Capitolo 3 – Che senso ha fare questo al proprio migliore amico?

“Quanto tempo è passato?”

“Circa tre ore...”

“Cazzo...mi fa male la gola...ho sete...voglio la cioccolata...”

“Se ti metti a piangere fai peggio”

“Io non sto piangendo! Stai zitto!”

“Uff...Mello...non sei stanco di dire sempre le solite cose?”

“E tu non sei stanco di esistere? Se vuoi ti do una mano a porre rimedio alla situazione...”

“Non sono io quello che si sta lamentando”

“Non sono io quello che morirà se non sta zitto...”

“Ancora le solite minacce? Stai diventando noioso e... patetico.”

“Cosa? COSA?! A chi hai dato del patetico brutta ame...”

“Ameba informe.... si si Mello, ok, ameba informe, microbo, latticino, mozzarella... ma ti rendi conto che in tutti questi anni non hai trovato niente di meglio per offendermi?”

“Mi stai prendendo per il culo? E poi da quando è che hai imparato a parlare?”

“E tu quando la smetterai di farlo?”

“Mi stai dicendo che devo stare zitto?”

“In un certo senso... si.”

“Tu stai dicendo a me di stare zitto?”

“Non mi sembra che ci sia altra gente qui dentro, e Matt è così concentrato sul suo giochino che non sentirebbe neanche una mandria di bufali passargli a dieci centimetri dal naso.”

“Tu non puoi dirmi di stare zitto...non ti devi permettere...non lo devi nemmeno sognare!”

“Ok, allora continua a parlare, continua a farti seccare la bocca e la gola e a sprecare energie, poi però fammi la cortesia di non metterti a supplicare quel pazzo lì fuori di farti uscire, perchè toccheresti proprio il fondo...”

“Ma sentilo! Sentilo! Non ti permettere di dare del pazzo a Matt altrimenti...”

“E tu quello lo chiami normale? E poi...altrimenti cosa?”

“Matt è normalissimo! Non lo offendere!”

“Se fosse normale noi non saremmo rinchiusi qui dentro.”

“No Near, è diverso, se tu non esistessi non saremmo qui dentro! E invece tu esisti, e sei l'esistenza più indesiderata dell'universo!”

“Questo lo pensi te e forse il tuo amico psicopatico qui fuori, ma le statistiche parlano in modo chiaro!”

“Le statistiche non parlano Near! Ma forse tu, che vivi nel tuo mondo di pupazzi e robottini, non te ne rendi conto che le cose inanimate non parlano!”

“In questo momento lo rimpiango veramente tanto il loro silenzio...”

“Ricominci?”

“Io non ho mai cominciato Mello, sei tu quello frustrato, non io!”

“Tu...maledet....”

“Dopo tre ore ancora non vi siete appacificati?”

“Cortesemente Matt, vorresti tirarci fuori?”

“Dovresti seguire il consiglio di Mello, Near: stai zitto.”

“Diglielo Matt! Diglielo!”

“Stai zitto anche tu, Mel.”

“Ma come...”

“E tu che ti ostinavi a difenderlo.”

“E' il mio migliore amico! E' ovvio che io lo difenda!”

“Il tuo migliore amico ti ha rinchiuso qui dentro col tuo peggior nemico.”

“No, il suo migliore amico là rinchiuso lì dentro con la sua ossessione, altro che peggior nemico! Tu non lo senti quando parte a parlare di te! E' tutto un continuo! E Near di qua...e Near di là...e Near su....e basta!”

“M...Matt...?...”

“Che bell'amico che hai Mello, proprio fedele...”

“Near! Almeno lui, un amico ce l'ha”

“Meglio non averne di amici se quelli che hai ti rinchiudono negli sgabuzzini per ore, senza acqua né cibo: permettimi di dirti Matt che più che da amico ti stai comportando da bambino.”

“Ah, stai zitto moscerino, sei noioso”

“Matt...Matt...fammi uscire...ho sete...ti prego”

“Non cominciare a supplicare Mello, per favore evita di metterti in ridicolo”

“Mel, scusami, scusami, scusami, ma non ti farò uscire: mi dispiace, sei il mio migliore amico, ti voglio bene, ma non ti sopporto più! Cerca di capirmi...”

“Matty....Matty...”

“Matt per favore apri questa porta, Mello sta sdraiato in terra, striscia come un verme, è pietoso!”

“Non mi importa! Anzi sapete cosa vi dico? Mi sono rotto anche di ascoltarvi! Io vado a cena, bye bye!”

“No...Matt...Matt...”

“Credo che se ne sia veramente andato.”

“Perchè...perchè fa così? Non ha appena detto che sono il suo migliore amico? Che senso ha fare questo al proprio migliore amico?”

“Bhè, penso che sia la stessa domanda che Matt si sta ponendo da molti anni ormai...”