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Autore: itsloouis_    05/09/2014    3 recensioni
-Magnus.- disse con voce tremante. –io sono metà umana e metà angelo, giusto?
-Sì.
-Un angelo dannato cos’è?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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11. VIVIANNE

 
Una settimana trascorse tranquillamente. I giovani Cacciatori affrontarono un branco di Demoni a Central Park, intorno alle due del mattino di quel venerdì, e non vi furono feriti gravi. Lucie combatté con coraggio al fianco del fratello e di Alex, mentre Daniel e Sean fronteggiarono i nemici con la loro unione micidiale.
Lucie ebbe il tempo di essere addestrata e di studiare un po’ di demonologia con il fratello. Apprese che il demone che lei aveva squartato in due la prima volta non era uno Shax, ma un Raum. Con Jace imparò a maneggiare le lame angeliche, a fare affondi e a contrattaccare. Scoprì di essere piuttosto brava. Jace e Tessa le dissero che era una caratteristica degli Herondale.
Passò ore e ore a studiare il Codice, un libro dalla copertina blu scuro che le aveva prestato la madre, che conteneva tutte le informazioni possibili sui Cacciatori.
Ne aveva una copia anche Tessa, dalla sua pendeva un biglietto spiegazzato, di cui Lucie aveva scorto solo la firma. Con speranza, finalmente. William Herondale.

Lucie era nella sua stanza, con un asciugamano in testa.
Scelse tra i suoi nuovi vestiti il maglioncino grigio attillato e i jeans, entrò nelle sue Converse e si asciugò al volo i capelli, per poi avviarsi verso la sala da pranzo.
Non appena si richiuse la porta alle spalle, s’imbatté in Sean, tirato a lucido.
I capelli erano pettinati all’insù, e l’acqua di colonia che invase le narici di Lucie era buonissima.
Indossava un semplice maglione bordeaux con le maniche tirate su, scoprendo i Marchi neri sulla pelle, e un paio di pantaloni beige.
-Wow! Come mai sei così in tiro?- chiese Lucie con un fischio.
-Ehm… sono ridicolo?- chiese l’altro.
-Assolutamente no! E’ per Vivianne?
-Non si sa mai.- fu la sua risposta.
Bussarono alla porta dell’Istituto poco dopo la cena, intorno alle nove e mezza.
Fu Clary ad aprire, e si ritrovò davanti colei che doveva essere Vivianne Verlac.
Era una ragazza minuta, dai folti capelli neri e gli occhi verdi. La bocca, piccola e carnosa, era curvata in un sorriso timido.
-Buonasera.- esordì la ragazza con un forte accento francese. –Lei è Clarissa Herondale?
-In persona.- rispose Clary. –Vieni, Vivianne. Entra.
La ragazza fece il suo ingresso nell’Istituto, guardandosi intorno.

Sean era sempre più nervoso. Erano tutti seduti nel salotto. Sua sorella accanto a Lucie, e Daniel che chiacchierava con Stephen.
Jace fece capolino dalla porta, e il suo cuore fece un salto.
-Ragazzi, Vivianne è qui. Potreste almeno far finta che siate persone civili?- disse, facendo un cenno ai piedi di Daniel posati sul tavolino da tè di fronte a lui.
La risposta del Cacciatore fu un semplice: -Ma se non lo siamo, perché fingere?
Jace sbuffò e lasciò la stanza.
Daniel si alzò e andò accanto a Sean. Si mise a massaggiarli le spalle, poi: -Amico, è solo una ragazza. Non serve che ti innervosisci così.
Lucie gli lanciò un’impercettibile occhiata omicida, poi tornò a chiacchierare con Alex.
Sean fischiò nel momento in cui una figura esile fece il suo ingresso nella stanza.
Non seppe dire se era come se l’era immaginata, ma era comunque bellissima. Era proprio come l’aveva descritta a Daniel nell’armeria. Splendida e con gli occhi luminosi.
Una cascata di boccoli neri le ricadeva sulla schiena, mentre due grandi occhi verdi guardavano timidamente le cinque persone davanti a lei.

Vivianne era davvero bella, pensò Lucie. Per un attimo, ebbe il timore che a Daniel potesse piacere, ma lo ricacciò giù: in ogni caso, non era il suo ragazzo, quindi poteva interessarsi a chi voleva.
La reazione di Daniel fu totalmente diversa, la squadrò dalla testa ai piedi, poi spostò lo sguardo su di lei, come se volesse metterle a confronto.
-Ciao.- salutò la francese timidamente.
-Ciao!- trillò Alex. –Io sono Alexandra Kingsmill.- fece poi, alzandosi e tendendole la mano.
-Vivianne.- rispose la ragazza, stringendogliela.
-Io sono Lucie Herondale.- si presentò l’altra Cacciatrice.
-Stephen Herondale.- accennò suo fratello.
-Io sono Daniel Blackthorn.- esclamò il ragazzo, tendendo la mano.
-Ehm… io sono Sean Kingsmill.- sussurrò il Nephilim.

