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Autore: Gamblut    04/09/2014    2 recensioni
LA RAGAZZA GHIACCIO. Fredda. Impassibile. Con il cuore congelato. Cosa le sarà successo per farla diventare così "gelida"? Qualcuno riuscirà a sciogliere questo ghiaccio che le avvolge il cuore? Beh.. Forse. Un ragazzo misterioso, che non si fa notare, SOLO... MISTERIOSO COME L'ARIA.
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"Lei lo osserva, lo guarda. Non sa nemmeno per quale motivo, non lo comprende. Sa solo che quel ragazzo la incuriosisce, ma non capisce nemmeno perché."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ghiaccio e Aria, un amore, un'avventura straordinaria.


Capitolo 7


1 ora prima
 
ATTENZIONE: anche se è un’ora prima scrivo al presente.  Questo capitolo tratterà di un’ora intera e quando finirà saremo già al presente, quindi da Stephen che è in infermeria. In questo momento, c’è l’ultima lezione e tutti sono in classi diverse. Al termine di quest’ora, succederà la “rissa” e Stephen sarà nel lettino. Sono passate  due ore dall’incontro di Alaska e la psicopatica in bagno. (spero di essermi spiegata in modo decente) Buona Lettura!
 
Sono passate due ore da quell’incontro e Alaska sta seduta sempre al primo banco, vicino la porta. Ultima lezione. Matematica, la materia in cui la ragazza spicca di più. Ma non riesce proprio a concentrarsi.. pensa ancora a Stephen, a quella psicopatica che le ha detto quella cosa. Cosa voleva dire? Non l’ha potuto chiedere perché poi quella si è rimessa gli occhiali e l’apparecchio ed è scappata. Ma Alaska vuole delle informazioni.

