Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: IceQueenJ    06/09/2014    1 recensioni
Bella e Edward si conoscono da quando erano bambini, ma un giorno Bella deve trasferirsi con in genitori in Italia. Passano gli anni e i due continuano a tenersi in contatto, questo grazie alle loro famiglie.
Tutto cambia con una visita inaspettata.
Cosa accadrà quando Edward rivedrà Bella?
Cosa accadrà quando Bella lascerà il suo ragazzo e dopo qualche mese tornerà a Forks a conoscenza di cose che non dovrebbe sapere?
E come reagirá Edward?
Riusciranno a risolvere i loro problemi?
Riusciranno a superare tutte le sfide che gli si presenteranno?
-Questa storia è stata pubblicata anche su Wattpad.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti .... eccomi con il nuovo capitolo della storia!

Un piccolo avvertimento: Da qui le cose si fanno serie e siamo quasi vicino al capitolo della scoperta!

Per il resto, non ho nulla da dirvi, se non ...

Buona lettura e recensite! Chiarimenti, domande, qualsiasi cosa, sono qua!

Capitolo 13: Broken Heart

Pov Edward

“Che succede? C’è qualcosa che devi dirmi amore?”, disse Bella mettendosi seduta.
 Se solo potessi portarla con me, adesso non avrei questo problema e mi risparmierei sicuramente l’imminente litigio.
Proprio ora che va tutto bene!
Il coach, però, aveva stabilito delle regole precise. ‘Nessuno e sottolineo nessuno, potrà portare le proprie ragazze in trasferta, voglio che siate lucidi’, aveva detto e di certo io non facevo eccezione.
In fondo, però, non si sarebbe dovuta arrabbiare.
Era stata lei a spingermi a dire sì al coach, ma di certo non sapeva che sarebbe stata una partita fuori casa, quindi la colpa era comunque mia.
‘Oh povero me!’.
Conoscendo Bella, se pure avesse accettato la cosa senza problemi, di sicuro avrebbe trovato il modo di farmela pagare ed io ero letteralmente terrorizzato all’idea.
“Ehm Bella, ecco … credo che questa notizia non ti piacerà e questo è uno dei tanti motivi per cui non volevo andarci. La partita sarà in trasferta, dall’altra parte del paese e tu non puoi venire”, le dissi tutto d’un fiato, abbassando lo sguardo.
Riuscii solamente a vedere la sua bocca spalancarsi e poi un sorriso.
Un sorriso?
Io sono terrorizzato all’idea di comunicarle questa cosa e lei sorride?
Dov’è finita la mia Bella?
Probabilmente è ancora in estasi per il sesso di ieri sera. Senza ombra di dubbio.
Sicuramente ha dimenticato il dettaglio delle cheerleader.
Continuando a sorridere, mi parlò. “Perché sei così preoccupato? Non ho alcuna intenzione di arrabbiarmi, soprattutto dopo quello che è successo ieri. Sono così felice che né questa trasferta, né quelle oche starnazzanti che ti girano intorno come vespe riusciranno a rovinarmi la giornata”.
Alzai gli occhi di scatto.
“Certo, avrei voglia di farle sparire dalla faccia della terra, ma siccome non è possibile, allora le ignoro”, disse lei stringendosi nelle spalle.
La guardai sorpreso.
Sicuramente quelle non sono sue parole. C’è qualcosa che non va.
“Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia Bella? Sei sicura di stare bene, amore? Perché la Bella che conosco io si sarebbe arrabbiata e avrebbe fatto il diavolo a quattro pur di non farmi stare in loro compagnia”.
Rise.
‘Bene … adesso mi prende anche in giro’.
Di bene in meglio.
Avvicinò il suo viso al mio e mi guardò attentamente. “Amore, io sono ancora gelosa, e lo sarò sempre. Semplicemente, non voglio rovinarmi questa giornata o le prossime. Mi fido di te. So che mi ami e che non faresti mai nulla per farmi stare male, quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi. Mercoledì partirai e poi ci vedremo domenica quando tornerai. Sono stata io a convincerti ad andare, non vedo perché adesso debba impedirtelo e poi, tu sei libero di prendere qualsiasi decisione. Il baseball è sempre stato la tua passione e non vedo perché io debba impedirti di fare ciò che ti piace. D’accordo? Quindi, per favore … non pensarci più e pensiamo a goderci questi giorni, visto che fra tre giorni partirai e io non potrò vederti per molto tempo”.
Non riuscii a trattenermi dal baciarla.
Riusciva sempre a sorprendermi, incredibile. Ed io che mi aspettavo di dover litigare.
“Amore mio … sei meravigliosa. Riesci sempre a lasciarmi senza parole. Ero preparato al peggio”.
“Hahahahah, lo so, lo so. È per questo che mi ami, no?”.
“Già, è solo uno dei tanti motivi, ma è anche quello più importante di tutti”.
Continuammo a baciarci fin quando Bella interruppe il bacio. “Edward, io … ecco …”, ma s’interruppe, mordendosi il labbro.
“Tu cosa?”.
“Volevo semplicemente dirti che ti amo e che quello che è successo ieri è stato meraviglioso e che non cambierei nulla e poi, non so come spiegartelo. Tutte quelle sensazioni, quelle emozioni che ho provato erano strabilianti, non so descriverle … so solo che ti amo più di prima”.
“Anche per me è stato bellissimo Bella, non cambierei nulla”.
E ripresi a baciarla.
Le sue labbra erano come una calamita per me, più ne avevo e più ne volevo. Senza accorgercene i baci da dolci divennero sempre più passionali. Il lenzuolo che divideva i nostri corpi era sparito e diventammo di nuovo una cosa sola.
Mentre la guardavo in preda al piacere, che solo io riuscivo a darle, mi resi ancora più conto di quanto fossimo fatti l’uno per l’altra.
Lei era la mia metà perfetta, l’altra parte di me, così come io ero la sua.
L’amavo … l’amavo disperatamente.
Perso nei miei pensieri, non mi ero accorto che mi aveva parlato. “A cosa pensi, amore?”, mi disse accarezzandomi, una volta che fui uscito da lei.
“A quanto ti ami e a quanto sia fortunato ad averti accanto, ma soprattutto, a quanto tu sia bella e meravigliosa”.
Questo la fece arrossire.
S’imbarazzava ancora a qualsiasi complimento le facessi.
“An – anche tu sei meraviglioso … ti amo”.
“Ti amo Bella”.
Restammo a coccolarci ancora un po’, fin quando i nostri stomachi decisero che era ora di smetterla con tutte quelle sdolcinatezze e mettere qualcosa sotto i denti.

