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Autore: OcchidiNiall    05/09/2014    15 recensioni
[ “Dovresti finirla di guardarlo, secondo me l'ha capito che vuoi fartelo.” ripetè ancora una volta Melany, la sua migliore amica ai tempi del liceo.
Charlie, non voleva sentire ragioni, era convinta di ciò che faceva, se sarebbe riuscita a conoscere il ragazzo con i capelli verdi, allora, avrebbe conosciuto anche Calum, il ragazzo che le piaceva realmente.
“Sta zitta Melany, so ciò che faccio.”
La ragazza in tutta risposta, sbuffò. Conosceva bene la sua migliore amica e sapeva per certo, che non si sarebbe arresa per nessuna cosa al mondo.
“Ciao.” la salutò Michael, il ragazzo che tanto fissava.
“Ciao.” ricambiò distrattamente lei.
“Ehm, perchè quando siamo in pausa, mi fissi?”
“Non posso? Sai, anche io ho gli occhi.” rispose ironicamente, mettendolo a tacere.
“Comunque, io sono Michael.”
“Ed io Charlie.”
Sorrise squadrandola da capo a piedi “ti piace il mio amico Calum, vero?”
La ragazza si pietrificò d'innanzi a quella specie di essere umano che l'aveva spiazzata con una sola domanda.
Le sembrò impossibile, impossibile di essere riuscita a capirla in meno di venti secondi; doveva ammetterlo, quel ragazzo aveva un nonsocchè di misterioso.
“Spero tu stia scherzando.” rispose Charlie, ancora scossa per quella “stupida” domanda.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Calum Hood, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter seventeen


Michael adesso, sembrava essersi ripreso, ormai erano passati due mesi da quel giorno. Ora era disteso sul suo letto, con le mani incrociate dietro il capo e lo stereo acceso. Era buffo ma lui, in un certo senso, si vedeva ancora come un adolescente, un adolescente che non era in grado di risolvere qualche stupida situazione per mancanza dei “cosidetti”.
Sbuffò pesantemente, lui in realtà sapeva che aveva sbagliato a seguirla, lo sapeva, ne era al corrente. Alla fine però, cosa poteva farci? D'altrocanto lui aveva un buon motivo per seguirla, e quel motivo che l'aveva spinto a fare il faditico passo, si era rivelato giusto. Giusto perchè lui l'aveva vista, era con un uomo alto, sorridente, era felice. E lui in quel momento non si era sentito abbastanza, perchè in un certo senso, non avrebbe mai pensato che Charlie, quella ragazza cosi ingenua e dolce, potesse mai tradirlo. Gliel'aveva promesso, lui ricordava ancora quella frase “ho lottato molto per averti, non potrei mai tradirti. Io ti amo”, non dimenticava nulla quando si trattava di quella ragazza. Che fine aveva fatto poi, la sua dannata coerenza?!? Scosse il capo, e incrociò le braccia al petto, rivivendo quel fottuto momento in cui si era sentito meno di zero.
Avvinghiati, l'uno al corpo dell'altro: stavano entrando insieme in un palazzo, un palazzo alto, che quasi sembrava un condominio. Forse alla fine, lei aveva bisogno d'altro, lui non era abbastanza per lei.
“Calum!” gridò, spegnendo lo stereo che in questo momento stava riproducendo la loro stupida canzone.
“Cal” disse ancora – con voce spezzata –, capendo solo in quel momento che era stato un egoista. Erano due mesi che Michael pensava solo a sé stesso, non aveva neanche chiesto a Calum come si era sentito dopo ciò che era successo con la sua ragazza. Solo e soltanto in quel momento capì che lui era sbagliato e che, ciò che la madre gli ripeteva – quando era ancora in vita –, era la verità.


