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Autore: xharrjlove    05/09/2014    1 recensioni
DAL TESTO
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“Sono veramente sorpreso, alcuni di voi hanno uno stile veramente particolare e devo dire che sono onorato di aver potuto leggere questi testi.” Presi quello, che secondo me, voleva dire l’inizio di una carriera da scrittore. Lessi il nome e lo stupore aumentò.
“Questo, in particolare, sentite cosa dice ‘Mi afferrò il polso e iniziò a squarciare la mia pelle, con una rabbia sovrumana. Ma la paura in me non si presentava, ero immobile ad osservare come quell’ombra senza viso mi squarciava la pelle. Quando finì di procurarmi tagli scomparve nel buio. Rimasi immobile ad osservare il suo lavoro, originale direi. Il sangue che fuori usciva dalle mie ferite era di un rosso acceso. Tirai un respiro di sollievo e coprì i tagli con la manica della mia felpa, come se nulla fosse successo e come se io non avessi, fin dall’inizio, saputo che quell’ombra senza volto ero io.’ Che ne pensate?”
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Le passeggiate nei giardini dell’università mi calmavano sempre, riflettevo sulla mia vita, osservavo i ragazzi studiare sdraiati sull’erba, i ragazzi che invece di studiare, magari, preferivano stare in compagnia e parlare.
Era sempre calmo in quell’università. Ed io, io ne avevo girate tante, essendo un professore non potevo non girarne.
In ogni università che avevo girato, c’era sempre quel gruppetto di ragazze  a cui lo studio importa più di niente. Ed, aimè, pure qui c’era.
In questo gruppetto però, una ragazza, dai capelli castani sfumati al biondo, dagli occhi verdi sfumati in vari colori e dalla corporatura che arrivava quasi alla perfezione, quella ragazza era diversa.
Studiava, ma non troppo. Avendola nel mio corso di letteratura potevo benissimo scrutarla e capire che tipo era.

Leggendo i suoi testi capivo le sue emozioni, che durante l’anno cambiarono radicalmente.

E poterne parlare con voi, ora mi libera. A quei tempi ero troppo giovane per capire cosa facevo, avevo solamente 24 anni, ma tutt’ora lo rifarei, tornando a quei tempi, con questa mentalità lo rifarei.
 
Ora vi racconterò tutto, ogni minimo dettaglio, voi siete i miei cari e giovani figli e tenervi nascosto tutto questo sarebbe terribile. Soprattutto in questo momento.

Non vi nasconderò nulla, essendo abbastanza grandi potete capire e sentire tutto quello che vi dirò.

Dopo questo mio spazio, posso pure iniziare.

INIZIO RACCONTO
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Presi i libri che mi servivano per quella lezione e li posai dentro la mia valigetta, dopo averci messo dentro anche il mio astuccio la chiusi.
Bevvi il mio caffè, che non poteva mancare mai e dopo averlo gustato afferrai le chiavi della macchina e uscì di casa.
Abitavo poco lontano dalla università, per questo non dovevo uscire troppo presto per non far tardi.

Arrivato in classe, chiudo la porta, posai la mia valigetta sulla cattedra.

“Salve ragazzi.” Pronuncio a voce alta, per farmi sentire sopra gli schiamazzi di chi non mi ha visto entrare.

“Salve professore” dicono gli alunni in coro.

“Allora ragazzi, come vi avevo promesso ho letto i vostri testi.”
Estrassi i fogli dalla mia valigetta e li poggiai tutti sulla scrivania.

“Sono veramente sorpreso, alcuni di voi hanno uno stile veramente particolare e devo dire che sono onorato di aver potuto leggere i vostri testi.”  Presi quello, che secondo me, voleva dire l’inizio di una carriera da scrittore. Lessi il nome e lo stupore aumentò.
“Questo, in particolare, sentite cosa dice ‘Mi afferrò il polso e iniziò a squarciare la mia pelle, con una rabbia sovrumana. Ma la paura in me non si presentava, ero immobile ad osservare come quell’ombra senza viso mi squarciava la pelle. Quando finì di procurarmi tagli scomparve nel buio. Rimasi immobile ad osservare il suo lavoro, originale direi. Il sangue che fuori usciva dalle mie ferite era di un rosso acceso. Tirai un respiro di sollievo e coprì i tagli con la manica della mia felpa, come se nulla fosse successo e come se io non avessi, fin dall’inizio, saputo che quell’ombra senza volto ero io.’ Che ne pensate?”