- Stewart.. vieni alla lavagna. – dice il professor. Smith e un ragazzo alto, capelli castani lisci che già dalla faccia si capisce che non ha studiato niente, si dirige verso l’insegnante.
- Scrivi questo problema con questa equazione e risolvila. – ordina il prof e poi si siede alla cattedra mentre osserva il suo alunno pallidissimo che non sa riesce a trovare una soluzione per questo esercizio e rimane tutto il tempo con il gessetto in mano mentre osserva quella miscela di numeri mischiati a lettere. Sta per scrivere qualcosa, ma poi toglie subito la mano.
- La risposta è 49, professore? – chiede un alunno che è agli ultimi posti.
Esatto... – guarda l’elenco – Lewis. Dovresti prendere esempio da lui, Stewart. Allora, Jackson Lewis, vieni tu alla lavagna, vediamo se riesci a risolvere anche questi tre esercizi.-
Alaska ormai non sta prestando attenzione alla lezione, tanto quelle cose ormai sono impresse nel suo cervello. Non ha mai capito perché la gente ritiene la matematica una materia difficile. Basta che scomponi i numeri o le lettere e trovi subito il risultato. Ma per capire l’amore, bisogna essere più furbi. Non è mai così semplice. Vuole incontrare Stephen, vuole parlare con la rossa.. non riesce più a stare fra le spine. E allora usa una scusa.
-Professore.. potrei andare in bagno? – chiede lei.
- Signorina Wane.. tu non parli mai! Sei stata in bagno prima per quasi un’ora. Cosa le sta succedendo? Lei è sempre la più brava della classe, quella che presta più attenzione... deve seguire la lezione!- esclama il signor Smith che non capisce cosa sta succedendo alla ragazza e diversi sussurri si propagano nella classe, mentre Jackson sta sudando e non riesce a trovare una risposta a quelli esercizi.
- Professore... quello è 842, l’altro -5 e l’ultimo radicale di 7. Mi scusi, ma adesso potrei andare? – chiede mentre si tiene la testa con le mani. Con tutte quelle incertezze il cervello le sta scoppiando e non pensa nemmeno che è riuscita a trovare una soluzione a quei problemi in un istante o meno.
Tutti sono sbalorditi e ovviamente la ragazza è osservata da tutti, soprattutto dal professore e Jackson che è imbarazzato.
-Va.. va bene. Puoi andare.- sussurra il professore. – Lewis, tu sei bravo, ma devi impegnarti di più. Non vedi che una ragazza in un secondo è riuscita a fare tutti e tre gli esercizi? Vai a posto. Vieni tu...Hyde. –
Alaska esce velocemente dalla classe e si ritrova in un luogo silenzioso. Non c’è nemmeno un ragazzo fuori dalla propria aula. Non sa che fare, sa solo che di rientrare in classe non se ne parla. Deve sapere della psicopatica, deve capire. Percorre il lungo corridoio e arriva davanti la porta della classe della rossa. Cosa deve dire? Come si deve comportare?
-Mi scusi professoressa.. il professore di ginnastica aveva richiesto..- dice Alaska, ma non sa come continuare. Non sa nemmeno il nome di quella ragazza, assurdo. Intanto l’insegnante di quella classe la guarda non capendo cosa volesse.
-Ehm.. voleva parlare con quella ragazza rossa al.. terzo banco. -
-Ah, la signorina...- un attimo di silenzio mentre la professoressa cerca il nome dell’alunna sull’appello, ma si blocca, non trovandolo. –Va bene. Ma torna al più presto.-
Le due ragazze annuiscono ed escono dalla classe.
-Dove dobbiamo andare? – chiede la rossa.
- Andiamo di qua.- risponde Alaska mentre scende le scale e va verso un piccolo corridoio sconosciuto, dove ci sono solo classi vecchie non più usate.
- Ma la palestra è dall’altra parte..- dice l’altra.
- Ma noi non dobbiamo andare lì. –
- E allora perché mi hai chiamato? Io devo tornare in classe e ripassare! – esclama la rossa.
- Non fare adesso la secchiona, ti devo parlare.-
-Scusami se non sono intelligente come te e riesco a fare equazioni e tutte quelle cose in meno di un minuto! – dice sempre quella e Alaska non capisce se deve prenderlo come un insulto o un complimento.
-Ecco, ti volevo parlare proprio di questo. Come fai a sapere così tante cose di me?- chiede Alaska.
-Intendi come faccio a sapere che hai un fratello di nome Jace che è più piccolo di te, una madre di nome Margaret e tuo padre che si chiama Joseph? –
-Cos.. sei una stalker?!- chiede preoccupata e sbalordita la bionda.
- Ma sei pazza? –
-Allora tu ti sei avvicinata a Stephen per conoscere me e..-
-Giusto Almeno fino a qui ci sei arrivata..- dice la rossa un po’ stufata.
-Quindi... oddio, sei dell’altra sponda?!  - esclama Alaska con una faccia assurda e di un colore strano.
- Ma cos.. Ma cosa stai blaterando?!- urla la rossa mostrandosi quasi la sua vera identità.
-Secondo te io sono lesbica? Ma sei stupida! Tutti ti definiscono intelligente, bellissima ma sei solo una stupida! Sai, io so tutto di te! Ho pure visto come lo guardi a Stephen e sai, non mi dispiace per niente, ma lui.. non sarà mai tuo!- continua quella con una voce malefica.
-Ma perché vuoi mettere lui in mezzo?! Non ha fatto niente. Io non ho capito cosa vuoi da me, perché devi sempre stare  appiccicata a Stephen come la salsa in un panino e lui non ti evita. Perché tu puoi stare con lui senza un motivo e io mi devo sforzare così tanto per essere poi battuta da una come te che non le importa niente di lui? Perché tu mi stai rovinando la vita?! Io.. stavo avendo un buon rapporto con Stephen e tu... io ti odio. – dice impassibile Alaska, cercando di trattenere tutte le emozioni.
-Missione compiuta.-
-Cosa? No, adesso me lo devi dire. tu... chi sei? Risolviamo questo problema! – esclama furiosa Alaska che non ce la fa più.
- E va bene. Tanto, ormai, quello che dovevo fare l’ho fatto. Ti ho rovinato la vita. Comunque piacere, sono Melissa Gomez. – risponde la rossa, mettendo il braccio teso per far stringere la mano all'altra, mostrando intanto un sorriso, sicuramente falso.
Alaska intanto si tiene la testa con le mani per non svenire con tutti i pensieri che le sono riaffiorati sentendo quel nome.
“Piacere, sono Melissa.
 Che nome strano Alaska...
Mi presti un foglio?
Tu mi hai spinto?!
BAMBINA DI GHIACCIO! BAMBINA DI GHIACCIO!”
