Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Gamblut    05/09/2014    2 recensioni
LA RAGAZZA GHIACCIO. Fredda. Impassibile. Con il cuore congelato. Cosa le sarà successo per farla diventare così "gelida"? Qualcuno riuscirà a sciogliere questo ghiaccio che le avvolge il cuore? Beh.. Forse. Un ragazzo misterioso, che non si fa notare, SOLO... MISTERIOSO COME L'ARIA.
----
"Lei lo osserva, lo guarda. Non sa nemmeno per quale motivo, non lo comprende. Sa solo che quel ragazzo la incuriosisce, ma non capisce nemmeno perché."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ghiaccio e Aria, un amore, un'avventura straordinaria.


Capitolo 8



Sì. Esatto. Proprio davanti a lei. Seduto su un lettino,  pieno di lesioni,  ferite molto evidenti, capelli spettinati, viso sciupato rivolto verso la ragazza. Dopo qualche minuto è riuscito a muovere almeno il capo, ma le altri parti del corpo gli fanno male.
- Stephen! Come stai? Che hai? Che è successo? Stephen! Stephen! – si precipita Alaska verso di lui e gli accarezza il viso, con un gesto involontario. Dopo un secondo si rende conto del gesto per il tremore delle mani e dei lamenti di Stephen che, nonostante sia felicissimo di essere accarezzato da Alaska, le dice di spostarsi e di non toccare le ferite sul volto.
- Che ti è successo?  – chiede Melissa che intanto cerca degli antidolorifici per il ragazzo.
Lui cerca di spiegare qualcosa ma anche il muovere la bocca gli fa male, per tutti gli schiaffi e le botte che ha ricevuto vicino alle labbra.
- Tieni, Stephen. – dice sempre la rossa porgendogli un bottiglia d’acqua e una pillola.  - Aspetta che ti aiuto..- continua.
- Non ti preoccupare. –  risponde Alaska. – Lo aiuto io. Tu vai.. a fare quello che devi fare. –
Quella non risponde nemmeno e prende un po’ di acqua ossigenata per curarsi la ferita sulla guancia.
Alaska prende con molta calma e dolcezza il mento di Stephen, dicendogli di alzare un pochino la testa. Lui fa quel piccolo sforzo e la guarda negli occhi, e lei ricambia.  La ragazza vede quei due occhi castani mischiati con un po’ di verde, come una miscela che cambia a seconda della luce. In questo momento, sono più scuri che mai, coperti da quel viola provocato da dei pugni che dà uno sfondo a quell’iride nero misterioso. Quel bellissimo volto, non osservato mai da nessuno, è coperto da lividi e lesioni. Nonostante tutto, anche se non lo calcola nessuno, è veramente un bel ragazzo. Alaska prende poi le labbra di lui per inserire dentro la pillola. Bocca carnosa, molto chiara. Alaska diventa agitata perché pensieri le entrano in mente, come quello di baciarlo. Ma sarebbe un colpo basso, perché lui non potrebbe nemmeno staccarsi in quelle condizioni. Anche se lui, in cuor suo, non aspetta nient’altro che un bacio da quella. Ma lo sa, adesso. Per il bene di lei, per proteggerla e anche per il suo corpo, deve troncare la relazione. Non vuole assolutamente finire in infermeria tutti i giorni per colpa di quel Jackson Lewis e poi morire. No, a questo punto meglio finirla così, senza sopraffarsi dalle emozioni. Per il bene di entrambi. Lei lo aiuta a ingoiare la pastiglia e lui sussurra un piccolo “grazie”. Melissa intanto ha messo sia del ghiaccio e dell’acqua ossigenata nella ferita, ma il segno è ancora molto evidente. Quanta forza ha trattenuto per così tanto tempo Alaska, e poi l’ha sfoggiata tutta in un solo colpo. Dopo qualche minuto la pillola fa effetto e Stephen riesce un po’ a muoversi e pronunciare qualche parola.
- Che ti è su-ccesso? – chiede guardando Melissa. Quest’ultima osserva Alaska, come se dovessero raccontargli la verità. E quella non dice niente, quindi.. chi tace acconsente.
- Mi hanno schiaffeggiato. A te?- risponde quella noncurante di quello che dice.
-Al.. tu l’hai aiutata? Perché non hai apparecchio o gli occhiali..? – chiede Stephen toccandosi sempre la mascella che gli fa ancora un po’ male.
- Stephen, non ti sforzare troppo.. Non c’è bisogno di fare così tante domande! – esclama Alaska pensando che adesso Melissa dirà la verità.
-Sì, mi ha salvato, guarda! È stata lei a darmi lo schiaffo. Ah.. è che con l’apparecchio non riesco a parlare bene e poi mi fa male la guancia e mi farebbe male mettere gli occhiali. Un po’ riesco a vedere, non vi preoccupate. Adesso io me ne torno a casa. Ciao. – risponde con un fare malefico la rossa.
- Aspetta, hai messo il disinfettante? – chiede Alaska cercando di mascherare le parole di Melissa.
