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Autore: M o o n    05/09/2014    5 recensioni
Octavian è visto da tutti come l'antipatico di turno, una feccia umana. Nessuno si sofferma a pensare al motivo di tale carattere, nessuno vuole essere suo amico.
La sua vita è composta da solitudine ed insulti, da delusioni e sofferenze, da maschere su maschere. Perchè, sì, Octavian vive di maschere. Octavian è una maschera.
Però, forse qualcuno riuscirà a bruciarle, queste dannate maschere. Le brucerà con sorrisi gentili e chiacchiere fantascientifiche. Le brucerà con un abbraccio, con una carezza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Octavian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una luce esiste per tutti
 
6. Di possibili duplicati idioti e orrende serate
 
«Hey, Kat, mi sostituisci un attimo al bancone?» la voce di Katie mi arrivò forte e chiara alle orecchie, però fu lo stesso come se non  l’avessi sentita. Almeno finchè non prese a schioccarmi le dita davanti alla faccia.
«Kat? Woohooo? C’è nessuno?» disse, e io alzai una mano per fermare la sua e la guardai scocciata.
«Non fare la scema, Katie. Vado a sostituirti» mormorai, ottenendo uno sguardo incredulo da Katie, che mi perseguitò fino al bancone dove, una volta sistemata, le regalai un sorriso rassicurante e lei scrollò le spalle e andò a servire altri tavoli.
Io presi a servire la gente che chiedeva da bere al bancone, più della metà ubriachi fradici. Nessuno perdeva l’occasione per provarci, facendomi salire i nervi a fior di pelle, che cercavo comunque di nascondere.
Odiavo questo lavoro.
Troppo rumore, troppe porcherie. Non faceva per me.
Fortunatamente a breve lo avrei cambiato in qualcosa di più tranquillo.
 
«Kat! Kat! Kat!» urò Matt non appena mi vide all’uscita della scuola, seguito da Tish che strillava dietro a mio fratello.
«Zitto, Matt! Voglio dirlo io!» insisteva Tish.
«Sono nato prima io, quindi lo dico io!» rispondeva fiero lui.
«Non è vero, sono nata prima io!»
«No, io!»
«No, io!»
«Ho detto io!»
I due piccoli gemelli litigavano costantemente su questo, provocandomi assurdi mal di testa e crisi di nervi, che sparivano grazie a qualche occhiatina da cucciolo ferito.
«Il prossimo che dice “io” finisce dritto nel ripostiglio con il Signore Nero»
Il signore nero è un vecchio cappotto di mio padre posto sopra ad una scopa. Già.
Per qualche motivo loro ne sono terrorizzati.
Si zittirono subito.
«Ora, cosa dovete dirmi?» fecero per partire insieme, e quindi poi litigare, ma fermai i loro intenti prima. «Me lo dice Matt, dato che è il primo che mi ha chiamata»
Matt esultò e Tish mise il broncio.
«Tu hai preferenze su Matt! Non è giusto!» piagnucolò.
La guardai ed infilai una mano in tasca, estraendo una caramella alla fragola.
«Non ho preferenze. Tieni» dissi, porgendole il dolce, e subito si zittì con un sorrisone.
Matt si schiarì la voce.
«Oggi il nostro amico Robbie ha portato in classe questi» e mi allungò un foglio. «Suo fratello, Chuck, ha bisogno di una mano in libreria e ho pensato-»
«Abbiamo!» lo corresse Tish.
«SSH! Ho pensato che ti potrebbe interessare» iniziammo a camminare, mentre guardavo attentamente il foglio.
«Grazie, ma io ho un lavoro» dissi, decidendo comunque di parlare con Chuck.
«Tu lo detesti» puntualizzò Tish.
«Si vede quando torni a casa» aggiunse Matt.
Mi fermai a guardarli tutti e due. «Voi... vi odio»
«Prego!» esclamarono all’unisono.
 
