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Autore: Monkey_D_Alyce    07/09/2014    4 recensioni
La mia vita...si può definire tale?
Tutto quello che sapevo su di me, sulla mia famiglia, sul mio passato...può essere semplicemente una menzogna.
E, come se non bastasse, arriva un serial killer a sconvolgermi la vita! Cosa vuole, costui, da me?
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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11° capitolo: Bianco e rosso

 
 
Rimango totalmente indifferente nei confronti di Ace.
La parola esatta, poi, non sarebbe proprio indifferente... scocciata, annoiata a morte.
Va meglio.
Decisamente.
Già, perché io NON sopporto quando la gente si comporta così!
 
…Andrà tutto bene!
Ti aiuteremo noi!
Non preoccuparti, tu non sei sola!...
 
Bla, bla, bla! Sono solamente dei discorsi futili e senza alcun senso!
Odio i gesti d’amore o d’affetto.
Mi fanno prudere terribilmente le mani dalla rabbia.
Io non voglio essere aiutata.
Non l’ho chiesto a nessuno, cazzo!
 
Sono qui, in questa fottutissima stanza dannatamente bianca con un ragazzo che mi sta abbracciando a cui piace fare il serial killer.
Per non dimenticarci della camicia di forza…anche lei bianca.
ODIO il bianco!
 
Voi umani siete così noiosi. Ti prego, staccati. Non gradisco i gesti d’affetto” sibilo vicino all’orecchio di Ace, per poi ridacchiare malignamente.
In risposta, lui si irrigidisce tutto d’un tratto, per poi staccarsi da me lentamente.
 
Lancia uno sguardo d’intesa a Law per poi tornare a guardarmi.
 
Ma che cavolo ti prende?
 
Mi domanda Kat con occhi sbalorditi.
Vado a poggiarmi contro il muro per poi lasciarmi scivolare lentamente sospirando pesantemente.
La vita è così noiosa.
Non accade mai nulla di gratificante o interessante.
Solo le solite cose: persone che camminano e respirano.
Parole che vengono pronunciate in continuazione, dichiarando stati d’animo e fatti.
Un mondo di corruzione e potere…questo è quello che vedo.
Sinceramente non me ne importa un granché.
Se devo dire tutta la verità, non m’importa nulla di niente.
Nemmeno di me stessa.
Devo solamente portare a termine il mio compito e poi penserò a togliermi di mezzo da sola.
Un programma di vita assolutamente perfetto e preciso.
 
“Kat, cerca di ragionare. Tu non sei così. Puoi essere migliore” tenta di convincermi Ace, avvicinandosi a me.
Ma perché è così ostinato a farmi cambiare idea?
 
Smettila con i tuoi discorsi del cazzo. Non sarò mai migliore di così, fattene una ragione!” ribatto seccata, mentre sento un ringhio salirmi lungo la gola.
“Perché?!? Ti rendi conto che ti stai uccidendo da sola?!? Provare odio non servirà a nulla!” sbotta irritato, prendendomi per le spalle.
 
All’improvviso sento un dolore acutissimo alla tempia.
Una sensazione di bruciore “invade” il mio corpo facendomi piegare su me stessa.
Il mio stomaco è in subbuglio e questo non fa che peggiorare la situazione.
A stento trattengo i conati di vomito.
 
“Kat! Kat! Ascolta la mia voce. Andrà tutto bene” cerca di rassicurarmi Ace cominciando ad accarezzarmi lievemente la testa.
 
Allontanati…” gli intimo a corto di fiato.
Non riesco nemmeno a respirare normalmente.
Sento la pelle dilaniarsi ad ogni mia mossa.
Una pozza di sangue scuro si fa strada sul pavimento, “rovinando” crudelmente il bianco candore del pavimento.
Che succede?
 
“No. Non ti lascio” dice Ace abbracciandomi.
Di nuovo.
 
Allontanati. Allontanati. ALLONTANATI!!!” grido con tutto il fiato che ho in gola, sentendo i polmoni collassare dallo sforzo.
 
“Non sta accadendo nulla Kat. E’ solo frutto della tua immaginazione” sussurra dolcemente, cullandomi tra le sue braccia.
 
