Anime & Manga > No. 6
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Autore: floricienta    07/09/2014    3 recensioni
“Che cosa vorresti come regalo?”
Shion si chiese il perché di quella domanda, ma non ci diede molto peso.
[...] "...vorrei che tu rimanessi al mio fianco.”
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Inukashi, Karan, Nezumi, Rikiga, Shion
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti quanti! Oggi è una giornata importante, ovvero è il compleanno di Shion! Tanti auguri a Shion!!! Anche se oggi starà festeggiando con Safu e Karan i suoi 13 anni, un po' mogio, aspettando che succeda qualcosa di emozionante, ad esempio che arrivi Nezumi di nuovo! Non preoccuparti piccolo Shion, ci siamo noi fan che pensiamo a te!  Quindi non aggiungo altro e spero che vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate con un commentino! Grazie a tutti in anticipo e...
Buona lettura!


Il Mio Regalo Per Te


 

“Shion?” Nezumi chiamò il suo coinquilino con una leggera punta di perplessità nella voce, ma il suo sguardo tagliente non lasciava trasparire alcunché. “Hai intenzione di rimanere qui quando verrà l'estate?” Shion si girò verso di lui che continuò. “O meglio, pensi che sarai in grado di esserci ancora?”
“Nezumi, io voglio passare l'estate qui.” Rispose con il suo solito tono ingenuo.
“Vivo?”
“Vivo.”
“Un desiderio modesto, ma difficile da realizzare.” Come sempre, Nezumi, non perse l'occasione per farsi beffa di lui, ma ormai sapeva che Shion avrebbe risposto a tono con una frase ancora peggiore della precedente.
“E voglio festeggiare il mio compleanno con tutti voi.” Shion sorrise, sorseggiando il caffè dalla sua tazza fumante. “Inukashi, Rikiga-san, mia madre, Safu e...” Quasi sospirò. “...te.”
Nezumi fece qualche passo indietro, quasi inciampando sul divano e sedendosi di botto. La sua faccia era contorta in una smorfia, cercando di trattenere una risata.
“Continuo a chiedermi da dove ti possano uscire certe cose! Pensare ai festeggiamenti in un momento come questo!” Si mise una mano sulla fronte e lasciò libero sfogo a uno ghigno. “Piuttosto, dovremmo brindare alla disfatta della Città Santa!” La sua risata aumentò d'intensità.
“Intendevi dire alla liberazione di No.6..?” Non era una domanda e neanche un'affermazione, semplicemente Shion ancora non aveva accettato del tutto la sete di vendetta dell'altro.
“Mi pare di averti già ripetuto più volte questa cosa.” La voce di Nezumi tornò seria. “O stai con me o con No.6. Non puoi scegliere entrambi.”
“Ma la terza op-...” Shion non fece in tempo a finire la frase, mentre poggiava la tazza sul tavolino.
“La terza opzione. Sì, sì, lo so.” Nezumi agitò la mano come per allontanare da sé quel discorso. Erano tutte sciocchezze alle sue orecchie e non aveva di certo voglia di starle a sentire dopo un'estenuante giornata passata a teatro.
“Io ci credo davvero!” L'albino stava iniziando a perdere il controllo, come la maggior parte delle volte stava nascendo un litigio da una semplice frase e si sentiva persistentemente schiacciato dalle dure parole che pronunciava il moro.
“Solo uno sciocco può credere alle stupidaggini che dici.”
E quello che faceva arrabbiare ancora di più Shion, era il fatto che Nezumi parlava con estrema tranquillità, come se sapesse che la partita l'avrebbe vinta sempre lui e tutto questo lo faceva agitare.
Shion strinse i pugni, così tanto da farsi diventare le nocche bianche e neanche si accorse del leggero tremolio delle sue spalle.
“Allora sono uno sciocco!” Alzò anche il tono di voce. “Mi reputi uno sprovveduto e immaturo, ma io so camminare anche con le mie gambe!”
