#
7 - You
left me in the dark
Sei da poco
tornata nel tuo
letto perché non riuscivi a dormire.
Più
passano i giorni e più
avverti questa strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Inquietudine.
Ti volti a
controllare che
Castle stia ancora dormendo e poi ti allunghi verso il mobiletto che ti
fa da
comodino.
Giorni fa hai
chiesto a Martha
se ti poteva portare un beauty con dentro il minimo indispensabile per
curarti
almeno un pò. Ovviamente ti ha portato mezzo bagno asserendo
che essere
ricoverate in ospedale non è una buona scusa per trascurarsi.
Così
ti spalmi un po’ di crema
idratante sul viso con gesti lenti e circolari.
Poi prendi lo
specchio da
viaggio e cerchi di tenerlo in equilibrio tra la pancia e le ginocchia
e con la
spazzola inizi a pettinarti.
Quasi non
riconosci il volto che
lo specchio riflette.
Tu concentri sui
capelli.
Spazzolate
lente. Lunghi
respiri.
Ma come sempre,
da quando eri
ragazza, più cerchi di restare calma più
l’inquietudine prende il sopravvento.
Ryan ed Esposito
hanno promesso
che oggi vi avrebbero raccontato un altro importante pezzetto della
vicenda.
La cosa ti ha
sollevata
inizialmente, poi dai loro volti e dalle loro voci hai capito che non
sarà
niente di buono.
Cambi ciocca di
capelli e
riprendi a spazzolare.
Quello che ti
raccontano ha
senso e allo stesso tempo non ne ha.
Quella che
descrivono sei tu ma
non ti ci ritrovi.
Le teorie aliene
di Castle non
sono totalmente da escludere, a questo punto.
Quando non senti
altri nodi,
posi la spazzola e cerchi di farti una semplice treccia che ricade
sulla spalla
destra.
Almeno
così staranno a posto
per un po’, nonostante abbiano bisogno di essere lavati.
“Sei
bellissima”, lo senti
mormorare mentre sbadiglia.
“Non
è divertente, Castle! Ho
seriamente bisogno di farmi un bagno. Sono stanca di lavarmi sempre a
pezzi!” .
“Di
buonumore vedo!”, commenta
con sarcasmo allungando la mano verso di te.
La afferri
immediatamente
“Scusa... non ho dormito molto... sono preoccupata”.
“Per
quello che ci devono dire
i ragazzi?”, Castle ti vede annuire e con il pollice ti
accarezza il dorso
della mano “Magari questa volta sono belle notizie”.
Scuoti la testa
“Come fai ad
essere così positivo?”.
“Siamo
vivi, già questo di per
sé mi fa andare avanti”, ti dice con quello
sguardo amorevole che riserva solo
per te.
“Lo
so, davvero... ma continuo
a sentirmi come un burattino... una pedina...”, cerchi di
spiegargli “Non mi
sento padrona della mia vita in questo momento”.
Lui ti sorride
“Non fa piacere
a nessuno credimi, ma capisco che per te sia peggio. Sei la persona
più
indipendente che io conosca” poi si illumina “Anche
se da un paio di anni hai
sviluppato una seria dipendenza dai Castle”.
Ridi. Gli regali
quella risata
che sai che adora “Ah, sì. Ho una deleteria
dipendenza dai Castle”.
La cosa che
più tormenta il tuo
scrittore invece è la noia.
Quando siete in
camera da soli
senza famigliari o dottori non avete niente da fare.
Parlate, certo.
Ma gli
argomenti tendono ad esaurirsi velocemente quando hai così
tanto tempo a
disposizione.
“Non
posso credere che ci
abbiano nascosto il telecomando della televisione e requisito i
cellulari”,
sbuffa annoiato, cercando di lisciare per bene le coperte giusto per
avere
qualcosa da fare.
“Lo
sai, niente contatti con il
2015 finchè non finiscono di raccontarci del
2014”, gli ricordi, seccata quanto
lui.