Pov Bella

Wow … ieri sera è stato M.E.R.A.V.I.G.L.I.O.S.O.
Non immaginavo che il sesso fosse così.
Forse è stato così speciale solo perché è successo con Edward.
E’ stato così dolce e poi, oddio … sentirlo dentro di me in quel modo è stato strano e bello allo stesso tempo. Non riesco a descrivere cosa ho provato.
Mille sensazioni … tutte indescrivibili … tutte meravigliose.
È stata la notte più bella della mia vita.
Non ricordo di averne passate altre così belle, forse solo la notte in cui ci rincontrammo e anche il giorno in cui diedi il mio primo bacio qualche anno fa.
Adesso, invece, mi ritrovavo a preparare la colazione con Edward che non accennava a staccarsi da me. Velocemente mi chiesi come avrebbe fatto a stare senza di me per quattro giorni consecutivi. Non che io avrei resistito, ma almeno ero più brava a nasconderlo.
“Edward … dai Ed!”, mi lamentai. “Come faccio a preparare la colazione se tu non mi lasci nemmeno per un secondo? Mi stai distraendo e va a finire che quello che sto preparando non viene per nulla bene”.
Per risposta ricevetti un suono che non era classificabile.
Era troppo impegnato ad abbracciarmi da dietro e a venerare il mio collo, così aveva detto, per rispondermi.
In altre occasioni ne sarei stata felice, ma adesso, avevo davvero voglia di mettere qualcosa sotto i denti. “EDWARD CULLEN!”, urlai.
“Uffa Bella, ma se la smettessi, poi dovrei trovarmi qualcos’altro da fare che di certo, piacerebbe ad entrambi, ma su cui tu, al momento, non saresti di certo d’accordo”, disse togliendomi la padella dalle mani. “O forse sì?”.
Iniziò a baciarmi e poi mi fece sedere sul mobile della cucina, dopo essersi messo tra le mie gambe.
“Ed – Edward … cosa stai facendo? Amore … dai, per favore, non voglio”, ma lui non mi ascoltò minimamente.
“Mmm amore … non sai quanto mi piace che indossi le mie maglie e le mie camice. E il fatto che queste ultime lascino intravedere il tuo bellissimo corpo, mi eccita ancora di più del solito, specialmente dopo ieri sera”.
Riprese a baciarmi e le sue mani iniziarono a salire lungo le mie gambe. Il suo tocco mi eccitava in una maniera assurda, ma poi ricordai che gli erano finiti i preservativi e quindi beh … non avremmo potuto concludere nulla senza quelli, quindi … meglio fermarsi ora.
“Ed … amore, ascoltami. Dopo mi avrai tutta per te, dico sul serio e potrai farmi tutto quello che vuoi”, dissi mentre cercavo di alzargli la testa e staccarlo dai miei seni per farmi guardare negli occhi. “E se volessi farti adesso queste cose? Chi me lo impedisce?”.
“IO! Non voglio adesso e poi, ti sono finiti i preservativi, quindi”.
Lo guardai vittoriosa.
Come avevo previsto, alzò il viso di scatto. “Davvero? E scusa, tu come fai a saperlo?”.
“Se non mi credi e non ricordi cosa mi hai detto stamattina, va di sopra e apri il tuo comodino”.
“Ah sì, è vero. Non ero preparato il tuo assalto ieri sera e quindi tenevo quei due solo per precauzione. Sai … un uomo può sempre sognare”.
“Hahahahah sì, so quanto i tuoi sogni siano reali. Io però ho fame, quindi mollami. E tanto per la cronaca, non credo di essere l’unica affamata, visto il brontolio del tuo stomaco”.
E, infatti, dopo qualche secondo ecco il suo stomaco all’attacco. Iniziammo a ridere a crepapelle fin quando Edward tornò serio e disse: “Hai ragione piccola, ma è colpa di tutta l’attività che abbiamo fatto. Mentre tu prepari la colazione, io vado a vestirmi, così dopo aver mangiato, vado a comprare quello che mi serve. Ricorda che hai detto ‘tutto quello che voglio’ e quindi mi aspetto che tu faccia onore alla promessa, amore mio”.
“Sai che mantengo sempre le promesse, quindi dopo sarò tutta tua, te lo giuro”.
Gli soffiai un bacio mentre lui saliva le scale.
Mentre preparavo la colazione, non feci altro che pensare a lui e a quanto fosse un vero idiota, che, però, amavo follemente. “Oh povera me, sto con un pazzo”, mormorai tra me e me.
“Hey, è questo che pensi di me?”. Edward accigliato, mi fissava.
“E tu che ci fai qui? Nessuno ti ha insegnato a bussare?”.
“Io ti ho chiamato, ma tu non mi hai calcolato per niente, quindi”, si strinse nelle spalle. “Allora, è questo che pensi?”.
“Beh ecco, io … sì, però in senso buono. Ti amo proprio per questo tuo essere pazzo e sempre pronto con una battuta anche nelle situazione più strambe”, dissi questo mentre mi avvicinavo a lui per poterlo abbracciare.
“Salvata in calcio d’angolo, amore. Così va molto meglio piccola, perché anch’io ti amo tanto, ma tanto, ma tanto” e poi troppo presto mi lasciò andare.
“Su, andiamo a mangiare che ho una missione della massima importanza da portare a termine”. “Hahahahah … Andiamo 007 che ti ho preparato la tua colazione preferita!”.
“Hey, ridi di me? Bene, te ne pentirai amar –”, ma le parole gli morirono in bocca quando vide ciò che c’era per colazione. “Questo ben di dio da dove esce? Oh mamma. Ha un profumino meraviglioso. Sei una cuoca eccezionale, ma quanto ti amo io”.

