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Autore: _Laine    05/09/2014    4 recensioni
Alla morte dei genitori, quattro fratelli si ritrovano improvvisamente tra le mani un'eredità da capogiro. Sorgono problemi e nascono tensioni, i sentimenti vengono nascosti e le frustrazioni sfogate nei modi più sbagliati.
Ognuno dei fratelli Westmore aveva qualcosa da nascondere; i loro segreti potevano portarli in alto e realizzare i loro sogni, oppure trascinarli nel fondo del baratro.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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"What a wicked game to play, 
to make me feel this way. 
What a wicked thing to do, 
to let me dream of you." 

 

 
1. Aidan


Appena vide sua sorella, Aidan capì subito che qualcosa non andava.
Era sempre la stessa storia: quando Harriet decideva di cambiare acconciatura e rivoluzionare il suo look, significava che era preoccupata per qualcosa.
Stavolta si presentò con una chioma biondo platino; i suoi capelli, perfettamente lisci, le ricadevano morbidamente sulle spalle.
Ma la cosa davvero sorprendente è che la trovava sempre bella, qualunque fosse il colore dei suoi capelli.
Come era solita fare da qualche tempo, corse verso di lui e lo abbracciò forte. «Aidan, che bella sorpresa!»
Bastò la sua visita per renderla felice e questo lo riempì di orgoglio. «Sei impegnata? Volevo invitarti fuori a pranzo.»
La ragazza fece no con la testa. «Aspettami qui, tra cinque minuti ho finito.»
E sparì dietro alla porta che conduceva alle postazioni.
Aidan si sedette sul morbido divano bianco e si guardò attorno: l'ambiente era raffinato ed accogliente, l'arredamento era studiato con cura e precisione. Non si stupiva che la sorella avesse deciso di lavorare come parrucchiera, vista la sua passione per le tinture di capelli, ma non aveva mai smesso di sperare che un giorno sarebbe andata a lavorare con lui nell'azienda di famiglia.
A soli venticinque anni, Aidan aveva improvvisamente ereditato un vero e proprio impero, diventando di fatto uno dei miliardari più giovani del mondo. Ma non era assolutamente pronto, almeno dal punto di vista psicologico, a subentrare ai propri genitori, scomparsi due anni prima. I coniugi Westmore erano stati dei leader nel settore immobiliare dopo anni di successi, delusioni e sacrifici, e Aidan sentiva di non meritare il posto che aveva occupato.
Dopo essersi laureato a pieni voti alla facoltà di Architettura, andò immediatamente a lavorare nell'azienda, ma aveva sempre svolto un ruolo marginale; ora si trovava a capo di centinaia di dipendenti e ogni giorno doveva prendere decisioni importanti. Fortunatamente imparò da subito molti segreti del mestiere e diverse persone lo aiutarono a consolidare la sua posizione.
I primi tempi erano stati veramente difficili e più volte aveva pensato di lasciar perdere e vendere tutto, ma sapeva che i suoi genitori non l'avrebbero mai voluto, quindi decise di andare avanti ed essere forte per loro.
Non solo il lavoro occupava gran parte della sua giornata, ma anche a casa erano sorti diversi problemi.
Mentre si perdeva nei suoi pensieri, sua sorella fece ritorno nel salone con una donna che portava i capelli raccolti in un'acconciatura elegante.
«Ti ringrazio di nuovo, hai fatto un ottimo lavoro» disse quest'ultima.
«E' stato un piacere, Miss Hampton, alla prossima!»
E la donna uscì, senza aggiungere altro, soddisfatta del suo nuovo look.
Harriet sorrise in direzione del fratello. «Sto morendo di fame.»
Uscirono dal salone e si diressero verso l'auto sportiva di Aidan, come sempre tirata a lucido.
Il ragazzo indossò gli occhiali da sole, mise in moto e si infilò nel traffico cittadino.
«Dove andiamo a pranzo?»
«E' una sorpresa, ho pensato ad un posto perfetto.»
Harriet preferì non indagare e continuò ad osservare il paesaggio che scorreva veloce davanti ai suoi occhi.
Di tanto in tanto Aidan la osservava: ora i capelli erano molto chiari, ma la sua pelle non era da meno; sua sorella diceva sempre di essere completamente priva di melanina, e che non sarebbe riuscita ad abbronzarsi nemmeno se esposta ai raggi solari per un'intera settimana. Indossava una maglietta bianca molto larga, che le lasciava scoperta una spalla e recava una serie di scritte colorate sul davanti; i jeans attillati le stavano a pennello e un paio di scarpe da ginnastica completavano un look casual che le donava tantissimo.
Era bella, si ritrovava sempre a pensare Aidan, ma in modo inconsapevole.
L'aveva sempre adorata ed ammirata, ma mai quanto negli ultimi mesi, aveva pensato che nessuna ragazza al modo potesse eguagliare Harriet.
Cercando di reprimere quei pensieri poco consoni ad un fratello maggiore, si ricordò dell'improvviso cambio di look e le chiese: «C'è qualcosa che non va? Mi sembri pensierosa.»
Lei sembrò esitare, prima di rispondere. «Mi manca Sean.»
Quel nome lo fece innervosire e stringere il volante tra le mani con una maggiore forza.
Sean era il fratello gemello di Harriet, e Aidan era geloso del rapporto speciale da cui erano inevitabilmente legati.
A volte non la capiva. Sean frequentava il college e tornava a casa alla fine di ogni semestre, ma almeno era vivo. Perché invece non sentiva la mancanza di mamma e papà? Lui ci pensava ogni singolo giorno. Invece Harriet, a quanto pare, si preoccupava solamente del fratello.
«La prossima settimana tornerà a casa per le vacanze» affermò, cercando di non far trapelare alcuna emozione. «Così almeno potrete passare un po' di tempo insieme.»
Trattenne a stento una risata ironica.
«Mi prometti che cercherete di andare d'accordo? Fallo per me, per favore!»
Aidan la guardò, mentre attendevano che scattasse il verde del semaforo, e si imbatté nei dolci occhi castani di Harriet. Quando lo guardava in quel modo, sentiva di non poterle negare nulla.
«Ci proverò» cedette.
«Bravissimo!» e gli stampò un bacio sulla guancia che gli provocò dei brividi indescrivibili. Tuttavia non lo diede a vedere e ripartì velocemente in direzione del locale che aveva scelto per pranzare.
 