“Ohi, Shion... calmati.” Il moro non si aspettò quel genere di reazione e spalancò gli occhi sbalordito. Quel ragazzo era una sorpresa continua.
“So prendere le mie decisioni!” L'albino proseguì senza dar retta all'altro. “E conosco i miei limiti!” Nel frattempo Nezumi si era alzato dal divano con un sospiro e si era avvicinato a Shion, prendendolo per una mano ancora chiusa a pugno. Cedere in questo modo non era da lui e neanche mostrare i suoi sentimenti, ma con Shion era un caso a parte. Qualsiasi cosa c'entrasse con quel ragazzino non poteva inevitabilmente che coinvolgere anche se stesso e, vederlo in quello stato fuori di sé, ne era una conferma. Non era in grado di sopportare uno Shion esagitato in quella maniera, conoscendone invece la sua personalità sempre allegra e speranzosa.
“Non credo che tu li conosca.” Ancora una volta stava parlando con calma, tuttavia, ora sembrava più gentile e docile.
“Sì invece...” La voce di Shion era tornata a quasi un sussurro, mentre la sua mente era concentrata sulle dita esili di Nezumi che gli massaggiavano il dorso della mano e che si intrecciavano con le proprie per farle distendere. Solo qualche istante dopo si rese conto che doveva avere i segni delle proprie unghie sul palmo da quanto aveva stretto le mani.
“Sono stato troppo duro, eh?” Un lieve sorriso fece placare ancora di più l'animo dell'albino.
“Un po'.” Si sforzò di sorridere di rimando, e riprese a stringere forte la mano, questa volta per poter sentire quella calda di Nezumi contro la sua e il gesto non venne rifiutato.
“Scusami, Shion.”
Alla fine la partita l'aveva vinta Shion.
“Non importa...” Questa volta il suo sorriso era più sincero e si era rasserenato per davvero.
Venne trascinato da Nezumi fino al divano, il quale si sedette perdendo poi il contatto delle rispettive mani, che il moro poggiò dietro la propria testa.
“Cosa dicevi a proposito del tuo compleanno?”
“Di volerlo festeggiare con tutti quanti.” Rispose senza afferrare il perché di quella domanda.
“E quando sarebbe?” Schioccò la lingua con un ghigno e chiuse gli occhi per rilassarsi.
Questa volta Shion non capì se l'avesse fatto apposta o se per davvero non si ricordasse il giorno e alzò un sopracciglio confuso. Era sicuramente una frase detta per testare la sua reazione, non poteva essersi dimenticato del giorno in cui si erano incontrati per la prima volta. Quel 7 settembre 2013 era ben scolpito nelle menti di entrambi. Un altro pensiero, però, gli attraversò la mente ancor prima di poter dare una risposta.
“E tu?”
“Io cosa?” Domandò Nezumi riaprendo gli occhi.
“Come hai festeggiato il tuo compleanno in questi anni?” Shion si mise al suo fianco, inclinando il capo con un altro sorriso.
“Tsk, non era di certo tra le mie priorità dover pensare a una cosa futile come questa.”
“Quindi non ti hanno mai organizzato una festa?”
“La finisci con questo interrogatorio? Ti ho appena detto che è una sciocchezza, non mi importa niente.” Gli occhi argentei di Nezumi stavano tagliando in due la figura di Shion.
“Posso almeno sapere il giorno in cui sei nato?” insistette l'albino.
Nezumi incrociò le braccia, sempre più esasperato “Non te lo dirò. Se te lo dicessi, tu andresti da Inukashi e da quell'ubriaco di Rikiga per organizzarmi chissà cosa.”
Il moro si rese conto che erano tutte parole sprecate perché Shion si trovava perso nel suo mondo a fantasticare su chissà quali stranezze.
“Secondo me devi essere nato in primavera.” Si portò una mano sotto al mento, pensieroso, e l'altro non poté far altro che stare ad ascoltare i nuovi vagheggiamenti del suo coinquilino.
