Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Jade Tisdale    06/09/2014    3 recensioni
E' già passato un anno dalla nascita di Seira e la vita sulla terra trascorre tranquilla per le principesse sirene. Un giorno però, la Regina dei Mari chiede il loro aiuto per affrontare una nuova minaccia, una forza molto più potente di Gaito e di Mikeru. Per sconfiggere il nemico, le principesse avranno bisogno dell'aiuto di un nuovo, misterioso personaggio, di cui non si sa ancora nulla. Riusciranno le sirene a cavarsela anche questa volta?
Dal 7° capitolo:
Mi stavo lentamente abbandonando quando, ad un tratto, una voce mi fece tornare in me.
«Seira, non puoi arrenderti così. Io lo so che puoi farcela.»
Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai in un luogo che, tutt'intorno, era bianco.
«S-Sara... Io non...»
«Tu puoi riuscirci. Puoi rialzarti e fargli vedere cosa sei in grado di fare.» Mia sorella sorrise. «Io credo in te, Seira. Non dimenticarlo mai.»
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sara, Seira, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Naomi

 

«Seira, con tutto il tempo che avevi, ti sei ridotta alla Vigilia di Natale per comprare il tuo regalo ad Hiroshi?»
«Non è colpa mia! In questi giorni Nikora ci ha fatte lavorare come delle matte e non sono uscita di casa una volta! Fortuna che Aki e Megumi non ci hanno attaccate, sennò sarebbe stato davvero devastante...»
Feci una piccola risata.
Non appena Seira mi mise al corrente del suo piccolo segreto, la nostra amicizia si fece più solida di quanto già non fosse. Il pensiero di poter essere la figlia di una Regina mi faceva venire la pelle d'oca e non mi elettrizzava per niente.
«Allora, che cosa vorresti prendergli?»
La sirena fece una risata nervosa.
«Beh... A dire il vero non ci ho ancora pensato!» 
Feci un sospiro. «Immaginavo...»
Continuammo a camminare per le vie della città, fermandoci in vari negozi, ma Seira non era mai convinta del regalo adatto. Si sarebbero visti quella sera e non sarebbe stato carino presentarsi all'appuntamento a mani vuote.
«Niente, ci rinuncio!» sbuffò, dopo quasi tre ore di camminata.

 

Dakota

 

«Mia signora, non sa come mi dispiace...» sussurrò Megumi, in ginocchio.
«Ti avevo detto di catturare la principessa dell'Oceano Indiano, non di attaccare le altre principesse! Hai solo perso tempo...»
«No, sua maestà... Io volevo catturare le altre per fare in modo che quella dalla perla arancione mi seguisse per liberarle. Cantando quella canzone, sia io che Aki siamo facilmente vulnerabili...»
Aki alzò lo sguardo nella mia direzione.
«Concordo con mia sorella. Questo piano potrebbe funzionare.»
«Eppure non ho ancora visto dei risultati!» sbottai.
«Mia signora.» continuò la ragazzina. «L'ultima volta ce l'avevo quasi fatta, ma ad un tratto una ragazza circondata da una strana luce bianca ha cantato quella canzone e mi sono ritirata.»
«Solo le principesse dell'Oceano Indiano cantano quella canzone...» sussurrai.
Che si tratti... di Malika? 

 

Hanon

 

«Uffa, non me ne va mai bene una!» sbottò Seira, entrando a passo veloce al Pearl Piari.
Abbassai la mia rivista di moda ed alzai lo sguardo nella sua direzione.
«Che succede?» domandai, mentre si sedeva al mio stesso tavolo.
«Hanon, sono disperata...» disse con sincerità, quasi con le lacrime agli occhi. «Sono ore che giro per la città e non ho ancora trovato un regalo per Hiroshi! Non posso presentarmi all'appuntamento di stasera a mani vuote, ma non ho la minima idea di che cosa comprargli!»
La guardai provando un po' di compassione. L'anno prima, avevo avuto lo stesso problema per Nagisa. Le feci una carezza sui capelli e sorrisi.
«Avanti, non fare quel muso lungo. Nemmeno io ho ancora preso qualcosa a Nagisa...» ammisi. «Potremmo uscire e scegliere i loro regali insieme. Ti va?»
La principessa dell'Oceano Indiano si asciugò gli occhi con la manica del giubbotto e con un grande sorriso stampato in faccia, annuì contenta.

