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Autore: xfval    04/09/2014    2 recensioni
La ragazza sobbalzò appena l'autobus si era fermato. Era arrivata.
Aveva raccolto con fretta le sue cose ed era corsa giù, i lacci delle scarpe sciolti. 
Luke lo sentiva, una storta, una caduta, i lacci fra i piedi, un incidente. Aveva questo potere, di poter fermare il tempo, di avvertire le cose.
A lui piaceva, bloccare tutto. Notare i particolari, gli sguardi. A volte si fermava a disegnare, nel suo quadernino pieno di ricordi. Niente in particolare: uno sguardo, un sorriso, una foglia. Aveva raccolto volti ed emozioni che probabilmente le persone non sapevano neanche di avere. 
Si era alzato dal sedile, il tempo fermo. Aveva percorso il corridoio del bus passandosi una mano fra i capelli biondi. Aveva rimesso la situazione a posto prima che potesse succedere il disastro.  Era sceso dal bus, Spencer sana e salva sul marciapiede. 
Aveva sbattuto le ciglia, il mondo aveva ripreso a vivere. 
Questo faceva, Luke Hemmings. Salvava le persone, perché qualcuno non aveva avuto la premura di salvare lui. 
ATTENZIONE: i personaggi e i fatti descritti sono di pura invenzione e quindi non devono essere presi in considerazione nella vita reale.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sveglia suonò due volte quella mattina. Spencer giaceva ancora nel letto sommersa dalle coperte.
I capelli nocciola sparpagliati sul cuscino, le lunghe ciglia chiuse sulle guance.  La voce di Margaret riecheggiava fra le pareti "Alzati Spenc". Un grugnito, le coperte si mossero, uno sbuffo.
La ragazza aveva sbattuto varie volte le palpebre, stropicciandosi poi gli occhi. 
Luke Hemmings rideva, appoggiato allo stipite della porta, mentre leggeva un fumetto. Gli occhi azzurri intenti a scorrere sulle parole, i capelli biondi alzati in un ciuffo. "Sempre la solita Spenc." aveva detto fra se e se. 
La ragazza si era alzata, strusciando sgarbatamente i piedi sul pavimento. Odiava doversi alzare presto per andare a scuola. Avrebbe preferito rimanere nel letto a dormire, al caldo sotto le sue coperte. Avrebbe preferito trascorrere la mattinata leggendo un libro, sorseggiando una cioccolata calda. E invece doveva andare a scuola. Aveva compiuto il solito rituale del mattino, aveva salutato la madre e si era avviata verso scuola. Quella mattina Sydney viveva di un'aria tutta nuova. Faceva freddo, le persone erano tutte rannicchiate nei propri cappotti. A lei piaceva il clima nuvoloso, la neve. Le piaceva riscaldarsi davanti al camino quando tornava a casa, le piaceva rannicchiarsi nelle coperte del suo caldo letto, le piaceva uscire con la pioggia. Non era una ragazza come tutte le altre, Spencer Morgen. La pioggia le piaceva perché c'era qualcosa di malinconico e libero in essa. Un po' come era anche lei. Malinconica e viva.

Luke la seguiva, gli scarponi leggermente slacciati ai piedi. Ogni tanto qualcuno gli si infrangeva contro, passandogli attraverso. Era una sensazione strana, essere attraversati. Solleticava lo stomaco.

Lui sorrideva, osservando le persone che gli si scagliavano contro. Chi troppo in ritardo, chi troppo in pensiero, chi troppo triste, chi troppo sbadato. Le persone si erano ridotte a vivere la propria vita freneticamente, dimenticando di viverla in modo positivo. Forse con il tempo se ne sarebbero resi conto. Perché il tempo guarisce, o peggiora. 
Dieci anni erano passati in fretta, e in dieci anni le cose cambiano, certe cose si dimenticano e le persone vanno via. 
E Luke ricordava tutto. Ricordava la morte di Jason, il padre di Spencer, del dolore che aveva assalito la famiglia alla notizia della perdita. Ricordava i lunghi silenzi, quegli anni che avevano fatto crescere quella ragazzina di soli dodici anni, poiché la madre era stata assente emotivamente per un po'. Quella perdita le aveva distrutte. Anche con Jason la vita aveva deciso di essere crudele. 
L'aveva visto, il giorno dell'incidente, ai piani alti. Luke stato convocato per dei nuovi incarichi. Jason era arrivato sconvolto, i vestiti sporchi di sangue. Faceva fatica a capire dove si trovasse, cosa fosse successo. Lo stomaco del ragazzo si chiuse. Aveva imparato a considerare quell'uomo come parte integrante della sua vita e vederlo in quello stato di shock l'aveva turbato. Anche se lui non era minimamente a conoscenza della sua esistenza.

Era circondato da un gruppo di Angeli, che cercavano di calmarlo senza successo. Luke aveva deciso di andare a parlargli.
Si era avvicinato piano, e nel modo più calmo aveva detto "Ti trovi nel limbo, il luogo in cui le anime vengono smistate. Sei morto in un incidente aereo."
Non era mai stato bravo con le brutte notizie. Non era mai stato bravo a dire addio. Sapeva anche che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe rivisto Jason. Le anime morte per cause tragiche dovevano solo passare oltre. 
L'uomo l'aveva guardato come se fosse pazzo. Non riusciva a crederci.