Vivianne continuava a guardare Daniel, suscitando un doppio fastidio in Lucie. Il primo, ovviamente, perché si trattava di Daniel; il secondo, perché Sean ci sarebbe stato sicuramente male.

Sean si accorse del modo insistente con cui Vivianne fissava Daniel. Non ne fu affatto felice. Sorrise impercettibilmente quando vide l’occhiataccia di Lucie alla francese, poi si schiarì la gola: -Posso… accompagnarti nella tua stanza, se vuoi.
Vivianne spostò i suoi occhi lucidi verso di lui. –Sì, grazie.
Percorsero il corridoio in silenzio. Lei lo seguiva con passo felpato, mentre si guardava intorno.
-Mai visto un Istituto?- sbottò il ragazzo, acido come non era mai stato.
-Mai visto un Istituto così bello. Quello di Parigi è molto diverso.- fece lei, non rispondendo alla provocazione.
Sean la guidò fino alla stanza che fino a due settimane prima era stata di Jasmine, la salutò e si allontanò, avvilito.
Il mattino dopo, Lucie ed Alex furono le prime ad essere pronte per l’addestramento.
S’incontrarono nel corridoio, entrambe in tenuta, e si avviarono insieme verso l’armeria.
-Allora.- esordì Alexandra durante il cammino. –Come ti sembra Vivianne?
-E’ molto bella.- sputò Lucie.
-E affamata.- aggiunse Alex. –Stava divorando Dan con lo sguardo, ieri.
-Beh, è un bel ragazzo.
-Si ma tu avresti voluto ucciderla.
-Diciamo che è  stato un bene che non avessi dietro un pugnale.
Alex rise.
-Posso confessarti una cosa?
-Certo.
-Però devi giurare di non parlarne con nessuno, perché è una cosa vietata.
-Ti droghi?- chiese Lucie con gli occhi sgranati.
-No, scema.- rise Alex. –Beh, forse per la Legge dei Cacciatori è anche peggio.
Lucie la guardò intensamente, come faceva sempre quando aspettava una risposta.
-Steve.- proseguì Alex. –Ecco, penso che…
-Ti piace mio fratello?- trillò Lucie, contenta.
-Me ne sono accorta da poco, ma sì. È così dolce, e paziente, e… attraente. So che probabilmente questo non lo condividerai, ma è normale. Anche io penso che mio fratello sia brutto.
-Mi permetto di dissentire.- fece una terza voce, quella di Vivianne.
Alex guardò Lucie con gli occhi pieni di terrore. Aveva sentito della sua cotta per Steve?

Lucie squadrò la francese dalla testa ai piedi.
Alex, invece, spostò lo sguardo verso il pavimento, gli occhi azzurri vuoti.
-Stavi origliando?- chiese acida la Cacciatrice.
-Stavo andando all’armeria, e vi ho sentite.
-Cosa hai sentito?
-Che Alexandra pensa che Sean sia brutto. Posso permettermi di dire che non è affatto vero?
-Se ferisci mio fratello ti faccio passare i guai. Ho visto come guardavi Daniel ieri sera.- sputò Alexandra.
La francese alzò le braccia. –Hey, calma! Lo guardavo e basta, non ho nessun tipo di intenzione con lui. Scusami.
-Scusami tu.- sbuffò Alex, passandosi una mano sulla fronte. Lucie la vide incredibilmente stanca.
-Dai, ragazze.- smorzò la Nephilim. –Andiamo a prendere l’assortimento. Qual è la tua arma, Vivianne?
-Chackram.- rispose l’altra, tranquillamente.

Le tre ragazze si diressero in silenzio in armeria, e si rifornirono.
Una volta nella sala degli addestramenti, si divisero ed iniziarono l’allenamento.

Poche ore dopo, Daniel fece il suo ingresso nella sala, paonazzo e ansimante.
-Lucie!- gridò. –Ragazze, venite! Un branco di Shax sta per distruggere la stazione di City Hall!
Lucie schizzò fuori dalla sala, seguita da Alexandra, mentre Vivienne proseguì lentamente.

