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Autore: vento in tempesta    05/09/2014    0 recensioni
"Perchè il sole non se ne va?" Questo è il chiodo fisso della piccola Camilla, che a soli 5 anni volge i suoi giovani occhi alla scoperta del mondo. Un mondo a lei completamente nuovo: a volte difficile, a volte incomprensibile; ma proprio grazie alla sua continua curiosità, la piccola coglierà l'occasione per crescere e apprezzare il bello che, nonostante tutto, la circonda.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte fece un sogno strano. Si trovava nel parco e al posto degli alberi c’erano tanti lampioni accesi. Il sole però continuava a splendere indisturbato; Camilla correva nel prato e ad un certo punto, all’uscita di esso, trovava un enorme fune bianca, molto simile a quella che usava all’asilo per saltare la corda. La bimba alzava gli occhi e con grande stupore vedeva che la corda terminava proprio sul sole. Allora ella iniziava a tirare con enorme fatica e, tira e ritira, sentì un sonoro “CLICK” e il sole si spense di colpo, proprio come la lampada a forma di mongolfiera che aveva sul comodino. Al mattino Camilla era di ottimo umore. Visto che il signor sole si divertiva a fare scherzi, decise che lo avrebbe ignorato:non meritava la sua attenzione! Per i successivi tre giorni la bimba si impegnò ad ignorare il caldo fastidioso, la luce che al mattino illuminava la sua cameretta e la svegliava e si ripromise di non guardare mai in alto, anche se quest’ultima cosa le pesò molto poiché il cielo era una delle sue cose preferite.
Eppure il sole continuava a splendere.
Imperterrito continuava ad occupare il cielo e con il suo calore faceva appassire i gerani che c’erano sul balcone della signora Marialuisa. Camilla era arrabbiata. Seduta sulla solita panchina nel parco, guardava Cecilia che poco lontano parlava con un ragazzo e, più lontano, le auto che sfrecciavano sulla strada producendo un trambusto di clacson e motori tale da smorzare quasi completamente l’illusione di essere immersi nella natura. Camilla era una bimba di città. Era cresciuta tra il caos, la fretta e i grigiori della metropoli milanese e non conosceva altra natura se non quella del piccolo parco vicino a casa sua, nel quale durante l’estate si recava quasi giornalmente a giocare. Quando si trovava in quello spiazzo verde e fresco si sentiva più selvaggia, inconsciamente libera da quelle catene invisibili che la legavano ad una realtà cosi poco divertente per una bimba di 5 anni. Le sembrava di essere una di quegli eroi di cui sentiva parlare nelle storielle che la maestra leggeva ai bambini: un giorno era cappuccetto rosso e si perdeva nel bosco, un altro era Alice ed inseguiva un coniglio dagli occhi rosa. Era la fantasia, sua fedele compagna, a guidarla nel mondo. Forse era questo il motivo per cui era tanto arrabbiata con il sole: lui era lassù, in alto in alto, leggero leggero, luminoso e libero. L’astro guardava quell’umanità frenetica e ne rideva. Queste non erano ovviamente le idee della piccola Camilla, mai si sarebbe sognata di fare certi ragionamenti “da grandi”. Era una bimba e, come tale, una creatura teneramente ingenua ed egoista. Ma chissà che nella sua indole non ci fosse già radicato un desiderio di libertà che sfogava inconsciamente proprio sulla cosa a lei più visibile e più lontana.

 
   
 
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