavolo, Jacob passerà a prendermi tra poco. Salto dal letto, e vado subito a farmi una doccia rigeneratrice. Quando finii indossai i miei indumenti, e corsi in camera mia cercando qualcosa di carino nell’armadio. Avrei voluto stupire Jake questa sera. Oddio, non volevo indossare qualcosa di provocante, ma volevo comunque che rimanesse a bocca aperta. Se fossimo andati a Port Angeles, avrei dovuto vestirmi casual. Quindi presi uno dei miei tanti vestitini. Stavolta di un verde chiaro molto acceso, e il corsetto sempre di un tessuto jeansato. Zia Alice me ne aveva comprati un paio, prima che io partissi per il college. Sopra il vestitino, un giacchetto di Jeans. E infine le mie adorate converse. I capelli erano come sempre ondulati, e mi ricadevano alla perfezione sulle spalle. Ora ero pronta. Andai di sotto, e subito mi piombai ai piedi di Alice.
-Allora zia, come vado?.- le dissi.
Insomma, diciamo che il vestitino verde chiaro non era uno dei migliori. Lo avevo comprato perché adoravo quel colore, ma non avevo niente con cui abbinarlo.
-E’ molto carino. Ma te lo avevo detto io. Il verde chiaro è abbinabile con pochissime cose. Però non è male. A Jacob piacerà molto.-
Okkey, lo avevo preso come un si. In effetti, riguardandomi allo specchio, non era poi tanto male. Forse erano le converse che stonavano un po’, ma alla fin dei conti, credo che Jake non se ne sarebbe importato dell’abbigliamento. Solo quando suonò con la sua nuova moto, che lui stesso aveva costruito, capii che era fuori ad aspettarmi.
-Ci vediamo più tardi. Vi voglio bene.- urlai uscendo dalla porta.
Corsi subito da Jake, e lo salutai dandogli un bacio sulla guancia. Quella sera era terribilmente…sexy. Mi misi dietro di lui sulla moto, e avvolsi le braccia intorno ai suoi fianchi.
-Sei molto carina.- mi sussurò.
-Beh grazie.- sussurrai ridendo.
Quando la moto partì sentii un brivido lungo la schiena. Un brivido provocante da Jacob. Posai la testa sulla spalla, e chiusi gli occhi godendomi il vento che mi scompigliata i capelli, e il calore inebriante che emana Jacob. Quando un’ora dopo arrivammo a Port Angeles, Jacob non resistette più, e appena parcheggiò al moto prese il mio viso tra le mani baciandomi come non lo aveva mai fatto prima. Era un misx di passione, trasporto e dolcezza. Mi morse appena un labbro, e solo quando sentii la sua lingua sulla mia mi staccai subito, ma non per riprendere fiato.
-Jake…non so se sono pronta.- gli dissi.
La sua espressione cambiò. Non era arrabbiato. Ma era più confuso. Ma sapevo che lui lo avrebbe accettato. Sapeva che lo avrei fatto solo quando io fossi stata veramente pronta. Mio padre mi aveva dato il permesso, ma solo se fossi stata responsabile.
-Tranquilla…quando sarai pronta, lo faremo.- sorriso baciandomi di nuovo.
-Grazie.- sorrisi e gli presi la mano.
-Allora dove mi porti?.-
-Cinema, pizza e poi luna park.-
Adoravo andare al cinema. Ci ero andata un paio di volte con delle amiche del liceo, ma non era stato così divertente. Se si considera il fatto che era una storia d’amore a distanza, e che alla fine il protagonista maschile muore. Insomma la solita storiella d’amore.
-Oddio io adoro andare al cinema. Cosa guardiamo?- ero troppo sovraeccitata.
-Qualcosa di horror, splatter. Sangue, budella. Insomma…-
Come mia madre adoravo il genere horror. In realtà gli horror mi hanno fatto sempre ridere, perché insomma….anche io sono una specie di killer, no? Soprattutto i vampiri. Si cibano di sangue, escono solo di notte e si bruciano con l’acqua santa. Quelle ovviamente, erano solo leggende.
-Mhh mi piace.-