Poco più di un quarto d'ora dopo, io e Seira eravamo già in centro città a pensare ad un regalo adeguato.
«Che ne dici di un orologio?» proposi.
Seira fece cenno di no.
«Mmh... Un paio di occhiali da sole?»
Neanche.
«Una camicia? Un pallone da calcio? Un portafogli?»
La ragazza dai capelli arancioni scosse nuovamente la testa. «Non ce la farò mai Hanon, è inutile tentare. Me ne torno all'hotel...»
«No!» esclamai decisa. E in quel momento, ebbi un'idea. La presi a braccetto e la portai in una gioielleria lì vicino.
Una volta davanti alla vetrina, Seira mi guardò confusa.
«Sono certa che qui troveremo entrambe un bel regalo!» dissi sicura, aprendo la porta del negozio.
C'ero andata un po' di tempo prima assieme a Lucia. L'interno era davvero carino ed accogliente, coi muri dipinti di verde e diversi tavoli con braccialetti, collane e gioielli di vario tipo. Una commessa se ne stava dietro al bancone a leggere una rivista, noncurante della nostra presenza. 
Seira si guardò attorno incuriosita e dopo pochi secondi, cominciò ad avvicinarsi ai tavoli. Io feci lo stesso e trovai subito un bel portachiavi a forma di cuore con una N al centro. 
«Trovato qualcosa?» domandai, avvicinandomi a lei, che annuì e mi sorrise.
«Questo!» esclamò poi, mostrandomi un braccialetto azzurro con alcuni brillantini ed un piccolo ciondolo a forma di cuore. 

 

Seira

 

Grazie a Hanon, quel pomeriggio ero riuscita a trovare un bel regalo per Hiroshi. Ci saremmo incontrati nella piazza principale alle 11 e mezzo, davanti all'enorme albero di Natale ed avremmo atteso la mezzanotte insieme.
Mancava meno di un quarto d'ora e Coco stava finendo di mettermi a posto i capelli. Sara mi aveva detto che era un po' giù di morale e mi aveva chiesto di aiutarla a superare il brutto periodo. Ma, al contrario, avevo preferito non dire nulla. Non perché volessi mancare di rispetto a mia sorella, assolutamente: solo che, di recente, Coco mi era sembrata più allegra del solito e allora avevo preferito non impicciarmi.
«Ecco qui!» esclamò, con un sorriso. «Sei perfetta!»
«Grazie.» dissi, arrossendo un po'.