Steve raggiunse Alex e Lucie nella loro corsa verso la metro, lama angelica in pugno e runa dell’invisibilità ardente sul collo.
Cercò di non pensare alla bellezza di Alex mentre il vento le mandava indietro i capelli e le faceva socchiudere gli occhi, per mantenere costante la respirazione.
Sua sorella, appena lo vide, gli sorrise, continuando a correre.
Era bello averla con loro. Il suo viso gli trasmetteva gioia, serenità, ed era proprio ciò di cui lui aveva bisogno. Forse era così che erano i fratelli, si completavano l’un l’altro, solamente con uno sguardo. Si chiese se anche Isabelle ed Alec, da piccoli, provavano le sue stesse sensazioni.
Il Nephilim imboccò a tutta velocità le scale della metropolitana, e per un soffio non finì addosso a Sean, che lo affiancava.
Sperò, nella sua corsa scatenata di non urtare nessun mondano. Sarebbe finito nei guai con il Conclave, se fosse successo. Ma comunque, nei guai con il Conclave c’era già.

La stazione di City Hall era fuori servizio dal 1945.
Daniel ricordò che Alec, durante una lezione di demonologia, aveva raccontato ai ragazzi di come, proprio in quella stazione, anni prima, si era imbattuto in una vampira di nome Maryse. O forse si chiamava Maureen. Non ricordava esattamente.
Ogni tot secondi si assicurava, con un’occhiata veloce, che accanto a lui ci fosse anche una testolina bionda, mentre dentro di sé elaborava strategie per uccidere lo Shax.

Si ritrovò nella penombra della stazione, affiancato dagli altri Cacciatori.
I sei Nephilim si sparpagliarono, con le armi puntate, in cerca del demone.
-Dove diavolo è? Non ha molti nascondigli.- sbottò Sean, spazientito.
Daniel non poté fare a meno di ridacchiare. Sapeva meglio di tutti quanta impazienza avesse il parabatai di combattere.
-Calma, Sean.- lo zittì Lucie. –Non c’è solo il demone, ovviamente.
-Che vuoi dire?- scattò Daniel.
La ragazza puntò il suo sguardo grigio chiaro in quello di lui. –Ci saranno anche gli automi.
-Tessa mi ha parlato di questi automi.- si intromise Steve. –Intorno al 1880 lei e Jem, insieme ai Nephilim di Londra, hanno affrontato un esercito di questi cosi. Bisogna farli a pezzi, o uccidere il vero Sebastian. Nessun’arma del paradiso funziona, con loro.
-Non è strano che Sebastian ci abbia dato la chiave per distruggerlo? Voglio dire, ce l’ha detto lui, prima di Tessa, che se avessimo ucciso il vero Sebastian gli altri sarebbero crollati a terra.- ribatté sua sorella con saggezza.
-Non credo sia strano. Voleva divertirsi un po’. Sa che non lo troveremo mai.
-No.- Vivianne parlò per la prima volta. –Forse nel profondo spera ancora che Lucie torni da lui.
Daniel emise una risatina isterica. –Patetico. Sa che non l’avrà mai.
-E comunque,- Vivianne continuò come se il ragazzo non avesse parlato. –Potrebbe essere facile trovarlo. Secondo me, non è imprevedibile come crediamo.
-E invece lo è.- tagliò corto Sean.

Un verso disumano si levò nella stazione, riportando i Cacciatori all’erta.
Un battito di ciglia, e il demone fu su Steve.

Alexandra non riuscì più a pensare nitidamente.
Le sue doti di stratega sembravano essere scomparse, mentre guardava il demone lanciarsi su Steve.
La sua testa bionda fu scaraventata con forza a terra, e in un attimo crollò anche lei.
Un dolore al centro del petto, dove si trovava la runa parabatai, la lacerava, così rimase impotente a guardare i Cacciatori farsi in quattro per staccare il demone di dosso a Steve.
-Stephen!- urlò Daniel in preda al panico. –Cazzo, ragazzi, forza!
Lucie saltò con grazia sul dorso del demone, e gli puntò nella carne uno dei suoi pugnali. Vivianne, nello stesso momento, scagliò un chackram contro la testa del mostro.
Quando la creatura fu stramazzata a terra, un altro si fece strada nella penombra della stazione, mentre Lucie e Daniel si precipitarono su Steve.
Alex ritrovò la forza di alzarsi e sfrecciò accanto all’amica.
-Steve!- urlò sua sorella, piangendo.
Daniel poggiò un polpastrello sul polso del ragazzo, poi portò le mani alla cintura, per estrarre lo stilo.
-Credi che le rune aiuteranno?- domandò Vivianne, che Alex non aveva sentito arrivare.
Daniel la guardò gravemente. –Apro un portale. Deve essere portato all’Istituto. Subito.
Lucie spalancò i suoi grandi occhi pieni di terrore.
-Non possiamo abbandonare il demone!- tuonò. –Qualcuno deve accompagnarlo!
Daniel la trattenne. –Tu e i tuoi pugnali ci servite.
-Vado io!- si offrì quindi Alex.
-E’ meglio se chiami anche gli adulti.- osservò Lucie.
-Cosa? No. Possiamo cavarcela.- fece Daniel, con sufficienza.
Alex osservò distrattamente che Vivianne si era avvicinata al demone ad aiutare Sean.

