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Autore: _Spellcaster    05/09/2014    4 recensioni
"Dylan... non hai portato un cane a casa, vero?" sussurrò Mark appoggiandosi alla porta. "What are you saying!? Ovvio che no!" urlò l'altro in risposta.
Mark sentì la serratura della porta aprirsi e non aspettò un secondo in più per precipitarsi dentro. Fece scivolare la tracolla a terra, perché quella che aveva di fronte non era casa sua. Non poteva essere casa sua.

{MarkDylan nonsense perché sì. E sensei, ce l'ho fatta~!}
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dylan Keith, Mark Kruger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MarkDylan
Who let the dogs out?
- Woof, wof wof wof! ♪




Pioveva tantissimo, tanto che pensò di non aver mai visto tanta acqua cadere dal cielo. Nemmeno Noè, probabilmente.
Era fermo sotto il tendone di una panetteria da circa dieci minuti, aspettando che il cielo si rischiarasse almeno un po'. L'ultima cosa che voleva era prendersi una bronchite. Si era dimenticato di portarsi l'ombrello -in realtà il meteo non aveva assolutamente parlato di pioggia, quindi manco era sua la colpa- e Dylan l'aveva snobbato con un 'sorry, Mark, non posso assolutamente venire a portarti l'ombrello', riattaccando subito dopo. Era rimasto un attimo spiazzato: Dylan che gli diceva di no era, insomma, insolito.
Era completamente bagnato, la felpa fradicia gli appesantiva il corpo e i jeans gli si erano incollati alle gambe, cosa che gli faceva avvertire ancora di più il freddo di quella giornata. Fredda in tutti i sensi, in effetti.
Quando era andato a svegliare, quella mattina, Dylan, Ichinose e Domon per andare a scuola, il primo di questi gli aveva detto di non sentirsi troppo bene e di conseguenza -dopo triliardi di tentativi di tirarlo giù da letto-, Mark gli aveva concesso un giorno di assenza. Era andato a scuola con Ichinose e Domon, e con loro aveva ascoltato la lezione.
Ma, più di qualsiasi altra cosa, Mark aveva irrimediabilmente notato l'assenza di Dylan. Nessuno che urlasse il suo nome come un forsennato, nessuno che gli si attaccasse addosso, nessuno che gli lanciasse le palline di carta durante la lezione, nessuno che gli facesse disegnini stupidi sui quaderni.
Insomma, una giornata tranquilla. Troppo tranquilla. L'avrebbe definita noiosa. Odiava ammetterlo, ma Dylan gli era mancato. Da morire. Il cielo aveva intanto smesso di far imprecare le madri che avevano steso la biancheria, e Mark ne approfittò per correre verso casa.
Non era lontano l'appartamento in cui vivevano tutti e quattro e l'affitto era ragionevole, visto che ognuno ne pagava un quarto. Era abbastanza accogliente, al secondo piano di una palazzina e di circa settanta metri quadri.
Mark bussò al citofono, da cui non proveniva alcuna voce, nessun suono. Nulla. Bussò ancora e ancora, ma Dylan non rispondeva, il che lo fece preoccupare. Chiese quindi alla loro vicina, una donna sulla sessantina, di aprirgli il cancello. Salì le scale di corsa, arrivando sulla soglia della porte con il fiatone. Poco gli mancava che morisse di asfissia, inoltre. Cominciò a premere insistentemente il campanello e non fu poco sorpreso di sentire la voce pimpante di Dylan -che gli era mancata, nonostante non l'avesse sentita per solo cinque ore.
"Ehi aspetta-- no basta, smettila con quella lingua! Stop it!" urlava il ragazzo nell'appartamento. Superfluo dire che Mark sentì l'istinto di buttare giù la porta -ma chi gliel'avrebbe ripagata al padrone di casa?
"Dylan! Open this fucking door!" rispose Mark, ancora impalato sullo zerbino. "Wait a second!
La perplessità di Mark toccò le stelle quando, affianco alla voce di Dylan, avvertì strani ululati misti ad abbaii. E quindi fece due più due.
"Dylan... non hai portato un cane a casa, vero?" sussurrò Mark appoggiandosi alla porta.
"What are you saying!? Ovvio che no!" urlò l'altro in risposta.
Mark sentì la serratura della porta aprirsi e non aspettò un secondo in più per precipitarsi dentro. Fece scivolare la tracolla a terra, perché quella che aveva di fronte non era casa sua. Non poteva essere casa sua. C'erano i cuscini sparsi a terra, smembrati per metà dei batuffoli morbidi di cui sono pieni, tappeti graffiati e croccantini ovunque. Perché quell'essere peloso, marrone e nero attaccatosi alle gambe di Dylan sembrava effettivamente un cane.
"Okay, sì, è un cane. Mark, please, let me explain--" cercò di dire il biondino.
"Dylan, no. Absolutely not" rispose secco l'altro.
Dylan gli si attaccò al collo come solo una piovra o una cozza sanno fare e strusciò il viso sul suo petto, cercando di persuaderlo. Non era in grado di prendersi cura di se stesso, come poteva prendersi cura di un cane? "Dylan, hai buttato il pesce rosso di Domon nel lavandino cercando di cambiargli l'acqua" gli disse. "Ma il cane non corre nessun pericolo di finire nel lavandino! ...giusto?"
Mark lo ignorò, mentre la vena sulla sua tempia diveniva più grossa e pulsava sempre di più. Alzò uno ad uno i cuscini -o quello che ne era rimasto- e si sedette sul divano, con lo sguardo fisso su Dylan, senza proferire parola.
"Maaaark, era solo e abbandonato sotto la pioggia! Era soloooo!" balbettò mentre accarezzava possessivamente il cane come fosse il suo tesoro personale. Mark si spalmò la mano sulla fronte: sembrava davvero voler tenere il cane.
"Prometti ti portarlo a spasso ogni giorno, di riempirgli le scodelle e di giocare con lui?" chiese lo sventurato, a cui quasi sicuramente sarebbe stato snobbato il cane. Dylan gli si sedette accanto, mentre la palla di pelo sulle sue ginocchia scodinzolava vispa.
"I promise! Saremo una grande famiglia!" urlò estasiato, scoccandogli un veloce bacio sulle labbra. Avvicinò il suo viso al muso del cucciolo, gli accarezzò la testa e indicò Mark. "Saluta la mamma, Baloo!" gli disse.
E l'ultima cosa che riuscì a vedere prima di ritrovarsi un cuscino in faccia furono le gote di Mark simili a due mele.