 
Michael e Ashton erano impegnati con i compiti di chimica, questa volta con loro non c'era Charlie, questa volta erano soli.
“Bene, cosa diavolo è questa roba?!” domandò il riccio verso il ragazzo dai capelli biondi, che intanto era concentrato sul libro, intento a imparare una stupida definizione.
“Non lo so, Ash!” continuò “so solo che non né usciremo vivi!”
Il riccio ridacchiò, capendo subito lo stato d'animo del suo migliore amico, reagiva cosi perchè ancora una volta, aveva litigato con Charlie.
“Tu sei un idiota patentato, fattelo dire” disse, attirando l'attenzione del biondo seduto al suo fianco.
“Come scusa?!?” si scaldò, girando lo sguardo.
“Si, insomma, hai litigato con Charlie solo perchè voleva uscire con quel tizio..com'è che si chiama? Caleb? Dio, sei paranoico. Non sono fatti tuoi con chi deve o non deve uscire” spiegò all'amico, gesticolando anche.
Il biondo sembrò pensarci un attimo, era vero, lui non voleva che per colpa di Calum, lei dovesse uscire con quell'idiota che per di più, aveva anche la fama di puttaniere della scuola. Che miglior amico sarebbe stato se gliel'avesse permesso?!
“Non me ne frega niente, io..lei..non deve uscirci, ecco. Quel coglione la porterà a letto ed io non voglio!”
Ashton ridacchiò, facendo intravedere quelle fossette che tutte le ragazze amavano, compreso lui stesso “oh Mike! Tu sei cotto di quella ragazza, perchè non lo ammetti?”
Fu proprio in quel momento che, per quanto Michael volesse replicare entrò la madre, schiaffeggiandolo d'innanzi al suo migliore amico.
“Che diavolo fai?!” sbraitò, verso quella donna.
Si esatto, “donna”, Michael non la reputava affatto sua madre, lei non c'era mai in casa, con il passare del tempo aveva imparato a sbrigare le faccende da solo, senza il suo aiuto. Robert, suo padre, era presente, ma purtroppo non sempre, alla fine doveva lavorare per mantenere in piedi quella specie di famiglia.
“Hai preso un'altra F, sei un buon annulla, non sei buono a niente, solo a cacciarti nei guai! Sono stufa! E tu” gridò, rivolgendosi ad Ashton “sei sempre qui, ma tu una casa non ce l'hai?!?”
Il riccio chinò il capo, in evidente imbarazzo. Alyssa, la madre del suo migliore amico, era ancora ubriaca e la cosa che lo faceva sentire inutile era che lui per Michael non poteva fare granchè se non proteggerlo – quando poteva – e supportarlo in ogni situazione.
“Mamma, ti prego..” continuò, questa volta però, più calmo “torna in cucina..”
Alyssa incassò il colpo e prese a frignare, “sono stufa di questa vita! Voglio andarmene!” gridò, uscendo di casa e sbattendo pesantemente la porta del soggiorno.



Erano passate tre settimane da quello “stupido” litigio e la mamma di Michael non era ancora rincasata. Robert si preoccupò, smosse mari e monti per ritrovarla ma..nulla, non ci fu traccia.
Il giorno dopo fu ritrovata morta, motivo? Eccesso di alcool.



Adesso Charlie era di nuovo dalla ginecologa di Melany, era seduta lì con Jack e Kirsten, quei tre stavano facendo davvero molto per lei, doveva riconoscerlo.
“Smetterò di bere, giuro” pronunciò d'un tratto il moro, massaggiandosi la testa.
“Non ci riusciresti, ne sono convinta” replicò la mora, ridacchiando e aspettando Roberta – o Bob – fare il suo ingresso in sala.
Charlie non stava neanche ascoltando la discussione tra Jack e Melany, era troppo concentrata su sé stessa, cercava in tutti i modi di non fissare le pareti tapezzate da figure di neonati.
“Charlie, benvenuta! Ti aspettavo, coraggio entrate” disse, sorridendo vistosamente.
Appena notò Jack alzarsi ghignò, “ehm no, meglio che tu resti fuori” disse, ammiccando.
Kirsten scoppiò in una fragorosa risata notando il diretto interessato cambiare espressione “oh, ok”
Entrarono e subito Charlie si spogliò, indossando una di quelle vestaglie aperte sul davanti.



“Quindi..sta dicendo che..il mio bambino è vivo, sano, salvo?!” domandò, meravigliandosi di tutto ciò.
Roberta sorrise, “certo! Perchè non dovrebbe esserlo?”
Charlie sorrise, vorrebbe urlare in questo momento, il suo cuore sta impazzendo.
“Quel medico è un incompetente, lo sapevo io che non potevi averlo perso!” esclamò la mora al suo fianco, facendo ridacchiare sia Kirsten che Roberta.
“Beh vedi, può essere difficile ai primi stadi, identificare il battito cardiaco fetale. Ma ora comunque non preoccuparti, il battito è regolare, le analisi del sangue sono positive ed è tutto normale”
'normale', quella parola le sembrò il paradiso. Era cosi felice ora, tutto questo non poteva far altro che far crescere il desiderio di dividere tutto ciò con Michael.
“la scadenza è prevista a novembre, congratulazioni” disse, abbracciando la sua paziente.
“Te l'avevo detto! Sono cosi felice” esordì subito Kirsten, abbracciandola e baciandole il capo “oh, mi farò chiamare “zia”, suona bene, no? Zia Kirsten”
Charlie emise una sonora risata, sincera, quella risata che l'aveva abbandonata mesi prima di tutto questo casino. Era cosi che alla fine doveva andare, ora non aveva nessuna paura, nessun dubbio, niente di niente. Era solo felice.