“Perché mai Vostra Maestà?” Decise di stare al gioco.
“Perché sei come una ventata di novità, sei entrato nella mia vita e mi hai fatto riscoprire me stesso. Mi hai fatto destare dal torpore impostomi a No.6.”
“Seriamente, dovresti smetterla di leggere romanzi rosa.” Nezumi scosse la testa, indeciso se scoppiargli a ridere in faccia un'altra volta o se lasciar perdere quei discorsi senza senso “La tua capacità d'espressione non sta facendo altro che calare a picco.”
L'albino ingrossò le guance, stufo di esser sempre preso in giro e, questa volta, decise anche di non controbattere, sarebbe stato inutile continuare con un topo così determinato a distruggere qualsiasi sua frase.
Invece si mise a fissarlo negli occhi. Uno sguardo che venne subito ricambiato e il silenzio pervase la stanza sotterranea fin quando Nezumi non riprese a parlare con un sussurro dolce.
“Ora hai perso totalmente la parola?”
Shion si avvicinò al suo viso, posò una mano sul suo collo e gli lasciò un bacio a fior di labbra, identico a quello che gli aveva dato qualche tempo prima e si staccò con un sorriso.
“Ammetto di non riuscire a comprendere per che cos'era questo bacio.” Fece il moro, abbozzando anch'egli un mezzo sorriso.
“Di ringraziamento.”
“Per cosa?”
“Tutto.”
Shion diede una risposta secca. Sul suo volto era comparsa un'espressione quasi triste mentre pensava che non avrebbe mai voluto che momenti come quello svanissero in un istante e che voleva ancora aggrapparsi alla mano di Nezumi e camminare insieme a lui fino a spingersi oltre i limiti e i confini di quella realtà.
Questo desiderio era troppo anche per uno come Shion.
Nezumi si diede una pacca sulle ginocchia prima di alzarsi e sbadigliare sonoramente.
“Basta con questi discorsi, è ora di andare a dormire. Sono esausto e domani devo svegliarmi presto!” Si sgranchì le braccia, facendo anche scrocchiare le ossa delle dita e si coricò velocemente sotto la coperta.
L'albino lo seguì dopo aver spento la lampada ad olio che tenevano sul tavolino e si mise al suo fianco, chiudendo gli occhi per addormentarsi, ma subito fu scosso dalla voce e dalla figura dell'altro che si girò anche verso di lui.
“Che cosa vorresti come regalo?”
Shion si chiese il perché di quella domanda, ma non ci diede molto peso.
“Credo che vorrei semplicemente passare una giornata felice con tutte le persone a cui voglio bene accanto a me.”
“Sicuramente questo accadrà. Tua madre e Safu ti saranno vicino.”
“Fra quelle persone io intendevo anche te.” La voce dell'albino era diventata flebile, ancora il pensiero che Nezumi non ci sarebbe stato in futuro lo stava tartassando.
“Penso che il mio stipendio da attore non basti!” Esclamò, beffeggiandosi ancora del ragazzo.
“Tu mi hai chiesto che regalo vorrei e io te lo sto dicendo: vorrei che tu rimanessi al mio fianco.”
Il tono serio e quasi malinconico di Shion fece sospirare ulteriormente il moro, che avvicinò di poco il proprio corpo a quello dell'altro.
“Non è qualcosa che posso prometterti, quindi non lo farò. Non ti darò questa illusione per farti soffrire, mi capisci?” Shion annuì con il capo e socchiuse gli occhi. “Ma potrei darti un regalo anticipato, quello che preferisci.” Continuò Nezumi, accarezzandogli la guancia. “Certo, qualcosa che non costi troppo! Dobbiamo pur mantenerci in qualche modo!”
“Questa gentilezza non è da te...” Ironizzò Shion, avvicinandosi anche lui all'altro e portando un braccio dietro la sua schiena.
