Serie TV > Skins
Ricorda la storia  |      
Autore: Mabelle    06/09/2014    1 recensioni
Con l’indice percorre di nuovo quel solco, ne definisce il contorno per poi appoggiare il dito al centro, proprio in mezzo, come per completare quella parte mancante.
«Questo. Questo è il tuo cancro e la tua salvezza.» Effy crede a quelle parole appena pronunciate da Freddie. È tutto concentrato lì, quello deve essere il centro di ogni cosa e solo Freddie è in grado di riempirlo.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Stonem, Freddie Mclair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


I never meant to fall for you but 
I was buried underneath and
All that I could see was white
My salvation, my, my
My salvation, my, my

- My Salvation, Gabrielle Aplin
 

Freddie la guarda dall’alto, appoggiato su un gomito per non caderle addosso, mentre Effy tiene gli occhi chiusi sotto di lui. È sdraiata sul letto e ripensa alle notti precedenti. Corpi. Strette. Gemiti. Labbra. Sapori. 
Effy cerca di ricordare le mani di Freddie, ma le sembrano già così lontane tanto da apparirle offuscate e poco definite. Si chiede come possa fare per definire quei contorni, che sembrano solo aloni indescrivibili.
Freddie le soffia sulla fronte come a scoprirgliela e percorre con l’indice il solco che sovrasta quella piana. È un sottile dislivello e lui crede si concentri tutto lì. Tutto quel dolore, quell’abisso insondabile e inarrivabile. È quella mancanza, quel buco imperfetto che la dilania e la divora. Allora Freddie lo accarezza, cerca di colmarlo.
«Forse sono altrove.» Effy mantiene le palpebre serrate, teme la luce. Sente le dita delicate di Freddie sfiorarle i capelli e incastrarsi fra di loro.
«Dove?» le domanda, non capendo quelle parole così sconnesse e insensate.
«Non qua.» una volta pronunciata questa frase, Effy apre gli occhi all’improvviso catturando ogni raggio senza curarsi degli occhi che bruciano e lacrimano debolmente. 
Freddie li vede, quegli occhi. Sono così vacui e persi che trema al solo pensiero si possano chiudersi definitivamente. 
«Allora ti verrò a prendere.» le bacia il solco, con le labbra calde e delicate. Ha paura di scalfirla e rovinarla, ma sa quanto sia distruttiva, la sua Eff.
Lei vorrebbe dirgli di fare presto, di correre da lei e raggiungerla per poi portarla via. Glielo vorrebbe dire, che ha un grumo grigio e immenso dentro di sé, così malsano e affamato. Ed ora lo sente pulsare, spingere contro le pareti della sua pelle, inquinarle il sangue e la vita. Preme con troppa forza, Effy crede di stare per lacerarsi.
Freddie la osserva. I suoi occhi sono dispersi, prova a sussurrare il suo nome, ma non riceve risposta. Dov’è bloccata, la sua Effy? Non risponde, non risponde, non c’è, lì, con lui. Di scatto si alza e si sdraia sul letto di fianco a lei, mentre piano le accarezza il viso. Deve riportarla da lui.
«Resta con me, Eff. Mi senti? Resta con me, torna da me.» lei ascolta la sua voce, che sembra però lontana e inafferrabile. È ferma, immobile, guarda il soffitto, ma dentro di sé qualcosa si sta rompendo nuovamente. È un dolore indicibile, così intenso e assetato. Vuole prendersela tutta, graffiarla e annientarla. Effy ha paura, di quel male da cui non sa fuggire.
«Eff, per favore, ritorna qua.» anche Freddie ha paura. Ha paura e non glielo può dire, deve essere forte e invincibile. Davanti a lei, però, è tutto tranne che forte e invincibile. 
Effy si domanda come mai il suo Freddie ci metta così tanto a recuperarla da quella voragine che le sta divorando l’anima. E non sa, no, non sa che è proprio lì, di fianco a lei e non riesce ad udirlo. Si sta lacerando, lo percepisce con ogni estremo del suo corpo. Questa è, senza dubbio, la fine, pensa.
Freddie la circonda con le sue braccia e la stringe a sé. Non sa più cosa fare per sentirla più vicina e colmarla. Effy è inerte, le sue mani rimangono ferme e appoggiate alle gambe magre che poche ore prima hanno ospitato il corpo di Freddie, che l’ha amata in ogni modo possibile. 