«Kat!» una voce mi riportò al presente.
Mi voltai verso Hazel, che aveva un vassoio in mano e un sorriso sul volto.
«Hm?»
«Guarda chi è venuto a trovarti» ammiccò e indicò un gruppetto di ragazzi dietro di lei.
Riconobbi pochi volti, fra cui il suo.
Octavian era lì, con le mani in tasca e un sorriso sul viso.
Momento, che ci faceva con Drew e la sua brigata?
Lui si voltò verso di me e il suo sorriso divenne un po’ più naturale.
Ricambiai e lui, dopo aver fissato attentamente i suoi amici, si staccò da loro e venne verso di me.
«’Sera, Katr-»
«Dove accidenti sei stato, oggi?» risposi, incrociando le braccia al petto.
«-Ina» terminò con un sorrisetto, sedendosi su uno sgabello vuoto davanti a me.
«Hey, biondino, non ci provare. Rispondi alla mia domanda» disse seria.
«Che intendi?» chiese ingenuamente.
«Bello, con me non funziona. Hai saltato scuola e non hai risposto al telefono. Per un attimo ho-»
«Pensato che mi avessero rapito? Nah, sto bene, come puoi vedere» disse sorridendo di nuovo e passandosi una mano sui capelli.
No, non fare così.
«Oh, lo vedo. Quindi, perché diamine non sei venuto a scuola e non ti sei fatto sentire?» continuai ad investigare, serissima, cercando di evitare il contatto diretto con i suoi grandi occhi azzurri.
«Oh, Kat! Non fare la guasta feste» rise Octavian, passandosi una mano sugli occhi.
Inarcai un sopracciglio e posai una mano sul fianco.
«Ma sei fatto di qualcosa? Sei ubriaco? Di solito sei sempre imbronciato» osservai, riducendo gli occhi ad una fessura.
Lui rise di nuovo.
«Quando sono con te sono felice e leggero!» esclamò, alzando le braccia in aria. «Forse non dovevo dirlo» rise di nuovo, più forte però.
«Oh, sì. Decisamente fatto» constatai con disappunto, sbuffando.
«Octavian! Tesoro!» una voce stridula e petulante mi fece venire voglia di mozzarmi le orecchie.
«Ciao, Drew-Drew!» rispose allegro.
Fatto, fatto e strafatto.
«Perché stai qui a perdere tempo con questa scozzesina?» chiese lei, guardandomi con disgusto.
«Be’, è mia amica. E ha dei bei capelli. Sembrano fuoco» rispose, alzandosi dallo sgabello. Si avvicino con la mano verso i mei capelli e ne prese una ciocca. «Non brucia»
«Che accidenti gli avete dato?!» sbottai.
«Tesoro» chiamò Drew con voce melliflua,ignorandomi.«Lo sai, vero? Noi, o lei. Eravamo stati abbastanza chiari»
Spalancai gli occhi, guardando Octavian in cerca di spiegazioni.
«Oh, sì. Sì. Andiamo» disse. «Ciao, Katr-ina!» e sparì insieme a Drew.
Rimasi immobile, senza sapere che cosa fare, che cosa dire e che cosa pensare.
Quello non era Octavian. Raggiunsi questa conclusione.
Era un duplicato idiota e con tutti i lati negativi, a quanto pare. Un po’ come successe al capitano Kirk, una volta.
Guardai nella loro direzione per un po’, fino a che una mano non si posò sulla mia spalla.
«Kat, stai bene?» una voce profonda.
«Um? Oh, Dave, sì. Sì. Benissimo» mentii, sorridendo. Lui mi guardò e inarcò un sopracciglio.
«Sì, come vuoi» rispose sarcastico.
«Sai che il tuo turno inizia fra tre quarti d’ora?» cambiai discorso.
«Oh, è per quella faccenda degli orologi»
Questa ve la spiego: Dave non è bravo con gli orari, così per evitare di fare ritardo porta avanti i suoi orologi per andare di fretta. È inutile, ovviamente. Incasina i tempi comunque.
«Dave, seriamente» risi. «Rimetti quei dannati orologi all’ora esatta e vai ad un corso per stroncare la mania dei ritardi»
«Solo se ci vieni con me, signorina Che-Cosa-Cavolo-È-La-Puntualità» mi prese in giro, scopmigliandomi i capelli.
«Ah, ah!» risposi, sorridendo. «Sparisci, ora, Dave. Lasciami lavorare»
«Kit-Kat» lo folgorai con lo sguardo. «No, non sei Kit-Kat, ok. Comunque, sparisci tu. Un procione investito da un camion dopo aver fatto una maratona per due giorni di fila prendendo a pugni un carroarmato e divorato dalle api sembra più felice e meno stanco di te. Fila a casa, ora. Ti sostituisco io»
Lo guardai senza dire nulla e poi sorrisi. «Dave, sei la persona migliore che io conosca» lo abbracciai. «Ti devo un favore, gigante!»
«Fammi il favore di sparire» disse ridendo, e io mi allontanai, ringraziando mentalmente quell’angelo in terra di Dave Jameson. Prima di sparire del tutto, tornai sui miei passi, verso Dave.
«Hey» lo chiamai, e lui si girò. «I tuoi paragoni diventano sempre più inquietanti» 
 