Il moro schioccò la lingua e, quasi con fare infastidito, trasse a sé Shion, abbracciandolo a sua volta.
“Vedi di non approfittartene infatti!”
Era impensabile come Nezumi cambiasse completamente il suo atteggiamento quando era con Shion, di certo quel ragazzo aveva un grande potere su di lui e, per quanto potesse sembrarne scocciato, non lo era affatto. Al contrario, così insieme ritrovava un po' di quella felicità tanto vaneggiata da Shion.
Allo stesso modo, Shion si sentiva in pace stretto da quelle braccia, protetto da quel calore. Era il modo in cui avrebbe voluto sentirsi per il resto della sua vita.
“Non ti farò spendere soldi per un regalo, tranquillo...” Disse contro la spalla del moro.
“Allora vorrà dire che non tirerò fuori dalla tasca neanche un centesimo! Meglio per me!”
Nezumi si staccò leggermente da lui e gli prese il mento con due dita, alzandolo verso il proprio viso e finendo così per rispecchiarsi rispettivamente nelle iridi altrui anche nel buio totale.
Solamente pochi secondi dopo le loro labbra erano nuovamente unite tra loro in un casto bacio.
“È questo il mio regalo?” Sorrise Shion, cingendo più forte la schiena del moro.
“Se ti basta allora sì, consideralo il tuo regalo.”
L'albino si rilassò contro il suo corpo e chiuse gli occhi. “Per ora me lo farò bastare.”
“Senti, senti il moccioso!” Nezumi schioccò per l'ennesima volta la lingua prima di decidere che fosse giunto il momento di dormire. “Buonanotte, Shion.”
“Anche a te.”

“Shion, sono arrivati!” La voce gentile di Karan risuonò nelle orecchie di Shion, seduto su una sedia posta davanti alla finestra spalancata della propria stanza. “Scendi, non è carino far aspettare i propri ospiti!”
Dalle labbra di Shion scappò un lieve sospiro.
Il cielo era sereno, uno spicchio di luna risplendeva e un leggero venticello soffiava in quella serata d'estate. La sera del 7 settembre.
“Sto arrivando!” Uscì dalla camera per dirigersi nella sala, dove trovò Inukashi spaparanzato comodamente sul divano e Rikiga al suo fianco che lo guardava con cipiglio.
“Ti sembra il modo di stare, cane randagio?” Fece l'uomo, poggiando il cappotto sulla spalliera del divano. “Scusalo Karan, ma non conosce proprio le buone maniere.”
“Vedi di cucirti quella boccaccia, vecchio! Ancora mi chiedo perché Shion abbia invitato uno come te in un giorno di festeggiamenti!” Sbraitò Inukashi.
Subito dopo, l'albino sentì una risata dolce e notò il bambino che aveva salvato nel West Block tra le braccia di sua madre, quel bambino che portava il suo stesso nome. Gli si avvicinò e gli accarezzò le guance paffute e il piccolo Shion afferrò il suo dito e agitò le mani contento di vederlo.
“Ok!” Inukashi si alzò di colpo per prendere in braccio il bimbo. “È ora della pappa per te.” Così dicendo strofinò il proprio naso contro quello del piccolino e lo posò a fianco della cagna che lo aiutava nell'accudirlo e Shion cominciò a poppare dalle mammelle dell'animale.
“Auguri Shion!” Rikiga diede una pacca sulla spalla del ragazzo e gli offrì una borsa al cui interno vi erano dei regali.
“Grazie Rikiga-san, non c'era bisogno...” Shion cercò di essere gentile come sempre, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi.
“Ed è proprio per questo che io non ho sborsato mezza pepita d'argento!” Prese a parlare il presta-cani quasi con aria soddisfatta.
“Vergognati! Vieni invitato da un tuo caro amico e ti presenti solo per mangiare a sbafo!” Rispose l'uomo.
