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Autore: Elbereth_    06/09/2014    3 recensioni
"Si diresse al porto, sicura di trovarlo sulla sua Jolly Roger. Chiuse un secondo gli occhi, cercando di tranquillizzarsi un po', poi ci fu il caos."
Dal capitolo 1
Potrebbe cronologicamente collocarsi dopo la 3x20.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

A second chance

 

“Killian.”

Emma rimase a fissarlo per vari minuti, mentre lui continuava a sorriderle: voleva chiedergli spiegazioni, capire cosa stesse succedendo, cercare di mantenere il controllo. Ma non ce la fece; corse verso di lui, gli cinse il collo con le braccia e lo baciò. In un primo momento, Uncino rispose al bacio con rigidità, prova del fatto che non si aspettasse quella reazione da Emma, ma poi si lasciò andare, e fu come se tutto intorno a loro fosse sparito, come se avessero iniziato a fluttuare nell'aria. Entrambi odiavano l'idea di dover interrompere un momento così, ma sapevano che era necessario. Alla fine si staccarono, ma rimasero ancora abbracciati – le braccia di lei che gli circondavano il collo, e le mani di lui che le circondavano i fianchi -, poi Emma parlò.

“Che ci fai qui, Killian?”

“Be', è una bella storia.” rispose lui, col suo solito sorriso, e poi iniziò a raccontare. “Non appena mi portarono all'ospedale, quella notte, non ero molto cosciente, ma ricordo che Walsh disse che non c'era quasi più nulla da fare, ma cercarono comunque di fare il possibile con tutti quei macchinari strani. Ad un certo punto ho sentito la voce di Regina, e da lì più nulla. Poi mi sono risvegliato, come se non fosse successo nulla e fossi solo andato a dormire.”

“Quindi ti sei risvegliato così, all'improvviso?”

“Esatto, tesoro.” disse lui, poi risprese. “Ovviamente sono subito andato da Regina per chiederle spiegazioni: sapevo di essere morto, com'era possibile che fossi magicamente ritornato in vita?”

“Regina è una strega molto potente, non poteva semplicemente averti fatto un incantesimo per riportarti indietro?” chiese Emma.

“La magia può tante cose, amore, ma riportare indietro i morti non è una di quelle.” affermò, e continuò il suo discorso. “Appena mi ha visto, è rimasta basita. Anche se, a dirla tutta, quello che avrebbe dovuto rimanere a bocca aperta ero io. Insomma, ero appena tornato dal regno dei morti! Così lei mi ha spiegato che, subito prima di morire, aveva provato un incantesimo su di me che mi avrebbe dato più tempo. Ovviamente quando tentatava di salvarmi ero ancora vivo, ma Regina sospettava che l'incantesimo non fosse riuscito perché era troppo tardi, invece ha solo agito un po' in ritardo. Perciò, eccomi qua!”

Uncino continuava a sorridere e a guardare Emma con gli occhi pieni d'amore, e tutto ciò che lei era in grado di fare era guardarlo con un'spressione di felicità mista a sorpresa e preoccupazione.

“Quanto tempo hai?” gli chiese.

“Non lo so.” rispose lui. “Regina mi ha detto che l'incantesimo svanirà quando non ci sarà più nulla da fare per me.”

“Cosa vuol dire?” domandandò pensierosa lei.

“Non ne ho idea.” affermò lui. “Ma, visto che potrei scomparire da un momento all'altro, che ne dici di impegare un po' meglio il nostro tempo, visto che finalmente sei caduta ai miei piedi?”

Ci fu un breve bacio, poi Emma parlò: “Ah, Capitano! Tu si che sai come stuzzicare una donna.”

A quel punto si diressero verso la Jolly Roger, in cerca di un po' di privacy.

 

Più tardi Emma tornò subito a casa, ma Uncino le promise che si sarebbero rivisti quella sera stessa.