- Ehi.. non andare.. – sussurra piano il ragazzo.
- Stephen, pensa alla tua salute. Riposati. – dice Alaska.
- Va bene.. ma tu vai.. non voglio che rimani qui..- dice lui.
- Non ti preoccupare, dirò a mia mamma che ritardo, tu riposati. – risponde lei, non capendo il significato delle parole del ragazzo che le ha detto un secondo prima di andarsene... proprio perché deve allontanarsi dalla bionda e chiudere questo rapporto. Ma lui non riesce nemmeno a ribattere che crolla nel lettino. Lei intanto manda un messaggio ai suoi dicendo che sarebbe tornata più tardi, poi incomincia a osservare il ragazzo. Vede che in tasca ha un cellulare e allora decide di prenderlo almeno per avvertire i genitori. Tuttavia, vede solo un numero nella rubrica salvato con il nome “John Wilson.” Sarà suo fratello? Si chiede lei. Poi vede che il numero è fisso e che quindi non può inviare alcun messaggio, così si decide di chiamarlo. “Che mala figura che farò” si dice lei, ed è proprio così.
- John? -
- Pronto? – chiede il signore.
-Salve. Sono Alaska Wane, una compagna di classe di Stephen. Vorrei dirle che.. – dice la ragazza. Veramente vuole dire subito a quello che il ragazzo sta male? Non sa nemmeno come si è procurato quelle ferite.
- Tutta questa confidenza! Ho capito. Farete tardi. Non vi preoccupate. – risponde l’anziano.
-Ehm.. va bene! No, signore.. non si facci strane idee! Non siamo nemmeno amici! Cioè, lo siamo però..- cerca di creare un discorso decente ma non ci riesce.
- Non c’è bisogno che mi spieghi tutto,  Alaska. Sono cose private fra voi due.  Divertitevi. – finisce la conversazione l’uomo ridendo un po’ e chiudendo la telefonata. Alaska intanto  incomincia a sbattere la testa contro il muro, per quanto è stupida e pensa a tutte le strane idee che si sarà fatto il signor. Wilson. Ma, quest’ultimo, sa benissimo chi è Alaska. Ha sentito quel nome pronunciato tante volte dal ragazzo e, entrando una volta nella stanza di quello, ha visto nella scrivania un foglietto dove c’era scritto “Alaska Wane.” a caratteri cubitali accompagnato da nuvolette e altri simboli. “Nemmeno se fosse una femminuccia farebbe così” pensò quel giorno il signor. Wilson ma sapeva benissimo che quello era semplicemente il segno di essere follemente innamorati. Ah, l’amour... La ragazza intanto posa il cellulare del ragazzo nella tasca del pantalone grigio scuro e incomincia a osservare quello che indossa. Maglietta blu a tinta unita che risalta i muscoli nelle spalle del ragazzo, anche se sporca un  po’ di sangue.. poi i pantaloni e delle normalissime scarpe da ginnastiche bianche quasi beige per la sporcizia. Non avendo niente da fare, la ragazza gli sfila quelle, prende una salviettina umida e incomincia a pulirle. Dopo qualche minuto, ha già finito  e quelle sono splendenti. Guardando i piedi del ragazzo, Alaska nota che sono piccolissimi, non come i soliti di tutti gli adolescenti. Guarda la misura e vede un trentasette. Assurdo, lei prende un quaranta. Non se lo sarebbe mai immaginato.  Poi, la ragazza continua ancora a osservare Stephen. Tutti i particolari che non ha mai notato. Le orecchie enormi, le unghie mangiucchiate, le braccia muscolose... tante piccole cose che assieme formano quel ragazzo che lei ha davanti. Stephen Wilson. L’unico ragazzo che le sia mai piaciuto. Dopo un quarto d’ora, lei incomincia a sentirsi un po’ stanca e forse dovrebbe andare a casa. Ma non vuole lasciare il ragazzo solo, anche se lei rischierebbe di addormentarsi proprio lì. E allora sposta un po’ Stephen dal lettino e si sdraia anche lei, rivolta proprio verso il ragazzo e abbracciandolo da dietro. “Tanto non se ne accorgerà mai” pensa lei e in quel momento, tutto si ferma. Rimarrà un ricordo, per sempre. E subito dopo, si addormenta, mentre abbraccia il ragazzo che ama e che la ricambia, ignari tutti e due dei sentimenti altrui.



~ Spazio a me! ~
Ehy! "Mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta." Una citazione pefetta in questo momento! L'ho presa dal libro " Colpa delle Stelle", che mi ha fatto veramente piangere. Stupendo. Proprio ieri è uscito il film ma non sono potuta andare a vederlo, spero proprio di andare il 9! Comunque, ritorniamo alla storia.. anche se questo è un capitolo un po' corto (che sono riuscita a pubblicare subito, però u.u ) è molto dolce :3 che cucciolii *--* Adeso la smetto ahah. Spero di aggiornare al più presto, al prossimo!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Gamblut