Seattle, Casa Swan, Giovedì 14 agosto 2014
Il giorno della partenza di Edward era arrivato, ma i giorni appena trascorsi non avevamo potuto passarli come previsto.
Già! Perché domenica mattina mi era venuta la febbre e per questo Edward mi aveva riportato a casa di Christian e aveva passato i restanti giorni nel letto con me a coccolarmi. Strano che non si fosse ammalato anche lui.
Adesso … dopo due giorni passati a letto, non potevo ancora alzarmi, perché la febbre non accennava a scendere e il dottore m’impediva qualsiasi cosa. Mi era permesso di alzarmi solo per andare in bagno e Christian era più protettivo del solito.
Alla fine avevo dovuto abbandonare anche il proposito di accompagnare Ed in aeroporto e questo mi aveva rattristato molto.
Nonostante il fuso orario riuscivamo a sentirci spessissimo, visto che Edward aveva gli allenamenti solo di pomeriggio.
Quei tre giorni passati a letto mi erano sembrati un’eternità ed ero diventata intrattabile e solamente la voce di Edward riusciva ad addolcirmi. È incredibile quanto dipenda da lui. Non riesco più a immaginarmi senza di lui, è diventato il centro del mio mondo e so che per lui è lo stesso.
Quando siamo al telefono, riesco a percepire il suo bisogno di me e questo mi lascia ancora senza fiato. So di essere importante per lui, ma non immaginavo così. E’ ovvio che mi ama.
Lo squillare insistente del mio cellulare mi riportò alla realtà.
“Pronto”. Risposi senza neanche vedere il numero. A quell’ora del giorno poteva essere solo una persona.
“Ciao amore mio, come ti senti oggi?”.
E come volevasi dimostrare avevo ragione.
“Amore, starei meglio se tu fossi qui. Stamattina quando mi sono svegliata la febbre era scesa, ma non di molto. Tu come stai?”.
“Anch’io vorrei essere lì con te, mi manchi tantissimo. Sto bene, e finalmente domani ci sarà il match, così poi potrò tornare da te”.
“Hahahahah, dai Ed, non fare così. Cerca di dare il massimo, anche se non ci sono io a farti il tifo, so quanto ami il baseball”.
“Certo amo il baseball, ma amo te molto di più. Non preoccuparti, ho il ciondolo che mi hai regalato che mi ricorda il tuo tifo, mi basta solo un semplice buona fortuna”.
“Allora buona fortuna amore mio … ti amo tanto e comportati bene”.
“Ti amo tanto anch’io piccola. Amore sai che ieri sera, quando sono uscito con la squadra, ho … ‘CULLEN, DOVE SEI FINITO? DOBBIAMO RIUNIRCI … SUBITO!’. Oddio amore, il coach mi chiama, ci sentiamo dopo, ti amo tanto piccola”.
“D’accordo, vai da lui, non voglio che ti spezzi qualcosa, ti rivoglio tutto intero. Ti amo tanto anch’io”.
‘Uffa! La chiamata è stata troppo breve’.
Cos’aveva da urlare così il coach?
Possibile che non gli lasciasse mai un po’ di tempo libero?
Non avevano allenamenti in programma.
La noia occupò il posto della gioia e così trascorsi il resto della giornata. Me ne stavo sdraiata nel letto a guardare la tv, ascoltare la musica e giocare al pc. Tutte cose che adoravo fare, certo, ma non 24 ore su 24.
Continuavo a fare zapping in tv fin quando il mio occhio cadde, per puro caso, su un canale di gossip. Non ci misi molto a comprendere da cosa era stata attirata la mia attenzione, o meglio da chi: Edward.