Sente che la vita la sta abbandonando. Non è poi così tanto doloroso, riesce a pensare. Ogni cosa dentro di lei fluisce con inaudita lentezza e tutto pare interrompersi da un momento all’altro. Vorrebbe spezzarsi e far cessare questo insensibile abbandono che continua a pervaderla senza sosta. E poi capisce. Si sta immergendo nell’abisso e lo sta sondando senza rendersene conto. Vorrebbe risalire, non è quello il suo posto. Vorrebbe uscire eppure continua a cadere, sempre più in basso.
«Eff, dove sei? Torna da me, sono io, sono Freddie.» le sue parole scivolano via e vengono catturate dall’aria. Non lo sente e lui se ne rende conto. 
Effy percorre la sua voragine, non l’aveva mai percepita così vicina tanto da circondarla. Dentro di sé è tutto sconnesso e reciso, niente funziona più. Eppure qualcosa ancora pulsa, ma non riesce a raggiungerlo. È così malsano qui, pensa.
Freddie non sa cosa fare, la stringe e la culla con una dolcezza che gli è sempre appartenuta. Le scosta i capelli del viso e la bacia di nuovo quel solco impercettibile ma presente. 
«Non mi lasciare, Eff.» pronuncia con le labbra ancora appoggiate alla fronte. E in quel momento Effy si sente pervadere da qualcosa di forte e vivo. Percepisce chiara e limpida la voce del suo Freddie e pensa che deve raggiungerlo, non può abbandonarlo. Non può ucciderlo così.
Qualcosa comincia di nuovo a funzionare, in mezzo a quelle rotture imprecise. Effy improvvisamente stringe le sue braccia intorno al collo di Freddie e lo abbraccia con violenza per paura di andarsene di nuovo.
«L’ho visto, Freddie. Ho visto l’abisso e l’ho sondato. È enorme, non ci voglio tornare. Tienimi qua con te.» Freddie non capisce, continua a stringerla e dentro di sé la ringrazia di essere tornata.
«Di quale abisso parli, Eff? Non capisco, non capisco.»
«Il mio, il mio abisso. È terribile, niente è sopravvissuto laggiù. È tutto rotto e reciso.» la culla ancora un po’ per poi stenderla sul letto e chinarsi sopra di lei.
Con l’indice percorre di nuovo quel solco, ne definisce il contorno per poi appoggiare il dito al centro, proprio in mezzo, come per completare quella parte mancante.
«Questo. Questo è il tuo cancro e la tua salvezza.» Effy crede a quelle parole appena pronunciate da Freddie. È tutto concentrato lì, quello deve essere il centro di ogni cosa e solo Freddie è in grado di riempirlo.
«Guariscimi.» gli sussurra a labbra schiuse. Freddie la solleva dolcemente per poi sfilarle la maglietta e baciarle i segni invisibili ma ancora brucianti sul suo corpo esile. Effy infila le mani nei suoi capelli per stringerlo ancora di più a sé. Ora è lì e vuole sentirlo.
Freddie la bacia e non smette, non cessa di renderla sua ancora una volta. È un rituale già noto ad entrambi quello che starà per essere compiuto, eppure questa volta qualcosa è cambiato. Freddie vede un abbozzo di luce sana negli occhi di Effy. 
Così, nel momento in cui diventano un’unica cosa e non c’è più distinzioni di corpi, Freddie prende il buio di Effy e lo rende suo.
 




 

Mabelle.

È da parecchio tempo che non scrivo più su efp. Ieri sera, però, ho preso il pc e ho scritto un abbozzo di questa one-shot che ho terminato oggi. 
Mi sento particolarmente legata ad Effy e Freddie e, proprio per questo, ho cercato parole che potessero descriverli nel modo che più meritano. 
Non mi dilungherò troppo riguardo scelta e la spiegazione di questa os, in quanto, chi segue o ha seguito Skins, può benissimo capirla e renderla un po’ sua. 
Ciò a cui ho dedicato maggiore attenzione è stata la descrizione della voragine che Effy si porta dentro e spero davvero di esserci riuscita almeno un po’. E poi ho voluto mostrare come Freddie sia l’unica persona in grado di afferrarla e tenerla con sé.
Non ho altro da dire, ecco. Mi auguro vi sia piaciuta e grazie per averla letta.
Un bacio.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Skins / Vai alla pagina dell'autore: Mabelle