Lucie pensò che se gli sguardi potessero uccidere, Daniel in quel momento sarebbe collassato sul pavimento polveroso di City Hall.
-Metti da parte l’orgoglio, Blackthorn.- sibilò. –Mio fratello sta morendo.
-Non sta morendo, Herondale. Non abbiamo bisogno dell’aiuto degli adulti per il semplice fatto che ci sono già tre adulti, qui. Io, Sean e Vivianne.- la prese in giro lui. –E ora, smetti di fare la ragazzina e torna a combattere.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, poi rivolse ad Alex un’occhiata piena di tristezza e compassione.

-Amico, aiuto!- Sean agitò freneticamente le braccia in aria per attirare l’attenzione di Daniel.
Il ragazzo si fiondò accanto al parabatai e sferrò un colpo di Cortana, la spada dei Carstairs, al demone.
Il mostro emise un verso simile ad un urlo, mentre un pugnale si conficcava nel suo collo.
Daniel non si voltò a guardare Lucie. Doveva restare concentrato.
Lo Shax, ormai agonizzante, provò a scagliarsi su Sean, ma un chackram gli mozzò la testa.

Sean non voleva ammetterlo, ma Vivianne gli aveva appena salvato la vita.
Perché doveva essere lei a salvare lui? Non potevano essere come Lucie e Daniel, in cui è il ragazzo a salvare la ragazza? Era piuttosto maschilista, pensò.
-Prego.- gli disse la francese accennando un inchino. –Non c’è di che.
Ansimava, e Sean dovette imporsi di non concentrarsi sulle labbra schiuse di lei, gonfie e secche.
-Grazie.- rispose lui, leggermente stizzito.
-Si può sapere cos’hai con me?- chiese Vivianne.

Alex varcò il portale con molta energia, troppa. Finì in braccio ad Alec Lightwood, mentre il corpo di Steve rotolava a terra.
-Per l’Angelo, Alexandra! Cosa è successo?- urlò Isabelle, che stava seduta accanto al fratello.
Alex cercò di parlare senza far sgorgare una lacrima né lasciare che il peso sul suo petto prendesse il sopravvento, soffocandola.
-Il demone lo ha sbattuto a terra. Ha battuto la testa. Violentemente.
Un’onda di terrore attraversò gli occhi azzurri di Alec, poi si ricompose.
-Isabelle!- chiamò. –Vai a chiamare Magnus. Jem è fuori con Tessa. Io mando un messaggio di fuoco ad Enoch.

-Non ho alcun problema con te, tesoro.- commentò Sean. –Che hai, manie di protagonismo?
-Ma ti vuoi calmare?- sbraitò Vivianne. –Ti ho appena salvato la vita!
-So salvarmela da solo, la vita.- sputò acido il ragazzo.
-Sean!- richiamò Lucie. –Calmati.
Il ragazzo si passò la mano tra i capelli castani, sospirando.
Guardò Daniel, sperando che per una volta fosse lui a tirarlo fuori da situazioni imbarazzanti e non il contrario.
-Beh, ragazzi. Io direi che dobbiamo restare qui a controllare. Potrebbero arrivare degli automi.- disse infine, con gran sollievo di Sean.
-Daniel, no. Siamo tutti esausti, battere questi demoni è stato fin troppo stancante. Sono diversi dai soliti. Dobbiamo prima capire cosa sta succedendo. Perché i demoni sono così potenti. Dobbiamo allenarci di più.- disse saggiamente Vivianne.
-Senti, Vivianne o come ti chiami. Stai parlando con uno dei più promettenti Cacciatori di tutta Idris. Io non sono stanco, né chiamo adulti in aiuto.- ribatté il ragazzo, con una frecciatina a Lucie.
-Basta che sei convinto, Dan.- lo canzonò quest’ultima. –Sean è stremato, inutile che lo neghi. Vivianne anche, guardala: è bianca come uno straccio. E io ho fisicamente bisogno di sapere come sta mio fratello. Non fare l’egoista e torna a casa con noi.
Sean si accorse, con estrema tenerezza, che Lucie era stata sia severa sia supplicante.




Hello Everyone!
Eccomi quii scusate se vi ho fatto attendere, ma mi sono operata al ginocchio e non ho potuto scrivere.
Finalmente almeno ora il mio legamento è a posto.
Voi come state?
Questo capitolo è moooolto lungo e, per chi shippasse Lucie e Daniel (trovatemi una ship, aiuto.) vi dico che il prossimo capitolo vi farà impazzire.
Vivianne come vi sembra? Un po' misteriosa eh? Con il tempo la conosceremo, però, dai.
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itsloouis_
   
 
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