Ed ora era quasi tutto perfetto, quasi perchè mancava qualcuno al suo puzzle. L'altra persona che dovrebbe essere felice quanto Charlie in questo momento dovrebbe essere lì, con lei. Dovrebbe baciarla e farla volteggiare, e poi dirle che il bambino uscirà intelligente e bello come lui. E invece però, Michael non era lì. Charlie desiderava davvero urlare al mondo che non le mancava, che lei stava bene senza di lui, che non le interessava più niente, ma purtroppo però, non era cosi.
Alla fine però, era felice, con lei c'erano tre persone magnifiche che la stavano aiutando molto, e ne era grata.
Era necessario cadere, farsi del male, prima di rendersi conto che alla fin fine si aveva la capacità di rialzarsi e ricominciare. Starò bene, pensò.
Starò alla grande, ripensò ancora. Staremo, e sorrise.



Adesso Charlie si trovava in un parco, era seduta su di un'altalena a fissare il cielo sorridente. Stava pensando a quanto fosse difficile fare la madre, perchè insomma, non era una cosa da niente. D'un tratto pensò a quando lesse quell'articolo su “Teen mom”, nel quale affermava che i bambini riuscivano a percepire cosa succedeva all'infuori dell'utero e che nascevano conoscendo già la voce della mamma. Beh, questa idea le piaceva. Abbassò lo sguardo al suo ventre e incominciò a parlargli “ehi piccolo, mi dispiace per tutto ciò che è successo ultimamente..di solito la mia vita non è cosi drammatica. Anche se Michael-” si bloccò, cercando di trattenere le lacrime.
Michael. Questa sarà tosta. Tanto vale cominciare a fare pratica, pensò.
Posò la mano sulla sua pancia e incominciò ad accarezzarla “Sai..tuo padre..tuo padre è come..una stella cometa. E' cosi luminoso che..è impossibile riuscir a distogliere lo sguardo. O almeno io, non ci sono riuscita..” disse, mordendosi il labbro.
“Ci amavamo molto..non importa ciò che è successo o che succederà..devi sapere solo che mi amava. Spero che un giorno lo conoscerai perchè..è una brava persona” continuò sorridendo “quando non è troppo occupato a fare il cretino”
Quando finì il discorso, calò il silenzio e il rumore di uno sportello della macchina rimbombò nell'aria. La sua testa scattò nella direzione in cui proveniva il fastidio e, appena vide chi scese, rimase sorpresa.
Era Michael.

