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Autore: tini fray    06/09/2014    7 recensioni
TRATTO DAL 18esimo CAPITOLO
"Alec sorrise in modo beffardo e lo stregone non riuscì a ribattere quando si avvicinò lentamente fronteggiandolo.
Il cervello di Magnus aveva staccato la spina ed era andato alle Hawaii con un volo diretto da Idris.
Alec non sembrava... Alec."
Ambientato alla fine di COLS.
E se nuove persone entrassero a fare parte della vita del cacciatore moro e Magnus, geloso più che mai, non fosse più così sicuro della sua decisione?
Malec/Clace/Sizzy
SPOILER DI TMI E DI TID
*FANFICTION IN REVISIONE DAL PRIMO CAPITOLO*
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Buio, un buio immenso, infinito, qualcosa di indescrivibile, ciò che era tutto eppure era niente, era questo che vedeva Alec.
Almeno gli sembrava di vedere.
"Ma non vedo" pensò, rendendosi conto di non avere nessun corpo, nessun viso, alcun occhio.
"Quindi non penso"
Il nero si fece più scuro, di una sfumatura che, in natura e in vita, non aveva mai visto.
Poi, d'improvviso, una luce lo avvolse, e si accorse di avere corpo, testa ed occhi.
Ma prima di riuscire ad aprire questi ultimi, una runa comparve nella sua mente, come marchiata a fuoco, quella runa.
La stessa runa che aveva visto la notte che avevano dormito nella foresta di Brocelind.
La runa che lo tormentava da tanto tempo.
Che, così come era apparsa, scomparve.






La prima cosa che vide, dopo la luce, fu il soffitto di una camera, anche se non si ricordava di essere entrato in alcuna stanza.
Sentiva la testa girare leggermente e un senso di confusione lo invase, mentre spostava lo sguardo dal soffitto al mobilio della camera.
Si guardò intorno e, quando vide un ragazzo, in piedi accanto al letto, sbarrò gli occhi per la sorpresa.
Si mise a sedere, i sensi all'erta, cercando di prendere una spada angelica che, come notò, non aveva con sé.
"Tranquillo, n-non ti farò del male" spiegò il ragazzo, alzando le mani di fronte a sé e allontanandosi leggermente dal letto per dimostrargli che diceva sul serio.
Aveva qualcosa di strano e al contempo familiare, o almeno fu questo, quello che pensò Alec.
Aveva i capelli di un biondo chiaro e la pelle di un bianco così bianco da fare invidia ad un vampiro.
Ma la cosa che colpì Alec furono gli occhi, quella sfumatura di celeste così strana, così.. Ghiaccio.
Gli sembrava di averla vista da qualche parte, era molto diversa dalla sua, era più chiara e trasparente.
Con un po’ d'impegno si riusciva quasi a leggere l'anima del proprietario.
Invece lo stregone, scrutandolo, pensò che avesse qualcosa di molto familiare, forse fin troppo.
Il biondo deglutì e guardò Alec, ripetendosi che poteva riuscire a mantenere la calma.
"Cosa ci fai qui?" chiese lo shadowhunter, alzandosi, e rendendosi conto di essere perfettamente in forze e in salute.
"Sono il sommo stregone di Vladivostok" spiegò lui "e credo che dovresti ringraziarmi, più che altro" disse, sorridendo, e cercando di utilizzare il suo solito atteggiamento spavaldo, anche se con quello shadowhunter gli veniva più innaturale che mai.
"Stupido" pensò "smettila, pensa a dargli spiegazioni e allontana gli altri pensieri"
Si accorse che il ragazzo lo stava fissando abbastanza intensamente.
"Bene, allora.. Io sono David Dolohov, stregone di Vladivostok".
Alec lo guardò ancora, ora quello stregone sconosciuto aveva almeno acquisito un nome.
David.
Ci pensò su.
No, il nome David decisamente non gli si addiceva.
Ma non seppe dire perché.
Eppure sembrava così giovane per essere il Sommo Stregone di Vladivostok.
Sembrava avere la sua età.
"L'apparenza inganna" disse all'improvviso David fissandolo attentamente.
Alec sbarrò gli occhi e arrossì notando che lo stregone l'aveva scoperto a fissarlo.
"Cosa??" Chiese Alec stupito.
Era una sua impressione o aveva dato voce ai suoi pensieri?
"Niente niente" disse subito David sviando con un gesto della mano.
David prese una sedia e si sedette di lato al letto.
Alec guardò l'armadio cercando di non fissare lo stregone.
Si creò un silenzio imbarazzante e Alec continuò a guardare l'armadio.
Cos'era successo? Si ricordava di Abbadon, di Magnus e un interrogativo gli si creò in mente.
Dov'erano? Perché c'era David con lui? Ascoltò bene ma non sentì nessun rumore o voce fuori dalla porta.
"Cos'è successo agli altri? Stanno bene? Izzy, Jace, Magnus?" Chiese spaventato Alec continuando però a guardare l'armadio.
Ma quando vide che lo stregone- no, okay, doveva imparare a chiamarlo David - David non rispondeva lo guardò e notò che lo stava fissando come ad imprimere a fuoco i suoi tratti somatici.
Alec si sentì avvampare sotto quelle strane e inaspettate attenzioni.
Ma David sembrava aver sentito perché, dopo qualche secondo, rispose.
"Stanno benissimo tranquillo, sono tutti nella Sala del Consiglio".
Alec ritornò a guardare l'armadio senza rispondere.
Aveva ancora qualcosa da chiedere, ma aveva paura di porre la domanda, non tanto per la risposta, ma per la reazione di David.
"Ti starai chiedendo come mai loro non sono qui" disse David continuando a fissarlo.
"In effetti sì.." Sussurrò Alec ancora stupito dall'empatia di quel ragazzo.
Evidentemente era capitato molte volte in situazioni del genere.
"Quando il demone ti ha colpito con i fasci ti ha trapassato e sei morto, io sono venuto qui dopo che ti hanno portato in camera e..." Alec lo fissò stupito "... E sono riuscito a risvegliarti" disse fissandosi le mani.
"Come?" Chiese Alec quasi immediatamente, curioso come sempre.
David lo fissò e sorrise tristemente.
"Questo è tutto quello che posso dirti, mi dispiace" disse sedendosi sul bordo della sedia.
Alec ritornò a guardare l'armadio che doveva essere diventato evidentemente molto interessante perché rimase a osservarlo per un po’.
Ad un certo punto sentì lo sguardo di David su di lui e si girò e lo guardò negli occhi celesti così tanto familiari ma al contempo sconosciuti.
"Perché mi stai fissando?" Chiese Alec arrossendo e cercando di non darlo a vedere.
"Perché sei bellissimo.." Disse David ma, pochi secondi dopo aver pronunciato quelle parole, arrossì furiosamente e schiuse le labbra.
Alec divenne simile ad un pomodoro in ebollizione e si stupì di non aver ancora bruciato le coperte come se fosse stato lui ad avere il fuoco angelico come Jace.