 ♠ ♠ ♠
 
«Sei tornata prima!» notò mia madre, dalla cucina. «Che bel- oh, tesoro! Che hai?»
Ma era così evidente la mia brutta cera?
«Nulla, mamma» dissi, mollando le mie cose sulla sedia. Dovevo sembrare davvero distrutta dato che mia madre, che di norma mi avrebbe sbraitato contro qualcosa sulla mia “totale assenza di ordine e cognizione dello spazio, ignorò il fatto.
«Hai una brutta cera»
«Serata pesante» mi limitai a rispondere.
«Vuoi parlarne?»
Non sapevo nemmeno cosa dire a me stessa, non sapevo a cosa stavo pensando. Ovvio che non mi andava.
«Vorrei solo un tè e una lunga sessione di sonno» risposi, con tono monocorde.
«Ora ti faccio subito il tè, tu va a prepararti.» mi disse dolcemente.
«Sì, mamma» e me ne andai di sopra, in camera mia.
Mi buttai sul letto, e aspettai pazientemente il mio tè, con gli occhi chiusi.
Fino a ieri non poteva guardare in faccia Drew senza sputare veleno, non saltava mai una lezione, evitava certi gruppi e certe… robe, e ora? Ora aveva capovolto tutto.
Tra l’altro quella decisione...
Cioè, non che fossi gelosa! Voglio dire, può avere tutti gli amici che vuole, ma Drew e compagnia bella?
Amico mio, la prossima volta fatti di un po’ di coerenza.
Te lo avevo detto, io!
Ripeteva una voce, fastidiosamente simile a quella di Katie, nella mia testa.
«Tesoro? Sei sveglia?»
«Sì, mamma» biascicai.
Dopo pochi secondi mi ritrovai una tazza fumante sotto al naso.
«Grazie» sorrisi, e lei si mise sul letto.
«Allora» iniziò.
Oh, no. No, no, no. Non avrei parlato.
«Che succede?»
Guardai il liquido marrone.
«Nulla»
«Katrina» disse seria.
«Perché proprio questo nome, mamma? Insomma, nessun nostro parente si chiama così» cercai di cambiare discorso.
«O parli, tesoro, o parli. E poi mi piaceva il nome»
«Suona un po’ troppo aggraziato per me. E troppo da... principessa perfetta. E io non lo sono» commentai, bevendo un po’ del mio tè.
«Sei depressa?»
«No»
«Katrina»
«Ma da dove ti è uscito fuori questo nome?»
«Uno»
«Voglio dire, è più russo che scozzese»
«Due»
«Mamma non ho paura»
«Tr-»
«E va bene!» mi arresi.
Sì, ok, forse un po’di paura per quel “tre” la avevo.
«Sono un po’ stressata» confessai.
«Per?»
«Studio, lavoro... tutto» mi passai una mano fra i capelli.
«Hai, scusami la parola, un lavoro di merda, tesoro. Non fa per te» disse passandomi un braccio intorno alle spalle. «Ma Matt e Tish hanno detto che cambierai»
«Forse» risposi, sbadigliando.
«E per la scuola è solo “l’essere la nuova”, non preoccuparti» mi rassicurò. «Hai solo bisogno di staccare»
«Già»
«Devi prenderti una pausa da tutti»
«Hm»
«E da tutto»
«Sì»
«E da ovunque»
«A-ah»
«Però forse dovresti trovarti un ragazzo, non pensi?»
Il tè mi andò di traverso e presi a tossire.
Ma che?! Prima mi diceva di staccare da tutti, e ora mi incitava a trovare un ragazzo?
«Buonanotte» la liquidai, cercando di nascondere il rossore.
«I tuoi fratelli mi hanno parlato di un ragazzo biondo che-»
NO!
«Mamma!»
«Voglio dire, ti farebbe bene una seconda persona da amare e con cui essere felice, senza essere rintanata qui con la musica al massimo e qualche-»
«Ho detto buonanotte» e lei si fermò e mi guardò.
«Buonanotte» e si alzò.
Prima di uscire definitivamente si voltò. «A detta dei tuoi fratelli, dovresti dare un’occasione a questo ragazzo» strinsi i pugni e contai fino a dieci. Non servì a nulla, ma comunque...
Mi infilai sotto le coperte e, senza sapere perché, iniziai a sentire qualcosa di caldo e bagnato percorrermi la guancia.
Mi passai una mano sugli occhi umidi.
«Non fare la stupida» mi sussurrai. «Non mollare. Sopprimi. sopprimi»
Affondai il viso nel cuscino.
Volevo delle spiegazioni.
 

 

Luna’s Corner
 
Hello! :D
Yay, una povera Katrina stressata non fa mai male! Tranne che a lei, vabbè.
Ho fatto soffrire e innervosire troppo la piccola rossa? Naaaah!
Che ve ne pare del capitolo e del “nuovo” Octavian? Tanto schifo (sia per l’uno che per l’altro lol)?
Vi piace Dave? Che cutie pie – un po’ creepy, a volte lol – che è, ah? <3
E Matt e Tish? <3
Due terremoti rompi scatole che shippano Octrina a morte <3
E be’, sono fiera di me perché questa volta non ci ho messo una vita ad aggiornare yay
Siate pure voi fieri di me! gn
Grazie per aver recensito, aggiunto ai preferiti, seguito questa storia!<3
Significa tantissimo per me! :3
Un bacio e alla prossima!
 
Luna
  
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