No.
Non è vero.
C’è il sangue…l’Inferno…” mi giustifico cominciando a piangere.
 
Le lacrime scorrono imperterrite lungo le mie guance, arrivando a bagnare anche le labbra, qualche volta.
 
“Kat…” mi richiama una voce molto famigliare.
E’ così vicina, ma non riesco a vedere nulla.
 
Vedo solamente sangue fiamme e oscurità.
Non vedo nient’altro.
Non vedo quel maledetto bianco che prima circondava tutto.
Non vedo più l’altra parte di me.
Non vedo Ace.
Forse sto per morire.
Sì, deve essere così…
 
“Kat. Tutto ciò che vedi…non è reale…” dice ancora la voce di poco prima, facendomi sobbalzare dalla paura e dalla rabbia.
 
Non è vero! NON E’ VERO!!!
Tutto è dannatamente reale!” urlo scuotendo la testa in continuazione, sentendo mille aghi “trafiggermi” la testa.
Fa male…
 
“Kat. Sai chi sono?” chiede la voce, mentre sento il respiro rassicurante di qualcuno mescolarsi con il mio, corto ed irregolare.
 
Non lo so…non so più niente…” mormoro abbassando il capo.
Le fiamme si sono fatte più alte.
Sono delle lingue che continuano a danzare, avvicinandosi a me per poi avvolgermi con il loro calore mortale.
Cerco di dimenarmi da quella stretta morsa che mi tiene imprigionata, tentando di liberarmi, invano.
 
Il rumore di passi in avvicinamento reclamano tutta la mia attenzione, mettendomi in allerta.
Un ghigno copre tutti i suoni che fino a pochi secondi fa ero certa di sentire.
 
E così alla fine ti sei trasformata! Non te la saresti mai aspettata, vero? Tutto è andato secondi i miei piani.
Mancano solamente alcune cosette e sarai l’arma perfetta, tesoro.
 
Guardo quella figura con ira, ringhiando in continuazione.
Lo odio.
Lo odio con tutto il cuore.
Qual buon vento ti porta qui, Clown?” domando in tono arrogante, facendolo ridere divertito.
 
Perché dici così? Sono sempre tuo zio, no?
Al limite…chiamami Joker…
 
Ribatte avvicinandosi pericolosamente a me, fino a trovarlo a pochi millimetri dal volto.
Ho sempre detestato i suoi occhiali viola e il suo modo di vestire.
Mi sono sempre domandata come facesse a fare strage di cuori.
Stammi lontano, lurido bastardo. Giuro che appena ne avrò la possibilità ti ucciderò molto lentamente, facendoti gridare di dolore, ti farò implorare pietà…
 
Sei così femminile e sexy quando fai così!
Sai, oltre a Rufy, tu sei la mia preferita!
Fosse per me, saresti solamente mia.
Peccato che appartieni ad Occhi di Falco.
Sei perfetta: bella, intelligente...sei l’arma perfetta.
D’altronde, sono stato io a perfezionarti.
Il Grande Joker!
 
Afferma leccandosi le labbra con fare sensuale, disgustandomi.
Tu sei solamente un pazzo psicopatico del cazzo! A cosa ti servo?” domando digrignando i denti, cercando di allontanarmi dal suo viso.
 
Servi a distruggere e ad uccidere.
Ma sai qual è la parte bella? Tutti i governi del mondo pagheranno miliardi per averti.
Ti manderanno in guerra, assicurando loro la vittoria.
Patetici!
Sono disposti a tutto.
 
Non capisco…
 
Fufufufufu! Quanto sei dolce e ingenua, piccola!
Tu sei un’arma vivente!
Non sei un robot.
Sei solamente una persona che prova odio.
La tua voglia di vivere sta nell’uccidere altra gente!
Non è meraviglioso? Avremo il mondo ai nostri piedi!!!
 
Dice ridendo in continuazione…proprio come fa un clown quando fa uno scherzo di cattivo gusto a qualcuno.
È…spaventoso e irritante.
Perché devo sopportare tutto questo?
Perché non posso vivere una vita normale?
Perché sento il grandissimo desiderio di torturare e uccidere le persone?!?
Perché sono un Mostro?
Le persone muoiono a causa mia!
MIA!
Tutto questo non è giusto…
La vita è così ingiusta e dolorosa…
 
Com’è morto…mio nonno?” domando con tono di voce tremante, fissando con insistenza il suo volto.
Voglio vedere i suoi occhi quando mi risponderà.
Voglio vedere i suoi fottuti occhi!
 