"Alec!" urlò Isabelle correndo incontro al fratello attraverso la Sala del Consiglio, ma sembrava così distante.
"Izzy!" Esclamò Alec spalancando le braccia per accogliere la sorella che appena lo raggiunse gli si buttò di sopra stritolandolo.
Per poco Alec non cadde a terra sotto il peso della ragazza, la strinse più forte che poté e Isabelle fece lo stesso come se pensasse che lasciandolo l'avrebbe perso per sempre.
"Alec..." Sussurrò sul suo collo reprimendo a forza le lacrime.
"LA PROSSIMA VOLTA CHE FINGI DI ESSERE MORTO TI AMMAZZO IO DIRETTAMENTE" esclamò Isabelle stritolandolo e lasciandolo quasi senza fiato.
Alec rise stringendola a sé e alzandola da terra.
Il Consiglio esplose in un coro di "Ooh" e "che dolci" ma ancora molte persone apparivano confuse e sconcertate, ma a Alec e Isabelle non importava.
Potevano litigare qualche volta, ma Alec c'era sempre per Isabelle come Isabelle c'era sempre per Alec.
A quel pensiero ad Alec si strinse il cuore.
Pensò a quanto poteva aver sofferto la sorella.
Se fosse capitato a lui non ce l'avrebbe fatta ad essere così forte come lei, sarebbe scoppiato.
"Non ti lascerò mai più.." sussurrò dolcemente Alec a Isabelle accarezzandole i capelli mentre lei finalmente si lasciava andare ad un pianto di gioia.
Alec alzò lo sguardo sulla Sala e incrociò i volti di molte persone ma quando arrivò a scontrarsi con degli occhi da gatto verde-dorato si sentì gelare.
Magnus lo guardava come se fosse un'allucinazione ma, quando vide che lo stava fissando, sorrise come mai aveva sorriso prima d'ora.
Alec ricambiò il sorriso stringendo i capelli di Isabelle fra le dita.
Isabelle tirò su col naso.
"Andiamo in Salone così possono finire la riunione" disse tirando il fratello per la maglietta.
Jia fece un sorriso verso Alec e poi un occhiolino verso Isabelle.
I due fratelli uscirono dalla Sala e si diressero dal lato opposto del corridoio attraversando un portone di mogano gigantesco.
Si sedettero in uno dei grandi divani sparsi nella sala vicino al camino spento.
Isabelle si sedette in braccio ad Alec e lo stritolò nuovamente in un abbraccio soffocante.
"Non sai quanto ho sofferto Alec.." sussurrò Isabelle "non ho mai provato così tanto dolore... Mi sento un'egoista a pensare anche lontanamente che forse sono stata più in colpa per te che per Max"
Alec le sfiorò una guancia.
"È normale, nonostante tu mi tratti come un cagnolino e mi torturi con la tua cucina sdegnosa io sono pur sempre tuo fratello maggiore. Siamo cresciuti insieme, ti ho insegnato a tirare i coltelli, sei la mia piccola sorellina" disse Alec con gli occhi lucidi.
Isabelle guardò il fratello e si sentì sciogliere per tutto l'affetto che suo fratello aveva usato nel dire quelle semplici parole.
Isabelle gli saltò al collo e lo riempì di baci sulle guancie che diventarono immediatamente color porpora.
"Okay, okay, così però fai paura Iz.." Disse Alec ridendo.
"Oh sta zitto.." Disse affettuosamente Isabelle ridendo e appoggiando la testa al petto del fratello maggiore lasciandosi cullare da i battiti di quel cuore che pensava non avrebbe battuto più.





