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Autore: xfval    02/09/2014    3 recensioni
La ragazza sobbalzò appena l'autobus si era fermato. Era arrivata.
Aveva raccolto con fretta le sue cose ed era corsa giù, i lacci delle scarpe sciolti. 
Luke lo sentiva, una storta, una caduta, i lacci fra i piedi, un incidente. Aveva questo potere, di poter fermare il tempo, di avvertire le cose.
A lui piaceva, bloccare tutto. Notare i particolari, gli sguardi. A volte si fermava a disegnare, nel suo quadernino pieno di ricordi. Niente in particolare: uno sguardo, un sorriso, una foglia. Aveva raccolto volti ed emozioni che probabilmente le persone non sapevano neanche di avere. 
Si era alzato dal sedile, il tempo fermo. Aveva percorso il corridoio del bus passandosi una mano fra i capelli biondi. Aveva rimesso la situazione a posto prima che potesse succedere il disastro.  Era sceso dal bus, Spencer sana e salva sul marciapiede. 
Aveva sbattuto le ciglia, il mondo aveva ripreso a vivere. 
Questo faceva, Luke Hemmings. Salvava le persone, perché qualcuno non aveva avuto la premura di salvare lui. 
ATTENZIONE: i personaggi e i fatti descritti sono di pura invenzione e quindi non devono essere presi in considerazione nella vita reale.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non gli piaceva andarsene in giro a fare da guardia ad una stupida bimba.
Si dondolava svogliatamente su un'altalena Luke Hemmings, angelo custode di Spencer Morgen. 

Quella mattina di maggio il vento gli sfiorava la pelle e lui se ne stava lì, nel suo nascondiglio di luce, a portare a termine il compito affidatogli. 
Sarebbe stato libero solo una volta portato a termine. Era morto all'età di diciotto anni, per cause tragiche.
A Luke non piaceva badare a Spencer, che aveva solo sei anni.
Era stato catapultato in questa situazione contro il suo volere.
Lei era una bambina molto irrequieta e sempre sorridente, una cosa normale alla sua età. Aveva questo suo modo di guardare le persone, di inchiodarle con uno sguardo.
A lui però non faceva tanto piacere stare lì.
Avrebbe preferito continuare a girare per il mondo, magari facendo qualche scherzetto di tanto un tanto sfruttando le sue doti da spirito. Ma anche quando sei un fantasma la vita ti spiaccica come un insetto. 
Alla sua morte si era trovato in uno stato di incoscienza totale. I primi giorni gli altri angeli si erano impegnati davvero tanto per fargli apprendere la notizia del suo decesso nel modo migliore. Quando si muore, si resta temporaneamente nel limbo, il luogo in cui vengono smistate le anime. 
Luke si era guardato intorno e aveva scrollato le spalle "almeno non invecchio." aveva ammesso in modo beffardo. Ma dentro stava morendo. 
Era sempre stato un ragazzo molto positivo, guardava sempre il lato migliore di tutto, anche quando si trattava di affrontare la sua morte. 
Era convinto che vivendo in questo modo la vita gli sarebbe risultata più semplice e magari le cose le avrebbe affrontate in modo migliore. 
Cercava sempre di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, perché lui infondo lo sapeva che la vita non gli avrebbe concesso molto tempo. 
E adesso se ne stava lì su quell'altalena, a giocherellare con una margherita appena fiorita. La voce di Spencer che giocava con le sue amichette gli rimbombava nella testa. 
Erano odiose quando iniziavano a canticchiare quelle canzoncine smielate. 
A Luke probabilmente sarebbero anche state di garbo, all'età di cinque anni. 
Ma alla fine quella genuinità gli piaceva. Gli piaceva quella mattina di maggio in quel parco a Sydney. Gli piaceva fare finta che il sole gli riscaldasse appena la pelle. Gli piaceva il profumo delle margherite appena fiorite.
Infondo la morte non è poi così brutta. 
Non era cambiato poi così tanto da quando era in vita. L'unica differenza, era che il suo cuore non batteva più. 
Nel suo petto, il nulla. 
Spencer sorrideva e correva arrampicandosi sulle giostrine del parco.