Il programma parlava di lui e del suo nuovo flirt.
Strabuzzai gli occhi.
Flirt?
Cosa? Stiamo scherzando?
Edward … il mio Edward?
Le foto e i video mostravano Edward abbracciato a una ragazza bionda, ieri sera.
Lei gli sorrideva felice e gli sussurrava qualcosa all’orecchio e Edward le rispondeva, anche lui sorridendo.
Poi un bacio.
Spalancai gli occhi.
Cazzo! La stava baciando … davvero!
Il mio cuore si frantumò in mille pezzi.
Alla faccia del ‘ti amo tanto amore’.
Io a casa, a letto con la febbre e lui se la spassa dall’altra parte del paese con una biondina.
Guardai l’ora, sono quasi le nove di sera.
A breve mi chiamerà.
Decisi che non gli avrei risposto.
Ero … sono furiosa.
Come osa?
Come può essere stato così insensibile dopo quello che è successo quasi una settimana fa?
Non riuscii a trattenere le lacrime.
Perché lo ha fatto?
“Bella non guardare la tv”, urlò Christian correndo nella mia stanza.
Rimase sorpreso quando mi trovò in lacrime e si precipitò subito al mio fianco.
“Troppo tardi. Ho già visto tutto”.
“Tu non guardi mai quei programmi”, disse abbracciandomi.
“Infatti, è stato per puro caso”.
Non riuscivo a smettere di piangere.
“Bella, tesoro, non piangere. Vedrai che c’è una spiegazione valida. Edward ti ama, non farebbe mai una cosa simile. Ti ha mai dato motivo di pensare di essere interessato a un’altra? Hey, non piangere”. “No, ma … non ci riesco, è più forte di me. I – io … lui … non voglio più vederlo. Io … Oh Christian!”, mi buttai tra le sue braccia.
“Shh Bella, sta tranquilla, non piangere. Si sistemerà tutto, vedrai”.
Lo squillare del telefono mi fece sussultare. “Non rispondi?”.
“No, è lui. Non voglio parlargli”.
“Bella, secondo me dovresti rispondere. Magari lui non sa niente di tutto questo e probabilmente era una delle tante fan che gli si gettano tra le braccia”.
“Eh sì, certo e avrà pensato‘visto che è qui, la bacio, così torna a casa felice e contenta’. Andiamo! Non sono stupida Christian!”.
“Come vuoi piccola. Posso lasciarti sola? Oppure resterai a piangere per tutta la notte?”.
“No tranquillo, tra un po’ vado a letto”.
Mi sforzai di sorridergli.
“D’accordo, buona notte allora”. Si alzò e mi guardò con sguardo preoccupato ed io continuai a sorridergli per rassicurarlo. Dovette funzionare perché mi diede un bacio in fronte e se ne andò.
Il cellulare continuava a squillare ed io a non rispondere.
Prima o poi si sarebbe stancato.
Quando ci fu silenzio nella mia stanza, non ce la feci più e gli scrissi un messaggio.
“Ti odio, non voglio più vederti. Come hai potuto?”.
Non so quanto tempo passò, forse il tempo che il messaggio gli arrivasse e questo fece partire un’altra raffica di telefonate.
La vibrazione mi avvisò dell’arrivo di un messaggio. “C – come non vuoi più vedermi? Perché? Cosa ho fatto?”.
Quel messaggio mi fece ancora più male.
Anche il finto tonto faceva.
Chiusi gli occhi.
Cercai di dormire ma quelle immagini continuavano a passarmi davanti agli occhi.
Il mio cuore era alla deriva, al suo posto il vuoto.
Chiusi gli occhi ricordando i nostri momenti insieme e piansi, forse, tutte le mie lacrime.


