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Autore: Sognatrice_2000    05/09/2014    1 recensioni
Shiho Miyano è una giovane dottoressa dalla grande intelligenza,ma nella sua vita manca qualcosa di importante: l'amore. Un giorno,quando torna a casa dal lavoro,trova il corpo di sua sorella in una pozza di sangue. Sconvolta chiama la polizia,e insieme agli agenti si presenta anche Shinichi Kudo,un detective dall'intuito geniale. Da allora la vita di Shiho cambierà per sempre,e la luce della felicità affiorerà nel suo cuore. Ma proprio quando finalmente sembra che tutto vada per il meglio,una terribile tragedia le strapperà per sempre i suoi cari. Come farà,da sola,ad affrontare la buia solitudine di quei giorni? Riuscirà a far tornare di nuovo la luce nel suo cuore?
Fic partecipante al contest "6 Fandom in Pacchetti” indetto da karter95 sul forum di EFP.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                    ***Capitolo 5:***
                                              La vita può essere luminosa

 
 
A differenza di quanto mi aveva detto Shinichi,no,non era troppo tardi. Non sarebbe mai stato troppo tardi per essere felici.
Il nostro non era l’amore della maggior parte delle coppie,pieno di sdolcinatezze e di coccole: non credo di avergli mai detto apertamente “Ti amo”,ma sono sicura che lui lo sapesse benissimo. Eravamo simili,entrambi talmente orgogliosi da non voler mai ammettere di aver sbagliato,e proprio per questa caratteristica litigavamo spesso. Quasi sempre i motivi delle nostre discussioni erano sciocchezze,cose senza importanza,ma che ci rendevano comunque infuriati e ci spingevano a tenerci il broncio per ore senza parlare.
Shinichi era l’unico che riusciva in qualche modo a interpretare i miei silenzi,e di conseguenza riusciva a capire anche ciò che provavo. Se ero triste e mi sentivo sola, mi bastava un suo abbraccio e la calda sensazione di essere stretta a lui per essere di nuovo felice,anche se non l’avrei mai ammesso.
Non gli mostravo apertamente le mie emozioni,ma con lui non servivano parole,riuscivamo a capirci con una sola occhiata,e a riappacificarci con un solo bacio. Abbiamo imparato a sopportare i nostri difetti e a convivere con essi: io ero seccata quando lui mi parlava dei casi che aveva risolto o quando portava a casa le scartoffie di lavoro,scegliendo di passare una serata con i suoi misteri piuttosto che con me; a lui non piaceva il mio carattere solitario,che mi portava ad isolarmi spesso in un mondo al quale nemmeno lui aveva l’accesso,ed era esasperato davanti ai miei rifiuti a trascorrere serate mondane in compagnia dei suoi amici o in qualche locale a bere.
Ma nonostante questo siamo riusciti ad accettare queste piccole imperfezioni del nostro carattere,proprio perché,anche se nessuno di noi due voleva mostrarlo all’altro,non potevamo fare a meno di stare insieme. Il nostro legame si è rafforzato sempre di più con il tempo,e per me la compagnia di Shinichi era come una rinascita: insieme a lui il mondo mi sembrava più bello,riuscivo a gustarmi fino in fondo ogni piccola cosa che la vita mi regalava.
Insieme a lui non avevo paura di mostrarmi per quello che ero,alcune volte mi scoprivo fragile,semplicemente desiderosa di un suo abbraccio forte o di una sua lieve carezza.
E anche se non eravamo due tipi particolarmente romantici,sapevamo apprezzare la gioia e l’armonia dei magici momenti trascorsi insieme: osservare il sole rosso fuoco che si tuffava  tra le onde azzurre e il cielo tinto di porpora al tramonto,seduti vicini sulla spiaggia,annusare il profumo dei fiori e osservare il volo delle farfalle nei boschi dove passeggiavamo il fine settimana…
Serviva un miracolo per essere felici? No,a me bastava semplicemente lui,che riusciva a rendere perfetto anche un momento banale,che sapeva rendere meraviglioso anche un piccolo gesto quotidiano,che con la sua ingenuità mi faceva sorridere e vedere il mondo attraverso gli occhi di un bambino allegro e pasticcione.