I suoi genitori vegliavano su di lei, con lo sguardo di chi avrebbe fatto di tutto pur di renderla felice. Luke si domandava spesso cosa ci facesse lui lì se Spencer aveva già i suoi genitori. Ogni volta veniva liquidato con "ogni cosa al suo tempo."

Ma cosa doveva aspettare ancora?
Sentiva i passi di Spencer e i suoi genitori allontanarsi, mentre lui era ancora inchiodato lì. 
Si guardava intorno, mentre osservava le persone. Tutte con un angelo custode.
A diciotto anni non si ha la consapevolezza che la propria vita sarà distrutta nel giro di una notte. 
Si era alzato svogliatamente, l'altalena dondolava un po. Aveva ripreso il suo skateboard e si era avviato verso casa, sicuro che in pochi minuti avrebbe raggiunto il gruppo. 
Le vans aderivano perfettamente alla tavola, come il jeans stretto alle sue gambe. Una camicia a quadretti rossa e nera sventolava man mano che avanzava. Era un bel ragazzo, Luke Hemmings , con gli occhi azzurri e i capelli biondi. 
Il piercing nero sul labbro luccicava al sole. Se non fosse stato invisibile agli occhi umani molte ragazze l'avrebbero già notato con gusto.
Li vedeva, pochi metri più avanti, i genitori di Spencer. Magraret e Jason Morgen. Tenevano per mano la bimba, sollevandola in aria di tanto in tanto urlando "volaaa".

Il papà di Spencer, Jason, era un pilota. Anche se piccola quella bimba aveva volato già tantissime volte.
Luke sorrideva. 
Gli ricordavano i suoi genitori e i suoi fratelli, questi ultimi, sempre  pronti a fargli i dispetti. 
Ci pensava, a come fossero cambiati dalla sua morte. A quanto le persone potessero cambiare nel giro di sei anni. 
Luke ci pensava.

Pensava che avrebbe visto Spencer crescere a vista d'occhio e diventare una donna nel giro di poco. 
Per quanto potesse non sopportare quella bimba, si sentiva un po' come un padre, come la prima volta che si sbucciò un ginocchio. 
Piangeva, gli occhi enormi pieni di lacrime incorniciati da folte ciglia, la facevano sembrare un cerbiatto smarrito. 
Stava giocando al parco e Luke pensò di aver fatto un errore madornale. 
Si avvicinò a lei, preoccupato, e le accarezzò una guancia. Lei sembro sentirlo, perché smise di piangere. Sorrise, si rialzò, e continuo a giocare.

L'angelo rimase un po' perplesso.
Fissava la bambina correre verso i suoi amici, la ferita sul ginocchio rossa.
Avevano un legame strano, loro due. 
Un legame che avrebbe superato anche la morte. 





Ciao ragazzi :) 
Prima di tutto mi presento, sono Valentina.
Ho deciso di scrivere questa storia perchè mi frullava nella testa da un pò. 
E' da Giugno che la scrivo e ho già molti capitoli pronti. 
Per adesso questo è il prologo, spero vi piaccia o almeno vi attiri un pochino pochino (?)
Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, anche in una recensione di due parole haha. 
Non è una storia come tutte le altre, lo so. 
Diciamo che in questa breve anticipazione si capisce davvero poco della vita dei protagonisti e di quello che succederà.
Vi prometto che già dal primo capitolo sarà tutto più chiato. Entreranno in gioco anche Ash e Cal, mentre Mikey avrà (almeno secondo me) il ruolo più importante di tutti che, però, entrerà in scena un pò più tardi.
Basta dilungami, il primo capitolo lo posto fra tre giorni o meno, cercherò di essere il più puntuale possibile.
Grazie per l'attenzione, ad ogni modo.
Un bacio.
Vale x
p.s: ringrazio Giorgia e Giuly per avremi sostenuta e sopportata durante la ''procreazione'' della storia haha. 

Per domande, curiosità o altro, questo è il mio twitter: 
@5seconds0fhaz 

   
 
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