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Autore: Follow The Sun    06/09/2014    1 recensioni
Praticamente una storia in cui non accade nulla di speciale, ma pur sempre frutto della mia immaginazione.
[DISPERATO BISOGNO DI CORREZIONE]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One direction and two possibilities. 
Capitolo 16.


Harry's pov.

Non sapevo cosa le fosse preso.
Cioè, non avevo detto niente di male, avevo solo detto ciò che, con gli anni, avevo cercato di dirle attraverso i gesti, d'altra parte, mica un gesto vale più di mille parole?
Ma forse ero andato un po' troppo oltre, forse ero stato troppo "invadente", o forse, me n'ero approfittato della situazione per farla sentire in imbarazzo dopo anni che mi veniva dietro.
Forse il mio intento era solo quello di farle capire che per lei non c'erano speranze.
Certo, avrei potuto essere più cordiale, ma...fanculo, cordiale un cazzo.
Sinceramente, mi ero rotto sul serio di stare a dietro a quella ragazza, fare come se non mi accorgessi di niente, lasciarla fare ogni volta, come quella volta che la vidi, in occhiali da sole -dietro ad un albero- a fotografarmi.
Certo, come se non ti vede nessuno!
Dava davvero sui nervi quando usava la sua "tattica personale del mimetizzarsi" o come la chiamavano Sophie e Carol.

Lei era sempre stata abituata -insieme a quella svitata di mia sorella- a vivere la vita come nei troppo film d'amore che guardavano a casa nostra.
Secondo me, quella ragazza, si faceva troppi filmini mentali sulla nostra relazione che non è mai esistita, non esiste, e mai esisterà.

Perché diciamocelo, la vita non è un film.

Spesso notavo la sua faccia, mentre parlavo con una ragazza che non fosse Sophie.
La vedevo tramutarsi in fiamme, davvero, sembrava che i suoi capelli prendessero vita, un po' una medusa ambulante, no, sul serio, era una cosa esilarante...a volte.
La sua faccia era la stessa di Niall quando gli si ruba il cibo, o meglio, il suo cibo.
Però era lo stesso -quasi- esilarante.

I miei pensieri furono risvegliati da uno strano rumore provenire da una delle stanze accanto, non l'avrei mai detto, ma la casa di Carol era davvero enorme.
Beh, in effetti gli Smith avevano una certa popolarità.
Il padre, appunto, era un dottore, la madre avvocato, per non parlare di familiari ecc. ecc.

Ma ritornando allo strano rumore, sembrava quasi un grugnito.

Gli Smith avevano dei maiali in casa?
Impossibile.

Solo poco dopo mi resi conto che Sophia, rideva come se dovesse richiamare un suino in calore.
E oltre al fatto della ricchezza, gli Smith erano popolari per le loro "stranezze", appunto.

Tanto per rendercene conto, avevano una figlia stalker, e un'altra scrofa, quindi erano a posto.
Meno male che non conoscevo pure i genitori.

No, non sono cattivo.
Semplicemente vedo la realtà da un punto di vista un po' diverso, il mio punto di vista.

Uscii da quella che doveva essere la stanza di Carol, per poi sbirciare da una fessura della porta della stanza di Sophia, su cui, c'era scritto, in caratteri cubitali "Sophia".

No, non si era capito che era camera sua.

Notai che anche Liam era in quella stanza.
Liam?
No, aspetta.
Liam?!

Avrei dovuto aspettarmelo, quello lì sembrava completamente cotto di lei, la sera prima.

La guardava come una bambina vede un Unicorno travestito da panda correre sopra ad un arcobaleno urlando:"le tartarughe ninja esistono!"
Oh, beh, come se esistessero anche gli unicorni.

Beh, diciamo che lo sguardo di Liam nell'osservare quella ragazza sembrava più quello di un maniaco, ma erano solo dettagli.

Sentii Liam farfugliare parole idiote miste a frasi totalmente senza senso, ed a tutto ciò, la ragazza, rotolava dal ridere.
Sul serio!

Diceva cose tipo:"i Timoti (se ho sentito bene, anche se non ho capito bene cosa fossero) conquisteranno il mondo insieme ai castori che finalmente avranno accesso ai bagni pubblici".

Totalmente senza senso.

E quell'altra, grugniva dal ridere, tenendosi la pancia, non sopportando più il peso di una semplice risata.