Nel lasso di tempo in cui io lessi quelle parole, i ragazzi rimasero a bocca aperta.

Uno degli alunni alzò la mano, era un ragazzo moro.
“Prego, parli pure.” Dissi.

“Lei crede veramente che quel testo sia bello?” dissi con un’espressione incredula.

“Sì.” Risposi con fermezza al ragazzo.

“Secondo me, è stato veramente qualcosa di orribile ascoltare.” Rispose  con una faccia alquanto divertita.

“Lei, signor?” Continuai io, guardandolo e portando le mie mani appoggiate alla cattedra e sedendomi al bordo.

“Lucas.” Rispose.

“Lei, signor Lucas forse non ha ascoltato bene. Nelle parole che io vi ho letto, c’era la consapevolezza di aver fatto uno sbaglio ma ritenerlo giusto, solo per il fatto che ci si sente meglio dopo aver fatto ciò di cui parla.” Faccio una pausa, strofinando il dorso della mano sul mio mento. “Lei, signor Lucas, ha capito di cosa parla il testo?" lo guardo.

“In verità, no.” Disse abbassando lo sguardo.

“Allora glielo spiego, in questo testo si parla dell’autolesionismo. Una forma di sfogo, ma non su oggetti ma su se stessi.”
Dico tenendo lo sguardo sul ragazzo, attento ad ascoltarmi.

In quel momento la campanella della fine dell’ora suonò.

Tutti gli alunni si alzano e si dirigono verso l’uscita.

“Mi scusi signorina Abigail, potrebbe venire un attimo qui?”
Fermai la ragazza dai capelli sfumati al biondo.

Che con rudezza si avvicinò alla cattedra.

“Mi dica professor Malik.” Mi guardò negli occhi.

“Il testo che lei ha scritto, è veramente molto bello.” Prendo il testo e lo guardo “Ma mentre lo leggevo mi è sorta una domanda, lei queste cose le ha inventate o è stato come raccontare un fatto avvenuto realmente?”

Alzo lo sguardo, incontrando i suoi occhi verdi.

“Beh professore, non credo siano affari suoi questi.” Mi dice con poca curanza.

“Signorina Holland, potrebbe rispondere alla mia domanda?”

“Professore Malik, preferisco andarmene invece che rispondergli.” Dice con disprezzo.

Mi avvicino e mi piazzo di fronte a lei.

“Signorina Abigail, voglio che venga ogni pomeriggio, qui in questa aula. Ad approfondire le sue doti.” La informo.

Lei mi guarda stupita, socchiudendo la bocca e spalancando gli occhi.

“E perché mai?” Dice alzando la voce di qualche tono.

Io mi giro e mi metto a sedere nella sedia dietro la cattedra.

“Vorrei lavorare con lei, credo abbia dei buoni propositi per diventare una scrittrice.”

Lei sbatte più volte le palpebre, come per capacitarsi che quello che le sto dicendo è vero. Si muove con uno scatto veloce e sbatte le mani sulla cattedra.

Mi guarda negli occhi e sorride.
“Sul serio? Se è vero, mi dica a che ora ed io ci sarò sempre.”

Sorrido all’immagine di una ragazza di 19 anni emozionata all’idea di fare la scrittrice.

“Venga alle 6.” La guardo.

Lei continua a sorridere.
"Da che giorno?" 

“Da oggi naturalmente.” Le sorrido.

Fa un mezzo urletto e camminando veloce verso la porta mi urla un “Arrivederci professore!”

Rimasi felice del fatto di aver reso felice una mia allunna. 




HOLA!

Eccomi con il primo capitolo, come avete capito il protagonista è Zayn. 
Spero vi sia piaciuto, recesite perché mi fareste di sicuro felice. 

E Al prossimo capitolo,

Ciao belli! 

 

 - Francesca

 
   
 
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