Faceva freddo, quella mattina di Giugno. Spencer si stringeva nel suo cappotto, mentre aspettava l'autobus. Avrebbe dovuto essere abituata al clima di sydney, ma era sempre stata molto freddolosa.
Luke passeggiava tranquillo, a suo agio nella sua t-shirt a mezza manica dei nirvana. I fantasmi non sentono ne freddo ne caldo. 
Eppure sentiva il vento sfiorargli la pelle, solleticargli la peluria bionda delle braccia. 
Aveva attraversato una parete del pullman come se nulla fosse, prendendo posto vicino a Spencer.
Gli piaceva osservare il mondo dall'autobus, su questo lui e la ragazza erano molto simili. 
Spencer si guardava attorno, avvolta nel suo cappello bordeaux, gli occhi nocciola incorniciati dalle folte ciglia irritati dal freddo. Ripassava mentalmente gli appunti presi in classe per affrontare il test di biologia che si sarebbe svolto quella mattina. 
L'angelo rideva. Spencer era buffa quando era preoccupata. Aveva quel suo modo di accigliarsi, di chiudersi in se stessa, che somigliava molto al suo. 
In dieci anni aveva scoperto che erano molto più simili di quanto si aspettasse. 
La ragazza aveva sobbalzato appena l'autobus si era fermato. Era arrivata. Aveva raccolto con fretta le sue cose ed era corsa giù, i lacci delle scarpe sciolti. 
Luke lo sentiva, una storta, una caduta, i lacci fra i piedi, un incidente. Aveva questo potere, di poter fermare il tempo, di avvertire le cose.
A lui piaceva, bloccare tutto. Notare i particolari, gli sguardi. A volte si fermava a disegnare, nel suo quadernino pieno di ricordi. Niente in particolare: uno sguardo, un sorriso, una foglia. Aveva raccolto volti ed emozioni che probabilmente le persone non sapevano neanche di avere. 
Si era alzato dal sedile, il tempo fermo. Aveva percorso il corridoio del bus passandosi una mano fra i capelli biondi. Aveva rimesso la situazione a posto prima che potesse succedere il disastro.  Era sceso dal bus, Spencer sana e salva sul marciapiede. 
Aveva sbattuto le ciglia, il mondo aveva ripreso a vivere. 
Questo faceva, Luke Hemmings. Salvava le persone, perché qualcuno non aveva avuto la premura di salvare lui. 

 

Spencer camminava a passo veloce, ansiosa di arrivare a scuola. Si era diretta verso il suo armadietto e aveva posato i libri. Solitamente non era nervosa per i test, ma quella mattina era più ansiosa del solito. 
Luke si era affiancato a lei, vicino l'armadietto. Aveva sposato la sua attenzione ad un gruppo di ragazze che squadravano dalla testa ai piedi i giocatori della squadra di football , facendo qualche risolino isterico di tanto in tanto. 
"Che stupide." aveva detto scoppiando in una risata beffarda. Aveva imparato a riconoscere il carattere di ogni persona presente in quella scuola. Luke aveva spostato la sua attenzione su una ragazza. 
Alla sinistra di Spencer, Emily Priston, detta la ragazza più ambita della scuola. Capelli rossi, alta, bel fisico, occhi nocciola. Una bellezza rara, che pochi potevano permettersi. Purtroppo lei la usava per fare la civettuola con i ragazzi, o meglio, voleva far credere a tutti di essere una senza cervello snob. In realtà era molto intelligente, e da li a poco avrebbe ottenuto una borsa di studio per il college. 
All'ingresso Bradley Grosed, etichettato "nerd della scuola." Fisico normale, sul metro e sessanta, occhiali pendenti sul naso. Girava per la scuola con il suo zaino colmo di nuovi esperimenti e di fili, perdendo qualche pezzo di tanto in tanto. 
Luke rideva, lo trovava un tipo interessante. 
Aveva posato la sua attenzione su Spencer, che al suono della campanella, si era diretta verso l'aula di biologia. 
Sarebbe stata un'ora di continui pensieri e tanta, tanta biologia.