Pov Edward

Chicago, Giovedì 14 Agosto 2014
Era da un’ora o giù di lì che chiamavo Bella senza ricevere alcuna risposta. Forse stava cenando o si era addormentata.
Avevo una strana sensazione, come se fosse successo qualcosa.
Qualcosa che riguardava noi.
Mi staccai dal telefono solo per fare una doccia e poi avrei ripreso a chiamarla fin quando non mi avrebbe risposto.
Ero anche disposto a passare tutta la notte sveglio.
Mi misi a letto e ripresi il cellulare.
C’era un suo messaggio, forse non aveva potuto rispondere.“Ti odio, non voglio più vederti. Come hai potuto?”.
Come?
Forse stava scherzando e a breve avrebbe risposto a una delle mie chiamate con la sua meravigliosa risata.
Non fu così. Non rispose.
Cos’avevo fatto per farla arrabbiare tanto?
Non riuscivo a capire.
Stamattina era stato così bello parlare con lei, anche se per poco tempo. Lei aveva avuto il potere di cancellare tutta l’ansia che provavo e adesso mi diceva questo.
Continuai a chiamarla, fin quando mi ritrovai a parlare con la sua segreteria.
Le mandai un messaggio. “Come non vuoi più vedermi? Perché? Cosa ho fatto?”.
Neanche quello ricevette risposta.
Decisi, allora, che la cosa migliore era chiamare Christian, lui sicuramente sapeva cosa aveva Bella. Rispose al primo squillo.
“Edward, dimmi”.
“Ciao Christian, spero di non disturbarti, avrei bisogno di un favore”.
“No, tranquillo. Sono nel mio studio, non hai interrotto nulla. Josephine ancora non è tornata da casa della sua amica”.
Feci un respiro di sollievo. Christian e Jo avevano una vita sessuale molto attiva e vista l’ora pensai che fossero impegnati.
“Cosa ti serve?”.
“Ecco, io … avrei un problema con Bella. Non riesco a rintracciarla e poi mi ha mandato un messaggio abbastanza criptico, che sinceramente non riesco a comprendere. Tu hai idea di cosa le prenda?”.
Lo sentii sorridere. “Eh Edward, ti sei cacciato proprio in un bel guaio e, ahimè, non posso fare molto. Bella è furiosa e non vuole né vederti, né parlarti”.
“D – di cosa stai parlando? Io non ho fatto nulla Christian. Come puoi pensare che abbia fatto qualcosa che potesse far del male a Bella?”.
“Edward, io non penso nulla, ma Bella invece sì e purtroppo anche il resto degli Stati Uniti”.
“Come? Di cosa parli? C – cosa c’entrano gli Stati Uniti con me e Bella?”.
“Edward … ma tu sei sicuro di non aver fatto niente? Comunque accendi la tv e sintonizzala su uno dei canali di gossip, non fanno altro che parlare di te e della tua nuova fiamma bionda”.
“COSA? QUALE FIAMMA?”.
Gli raccontai com’era andata la serata precedente e lui mi assicurò che avrebbe chiesto a qualcuno dei suoi di riuscire a scovare il vero video della serata.
“Calmati Ed, d’accordo? Scusa ma adesso devo lasciarti, vado a controllare se Bella è riuscita a prendere sonno. Ha pianto molto stasera”.
Rimasi senza parole.
Bella aveva pianto.
Per colpa di una cosa che io nemmeno avevo fatto.
Bella è furiosa con me.
Beh … anch’io mi sarei infuriato con lei se fosse stato l’opposto. Ma come aveva potuto credere a una storia non vera? Credevo mi conoscesse e che si fidasse di me.
Guardai con attenzione le foto e compresi.
Quelle foto purtroppo erano vere, ma non del tutto.
Avrei trovato il modo di scrollarmi di dosso quelle calunnie, ma a quale prezzo?
Forse avevo perso la cosa più bella e importante della mia vita.