Oh! Parli di quel Chumash da strapazzo?
L’ha ucciso Mihawk.
Si era accorto che stavamo degli esperimenti sulla sua adorata nipotina, lui si è arrabbiato tantissimo e ha tentato di ucciderci!
È morto con un bellissimo buco in fronte, fufufufufu!
 
A quelle parole inorridisco mentre una grande rabbia si fa largo nel mio cuore.
Comincio a singhiozzare violentemente, tremando in continuazione.
Il mio nonno…è morto perché…voleva difendermi…
 
NONNO!!!” grido con tutto il fiato che ho in corpo.
 
Tutto si fa buio e quelli che sono secondi paiono ore interminabili.
L’oscurità che mi circonda mi fa soffocare, il che è strano, dato che ho sempre amato il buio, l’oscurità…ma in questo momento mi sembra solamente una gabbia paurosa, piena di insidie e pericoli…
 
 
“Kat…avanti, apri gli occhi…” mi ordina la voce che avevo sentito poco prima.
 
Non ci riesco…io…ho paura…” rispondo facendomi piccola piccola, appoggiando la testa sulle ginocchia, respirando profondamente, calmandomi un poco.
 
“Non ne devi avere. Ci sono io, con te…” mi rassicura ancora, cominciando a sentire la sua presenza vicino a me.
 
Sei famigliare, ma io non riesco a ricordarmi di te! Se apro gli occhi ci sarà solamente altra oscurità…” sussurro terrorizzata.
Sento la gola secca e il cuore battermi all’impazzata, tanto che mi viene da pensare che potrebbe uscire dalla cassa toracica da un momento all’altro.
 
“Ti ricordi quando ti buttavo addosso le uova in pieno luglio urlando che era Halloween?”
 
 
...“Felice Halloween, mocciosi!” urlò un uomo dai capelli rossi, gettando uova sulla testa di due ragazzini.
“Shanks. Per l’ennesima volta: non è Halloween! Siamo in pieno luglio!!!” s’inalberò una ragazzina, sbuffando in continuazione.
“Che cazzo dici??? Oggi è il trentuno!!!” si difese Shanks, offeso nell’animo.
“A dire il vero è il diciannove luglio!”
“Sul serio?”
“Sì.”
“…Ah…”…
 

 
“Shanks! Non riuscirò mai a fare una capriola mentre salto!” si lagnò una bambina sui dieci anni, sbattendo i piedini in un moto di stizza.
“Ma smettila di dir cavolate! Ammettilo: hai paura!” la stuzzicò il ragazzo, tirandole una guancia fino a farla diventare rossa.
“Ahia! Mi fai male!” piagnucolò lei, tenendosi la parte dolente.
Shanks sospirò con fare sconsolato, battendosi una mano sulla fronte, esasperato da tutta quella situazione.
“Lasciamo perdere! Hai già fatto abbastanza, per oggi. Andiamo a far merenda” esordì prendendo la bambina in braccio come una principessa, facendola ridere di gusto…
 
 
Quei ricordi baluginano nella mia mente come un film, facendomi sentire sollevata per la sua sola presenza.
Non riesco a capire come abbia fatto a dimenticarmi anche se solo per pochi attimi dei suoi capelli rossi cremisi e dei suoi occhi color pece.
Come ho potuto dimenticare il suo profumo di colonia così buono e intenso da far girare la testa?
Come ho potuto dimenticarmi del suo carattere sbruffone e dolce?
 
Riapro gli occhi lentamente, alzando il mio viso verso di lui, scontrandomi con lo sguardo con i lineamenti del suo volto.
 
“Ehi, piccola. Tutto ok?” domanda accarezzandomi i capelli con delicatezza, regalandomi un sorriso in grado di far sciogliere ogni mia paura.
“Shanks…” sussurro il suo nome, assaggiando il “sapore” nel pronunciare le singole lettere che lo compongono.
 
