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Autore: Sognatrice_2000    05/09/2014    1 recensioni
Shiho Miyano è una giovane dottoressa dalla grande intelligenza,ma nella sua vita manca qualcosa di importante: l'amore. Un giorno,quando torna a casa dal lavoro,trova il corpo di sua sorella in una pozza di sangue. Sconvolta chiama la polizia,e insieme agli agenti si presenta anche Shinichi Kudo,un detective dall'intuito geniale. Da allora la vita di Shiho cambierà per sempre,e la luce della felicità affiorerà nel suo cuore. Ma proprio quando finalmente sembra che tutto vada per il meglio,una terribile tragedia le strapperà per sempre i suoi cari. Come farà,da sola,ad affrontare la buia solitudine di quei giorni? Riuscirà a far tornare di nuovo la luce nel suo cuore?
Fic partecipante al contest "6 Fandom in Pacchetti” indetto da karter95 sul forum di EFP.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                              ***Capitolo 7:***
                                                        Quando i ricordi fanno male…
 

 
Sfoglio riluttante l’album di foto che mi sono finalmente decisa a tirare fuori dallo scaffale più alto della libreria in soggiorno. Accarezzo la copertina rosa e ruvida,prendendo un bel respiro: sto per tuffarmi un’altra volta nel passato,un passato che non tornerà indietro mai più,pieno di dolci ricordi che ogni volta risvegliano in me quel dolore che sembrava essersi ormai sopito.
Sorrido con gli occhi lucidi osservando la foto in cui compare per la prima volta la nostra bambina: io e Shinichi sorridiamo all’obbiettivo con una gioia che adesso mi sembra assurda,stringendo un piccolo fagottino bianco tra le braccia. Si intravedono una testolina nera come la pece e due vivaci ed espressivi occhioni azzurri,sgranati dalla meraviglia,assieme ad una bocca ridente in cui si è cacciato il piccolo dito indice della mano destra,chiusa in un pugno.
Volto pagina mentre una piccola lacrima mi solca il viso: rido rumorosamente alle immagini del primo bagnetto di Akemi,quando entrambi ci siamo insuppati d’acqua per convincerla ad entrare nella vasca,piango davanti alla foto dei suoi primi passi, dove io e Shinichi la sorreggiamo da dietro,mentre lei ride spensierata e sgambetta contenta,mi lascio travolgere da una fitta di nostalgia davanti alla faccia concentrata nello sforzo e le guance gonfie di Akemi,mentre cercava goffamente di spegnere la candelina sull’enorme torta del suo primo compleanno.
Rido di nuovo con più nostalgia della foto seguente,che raffigura la prima giornata di shopping con la mia bambina. Eravamo buffissime,cariche di sacchetti colorati come due manichini viventi.
Qualche pagina più avanti mi metto a ridere allegra,senza riuscire a fermarmi: è raffigurato Shinichi con le mani sporche di farina e dei frammenti di uova tra i capelli. Aveva cercato di preparare da solo la torta per il terzo compleanno di Akemi, ma il risultato era stato un disastro,e da allora non gli avevo più permesso di mettere piede in cucina.
La foto dopo mostra Akemi in costume da bagno che gioca con una stella marina,e accanto ci sono io che le indico la forma delle onde spumose che sembrano quasi ruggire,mentre Shinichi si intravede sotto l’ombrellone che legge assorto un poliziesco. Anche durante la nostra vacanza a Okinawa non aveva potuto fare a meno del suo adorato Sherlock Holmes.
Infine,tra le foto più recenti,ce n’è una che raffigura il nostro ultimo Natale insieme: Akemi aveva compiuto da poco cinque anni ed era adorabile,con le guance arrossate per il gelo,avvolta in un cappottino bianco di lana e con un berretto ornato di pompon che le copriva la testolina disseminata da ciuffetti di capelli mori. Eravamo andati tutti al mercatino di Kyoto,e la nostra bambina ci aveva trascinati entusiasta tra le bancarelle,saltellando piena di gioia davanti alle palline colorate.
Le aveva sempre adorate,decorare l’albero era l’attività che le piaceva di più,e a casa nostra decorare insieme l’abete era diventato un rito irrinunciabile. Dopo prendevamo una cioccolata calda e aspettavamo la mezzanotte per scartare i regali sotto l’albero. Akemi era elettrizzata all’idea di avere più pacchetti di tutti,e ogni anno credeva davvero che fosse Babbo Natale a portarglieli,così Shinichi,per farle piacere,si metteva sempre una barba finta e un buffo cappello rosso,ma purtroppo per lui era un pessimo attore,per niente credibile come Babbo Natale,soprattutto per il suo fisico magro e agile.
Il mio riso si trasforma in lacrime,e scaglio l’album lontano: quei ricordi tanto belli sono diventati un peso troppo grande da sopportare,un dolore inimmaginabile. Accoccolo la testa tra le ginocchia avvertendo le guance umide,e resto immobile in quella posizione per un po’. Non c’è nessuno che viene a consolarmi,non sento né la dolce risata di Akemi né il tocco gentile e rassicurante di Shinichi.
Quello è il passato,un passato che non può tornare,è una sfumatura che continua a persistere nel mio presente,ma non è il mio futuro. Devo imparare ad accettarlo e ad usare questi bei ricordi per andare avanti,non per continuare a farmi male. È inutile e sciocco,non mi porterebbe da nessuna parte.
Per quanto possa essere difficile,devo riuscire a custodire questi ricordi nello strato più profondo della mia memoria e nel cassetto più nascosto del mio cuore,così non se ne andranno via mai più,nessuno potrà strapparmeli di nuovo,e devo provare a costruirne di nuovi.
Solo così potrò tornare a vivere.
 
 
                                      
  
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