“Cosa
mai potremmo apprendere
dalla tv? I Brangelina
si sono
lasciati? J.K. Rowling ha deciso di scrivere l’ottavo libro
di Harry Potter?”
comincia ad elencare svogliato. “Oddio!”, si
riprende immediatamente “Speriamo
che le azioni della Apple non siano precipitate!!”.
“Non
hai visto medici e
infermiere sempre con l’i-Pad in mano? Non credo esista
più una cartella
clinica cartacea... direi che puoi stare tranquillo, Castle”.
“Speriamo...”.
Sentite un lieve
bussare alla
porta della vostra stanza e vedete sbucare la testa di Ryan.
“Oh,
bene, siete svegli”, dice
aprendo completamente la porta.
Dietro di lui
entrano Esposito
e, con vostra grande sorpresa, Gina.
“Come
vi sentite?”, domanda
Ryan.
“Annoiati”
rispondete
contemporaneamente, facendoli sorridere.
“A tal
proposito vi ho portato
le ultime uscite della Black Pawn”,
Gina
appoggia su un tavolino qualche libro “Così, per
ammazzare il tempo...”.
“Oh,
finalmente qualcosa da
fare, rischiavamo seriamente di metterci a parlare e a
comunicare”, esclama lo
scrittore fingendo di rabbrividire al sol pensiero.
“Ti
ringrazio, sei molto
gentile”, le dici ignorando il commento del tuo compagno di
stanza.
Tu e Gina non vi
frequentate
spesso ma con te non si è mai comportata male.
“Troppo gentile!
Cosa c’è sotto?”, domanda invece Castle.
“Non
avere fretta”, si
intromette Espo “Ora io e Ryan ti spieghiamo una cosa e poi
Gina ti dirà la sua
parte”.
“Ecco,
lo sapevo...”, sussurri
allarmata.
“Circa
sei mesi fa hai invitato
me e Ryan all’Old Haunt”, Espo si mette accanto al
letto di Castle e si siede
sul bordo continuando a parlargli “Hai detto che era una cosa
importante e
volevi parlarcene”.
Ryan annuisce
“Inizialmente
abbiamo creduto che rivolessi indietro la tua Ferrari”.
Castle apre la
bocca ma non
riesce ad emettere alcun suono.
Ok, gli alieni
gli devono
davvero aver fatto il lavaggio del cervello se ha regalato la sua
adorata
Ferrari.
“F-F-...
io... no... cioè... vi
ho r-regalato la mia F-Ferrari?”, farfuglia sconvolto.
Storci la bocca
per un paio di
secondi.
L’idea
di aver perso i ricordi
un anno di vita non l’hanno sconvolto quanto l’idea
di non avere più la sua
auto preferita.
Gina incrocia il
tuo sguardo
intuendo il tuo pensiero ed inaspettatamente vi sorridete complici.
“Sì,
amico, dopo l’incidente
non hai più voluto guidare!”, gli spiega Javi.
“Da
allora hai sempre usato
l’autista perciò la Ferrari era sprecata, chiusa
in garage...”, aggiunge Kevin
“Sei pallido ti senti bene?”.
“La
mia piccola...”, bisbiglia
affranto.
“Tranquillo
è tutto in regola,
passaggio di proprietà e scartoffie varie”,
sorride Espo, facendo l’occhiolino
a Beckett, mentre Castle fissa la sua coperta sconsolato.
“Non
è possibile”, scuote la
testa incredulo “Non lo farei mai”.
Ridi insieme ai
tuoi amici e
Gina.
Così
intelligente e perspicace
eppure così credulone.
“Castle,
non lo vedi che ti
stanno prendendo in giro?!”, vorresti usare un tono
consolatorio ma non riesci
a trattenerti dal ridere.
“N-non
vi ho dato la Ferrari?”,
domanda quasi rinato.
I due bros stanno ancora
ridendo “Scusaci Castle, sono giorni che
cerchiamo di capire come sfruttare la tua amnesia a nostro
vantaggio”, gli dice
Esposito.
“Siete
dei veri amici,
ragazzi”, risponde con una smorfia.
“Andiamo
Castle, al nostro
posto tu avresti fatto lo stesso!”, lo ammonisce Ryan.