“E tu vecchio? Sei qua solo per vedere e stare insieme alla tua amata Karan!” Inukashi scoppiò a ridere vedendo la reazione dell'altro che cercava in tutti i modi di nascondere il rossore evidente che gli andava da orecchio a orecchio.
“N-Non starlo a sentire Karan...” Cercò di trovare una scusa, ma la madre li guardò con un sorriso pensando che non avrebbero mai finito di litigare.
Anche Shion era rimasto inerme davanti a quella scena. Stava pensando a come tutto quello fosse di routine solo qualche mese prima, quei battibecchi giornalieri terminavano sempre con un Inukashi vittorioso e un Rikiga furente.
Ma purtroppo mancava qualcosa.
Mancava una figura poco distante, con le mani in tasca, il collo e metà volto coperto da una sciarpa di superfibra, solo occhi magnetici che assistevano scocciati alla scena e quella voce che si intrometteva o per calmare le acque perché stufo di stare ad ascoltare o perché era il momento di andarsene.
Nezumi non c'era più. Non era rimasto al fianco di Shion e aveva intrapreso un viaggio solitario e nomade. Tutti i sogni di Shion si erano infranti con uno schiocco di dita e la sua mente vagò a quei giorni in cui si sentiva felice e realizzato nella stanza sotterranea, la più accogliente della sua vita.
Ma ormai quei giorni erano finiti e non sarebbero più tornati.
Anche il futuro non stava andando come se lo era immaginato, il suo compleanno non doveva essere così. Safu doveva essere presente e invece era morta e non aveva potuto far niente per salvarla; Nezumi l'aveva lasciato a se stesso e non era riuscito a convincerlo per poterlo seguire.
Ora doveva dimostrargli che sapeva camminare con le sue gambe, come gli aveva detto più volte, ma era difficile dopo tutto quello che avevano passato insieme.

“Allora quando si mangia?” Inukashi picchiettò nervosamente un piede per terra, incrociando le braccia e guardando il bimbo che giocherellava con il cane.
Rikiga decise che non fosse il caso di rispondere, altrimenti avrebbe dato di matto con quel ragazzino, invece, notò lo sguardo perso e malinconico di Shion che fissava il pavimento.
“Che ti prende, Shion?” Gli chiese preoccupato.
L'albino scosse la testa e fece un grosso sospiro e fu evidente a tutti il perché di quel comportamento, ormai si erano abituati al nuovo Shion che cercava di celare la sua tristezza dietro a falsi sorrisi. Così, Inukashi gli circondò le spalle con un braccio e ridendo, facendogli il segno dell'ok con il pollice, come per tirarlo su di morale, e presero a parlare di altro.
Si sedettero a tavola pochi minuti dopo, la serata passò serena anche tra i leggeri sospiri di Shion, che ad un certo punto alzò il suo bicchiere per fare un brindisi.
“Grazie per essere venuti a festeggiare con me, anche se sono ridotto in questo stato...” Cercò di scherzare, ma ottenne solamente l'effetto di una voce tremolante. “Senza di voi sarebbe tutto più difficile, ma in questa giornata vorrei ringraziare in particolar modo due persone. Safu, che mi è sempre stata accanto e che si è dovuta sacrificare per tutti noi. Non potrò mai scordare i suoi gesti d'affetto verso di me e tutto quello che ha fatto.” Ingoiò a vuoto prima di continuare, “E Nezumi... non posso che ringraziarlo per avermi salvato, fatto vivere davvero e per avermi fatto scoprire cosa significhi amare qualcuno...”
Shion cominciò a versare qualche lacrima e sentiva che stava diventando complicato proseguire a parlare. Diverse frasi di Nezumi vorticavano nella sua testa, le immagini del loro primo incontro, i litigi, le notti passate vicini, il calore del suo corpo e il labirinto grigio nel quale si perdeva ogni volta.
In quel momento sentì puntati su di sé degli occhi compassionevoli, anche se l'albino non voleva ricevere quel sentimento, non voleva che gli altri provassero pena per lui, sarebbe stato sicuramente deriso da Nezumi se fosse stato seduto davanti a lui con il bicchiere in alto anch'egli per brindare.