Scossi la testa osservando per l'ultima volta Sophia rotolare giù dal suo letto, sussurrare "Liam, sei un mito" e ridere facendo aderire in pieno il suo volto e il pavimento formando quasi una cosa sola.

Notando che le tapparelle in salotto -che si trovava al piano inferiore- erano aperte, mi venne in mente l'idea che forse, molto probabilmente, Carol era scesa a fare colazione, o pranzo, avevo perso la cognizione del tempo.

Forse però non era una buona idea girare per la casa di qualcun altro, in mutande.
Ma come siamo intelligenti Styles, i miei assoluti complimenti!

Non curante di tutto il resto, mi rinchiusi nella stanza di Carol, si sentiva ancora l'odore di vernice, probabilmente avevano appena verniciato la stanza.

Comunque, aprii il cassetto in cui avevo lanciato la sera prima i miei boxer.
Era pieno di intimo per ragazze, beh, che mi aspettavo?
Ne estrassi un paio di miei boxer, ma l'occhio mi scappò subito su un particolare. 
Le mutande, o meglio, le sue mutande, sparse per il cassetto, avevano tutte motivi fantasiosi, come unicorni, se non panda, o pinguini, alcune erano solo rosa, o magari azzurre, trovai anche delle mutande rosa con del pizzo, beh, quelle erano accattivanti!

Ma sapevo benissimo che Carol non era tipo da pizzo o cose simili, quindi mi rassegnai al fatto che non l'avrei mai potuta vedere in quel meraviglioso pezzo d'abbigliamento che, probabilmente, l'avrebbe resa più interessante ai miei occhi.

Mi infilai i boxer, un paio di pantaloni grigi della tuta, e una canottiera bianca.
Avrei poltrito tutto il giorno, ne ero certo.

Però, a ripensarci, sarei pure dovuto andare a trovare Sophie.
No.
Sophie sarebbe tornata il giorno stesso.
E sarebbe venuta anche lei in casa Smith.

Per me, stava per cominciare l'inferno.


Sophie's pov.

Finalmente.
Finalmente sarei potuta uscire da quell'inferno chiamato ospedale.
Niall, a differenza mia, doveva restare altri due giorni, in effetti mi dispiaceva un pochino, ma era per il suo bene.

-hai preso tutto?- chiese Louis prendendo in spalla il mio borsone.
-penso di sì, il cellulare ce l'ho, i vestiti sono dentro, sì, ho tutto- dissi aggrottando la fronte.

Non mi aveva ancora presentato quella ragazza dai capelli marroni.
Sinceramente non sapevo di che colore avesse gli occhi, semplicemente non m'interessava.
La cosa che mi preoccupava al momento, era Niall.
Chissà cosa avrebbe fatto un quei due giorni, senza di me.

Ricordi di qualche giorno prima si fecero largo nella mia mente.


Flashback.


Vidi un uomo tutto vestito di nero, aveva un passamontagna che gli copriva tutto il volto, aveva un coltellino in una mano, e un sacco nero nell'altra.

Indietreggiai scontrandomi con il petto di Niall, che era ancora più agitato.

Mi strinsi a lui il più possibile.

-prima di rischiare- sospirò -voglio fare una cosa- finì la frase prendendomi il volto fra le mani.
-no, Niall, non devi uscire da qui- ribattei io mettendo le mani sul suo petto caldo.

Prima che potessi dire altro, lui poggiò le sue labbra sulle mie.

"Quando le sue labbra socchiuse hanno incontrato le mie ho cominciato a sentirmi senza fiato in un mondo nuovo e affascinante."

Ed ecco che cielo e terra si scontrano, il Sole e la Luna, il caldo e il freddo, l'inverno e l'estate, il giorno e la notte, io e lui, noi.

Non avevo mai baciato un ragazzo, lo ammetto, penso che quello sia stato il mio primo bacio. Un bacio rovinato dalla situazione al di fuori di quello stanzino buio.

Il bacio, poi, divenne più, ehm, passionale, diciamo che lui si ritrovò a esplorare la mia bocca, e io la sua.
Per un momento era come se tutto intorno a noi fosse scomparso, come se lo sgabuzzino non esistesse, come se noi due fossimo dispersi nell'infinito dell'universo.

Poco dopo, però, il bacio finì, purtroppo, e mi toccò ritornare alla dura realtà dei fatti.


Fine Flashback.


