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Autore: moondance    25/09/2008    3 recensioni
I pensieri di Seth attirarono la mia attenzione. C’era una complicazione.
I Volturi avevano anticipato la loro visita. Avevo bisogno di sapere i dettagli da Alice, e Bella aveva bisogno di parlare in privato con Jacob.
La stavo lasciando sola con lui.
Dovevo essere davvero un pazzo, ma forse avevo scelta?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!

Torno con una fan fic su Eclipse, spero vi piaccia anche se è scritta di getto!

Come sempre i vostri commenti sono moooooooooolto graditi!!!!

Lips on Fire



Tornammo nella radura e Bella ci venne incontro. Jacob aveva già iniziato a recitare la sua parte, sapevo perfettamente cosa aveva in mente, quale era il suo obiettivo, e non potevo ostacolarlo. Non avrei sopportato di vedere di nuovo il volto di Bella contratto dal dolore per quel lupo.

I pensieri di Seth attirarono la mia attenzione. C’era una complicazione. I Volturi avevano anticipato la loro visita. Avevo bisogno di sapere i dettagli da Alice, e Bella aveva bisogno di parlare in privato con Jacob.

La stavo lasciando sola con lui. Dovevo essere davvero un pazzo, ma forse avevo scelta?

Quando ami davvero qualcuno non desideri forse il meglio per quella persona?

Si. Sapevo di non essere il meglio per Bella, sapevo che per lei con Jacob sarebbe stato tutto più semplice. Ma non ero stupido, non l’avrei mai più forzata. Doveva prendere una scelta e non dovevo impormi su di lei in nessun modo. Se avesse deciso di lasciarmi… alla fine era quel che avevo voluto giusto? L’avrei accettato. Non avevo alternative. Non c’erano alternative.

“C’è una piccola complicazione. Ho bisogno che Seth venga con me, per risolverla. Non mi allontanerò troppo, ma non resterò neanche in ascolto. So che non ti va di avere un pubblico, qualsiasi sia la tua decisione”. Cercai di non mostrare nessuna emozione ma le ultime parole mi avevano tradito, potevo sentire anche io il dolore che trasmettevano.

Bella non mi chiese nulla. Non voleva sapere quale fosse il motivo? Mi rabbuiai, forse la situazione era tragica. Forse lei aveva già scelto, dopotutto. Era finita.

“Torna in fretta”, sussurrò appena. Le sue parole riaccesero in me un barlume di speranza.

Le baciai delicatamente le labbra. Sapevo, sentivo che quello poteva essere il nostro ultimo bacio. Cercai di memorizzare al meglio il calore della sua bocca, la sua pelle morbida e liscia, la sensazione del suo respiro caldo sul mio viso gelido. Chiusi gli occhi per un istante ed alla fine mi voltai e mi inoltrai nella foresta con Seth al mio fianco. Dovevo lasciarla andare.

Corsi velocemente cercando di ignorare i pensieri di Seth e le voci di Jacob e Bella. In un attimo misi un muro tra noi. Tentai di concentrarmi unicamente sul nuovo problema che si era creato. Oggi i Volturi erano l’ultima cosa che doveva capitarci. Avevo bisogno di più dettagli da Alice. Dovevo avere la certezza che Bella sarebbe stata al sicuro con loro in città. Bisognava calcolare ogni singola mossa alla perfezione, e per questo dovevo affidarmi ai licantropi. L’ironia della situazione non mi sfuggiva.

“Seth, chiedi a Sam la tabella di marcia precisa. Secondo per secondo. Non avremo un’altra possibilità”. La mente dei licantropi, quando erano trasformati, era davvero affascinante. Riuscivo a leggere nel pensiero di uno ma era come se leggessi contemporaneamente la mente di tutti. Seth si stava chiedendo come stesse andando la questione tra Bella e Jacob, gli altri lupi erano irritati dal comportamento di Jacob e cercavano di concentrarsi principalmente sul futuro combattimento.

Tra circa un’ora, dice la succhiasangue. Arriveranno non appena la battaglia sarà conclusa. Noi lupi dovremmo andarcene all’istante. Sia che i neonati siano morti tutti o meno, i Volturi non devono assolutamente vederci.

Questo era stato il pensiero di Sam. Non avevo bisogno di sapere altro. Avrei mandato via Seth in tempo e anche gli altri non si sarebbero fatti scoprire. Dovevamo farcela.

Seth scattò al mio fianco come se fosse stato colpito da un fulmine. L’immagine colpì anche la mia mente.

La frantumò completamente.

Jacob, ora in forma canina, stava raggiungendo il campo di battaglia. Ma non era questo ad avermi sconvolto, bensì ciò a cui stava pensando. Aveva baciato Bella. Anzi, lei aveva baciato lui.

Sentii l’odio salirmi al petto. In quel momento non ero me stesso, ero solo il predatore, l’assassino che avrebbe ucciso quel cane per averlo privato della sua ragione di vita. L’ondata di furia mi sorprese. Non credevo di poter essere così… così umano. In cento anni avevo sviluppato abbastanza autocontrollo da non uccidere per il richiamo di sangue, la cosa che più di tutte avevo desiderato. Ora vedere nella mia mente il viso di Bella tra le mani di quel bastardo… vedere le loro labbra...