Aveva un aspetto terribile, quasi da togliere il fiato. Aveva gli occhi iniettati di sangue, il volto ancora più pallido del previsto, e per di più aveva il volto ricoperto da barba sfatta. Nonostante ciò però, secondo Charlie, rimaneva ancora più bello del previsto. Era impossibile distogliere lo sguardo, anche lui ora la stava fissando, era come se la stesse bruciando con gli occhi, consumando.
Camminò verso la ragazza, fermandosi però, a qualche passo di distanza.
“Come sapevi che ero qui?” domandò, fissandolo negli occhi.
“Jack mi ha detto dov'eri” continuò “anzi, l'ho praticamente obbligato”
E la sua faccia, la sua bellissima faccia, si trasformò in ghigno soddisfatto, sicuramente dovuto al fatto che l'avesse minacciato.
Sospirò e, “cosa vuoi, Michael?”
Fece una breve risatina, anche se in quel momento, non c'era alcun divertimento. “Questa è una bella domanda” continuò “non pensavo saresti stata da Melany e..Jack”
Charlie lo fissò, sollevando un sopracciglio con fare interrogativo “cosa pensavi che avrei fatto, mh? Dopo il tuo spettacolino era illogico tornarmene in quella..casa!”
“Pensavo che mi avresti ricoperto di insulti, o che magari mi avresti schiaffeggiato. Pensavo che avresti scelto solo me..e che non mi avresti lasciato nelle mani di..quella lì”
“Oh, ora la chiami “quella lì”? Beh, in ogni caso ti sbagliavi” rispose, sospirando e incrociando le braccia sotto al seno.
Annuì, serio. “Cosi sembra” disse, avvicinandosi di poco e guardandola negli occhi, “eri..eri felice con me, Charlie? Perchè io..io lo ero”
E a quelle sue parole Charlie non riuscì a trattenere quel sorriso, lo stesso sorriso che fece quando vide Michael uscire da quella benedetta portiera.
“Si, Mike. Ero felice”
“E allora perchè, Charlie? Me lo devi”
Sospirò ancora, incominciando a parlare. Le sue parole però, furono lente, la tristezza riemergeva in ogni singola parola “Non l'ho pianificato, Michael. Io..non volevo che succedesse. E' successo e basta. E le persone cambiano, e in questo momento tu ed io vogliamo cose diverse, Mike”
“E' per lui, vero? Mi stai davvero dicendo che significa cosi tanto per te?”
Charlie lo fissò ancora, non le stava piacendo il modo in cui si stava riferendo al suo piccolo. Era un tono di voce di ribrezzo, beffardo.
“Significa tutto per me” rispose, puntandogli subito un dito contro “e non ti permetterò di farmi sentire in colpa per questo, stanne certo”
Michael al contrario, sussultò, come se Charlie lo avesse colpito. Ma poi, in un attimo si riprese, incrociando le braccia al petto “non mi interessa niente”
“Ma cosa cazzo hai che non va?!? Come puoi dire una cosa simile!” sbraitò, facendo riscendere le braccia lungo i fianchi. Si sentiva ancora più arrabbiata e nervosa del previsto.
“Dici sul serio? Cos'hai tu che non va! Ti ho sempre dato tutto, il mio amore, tutto! Ti ho amata da non so quanti cazzi di anni, sei sempre stata la donna che volevo al mio fianco e, ho perfino sopportato quel coglione con cui te la facevi!” esclamò, arrabbiato come non mai.
“Tu hai significato tutto per me” ribadì la ragazza, sospirando e assumendo un tono di voce più tranquillo.
“E allora dimostramelo!” continuò “solo..Charlie, ti prego, non dirmi che è finita perchè non potrei sopportarlo”
Incrociò di nuovo le braccia al petto, e un sorrisetto sarcastico si fece spazio nel suo viso “Oh ma davvero? Non sembravi avere problemi a sopportarlo mentre infilavi la lingua in gola a quella spogliarellista”
“Mi avevi ferito, Charlie. E cosi ho pensato di ricambiare con la tua stessa moneta”
“Puoi complimentarti con te stesso, Michael. Volevi ferirmi? Beh, ci sei riuscito. Ora sei più contento?” domandò, scuotendo il capo.
Michael mimò un attacco di felicità, per poi rispondere “oh certo. Non lo vedi? Sono al settimo cielo”
Charlie sbuffò, “puoi smettere di comportarti come un bambino per cinque minuti?”
“E tu puoi smettere di comportarti come una stronza senza cuore?”
“Ti prego Michael, smettila! Non voglio più litigare, sono stufa cazzo! Basta, ti prego va via” rispose con voce tremolante, era stanca, stanca di tutto questo casino, perchè alla fin fine, sapeva che entrambi erano testardi e tutta questa discussione non avrebbe fatto altro che alimentare nervosismo.
“Charlie..voglio averti nella mia vita, odiami, ma..ti prego, non lasciarmi”
E per una volta, sembrò cosi abbattuto, cosi disperato. Charlie doveva impedirsi di consolarlo perchè si, l'avrebbe fatto ma ormai, dentro di lei c'era un bambino, non si trattava solo di loro due.
“Devi volerci entrambi” continuò, “me e il bambino”
Appena Charlie vide il volto di Michael notò il cambiamento, era diventato ancora più pallido del previsto. Un cadavere.
“C-che bambino?” continuò, squadrandola da capo a piedi “di che cosa stai parland...sei incinta?”



 

SPAZIO AUTRICE

Ebbene sì, pezzo di idiota, Charlie è incinta!
Allora, come al solito ringrazio tutte le anime pie che hanno recensito lo scorso capitolo. Poi, per quanto riguarda il capitolo – si questo – anche qui c'erano due gruppi:
Persone che pensavano che Michael era un bastardello e che, aveva fatto soffrire Charlie perchè non voleva il bambino.
E, - persone che ovviamente, avevano già capito cosa stavo architettando.
AHAHAHA, la mia mente è subdola, mlmlml.
HAHAHH, scusatemi ma dovevo farlo altrimenti la storia non avrebbe avuto senso. Non lanciatemi pomodori, suuu :cc
Ok, io ora devo scappare, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ovviamente vi invito a cliccare sulla mia (nostra) pagina di Facebook, Eyesdreamingefp e, a seguirmi su twitter: @tostapayne__


Chiara.
  
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