Stati Uniti, Seattle, Sea – Tac Airport, Sabato 16 Agosto 2014
Erano passati due giorni senza che fossi riuscito a parlare con Bella.
Ieri Christian mi aveva chiaramente detto che Bella non voleva parlarmi e che lui non intendeva costringerla, anche perché avevano avuto una piccola discussione per colpa mia.
Non ho fatto altro che pensare a lei e a quello che le avrei detto.
Sono appena sceso dall’aereo e non vedo l’ora di salire in macchina per andare da lei.
Riaccesi il cellulare e vi trovai un messaggio.
Sperai con tutto il cuore che fosse suo.
Speranza vana … era di Christian.
“Hey Ed, sono Christian, fammi sapere quando arrivi a Seattle. Ah, dimenticavo: i tuoi genitori mi hanno detto di dirti che verranno a prenderti all’aeroporto, a più tardi”.
“EDWARD! HEY, SIAMO QUI!”.
Sentii qualcuno urlare il mio nome e mi voltai.
Quanto avrei voluto che ci fosse anche Bella, ma sapevo che non sarebbe venuta.
“Ciao mamma, ciao papà”.
Li abbracciai entrambi.
Mia madre subito iniziò a farmi la ramanzina. “Ed, ma cosa hai combinato? Bella è così triste. Pensavo fossi davvero innamorato di lei. Sei stato due anni ad aspettarla e adesso appena ti allontani da lei … le fai questo”.
“Mamma ma … io non ho fatto nulla”. Incredibile che anche la mia famiglia pensava fossi stato così meschino. Sapevo quanto mia madre fosse affezionata a Bella, le voleva bene come una figlia.
“Edward, io vorrei crederti, ma non è facile. Quelle foto sono piuttosto chiare. Anche tuo padre lo pensa. Vero Carlisle?”, disse mia madre rivolgendosi a suo marito.
“Certo cara. Edward … tua madre ha ragione, Bella non ti perdonerà facilmente, ma io ti credo”, disse abbracciandomi.
“Grazie papà. Adesso … potreste portarmi da Bella? Vi prego! Ho bisogno di vederla e cercare di parlarle, non resisto più”.
“D’accordo … d’accordo. Tieni a freno i tuoi ormoni! Ti portiamo subito a casa a prendere la tua auto”.
Non appena salii in macchina, chiamai Christian. A rispondermi fu una voce femminile, la sua. “Pronto?”.
Cavoli, non so proprio cosa dirle e la sua voce non è calorosa come il solito. Avrà sicuramente riconosciuto il mio numero.
“Ehm … Bella, sono io, Edward”.
‘Certo che sa che sei tu, idiota!’, intervenne sarcastica la mia coscienza.
La ignorai.
“Speravo di poter parlare con Christian, questo è il suo cellulare”, spiegai.
‘Che spiegazione da vero idiota. È ovvio che è il cellulare di Christian’.
“Come stai tu?”.
“Certo … te lo passo subito”.
“Bella … hey … ti prego, posso parlarti un secondo …”, ma fu troppo tardi.
“Hey Ed!”.
Sconsolato salutai Christian. “Ciao! Volevo solo dirti che sono appena salito in macchina. I miei genitori mi stanno accompagnando a casa a prendere l’auto e poi vengo lì”.
“D’accordo, ti aspetto”.
Ho passato due giorni interi a pensare a cosa dirle eppure adesso mi mancano le parole.
Il viaggio dall’aeroporto a casa di Christian fu uno dei più lunghi di tutta la mia vita.
Sentivo il bisogno fisico di vederla e stringerla tra le braccia anche se, probabilmente, lei non me lo avrebbe permesso.
Arrivato a destinazione, l’ansia mi salì alle stelle.
Sperai davvero con tutto il cuore che non avesse deciso di lasciarmi, perché sarei morto all’istante.
Non riuscivo a immaginarmi senza di lei.
La guardia del corpo di Christian, Dean, mi accolse nell’atrio di casa.
“Bentornato Edward, Mr Swan la sta aspettando”.
Gli sorrisi. “C’è anche Bella?”.
“Io … ehm … ecco, non so se posso, ma la signorina Isabella non vuole vederla. È arrabbiata con suo cugino perché l’ha invitata qui senza chiederle niente”.
“D’accordo, grazie Dean”.
Cavoli, il guaio in cui sono finito senza neanche saperlo è più grave di quanto pensassi.
Avrei dovuto penare davvero tanto per farmi perdonare.
Arrivai in salotto e quello che vidi fu senza dubbio qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
C’erano tutti: Bella, Christian e Jo, e anche una ragazza che mi sembrava di aver già visto.


Bene ... chi sarà la ragazza misteriosa? Cosa svelerà? Comunque non preoccupatevi ... non è come pensate!

A me non piacciono i tradimenti, quindi .... abbiate fiducia in Edward. Non è così stronzo!

A sabato prossimo!!!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: IceQueenJ