Non appena aprì la porta di casa, trovò David e Mary Margaret seduti sul divano.

“Emma!” disse la donna. “Dov'eri? Sei stata via tutta la mattina!”

“E' vivo.” comunicò subito lei, con un sorriso a trentadue denti.

“Chi è vivo?” chiese suo padre, con un'espressione quasi preoccupata.

“Killian. Uncino.” rispose la ragazza.

I suoi genitori si fissarono, entrambi molto sorpresi.

“Co-come è possibile?” domandò sua madre.

A quel punto Emma spiegò anche a loro la situazione, e la loro reazione non fu moltò diversa da quella che la ragazza si sarebbe aspettata.

“Quindi potrebbe andarsene di nuovo da un momento all'altro?” chiese David.

“In sostanza, si.” confermò sua figlia.

“Emma, vieni qui.” iniziò Mary Margaret, facendo segno alla figlia di sedersi accanto a lei. La ragazza lo fece, poi sua madre continuò. “E' stata una settimana difficile per te. Non sei praticamente uscita di casa fino a stamattina. So che ora pensi di avere una seconda possibilità con Uncino, ma ricorda che questa storia ha un tempo molto limitato.”

In un primo momento Emma abbassò lo sguardo, cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime: dopotutto, sua madre aveva ragione; non c'era un 'per sempre' che aspettasse lei e Killian. Aveva bruciato la sua prima ed ultima possibilità con l'uomo che le era sempre stato accanto dal primo momento che l'aveva vista, e l'universo aveva deciso di non concedergliene più di una. Per quanto ciò la affliggesse, sapeva che sarebbe stata di nuovo male.

Ma non le importava: Uncino era tornato, e lei avrebbe fatto tutto il possibile per recuperare il tempo perso. Perciò disse: “Lo so, ma devo stare con lui. Almeno finchè posso.”

“Se è questo che vuoi, Emma, sai che puoi sempre contare su di noi.” affermò suo padre, che aveva preso posto sul bracciolo del divano accanto a lei.

La ragazza sorrise, con gli occhi colmi di lacrime.

 

Per quella sera, Uncino aveva organizzato qualcosa di davvero speciale: la Jolly Roger era circondata di luci, e aveva sistemato un tavolo sul ponte della nave. Per l'occasione aveva chiesto a Ruby di procurargli un abito, e lei aveva volentieri accettato di aiutarlo. Ogni momento con Emma poteva essere l'ultimo, perciò voleva che quella sera fosse davvero speciale; quella notte, la notte in cui accadde tutto, non peteva fare a meno di sentirsi spaventato: non perché stesse per morire, ma perché non avrebbe più visto la sua amata Swan, non l'avrebbe più sentita ridere, vista piangere. Però aveva avuto una seconda occasione, e decise che avrebbe fatto tutto il possibile il più in fretta possibile. Ed ora era lì, sulla sua nave, a guardare casa sua, il mare, ciò che gli era più familiare al mondo, quando una voce a lui ben nota lo riportò sulla Terra.

“Non pensavo fossi in grado di organizzare tutto ciò.”

Eccola lì, Emma, più bella che mai: indossava un abito corto rosso, che metteva in risalto i suoi capelli biondi – che aveva deciso di lasciare sciolti – e i suoi occhi azzurri.

“Tu mi sottovaluti, dolcezza.” ammise lui, con un sorriso.

Si avvicino al tavolo imbandito, scostò la sedia e fece segno alla sua dama di sedersi.

“E sei anche un gentiluomo.” affermò lei, con un sorriso, sedendosi.

“Hai dimenticato quello che ti dissi quando combattemmo contro quel gigante?” chiese lui, prendendo posto. “Io sono sempre un gentiluomo.”

“Ricordo che ti lasciai lì ammanettato a non so cosa.” ammise lei. “Me ne pentii un secondo dopo.”