Restammo per tutto il tragitto mano nella mano senza mai staccarci. Jacob mi faceva sempre ridere, e mi aveva fatto dimenticare le cose brutte che mi erano successe in questi giorni. Dovevo essere grata a quel ragazzo, per tutto quello che stava facendo per me. Non mi ero mai sentita così viva. Quando arrivammo al cinema, Jacob comprò i biglietti e alla fine il film che aveva scelto era l’ultimo della trilogia di “Non aprite quella porta.” In 3D.
Dopo che il film terminò, andammo come previsto in pizzeria. Altro che pizzeria, quella pizza era squisita. Mentre mangiavamo, Jacob prese una fetta di dolce e si sporcò il di crema alla pasticciera.
-Con affetto e simpatia. Vaffanculo da parte mia.- mi disse prima di sporcarci la punta del naso con la crema pasticciera.
-Grazie, ma ora come faccio a mangiarla?- scoppiai a ridere.
Quando finimmo di mangiare, il dolce fu praticamente divorato da Jacob che rubò l’attenzione di tutti i presenti. Jacob era proprio un mangione. Non lasciò nemmeno una fetta della sua pizza, e ne prese altre due dalla mia. Come avrei fatto in futuro, quando avrei dovuto cucinare io per lui? C’era tempo per pensarci.
Qualche minuto dopo arrivammo all’ultima tappa della giornata: il luna park. Un luna park che non avevo mai visto in vita mia. Il più grande e geniale luna park di tutti i tempi. Le montagne russe erano pieni di ragazzi che non facevano altro che urlare a squarcia gola. I bambini si divertivano sulla giostra, e le coppie facevano un giro nel tunnel degli innamorati.
-Ehi Jake, andiamo lì?- gli dissi prendendolo per la maglia.
-Era proprio lì che pensavo di portarti.-
Sorrisi e andai subito a sedermi alla mia postazione. Jacob comprò il biglietto per un giro di due minuti e venne a sedersi accanto a me. Dopo qualche secondo la giostra partì, accompagnandoci verso l’oscurità.
Appena fummo dentro, e di accertammo che nessuno ci stesse guardando saltai subito sulle gambe di Jacob, portando le mani intorno al suo collo e ricambiando il bacio che mi aveva dato un’ora fa.
-Mi sono accorta di non aver ricambiato prima.- gli sussurrai all’orecchio.
Lui in risposta sorrisi e appoggiò una mano sulla coscia accarezzandole con un tocco lieve che mi fece rabbrividire. Abbai il capo, baciandogli il collo, rimanendogli a tracci dei baci a stampo. Lui prese il mio volto tra le mani e inizio a baciare con passione la linea del mento, poi lasciò una scia di saliva sul collo, fino ad arrivare all’angolo della bocca.
-Sei meraviglioso.- gli dissi imbarazzato continuandolo a baciare, mentre le nostre lingue si intrecciavano.
Misi una mano sotto la sua maglietta, accarezzandone i perfetti addominali scolpiti.
-Aspetta.- mi fermai. –non…non possiamo qui…-
-A casa tua?- esclamò lui.
-Buona idea. Andiamo.-
Quando al giostra di fermò tornammo subito al parcheggio dove era fermata la moto. Stranamente il viaggio di ritorno era stato molto più breve di quello dell’andata. Stava per accadere. Avrei avuto la mia prima volta….e con Jake. Ora ero pronta. Nessuno mi avrebbe fermata.
**
Non appena fummo in veranda, con l’aiuto di Jake, entrai dalla finestra in camera mia. Presi Jake per la mano buttandolo letteralmente sul letto. Mi misi sopra di lui, e nostri corpi erano a soli pochi centimetri di distanza. Cominciai a baciarlo con dolcezza, e gli sfilai la maglia dal collo, lasciando il suo perfetto fisico scolpito – che avrebbe fatto un baffo anche ad un modello di costumi da spiaggia – completamente nudo. Lo fece lo stesso con me, invertendo le posizioni.
-Dimmi quando vuoi che io mi ferma- mi disse mentre mi baciava il petto.
-Mai.- risposi convinta.
**

NOTE DELL'AUTRICE:
Per questa settimana ho ufficialmente finito di scrivere.
Finalmente, i Cullen sono apparsi in tutti il loro splendore. L'appuntamento settimanale con Everside, riprende la settimana prossima.
Come sempre, LEGGETE E RECENSITE!

 
   
 
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