Arrossii al ricordo delle morbide labbra di Niall sulle mie.
Non pensavo neanche che quello sia stato un bel bacio.
Cioè, non avevo mai baciato nessuno -con la lingua- ed era completamente una cosa nuova, pur essendo stata una ragazza di sedici anni.

-allora, andiamo?- Louis mi risvegliò dai miei vecchi e piacevoli ricordi.
-certo- risposi aggrappandomi alle stampelle, le quali sapevo che mi avrebbero accompagnata per almeno uno o due mesi.


Carol's pov.

No. No. No.

Non potevo ingozzarmi di Nutella.
Certo, il suo inebriante sapore era la fine del mondo, ma forse non era la cosa giusta da fare.
Dai, solo un altro cucchiaio.

Roteai gli occhi assaporando il sapore di uno dei miei cibi preferiti.

Posai il cucchiaio sul piano del lavandino, osservai il barattolo mezzo vuoto e lo chiusi.
Lo riposi in un armadietto sopra al piano cottura e sospirai.

Ancora una volta, la Nutella mi aveva consolata a modo suo.

Se solo in quel momento avrei potuto vedere la mia faccia, probabilmente si direbbe che non dormivo da giorni, ma no, quella era la mia faccia triste, delusa, spenta.
Ma non era una di quelle facce che facevo ogni volta che fallivo nel confessarmi a Harry, quella volta, era peggio, senza dire nulla, lui, mi aveva rifiutata.

Carta, vetro o umido?
Direi direttamente alla discarica.


Non so, ma sentivo che forse, una piccola possibilità, me l'avrebbe data.
Ma niente.

Non lo credevo così idiota, codardo e stronzo.
Sì, stronzo era la parola giusta.

In quel momento nessuno poteva vedere la tristezza nei miei occhi, nessuno poteva sentire il mio cuore calpestare i suoi stessi cocci sparsi ovunque, destinati a starsene lì per sempre, fin quando, qualcuno di tanto gentile, non si sarebbe deciso di raccoglierli e rimetterli al loro posto.
Ma io, volevo che quella persona fosse stata Harry, Harry Styles.

-Carol!- sentii una voce familiare avvicinarsi a me.

Mi girai lentamente verso la persona interessata, facendo strusciare rumorosamente le ciabatte a terra.

-oh cielo- mormorò Sophie mettendosi una mano davanti alla bocca.
La sua espressione era un misto di confusione e preoccupazione.
Si avvicinò a me, lentamente, con quelle due stampelle a reggerla.
-fammi indovinare- iniziò il discorso che non avrei voluto affrontare -una certa persona ha spezzato il cuore alla mia migliore amica- finì storcendo le labbra.
Annuii e, penzolante, mi avviai in camera mia, dove, probabilmente avrei trovato il riccio a farsi i cazzi suoi.

La piccola grande Carol stava diventando cattiva.

Ancora in asciugamano, mi diressi in camera di Sophia, stranamente vuota, ma piena di cianfrusaglie e roba da mangiare.
Aprii il suo cassetto dell'intimo e ne tirai fuori delle semplici mutande bianche accompagnate da un semplicissimo reggiseno bianco.
Viva il bianco!
Presi anche un suo vecchio vestito che teneva nell'armadio da non so quanto tempo.
In verità non era un vestito, era una maglietta, ma era talmente tanto lunga, che tutti l'avrebbero scambiata per un vestito un po' corto.
Era senza maniche, nero, ed arrivava a metà coscia.
Ed al centro aveva un panda.
Beh, ovvio, se no non lo avrei messo.

Andai in camera mia, ma, fortunatamente era vuota.
Finsi un balletto liberatorio dalla felicità di non dover condividere la mia stazza ancora per altro tempo, infatti, la camera degli ospiti, ormai pronta, era destinata a Sophie e Harry che avrebbero dormito insieme.

Il mio bellissimo balletto durò alcuni secondi, prima che sentii delle voci provenire dalla terrazza.
Aprii la finestra della mia stanza, guardai in alto, e notai Payne, Tomlinson e Styles parlare tutti insieme appassionatamente.
Era strano chiamarli per cognome?

-senti Tommo, mica conosci qualche buon terapista?- chiese Harry dando una gomitata al braccio dell'altro.
-perché?- chiese divertito Louis.
-perché Carol ne ha veramente bisogno amico!- rispose con tono divertito la persona che avrei mandato a fanculo a momenti.