{Angolino molto paua. (?)
Sto scrivendo tantissimo ultimamente. Cioè, non è possibile. Ma proprio no. Che cosa mi succede. Vabbbbbe. Allora, questa fic è nata molto random -e perchè spaccio MarkDylan come fosse droga pesante- e io e la grandissima mia sensei, ovvero happley, ci siamo scambiate i pairing. Io amo le sue MarkDylan, a lei è piaciuta la mia MarcoGianluca (come sia possibile io NON LO SO) e quindi SCAMBIO PAUA tu tu tu tu tu tu tu tuuuu  *musichetta pokemon random*.
Tra l'altro sono le mie otp supreme di IE quindi tipo luce divina come sfondo ogni volta che leggo MarcoGianluca o MarkDylan COZZE comunque sensei le guance come mele io tipo ho pensato a te. Quest'angolino non ha molto senso mmmmh e anche la grammatica e la punteggiatura but ok vabbe vado che se no sclero di brutto.
Ah, inizialmente stava venendo una cosa angst fino alla morte perché ascoltavo Illusion dei VNV Nation e Un clown che piange di Pierdavide Carone, ma visto che non posso scrivere angst perché piango da sola e mi rattrista, ho messo smooooch. Poi mi è partita Who let the dogs out, just in case u were wonderin'.
Bacionionioni, banane e Catulli,
_Spellcaster
  
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