“E facesti bene! Mi ci volle tutta l'abilità della mia unica mano per liberarmi!”

Iniziarono a mangiare, e la serata trascorse tra risate e qualche bacio, mentre rievocavano i bei vecchi tempi.

“Hai ancora intenzione di ritornare a New York?” chiese lui all'improvviso, e questo quasi fece soffocare Emma con il vino.

“Be', si. Ci sto pensando” ammise lei. “Ma sto pensando anche ad un'altra cosa.”

“Sarebbe?” lui chiese.

“Voglio che tu venga con me, Killian” disse. Lui rimase a bocca aperta. “Cosa?”

“Pensaci bene: non c'è più nessuno da salvare, nessun cattivo da sconfiggere, nessuna impresa eroica da compiere. Niente mi lega più a questo posto.”

“A parte i tuoi genitori.” affermò Uncino.

“Li verrei a trovare spesso.” dichiarò lei.

“E ad Henry non pensi? Non credo sarebbe contento di andare via da Storybrooke.” ammise lui.

“Verremo qui in vacanza, a Natale. E poi New York gli piaceva.”

Uncino ora la guardava con sguardo serio: non voleva che Emma lasciasse Storbrooke: sapeva come sarebbero stati i suoi genitori, come sarebbe stato Henry, come sarebbe stata Regina. Come sarebbe stata anche lei: conosceva la sua Swan, e sebbene adesso non fosse in grado di rendersene conto a causa di tutto quel che era successo, le sarebbe mancato tutto di quella piccola città nel Maine: aveva solo paura di ammetterlo; c'erano tanti ricordi legati a quel posto, ed il pensiero di riviverli la spaventava, Killian lo sapeva, ma era suo dovere convincerla a restare.

“Swan.” iniziò. “So che l'idea di rimanere qui ti spaventa, anche per tutto quello che è successo in questi giorni, ma credimi.” fece una breve pausa, poi riprese. “Se vai via, te ne pentirai e starai anche peggio.”

“No se vieni con me!” affermò Emma.

“Io non starò qui ancora per molto. Potrei andarmene tra qualche anno, qualche mese, domani o addirittura tra cinque minuti. E a New York non troverai nessuno a consolarti, quando tutte quelle emozioni ritorneranno. Ma qui a Storybrooke, si. Ci saranno i tuoi genitori, Henry, Ruby e pensino Regina. Tutti saranno disposti a darti una mano. A New York no.”

Emma lo guardava, fisso, poi disse: “Non voglio che tu te ne vada. Non di nuovo. Non per colpa mia.”

A quel punto Uncino si alzò, le andò vicino e le porse la mano, poi le chiese: “Vuoi ballare?”

Lei accettò la sua mano, ed insieme iniziarono a dondolare, abbracciati, sul ponte. Rimasero così per un bel po', senza dire nulla: con la testa di uno poggiata sulla spalla dell'altro.

Nessuno dei due voleva rovinare quel momento, perciò chiusero gli occhi e se lo godettero a pieno. Ad un certo punto si allontanarono, e Killian prese per mano Emma; la baciò dolcemente, e mano nella mano si diressero sotto coperta, nella stanza del capitano, per quella che sarebbe stata la loro ultima notte insieme.

 

Il mattino seguente Emma si svegliò tardi: era ancora un po' intontita dalla sera precedente, ma decise di non pensarci. Era stata davvero bene con Killian, e per un attimo le fece dimenticare tutto: c'erano solo loro due, ed il resto non contava nulla.

Subito si girò, sperando di trovare l'uomo al suo fianco, ma il posto era vuoto; c'era solo una pergamena sul cuscino, con un biglietto.

Per Emma.








Angolo di Alex
Eccoci qui al secondo, nonché penultimo, capitolo di questa storia! Spero davvero vi sia piaciuto.
Mi raccomando, aspetto le vostre RECENSIONI! E ci rivedremo al prossimo capitolo!

  
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