Ne avevo abbastanza, non sopportavo quella situazione.
Fanculo Harry e faculo i suoi amichetti del cavolo.
Chiusi la finestra facendo in modo che mi sentissero anche in Burundi e corsi di sotto, preparando la tavola per me, Sophia e Sophie, fanculo gli altri.

Ovviamente in freezer c'era della pizza surgelata, come sarei potuta sopravvivere se no?
E anche se avessi preparato per Harry, non gli avrei dato una pizza qualsiasi, ma una pizza con elementi tossici.
Oh, sì, tanta cattiveria.

Per fortuna, non avrei fatto una brutta figura con Liam, dato che nel giro di dieci minuti da quando ero i cucina, lo vidi uscire di corsa urlando un "salutami Sophia, io vado a casa".

Passai il mio prezioso tempo a pensare ad un piano malvagio per vendicarmi su Harry, ma l'unica idea fu quella di rovesciargli un secchio di mozzarelle in testa, e ciò non aveva senso.

-è pronto- urlai in modo poco allegro.

Vidi una mandria correre giù per le scale, gli ultimi ovviamente erano Sophie e Louis, e quest'ultimo doveva aiutare lei a scendere le scale, date le sue pessime condizioni.

-grazie mille, io allora vado, El mi aspetta in macchina- disse Louis salutando tutti con un cenno della mano.
El?
Eleanor?
Sì, ne avevo sentito parlare.

Ricambiai il gesto e mi sedetti a capotavola.
Sophia si mise seduta alla mia destra, e poi, feci cenno a So di sedersi alla mia sinistra.

-aspetta, uno, due, tre..- Harry si mise a contare i piatti di pizza presenti sul tavolo.
-sai, pensavo avessi detto che ti piacessero i cioccolatini, ne avevo vista una scatola sotto casa tua, perché non ci vai?- domandai dopo aver fatto un respiro profondo.
In fondo, non si può passare da un momento in cui fai fatica a dirgli "ciao" a un altro in cui gli confidi la tua vita, quindi, dovevo prepararmi psicologicamente a dire una frase di senso compiuto al diretto interessato.
Lui scosse la testa confuso per poi aprire leggermente la testa, pronto a dire qualcosa, ma che non disse.
Chissà cosa avrebbe voluto dire.

-beh, allora me ne vado nella stanza degli ospiti- disse lui stringendosi nelle spalle.

Non era da me fare cose simili, ma era pur sempre meglio del secchio di mozzarelle.


Harry's pov.

Forse voleva davvero farmela pagare.
Ma diamine, era davvero una ragazza particolare.
Se solo mia madre e Robert non fossero ancora in quella stupida casa in montagna a sistemare tutto ciò che aveva causato quello spiacevole incidente, io sarei stato a casa mia, nella mia stanza, comodo nel mio letto, e non in una stanza dipinta di blu, con al suo interno un armadio, un letto matrimoniale e una scrivania.

D'altra parte però, era stata una bambina a comportarsi così.
Se non mi piaceva non mi piaceva, punto.
Non si può costringere una persona a farsi piacere, per niente.
Ma lei non sembrava che la pensasse al mio modo.

Mi distesi sul letto, e rimasi in quella posizione tutto il pomeriggio, a pensare, andare su Twitter, e a guardare fuori dalla finestra.

Ormai il cielo di Londra si stava dipingendo di un rosa-arancione, ed era piacevole osservarlo semplicemente girando la testa, in effetti, quello era il posto ideale per ammirare il tramonto.

Per cena, avevo deciso, avrei preso qualcosa dal frigo, niente e nessuno mi avrebbe fermato.

Scesi in salotto e vidi Carol accudire Sophie come se fosse un cagnolino, Sophia fare dei disegni sulle fasciature di quest'ultima e la televisione presentare un programma su Real Time di nome:"Il Boss delle Torte".
Un altro stupido programma per donne in menopausa.

Feci come se non ci fosse nessuno e mi precipitai in cucina, presi un biscotto da uno dei barattoli sul piano cottura e aprii il frigo.
La prima cosa che notai, fu un piccolo vassoi con del sushi.
Adoravo il sushi.

Guardai a destra, successivamente a sinistra, presi il piatto con il mio cibo, e sgattaiolai al piano di sopra, dove lo avrei consumato.