“Scusate...” Pronunciò Shion tra le lacrime, che provvedette ad asciugarsi con la manica. “Brindiamo a loro che non possono essere qui con noi oggi e al nostro futuro.”
Tutti scontrarono i bicchieri tra loro prima di bere un sorso.
Successivamente, Shion si alzò da tavola e si diresse sul balcone, poggiando le mani sul parapetto e guardando la piccola porzione di luna che illuminava la notte. Avrebbe preferito che in quel momento si scatenasse un temporale e che il vento soffiasse forte, portando le foglie fin dentro casa. Subito dopo, avvertì un calore sulla mano e puntò gli occhi su di essa.
Sorrise.
“Avrei voluto che tu fossi qui.”
“Lo so Shion.”
L'albino voltò lo sguardo verso il viso del suo interlocutore e si rispecchiò negli occhi argentei di Nezumi che lo guardavano con fare gentile, in quel modo che aveva mostrato solo a lui.
“Non hai colpa. Ero stato avvisato che non sarebbe stato possibile, ma io ci ho creduto ugualmente.”
“Hai ragione! Sei uno sciocco.” Quelle parole dure avevano una punta di tristezza. “Ridursi così per uno come me.” Schioccò la lingua come era solito fare e strinse più forte la mano di Shion.
Rimasero immobili a guardarsi, i loro occhi parlavano per loro, esprimevano tutto quello che dovevano dirsi: l'angoscia di Shion, il suo amore che non faceva che accrescere, lo stesso amore provato anche da Nezumi, la speranza nel suo ritorno e quella promessa che si erano scambiati prima di dividersi a farne da testimone.
“Sono sicuro che resisterai anche senza di me.” Riprese a parlare il moro. “Ma, credimi, la nostra riunione arriverà e questo sarà il mio regalo per te. Insomma, un grande regalo per tutti quelli saltati!” Esclamò con una risata, seguita da quella dell'albino.
“Lo so che ritornerai da me...”
Nezumi gli scompigliò dolcemente i capelli e poi si inchinò.
“Con il vostro permesso, Vostra Maestà, ora è il momento che vada.”
Gli occhi di Shion si riempirono nuovamente di lacrime “Non voglio...”
“Sei proprio un principe viziato.” Lo pronunciò con fare affettuoso e poi gli lasciò la mano indietreggiando. “Oh! Quasi dimenticavo...”
Nezumi si riavvicinò a Shion, gli prese il volto tra le mani e lo coinvolse in un bacio passionale.
“Buon compleanno, Shion.”
Dopo quel gesto, la figura di Nezumi svanì dalla vista dell'altro e al suo posto ci furono le lacrime che gli bendavano gli occhi e gli rigavano le guance.
Un sorriso speranzoso, però, si impossessò delle sue labbra e tornò in casa per continuare i festeggiamenti insieme alle persone che aveva di più care.
Grazie, Nezumi. Sei il miglior regalo che la vita potesse offrirmi.


Fine! :)
Oooh quanta tristezza che mi ha lasciato scrivere questa oneshot! Povero Shion, ci ho messi tutti i miei sentimenti e il mio impegno per esprimere i suoi... Spero di esserci riuscita! E comunque non manca mai del sano fluff perché è di vitale importanza nella loro storia! xD
Auguri ancora a questo personaggio fantastico, che adoro all'inverosimile (allo stesso piano di Nezumi u.u) e che mi auguro di aver mantenuto IC! 
Grazie a tutti quelli che recensiranno, aggiungeranno tra i preferiti/ricordate/seguite ecc..ecc.. E grazie a _Flowermoon_ che mi ha sopportato durante la stesura dell'inizio e che ha aiutato a sbloccarmi una o due volte!
Un bacio a tutti e alla prossima!

Flor <3

  
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