Le porte del Salone si spalancarono chiudendo fuori i due fratelli dallo stato di armonia che si era creato.
Alec alzò lo sguardo sulla Sala fino per quanto i capelli della sorella, che erano completamente spalmati sulla sua faccia, lo permettessero.
Vide Jace guardarlo con gli occhi lucidi.
Lo vide allontanarsi dalle porte richiudendole dietro di sé e camminare velocemente verso di lui.
Isabelle si staccò da Alec e gli strinse un braccio per non paura di vederlo andare via.
Alec si alzò mollando lentamente la presa di Izzy dal suo braccio.
Jace guardò Alec e sorrise mentre quest'ultimo fece lo stesso creando delle lievi fossette ai lati delle labbra.
"Sai.. Non sono molto bravo con le parole" disse Jace strofinandosi il palmo della mano dietro la nuca.
Alec alzò un sopracciglio divertito.
Jace rise e si avvicinò al Parabatai abbracciandolo.
"Mi sono sentito perso senza di Te" disse Jace stringendolo in un abbraccio che batteva di netto quello di Isabelle per stritolamento.
"Bene! Stasera si festeggia! Cucino io!" Esclamò felice quest'ultima battendo le mani e saltando in piedi.
"NO!" Urlarono Jace e Alec sciogliendo l'abbraccio e guardando Isabelle con orrore.
"Sbaglio, Izzy, o eri contenta di vedermi vivo?" Disse sarcasticamente Alec ricevendo da Isabelle uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo sul posto che poi venne sostituito da un sorriso affettuoso.
"Bene allora cucina lei, Chef?" Chiese Isabelle inchinandosi leggermente.
"Ovviamente ovviamente" disse Alec facendo finta di mettersi un capello da cuoco e incrociando le braccia sul petto con finta aria austera.
Jace e Isabelle scoppiarono dalle risate e Alec si unì a loro.
E i tre fratelli si ricongiunsero più uniti che mai, non sapendo che qualcosa che stava già accadendo avrebbe spezzato il loro legame per sempre.


Angolo autrici:
Eccoci qui :)
Perdonateci il ritardo, davvero, ma abbiamo avuto MOLTI problemi, sia nella stesura del capitolo sia nella pubblicazione.
Allora, nella prima parte del capitolo si vede la parte dopo in cui Alec si risveglia e poi subito dopo che lui entra nella Sala del Consiglio.
Adesso non so come la prenderete voi sulla parte di David e Alec
�� e ovviamente non potevo fare mancare altre citazioni come quella di TFiOS ���� a proposito io e kiakkiera siamo andate a vederlo����.
Siamo molto felici di vedere che la nostra storia ancora vi piace, ne siamo davvero fiere
☺️.
Domani è il compleanno di Kiakkiera
���� la mia dolcissima Parabatai.
Beh alla prossima, speriamo di pubblicare presto
��
~Tini e Kiakkiera

  
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