Incomincia a ricordare quella ragazza, quando il primo giorno di scuola delle elementari le disse che aveva un nome strano, che poi le chiese un foglio e dopo, cadendo, fece diventare Alaska la” bambina di ghiaccio.” Quest’ultima non riesce più a stare in piedi, si sente troppo male.
-Tu.. tu sei Melissa Gomez? – sussurra piano Alaska.
- Sì. Sono  proprio io. – risponde quella sempre ridendo sotto i baffi.
-Tu.. tu.. mi hai rovinato la vita!!!! Io ti ammazzo!!!!!!! – urla Alaska cadendo a peso morto sopra Melissa e incominciando a darle schiaffi. Però.. schiaffi non potenti, leggeri. Non riesce Alaska a farle del male… ha il cuore spezzato e tutto il corpo le fa male sapendo quella notizia.
-Tu.. mi hai fatto diventare così.. una ragazzina stupida isolata e  presa in giro da tutti.. Perché mi hai fatto diventare così? Perché? Ti stavo così antipatica? Dovevi rovinare tutta la mia vita? Perché? – chiede Alaska singhiozzando, facendo uscire tutte le lacrime che trattiene da troppo tempo.
-Io.. ero la più bella della scuola. E, già dal primo giorno delle elementari, avevo capito che saresti diventata davvero una bella ragazza, forse migliore anche di me… avevo capito che saresti potuta diventare qualcuno, qualcuno migliore di me. Ma eri troppo ingenua. Ho capito subito che se fossi diventata tua amica, sarebbe stato anche peggio. Sarei stata sempre seconda a te. E io questo non l’ho mai voluto accettare. Avevo incominciato a conoscerti e poi ti chiesi quel foglio. E.. ops! Caddi, proprio di proposito. Ma non lo feci notare, chi poteva andarmi contro? Con quella stupida caduta, feci credere a tutti che era stata colpa tu, tanto, dopo quel fatto della gomma con quel bambino, tutti mi avrebbero creduto. E fu così. Tu diventasti la BAMBINA DI GHIACCIO. In prima media ho cambiato scuola ma qualcuno delle elementari era ancora in  classe con me e sempre dicevano qualcosa. “Sai, ho saputo che la ragazza di ghiaccio è andata in una scuola vicino questa. Dobbiamo parlarle, ho saputo che è diventata ancora più bella delle elementari!” tutti parlavano sempre di te e le ragazze ti odiavano, troppo invidiose… e anche io. Nessuno le voleva, tranne quelle veramente belle. A me diversi hanno chiesto di frequentarci,  ma i peggiori. I migliori guardavano solo i tuoi lunghi capelli biondi e i tuoi grandi occhi chiari. Poi, alle superiori... ho saputo solo in seconda che ero nella tua stessa scuola. Tu mi avevi rovinato la vita, io ero sempre stata la più bella, la più intelligente, ma sempre dopo di te. E allora decisi di cambiare vita. Misi gli occhiali e l’apparecchio, feci la permanente e cambiai colore di capelli. Sapevo anche che tu potevi essere miss mondo, ma ancora tanti credevano a quella maledizione e ti prendevano in giro. Un giorno, mentre ero nel corridoio, ti vidi con un ragazzo. Stephen. Sembravi felice, troppo. Io.. ero gelosa. Sembravi proprio innamorata e non volevo che tu fossi contenta.. volevo vendicarmi e farti capire quanto mi hai fatto male, quanto ti ho sempre odiato. Sono diventata una finta secchiona e ho cercato di diventare amica con Stephen, così che da farti essere invidiosa di me. Il mondo, ora, è girato. Tu vuoi essere me, una normalissima persona che può normalmente conversare con qualcuno, cosa che non puoi fare tu. Potrai dire tutto quello che vuoi a Stephen, ma tanto non crederà mai che io sia cattiva e che ho cercato sin dal primo giorno che ti ho conosciuto di rovinarti la vita. Pace. – pronuncia tutto questo discorso Melissa, poi facendo spostare Alaska che era sopra di lei. Alaska rimane in silenzio per qualche secondo, troppo sconvolta. È tutto vero, lei sta diventando gelosa di quella ragazzina stupida e falsa, ma adesso sa la sua vera identità.. deve cercare Stephen, a qualunque costo e dirgli quello che è successo. Però, prima deve risolvere.
-Quindi tu… hai fatto tutto questo perché mi odi? Perché ti ho rovinato la vita? Io non ho fatto niente, è stata tutta colpa tua! Che ci posso fare io se sono più bella di te e più intelligente! Sai, userei tutti i miei risparmi e farei anche un lavoro part-time per avere una vita come una tua, una vita normale dove se succede qualcosa nessuno mi osserva. Ma non sarà mai così. Perché io sono la ragazza ghiaccio. Ma tu, invece, potevi e ancora puoi essere una normale ragazza, ma, invece, hai voluto sprecare tutta la tua vita rovinando la mia! Mi fai schifo.. io non ce la faccio più! Veramente! Io.. ti ammazzo! Ti uccido! – urla Alaska di nuovo, ma adesso è seria. La vuole ammazzare, vuole farle del male.. vuole farle provare il vero dolore che si prova sapendo che si è soli al mondo. Incomincia sempre con uno schiaffo e finisce proprio così. Uno solo. Ma troppo potente. La guancia di Melissa diventa rossa e le esce anche sangue. Intanto suona la campanella, quindi le grida per fortuna sono state coperte da quel suono. Tutti gli alunni, tranne quelli del piano di sotto, sono usciti (tranne anche chi sappiamo solo noi). Alaska, dopo un secondo, si rende del male che ha fatto all’altra.
-Oddio.. Scusami..- sussurra la bionda.
-Non è vero! Stai zitta! Tu sei sempre stata cattiva sotto tutto quel silenzio e quella rigidità. Sei sempre stata impassibile a tutto! Pensi di essere meglio di me ma fai schifo! – le dice Melissa tenendosi la guancia e va verso l’infermeria.
Alaska la segue e rimane un po’ sbalordita sapendo che c’è un posto simile e ripensa a tutta quella corsa che ha fatto con Stephen per correre all’ospedale, non sapendo entrambi quel giorno dell’ esistenza di un’infermeria nella loro scuola. Ah, Stephen. Deve parlargli. Deve raccontargli la verità. Dove sarà mai? Proprio davanti a lei.


 
~ Spazio a me! ~
Ehy! Spero si sia capito quello che ho scritto nell' "attenzione." Si è saputa la vera identità della rossa, Melissa. E' quella cattiva ragazzina che da piccola aveva fatto diventare Alaska la bambina di ghiaccio. In questo capitolo Stephen non si nota molto ma si scoprono molte cose sul passato di Melissa! Spero che vi sia piaciuto e mi scuso anche per il ritardo.. Al prossimo!!

 
  
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