Sì,
decisamente. Infatti
dall’espressione sul suo volto capisci che li ha
già perdonati.
“Inoltre”,
prosegue Kevin
“Volevamo alleggerire un po’
l’atmosfera... è vero che ci hai voluti vedere
all’Old Haunt ma non c’entrava nulla la
Ferrari”.
Cala il silenzio
nella stanza
per permettere ai due detectives di parlare.
Espo si gratta
il mento,
cercando di trovare le parole “Sembravi parecchio stanco,
sotto pressione... ci
hai detto che sentivi il bisogno di una pausa”.
Castle aggrotta
la fronte “Una
pausa?”.
Prendersi una
pausa da cosa?
Tu e lui vi
guardate allarmati.
“No,
non dalla vostra
relazione”, si affretta a dire Ryan agitando le braccia in
avanti “Ma da tutto
il resto”.
“Non
capisco...”, Castle li
guarda come un bambino spaesato.
Tu invece non
apri bocca. Resti
in silenzio. Tesa.
“La
città cominciava a starti
stretta. Il trambusto, il caos... in questi anni ne hai viste di tutti
i colori
e ne hai passate anche di peggio. New York non faceva più
per te. Gli omicidi,
la disperazione delle famiglie delle vittime... avevi bisogno di
trovare un
posto tranquillo per ricaricarti...”, racconta Espo.
“È
questo che vi ho detto?”,
domandi perplesso.
Ryan annuisce
“Sì. Certo,
questo è un riassunto veloce, ma ti assicuro che avevi un
aria così infelice e
depressa che un periodo di relax non ci è sembrata una
cattiva idea. Solo
che...”.
Castle sembra
guardare una
partita di ping-pong. Sposta continuamente lo sguardo da Ryan ad
Esposito.
“Cosa?
Sole che... cosa?”,
domanda esasperato dal loro silenzio.
“Non
era una vacanza quella che
ti volevi prendere. O un anno sabbatico. Hai detto che, tempo qualche
mese per
organizzarti e ti saresti trasferito completamente da
un’altra parte”, conclude
Ryan.
Fortunatamente
stanno guardando
tutti Castle o si accorgerebbero che stai trattenendo il respiro.
“Io...
io... no. Io non lo
farei mai! Sono nato e cresciuto a New York, non andrei mai a vivere in
un'altra città!”, obietta alzando la voce.
“Sì?
E Washington? Non eri
forse pronto a trasferirti?”, ti ricorda Espo cercando di
calmarti.
“Si...ma...”.
Lo vedi
completamente
disorientato.
È vero. L’avrebbe fatto.
Stava per farlo
in effetti, per
stare con te, poco prima di essere licenziata dall’FBI.
Ed è
anche vero che tutti hanno
un limite di sopportazione e in questi anni Castle ha vissuto sulla
propria
pelle cose che la maggior parte delle persone vedono solo nei film.
Chi lo
biasimerebbe per aver
deciso di cambiare aria.
Tu no di certo.
Anche se ti stai
chiedendo se
tu eri contemplata nella fuga
oppure
no.
Dal racconto di
Javi e Kevin
non si direbbe.
“È
vero. Avevo intenzione di
vivere a Washington con Kate ma quello che mi dite ora mi sembra
così...sbagliato... non posso credere di aver gettato la
spugna così...”.
“Nemmeno
a noi sembrava
possibile, ma non c’è stato verso di convincerti a
restare, anche senza venire
più al distretto”, spiega Ryan.
“E New
York e il distretto non
sono le uniche cose che volevi lasciarti alle spalle...”,
Esposito prende la
parola “Hai indetto una conferenza stampa
all’insaputa di tutti e...”.
I due si voltano
piano verso
Gina.
“Rick,
hai annunciato in
diretta televisiva che lasciavi la scrittura per sempre”.
Ivi’s
corner:
Zan zan!
Gli alieni gli
hanno davvero
fatto il lavaggio del cervello, allora!!!
Come le lumache
succhia
cervello di Futurama ahahahaha ;p
Ci si rivede
domenica sera o
lunedì, guys!
Buon
venerdì e buon fine
settimana :-*
Ivi87