«Credo proprio che prenderò il solito hamburger con bacon e formaggio» annunciò Harriet, esaminando il menù.
Aidan si era reso conto di non avere fame; gli ultimi giorni erano stati a dir poco frenetici e il mangiare era l'ultimo dei suoi pensieri. Vedendo Harriet, poi, il suo stomaco aveva deciso di chiudersi completamente. Tuttavia, all'arrivo del cameriere, decise di ordinare una bistecca e un’insalata, giusto per stare leggero.
«Allora, come sta andando il lavoro?» chiese la ragazza, mentre attendevano i loro piatti.
«Come al solito; progetti da rivedere ed approvare, cantieri da visitare, costruzioni da seguire, collaboratori da ingaggiare. Ultimamente non ho un attimo di tregua.»
Lei lo ascoltò con attenzione mentre spiegava le varie vicende che si erano susseguite al lavoro negli ultimi tempi e di tanto in tanto annuiva.
«Ieri mi ha contattato un architetto che vorrebbe costruire un'immensa villa in periferia; ho già visto il progetto che ha ideato, non ho idea di quanto verrà a costare al futuro proprietario, ma si tratta sicuramente di una fortuna!»
«Sembra molto interessante» commentò lei. «Sono sicura che Ellie sarebbe entusiasta di aiutarti...»
Improvvisamente calò il silenzio.
Ellie, la seconda dei quattro fratelli, era quella che più di tutti aveva sofferto per la morte dei genitori, e si era subito rifugiata nell'alcol. Ora, dopo l'ennesimo crollo, si trovava a casa in malattia, mentre cercava di riprendersi. Lavorava nell'azienda di Aidan come vicepresidentessa, ma purtroppo negli ultimi tempi trascorreva più tempo a casa che al lavoro.
I fratelli avevano cercato di starle vicino mentre si facevano forza a vicenda, ma ad un certo punto non seppero più come comportarsi con lei.
«Dici che riuscirà a liberarsi del suo problema?» domandò Harriet, con la voce tremante.
«Non saprei, ma lo spero tanto.»
 
Una volta terminato di mangiare, pagarono alla cassa ed uscirono dal locale.
«Ti accompagno a casa, poi devo tornare in ufficio.»
Durante il percorso rimasero perlopiù in silenzio; dopo aver menzionato Ellie, entrambi si erano rabbuiati, perché si erano resi conto di non essere in grado di risolvere la situazione da soli.
Per smorzare la tensione, Harriet accese la radio: le note di Wicked Game invasero l'abitacolo.

 
“The world was on fire and no one could save me but you, 
It's strange what desire will make foolish people do. 
I never dreamed that I'd love somebody like you; 
I never dreamed that I'd lose somebody like you.”
 

Aidan ascoltò le parole della canzone e si ritrovò inevitabilmente a pensare alla sua situazione.
Non le avrebbe mai e poi mai rivelato i suoi sentimenti; sapeva che erano sbagliati e doveva reprimerli ad ogni costo.
 
Mentre si avvicinavano all'elegante edificio che ospitava il loro attico, i due fratelli notarono che un’enorme folla si era radunata all'ingresso; si guardarono perplessi e Aidan imboccò la strada per il parcheggio sotterraneo. Fu al suo interno che si imbatterono i due automobili della polizia.
«Ma che succede?» domandò Harriet, più che altro a sé stessa.
Appena scesi dall'auto si avvicinarono ad uno dei poliziotti e gli fecero la stessa domanda. L'uomo non rispose e si limitò ad indicare una zona poco lontana, limitata da un nastro giallo.
Non dovettero avvicinarsi troppo per scoprire che si trattava di una persona: un uomo con un impermeabile nero era a terra a pancia in giù, circondato da una pozza di sangue; gli occhi erano spalancati per il terrore e un buco nero gli attraversava la tempia.
Harriet sbiancò e lanciò un grido, poi cominciò a singhiozzare. Allora Aidan la prese tra le braccia e la strinse forte, facendo in modo che non fosse più costretta ad osservare quella scena terrificante.
  
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