Non sapevo quanto tempo avrei passato in quella camera, ma era rilassante.


Carol's pov.

-ti prego dormi con me- mi supplicò Sophie con una faccia da cane bastonato.
-ma il mio letto non è abbastanza- le ripetei alzando gli occhi al cielo e ricordandomi della notte precedente passata con il petto di Harry attaccato alla mia schiena.
Arrossii di colpo e lei sembrò accorgersene.

-hai appena pensato a Harry- disse lei battendo le mani.
-oh, smettila, tanto ormai tutti sanno che mi piace- dissi storcendo le labbra.
-dormiremo nella stanza degli ospiti, ed Harry si prende la tua stanza- disse lei muovendo la testa come se stesse dicendo la cosa più intelligente del mondo.
Scossi il capo alla sua affermazione per poi mormorare un "e va bene".

Mi ricordai delle numerose scritte sulle pareti di camera mia, se Harry avesse dormito lì dentro, le avrebbe lette, e poi, vedi i sensi di colpa che gli sarebbero saliti.
Ero un genio.

-è evidente, è evidente, è evidente- dissi picchiettando la mia coscia.
-cosa è evidente?- chiese So abbastanza scossa dalle mie affermazioni.
-che è evidente- le risposi.
Un secondo dopo, mi alzai dal divano e scrutai il corridoio, bene, via libera.

Percorsi il corridoio a passo felpato, cioè lo stesso di un elefante che cerca di di ballare il valzer, e che grazia!

-aspettami nella camera!- sentii dire da Sophie.

Non risposi, pensavo fosse un ordine.

Entrai in camera mia, l'orologio sulla parete dava già le undici, si era fatto tardi, ed io ero più stanca del solito.

Le scritte erano ben visibili sui muri.

"Alone"

"Odio l'idea che qualcun'altra possa averti"

"Penso che mi mancherai per sempre. Come alle stelle manca il Sole nel cielo del mattino"


E l'ultima.

"Un applauso a queste principesse che si addormentano piangendo e si svegliano come se non fosse successo niente"

Beh, lo avrei steso, o almeno, ci speravo.

Uscii dalla mia stanza e mi avviai verso la stanza degli ospiti.
Esitai un po' prima di appoggiare la mia mano sul pomello di essa.
Però alla fine lo feci.
E dentro alla stanza non c'era nessuno.

Sospirai dal sollievo, volevo mettermi a ballare un'altra danza, ma avevo il terrore che Lui sarebbe entrato e perciò pensai che sarebbe stato meglio non fare nulla.


Stanca, distrutta, vedendo che Sophie non si decideva ad arrivare, mi sdraiai nel letto e mi coprii con una coperta.
Buona notte mondo.

Ma ovviamente non potevo stare serena neanche a letto.
Sentii la porta aprirsi, all'inizio pensai fosse Sophie, però, poi, sentii il classico odore di deodorante maschile che tanto mi faceva avvampare e stetti zitta.

"Ma sì, fingiamo di dormire, tanto c'è la luce spenta e non si vede niente."

Fu il mio primo pensiero.

Sentii due braccia cingermi i fianchi, Dio, non stava succedendo davvero?

-mi sei mancata sorellina- disse lui.

Ah, ecco.
Qualcosa non tornava.





Salve!
Allora, mi scuso a tutti i Nophie o Siall shipper(non ricordo come li avevamo chiamati) se questo capitolo non li coinvolge molto, e mi scuso anche con  le Eleounor :|
In questo super capitolo -più lungo del solito- si parla per lo più di Carol e Harry... Come li shippiamo? No, aspetta, loro sono i Carry! Me ne stavo dimenticando :/

Comunque, sono l'unica che si mette a scrivere all'una di notte?
Boh, ditemi voi, io ho più ispirazione.

Vorrei innanzitutto ringraziare tutte le persone che seguono sempre la mia storia, e volevo anche dirvi che vi voglio tanto tanto bene, e spesso, con le vostre recensioni, mi fate ridere.
Davvero, davvero, grazie mille.

Detto ciò, vi chiedo solo, per il prossimo capitolo, almeno due recensioni :3 dai, solo due, non vi costa nulla.

Bene, io vado, statemi bene ;)

-ValeLoka00
P.s.: mi scuso sermone per eventuali errori, ma spesso, non rileggo, quindi ditemi pure se ci sono imprecisioni che correggo subito ;)
  
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