Uscii di casa a passo lento. Ci avrei impiegato circa cinque minuti ad arrivare in centro, perciò, non ebbi la preoccupazione di essere in ritardo. Ad un tratto, il mio cellulare emise un bip. Lo estrassi dalla borsa e lessi ad alta voce un messaggio di Hiroshi.
"Sono appena arrivato."
Sorrisi e mi affrettai a rispondere.
"Io sto arrivando!" 
Lo riposi nella borsa e mi affrettai.
«Come mai una principessa sirena è fuori casa, sola soletta, a quest'ora della sera?» 
Davanti a me scorsi un ragazzo dai lunghi capelli scuri ed una cicatrice sulla guancia sinistra.
Aki.
Lo riconobbi all'istante. 
«Che cosa vuoi da me?»
Il ragazzo fece una risatina.
«Semplicemente voglio farti un bel regalo di Natale.»
Ai suoi lati si materializzarono due casse da musica: prima che potesse utilizzarle, fui abbastanza veloce da trasformarmi. Aki, però, fece partire una canzone assordante, che mi fece piegare in due dal mal di testa.
Provai una leggera nostalgia di Megumi. Certo, lei usava delle magie, ma almeno, non ti faceva venire quei dolori lancinanti.
Mi portai le mani alle orecchie. Inutile. La musica era troppo alta.
«Seira, alzati!» urlò una voce, una voce che era solo nella mia testa. La voce di Sara.
«Non ce la faccio...» sussurrai, quasi con le lacrime agli occhi.
«E invece puoi farcela!» esclamò, fermamente convinta. «L'hai già fatto una volta, non ricordi?»
Era vero. Tempo prima, una delle prime volte che Aki ci attaccava, ero riuscita a superare il dolore e lo avevo sconfitto, soprattutto grazie all'aiuto di Sara. Ma, quella volta, proprio non ce la facevo. Sentivo le forze abbandonarmi sempre di più. La voce di Sara diventò un lontano sussurro. Davanti a me, divenne tutto nero. Ad un tratto, però, una luce bianca mi fece di colpo aprire gli occhi. Una ragazza con una voce bellissima incominciò a cantare Assoluto Amore. All'inizio pensai si trattasse di Sara, ma poi, mi resi conto che la voce non era la sua.
Quando la canzone finì, Aki scomparve all'improvviso e la ragazza, ancora circondata da una luce bianca, si avvicinò e mi scosse.
«Ehi! Apri gli occhi!» esclamò, continuando a scuotermi.
Ma le forze, purtroppo, mi vennero a mancare ed ero sul punto di perdere i sensi. La ragazza, allora, mise la sue mani sopra al mio petto, all'altezza del mio cuore. Uno strano calore mi avvolse e come per magia, recuperai tutte le forze.
Mi guardai intorno, un po' spaesata.
«Tu... Tu, chi sei?» domandai, sbalordita.
La ragazza scosse la testa. «Non ha alcuna importanza. Piuttosto, tu stai bene?»
Annuii. «Sì... Sì, sto bene, grazie...»
La ragazza si alzò e senza aggiungere altro, se ne andò, lasciandomi lì, con mille domande che mi frullavano per la testa.

Presi a correre più veloce che potevo. Ero in ritardo. Ormai mancavano pochissimi minuti alla mezzanotte.
Una volta arrivata in piazza, mi guardai un po' intorno, alla ricerca di Hiroshi. Il luogo era pieno di persone, ma avevamo stabilito di non avvicinarci troppo all'albero. Purtroppo, però, non lo vidi; presi il cellulare, ma la batteria era scarica.
Perfetto! pensai, quasi con le lacrime agli occhi.
Ad un tratto, qualcuno poggiò delicatamente la propria mano sulla mia spalla. Mi girai di scatto, col cuore che batteva a mille.
«Hiroshi!» esclamai entusiasta, gettandogli le braccia al collo.
«Ciao, Seira!» disse lui, ricambiando l'abbraccio.
«Mi dispiace, sono in ritardo! Io...»
«Non fa nulla.» sussurrò, stringendo le mie mani ghiacciate dentro alle sue, riscaldate dai guanti.
Ebbi un scatto improvviso, ricordandomi del braccialetto.
Glielo porsi, sorridendo. «Questo è il tuo regalo!» 
Nello stesso tempo, lui estrasse una scatolina dalla tasca dei pantaloni e me la diede. Aprimmo i regali insieme, scoppiando a ridere.
Il mio regalo era un braccialetto rosa, con dei brillantini e un ciondolo a forma di cuore. Niente meno che lo stesso braccialetto che gli avevo regalato io, solo... rosa.
«Non hai idea della fatica che ho fatto per trovare il regalo adatto! Avevo paura di fare brutta figura e questo è stato l'unico regalo che mi è piaciuto...» ammisi, imbarazzata.
Hiroshi sorrise. «Lo stesso vale per me.» 
Ci guardammo a lungo negli occhi, senza nemmeno renderci conto che il conto alla rovescia era già iniziato.
3...
Hiroshi mi mise le braccia attorno alla vita.
...2...
Arrossii di colpo, mentre avvicinava lentamente il suo viso al mio.
...1... 
Il cuore prese a battermi sempre più rapidamente.
...0!
Hiroshi posò le sue labbra sopra alle mie. Quello, oltre ad essere il mio primo bacio, fu il momento più bello che avessi mai vissuto.
«Buon Natale, Seira!» 
Mi abbracciò di nuovo e lo lasciai fare.
«Buon Natale Hiroshi.» sussurrai, provando tanta felicità. 

   
 
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