Con lui ridevo e scherzavo come non avevo mai fatto in vita mia,lui mi aveva cambiata,era l’unico che riuscisse a farmi uscire fuori di casa quando sprofondavo nella malinconia e volevo isolarmi da tutto e da tutti.
Non potevo fare a meno della sua presenza,desideravo svegliarmi e sentire il suo odore sulle lenzuola,scendere in cucina e sentirlo lamentarsi di come preparavo il caffè,tornare a casa la sera e trovarlo ad aspettarmi con quell’espressione falsamente infastidita che tanto mi piaceva. Evidentemente anche per lui doveva essere così,perché poco dopo mi propose di suggellare il nostro amore con il matrimonio.
L’avevo abbracciato felice cercando di nascondere le lacrime di gioia che mi bagnavano il viso e provando a mostrarmi indifferente,ma non credo di esserci riuscita molto bene. Shinichi aveva capito che quello era il mio modo di rispondergli sì,e poco tempo dopo,in una piccola chiesa appena fuori città,si svolse una cerimonia semplice ma per me indimenticabile,che ci rese finalmente marito e moglie.
Non so descrivere l’emozione di quel giorno,mi ero sentita a disagio tutto il tempo stretta in quel leggero e aderente abito bianco,ma nei miei occhi splendeva una luce nuova,ero quasi euforica,e lo dovevo a Shinichi. Ricordo solo il suo sguardo raggiante e il nostro bacio,tutto il resto è un’immagine sfocata e indistinta,di scarso rilievo.
Da quel giorno la mia vita si trasformò completamente: i miei giorni bui e solitari erano finiti,adesso era arrivata una persona speciale che li riempiva con la calda luce dell’amore.
Comprammo una casa con un piccolo giardino sul retro e in poco tempo ci trasferimmo lì. In quelle stanze avremmo costruito i nostri ricordi,quelli della nuova vita che ci attendeva.
Shinichi aveva protestato,sostenendo che non ci serviva una casa così grande,ma io avevo sorriso,appoggiandogli la mano sul mio ventre.
“Saremo in tre ad abitarla: tu,io,e Akemi,il frutto del nostro amore”
Mi aveva guardata incredulo,poi aveva riso in modo quasi infantile,prendendomi in braccio e facendomi volteggiare.
Ricordo che un paio di mesi dopo,distesi sull’erba umida del giardino,lui che mi cingeva con un braccio e con l’altra mano mi accarezzava dolcemente il pancione in cui stava crescendo una nuova vita,avevamo ammirato le stelle che brillavano nel cielo facendo progetti futuri e immaginando la vita con la nostra bambina.
Avevo riso lievemente,ricordandogli che sarebbe stato lui a doverle cambiare i pannolini,e proprio in quel momento avevo notato la scia luminosa di una stella cadente.
“Esprimi un desiderio”Mi aveva detto Shinichi.
A cosa mi serviva un desiderio? La mia vita era perfetta,non avevo niente da chiedere. Poi all’improvviso mi era venuta in mente una cosa,e chiudendo gli occhi avevo silenziosamente espresso una domanda al cielo.
“Che cosa hai chiesto?”
Avevo riaperto gli occhi,fissandolo con un sorriso. “Di far rimanere tutto così per sempre. Ma so che per sempre non esiste.”Shinichi mi aveva abbracciata senza dire altro,cullandomi dolcemente,e io mi ero accoccolata al suo petto,assaporando quel tenero momento.
Le parole che avevo detto erano un oscuro presagio che anticipava quello che sarebbe successo qualche anno dopo,ma io non potevo saperlo.
Adesso me ne rendo davvero conto: per sempre non esiste,e la mia felicità era destinata a frantumarsi come un bicchiere di vetro,a contatto con la dura realtà.
Non sarebbe durata a lungo,ma forse,in fondo al mio cuore,avevo capito anch’io che ad un certo punto era necessario svegliarsi da un bel sogno,perché un bel sogno non può durare in eterno. E io ero destinata a svegliarmi fin dall’inizio.
 
 
                                  
  
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