Spencer mangiava svogliatamente il suo pranzo, giocherellando con qualche maccherone.
Il formaggio filava e appiccicava tutto. La mattinata era trascorsa abbastanza in fretta, tra aule e professori, ma lei era preoccupata per il test.
Avrebbe determinato il rendimento di tutto l'anno. Sentiva il vociare dei ragazzi nella mensa, ma lei era assente. 
"Spenc, spenc. Ci sei o devo attivare l'interruttore?" Aveva attirato  la sua attenzione Ashton, il suo migliore amico. Aveva i capelli biondo sul bronzeo, gli occhi tra il verde e il miele. Indossava una simpatica bandana arrotolata fra i capelli, facendo partire i ricci in tutte le direzioni.
Spencer non era stata mai brava ad avere amicizie durature con le ragazze. Era sempre stata più un maschiaccio che una ragazza tutta rose e fiori, per questo la maggior parte delle volte si era trovata davvero male in relazione con lo stesso sesso. Liti, gelosia, dispetti. Erano cose che non facevano per lei.  Ecco perché aveva più amici maschi che femmine. 
"Si scusa, Ash." si scusò sorridendogli. "So che ti preoccupa il Test, ma non puoi farti condizionare la vita così. Sei giovane, hai tempo per la depressione." la riprese lui strizzandgli l'occhio. 
Spencer sorrise, così fece anche Luke. 
Gli piaceva, Ashton. Era un tipo particolare. Se fosse ancora in vita probabilmente sarebbero andati molto d'accordo. 
"Hai ragione, scusa. È che determina tutto questo test, e non sono mai stata un genio in biologia." si giustificò lei. 
"Hei, anche se andasse male non puoi farne una tragedia.
Nella vita le batoste le devi prendere, sennò sarebbe troppo facile." aveva risposto Ash addentando una crocchetta di pollo. 
Un ragazzo moro, dai tratti asiatici fece capolino al tavolo. 
"La signora della mensa diventa ogni giorno più inquietante." aveva esordito Calum Hood, sedendosi insieme ai ragazzi. Aveva i capelli scuri, le labbra grandi e  un paio di occhi capaci di scrutarti l'anima. "Buongiorno anche a te piccolo kiwi." lo aveva salutato Spencer con un sorrisetto. Il ragazzo irrigidì . "Ti ho già detto di non chiamarmi così, Spenc. Solo perché sono mezzo irlandese e mezzo kiwi non vuol dire che devi chiamarmi così a vita." l' aveva rimproverata lui. I ragazzi scoppiarono un una risata. "Okay okay cal, cosa dicevi riguardo la signorina Bells?" aveva risposto ashton. 
"Quella donna mi fa senso ogni giorni di più. Oggi mi ha sorriso in un modo raccapricciante." Aveva detto il ragazzo con un verso di disgusto. 
A Luke piacevano quei ragazzi. Avrebbe voluto che facessero parte della sua vita, un giorno. 
I tre si erano alzati, portandosi appresso la spensieratezza di tutti gli adolescenti diciottenni. 
Luke camminava al loro fianco, ascoltando le conversazioni e intervenendo di tanto in tanto.

Si fa per dire. 
"Oggi il tempo è stupendo." aveva notato Spencer uscendo dall'istituto. Osservava il sole filtrare fra le nuvole. 
"Un po' strano per il solito clima di Sydney." aveva risposto Calum.
"Oggi per poco non prendevo una nota in condotta." Ashton aveva affermato di botto. 
I due ragazzi si erano girati a fissarlo perplessi. Luke lo guardava e rideva. Aveva assistito alla scena in classe quella mattina, mentre faceva il suo solito giro quotidiano. 
"Cos'è successo?" aveva domandato Calum.
"Beh ecco, ieri non ho studiato perché ho perso tempo a guardare le puntate registrate di my little pony con le mie sorelle-" "Aspetta, aspetta, aspetta. Guardi ancora my little pony?" l'aveva interrotto Calum ridendo. 
"Cosa c'è di male?" Ashton aveva chiesto. "Hai diciotto anni Ash!" Calum aveva risposto. 
"L'età è solo un numero." si era giustificato, per poi continuare " e comunque il signor Trager ha deciso di interrogare proprio me. Io gli ho risposto che non avevo fatto i compiti, lui mi ha chiesto il perché, e io ho risposto dicendo la verità.
Pensava lo stessi prendendo in giro." aveva concluso facendo scoppiare tutti a ridere. 
Luke rideva insieme si ragazzi. Se la ricordava la scena. Ricordava Ashton cercare di convincere il professore della verità, mentre lui era intento ad urlargli contro fra le risate dei compagni di classe. 
Erano belli quei ragazzi, con i loro piccoli difetti. 
Si sentiva a casa. 


Hallo!
Ciao a tutti :) 
Come promesso, sono tornata presto con il primo capitolo, anche se da ora in poi cercherò di aggiornare una volta a settimana.
Beeene, diciamo che sono entrati in gioco anche Ash e Cal, e si è capito un pò di più della vita dei due protagonisti.
Come avete visto, Spencer è cresciuta e non è più la bimba di una volta.
Vi prometto che le sorprese non finiranno e che dal prossimo capitolo le cose diventeranno davvero interessanti.
Ci tenevo a puntualizzare che ho inventato tutto, non so come funzioni la vita dopo la morte ma io l'ho immaginata così.
Volevo anche dire che in Australia è inverno quando da noi è estate, quindi non è strano che a Giugno faccia freddo.
Bene, come sempre, se vi va, fatemi sapere cosa pensate della storia. 

Sono contenta poichè il prologo ha avuto 94 visualizzazioni, mi sento meno sola haha. 
Ringrazio le tre ragazze che hanno recensito il prologo:


kennylove89
_Marta16_
Heitsgiu


e gli altri che hanno inserito la storia fra le preferite\seguite\ricordate.
Un bacio.
Vale x

   
 
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