L’aveva baciata in un modo in cui non avrei mai potuto. Mai, a meno che lei non diventasse come me. Quel cane aveva avuto una cosa di Bella che io non avrei mai più avuto. Era stato il primo a darle un vero bacio. Era stato il primo ragazzo che lei avesse realmente baciato. Non io. No. Non ero nemmeno umano.

Seth mi osservava ma mi voltai, era meglio per entrambi se mi fossi allontanato da lui. Leggevo nei suoi pensieri che aveva paura di me, ora, perché avevo lo sguardo da pazzo. Da bestia.

Mi incamminai lentamente verso l’accampamento. Non potevo presentarmi da Bella in queste condizioni. L’avrei condizionata, non le avrei permesso una scelta libera.

Ma come, come diamine potevo togliermi dalla testa quella scena? Non riuscivo a controllare la mia mente. Immaginavo almeno mille modi diversi di uccidere quel cane. Immaginavo mille modi diversi di baciare Bella, di farle capire che lei era mia, che non avrebbe dovuto toccare nessun altro. Immaginavo cose che, lo sapevo, non avrei mai dovuto fare, per il bene di tutti.

Il suo odore dolce mi colpì le narici già ad un centinaio di metri dalla radura. Era la mia cantante. Era la mia vita. E per questo l’avrei lasciata andare. Per lei avrei controllato me stesso. Non le avrei mostrato quanto ora stavo soffrendo. Nel petto sentivo schegge di cristallo che, colpendomi, mi facevano a pezzi, da dentro, graffio dopo graffio, immagine dopo immagine.

Dovevo sfogarmi, lo sapevo. Avevo sopportato troppo. Prima, la notte vedendola tra le braccia di Jacob, poi sentire sussurrare il nome di lui nel sonno ed ora questo. Perché non poteva amare solo me? Perché ero stato così idiota da lasciarla, da andarmene? No. Lo sapevo, non avevo scelta. Era per il suo bene. Il problema era un altro. Perché non ero umano? Perché dovevo essere una cosa che odiavo con tutto me stesso… perché la mia esistenza doveva metterla in pericolo?

Avevo sbagliato, ero sbagliato. Lei non era mai stata mia. Non l'avevo mai meritata ed era giusto che fosse libera. Dovevo lasciarla andare.

Grugnii per la collera verso me stesso. Dovevo nascondere il dolore. Quello era un mio problema. Dovevo gestirmelo da solo. Cercai di calmarmi, di ragionare nel modo più sereno possibile.

L’amavo. Indipendentemente da tutto il resto. Indipendentemente da tutti. Io amavo lei e lei soltanto importava. L’amavo anche se lei non mi avesse amato. L’amavo anche se lei avesse scelto Jacob. Avrei sofferto in silenzio. Non avrei rovinato la sua vita col mio dolore.

Cercai di riflettere sulle immagini che non riuscivo a cancellare. Lei aveva chiesto un suo bacio. Era vero. Però… però Jacob l’aveva ingannata. Forse, in condizioni normali, non l’avrebbe chiesto. Certo, in condizioni normali, io non sarei nemmeno esistito. Sarebbe stato di gran lunga più salutare per lei.

Aprii la cerniera ed entrai nella tenda. Bella era stesa, col viso rivolto a terra. Non si mosse, non mi aveva sentito entrare. Restai fermo qualche istante ad osservarla. Fragile, umana, piccola ed infreddolita. Stava rannicchiata a terra come se qualcosa stesse per arrivare e travolgerla.

Sentii l’impulso di proteggerla. Di proteggerla anche da se stessa. Avrei voluto poterle evitare quella decisione. Sapevo che in un modo o nell’altro ne avrebbe sofferto e questo non potevo sopportarlo. Guardai la pelle pallida del suo viso. Osservai attentamente la sua schiena, il giaccone che si sollevava e si abbassava lentamente. Il suo respiro produceva un ritmo ipnotico. Avrei potuto contemplarla per ore. Lo facevo ogni notte. Non mi sarei mai stancato. Era la cosa più bella e stupefacente che avessi mai visto.

E lei, proprio lei, mi amava. Amava me. Nonostante non ne fossi degno, nonostante fossi un pericolo per lei, non mi aveva lasciato.

Guardai la sua figura stesa sul pavimento e pensai a quanto fosse debole un essere umano. Il suo fisico poteva essere distrutto con niente. Bella aveva rischiato di morire a causa mia. Aveva fatto - solo ripensandoci mi sentii mancare, non avrei mai creduto che potesse essere così sconsiderata - aveva rischiato la sua vita per sentire la mia voce. La mia voce immaginaria.

Come potevo essere in collera con lei? Come potevo infuriarmi?

Mi chinai ed esitando le accarezzai la guancia con le dita ghiacciate. Bella voltò lentamente il viso verso di me e mi guardò dritto negli occhi. Mi sentii invadere da un calore insolito, che mi scaldava dentro, che riempiva le fessure create dal dolore e dalla furia. Nei suoi occhi c’era dispiacere, c’era amore. C’era la mia Bella. Il mio cuore.

Come potevo farle del male? Era una cosa inconcepibile.

L’amavo più della mia vita. Era l’unica cosa che amavo. Proprio per questo, perché il mio sentimento per lei era forte ed intenso, avrei eliminato me stesso per il suo bene, sapevo che non l’avrei obbligata a scegliere me. Doveva decidere liberamente.

Io sarei morto dentro, lentamente, ogni singolo istante, ma non per questo avrei smesso di amarla.

  
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