Di scatto, mi avvolge in un abbraccio caloroso, stringendomi le spalle con fare protettivo con l’unico braccio che gli rimane.
Nascondo la mia testa nell’incavo del suo collo, sentendo il battito del mio cuore farsi regolare.
 
“Va tutto bene”- sussurra continuando le sue carezze, baciandomi qualche volta il capo- “Sei al sicuro”
“Ho paura, Shanks…quel-quel mostro…prova odio…è triste…mi dispiace per…per…è colpa mia…” gli dico, digrignando i denti con forza fino a farmi male.
“Non è vero. Noi ti aiuteremo. Anche Ace lo farà!” esclama staccandosi da me, guardandomi a fondo negli occhi.
 
Rivolgo il mio sguardo verso il serial killer, notando la sua figura rilassata appoggiata al muro con le braccia incrociate al suo petto muscoloso, coperto da un t-shirt nera attillata.
Alcune ciocche di capelli gli ricadono davanti al viso, nascondendogli parte del volto, persino gli occhi.
Vorrei sapere a cosa sta pensando…
 
Se lo uccidessi? Ci rimarresti male?
 
Domanda il mostro che è dentro di me, indicandolo con l’indice della mano.
Gli ringhio contro, facendola ridere di gusto, innervosendomi ancor di più.
Mi alzo dalla mia posizione, lasciando basito Shanks, e mi avvicino velocemente all’altra parte di me, seduta comodamente su una specie di poltrona bianca in mezzo alla stanza.
Le giro intorno come farebbe un lupo con la sua preda prima di attaccarla e scopro i denti, continuando ad emettere ringhi.
 
Perché tieni tanto alla vita di questo ragazzo? Perché?
E’ solo un semplice…patetico… essere umano!
 
Sbotta irritata, per poi ghignare amaramente.
 
“Perché?” le domando all’improvviso, facendola sobbalzare.
Mi guarda smarrita, come in cerca di spiegazioni.
“Perché provi odio verso tutti? Odi pure me?” le chiedo ancora, assottigliando lo sguardo, squadrandola da capo a piedi.
 
Non ti odio, ma ti reputo debole, in un certo senso… provi troppi sentimenti! Lasciati andare e vedrai che sarà divertente!
 
Risponde ridendo sguaiatamente.
Un brivido mi percorre la spina dorsale.
Ho paura, ma al contempo sono curiosa.
È sbagliato, lo so.
Voler provare ad uccidere le persone è sbagliato.
Ma sembra così allettante l’idea… quasi fosse una droga di cui non puoi farne a meno.
Privare chiunque ti sbarri la strada della vita, sporcarti le mani di quel liquido color cremisi…
In questo momento mi considero una sciocca, una stupida per i miei pensieri perversi e poco umani, ma non posso fare a meno di essere impaziente come un bambino quando vuole ricevere a tutti i costi i regali di Natale.
 
“Com’è uccidere?” le chiedo, mordendomi subito dopo la lingua per il mio tono troppo curioso.
 
Mi guarda con i suoi occhi color del sangue, sorridendo melliflua per poi rispondere:
 
Chiedilo a lui…
 
Seguo la direzione che mi ha indicato con un lieve cenno del capo e incontro lo sguardo apatico di Ace.
Non sembra turbato dalla domanda che ho posto…anzi, sembra piuttosto…annoiato…
Che sia questa la risposta?
Rende le persone prive di qualsiasi emozione e le fa diventare false?
Sinceramente…non riesco a capirci più nulla.
Devo pensare lontano da tutto e da tutti.
Voglio stare completamente da sola, libera da questa maledetta camicia di forza e da queste pareti bianche come il latte.
 
“Non provi niente. Un bel niente. Io non provo più emozioni” risponde seccamente e sta per andarsene fuori da quella porta.
Prima era amichevole, ora mi tratta freddamente.
 
Forse sono io, il mostro, non quella Cosa che vive dentro di me.
Sono un essere insignificante, che non merita nulla da nessuno.
Nessuno mi vuole bene…forse… nessuno me ne ha mai voluto…
 
“Aspetta!” lo fermo, pentendomi subito della mia decisione.
Chi mi dice che accetterà la mia richiesta?
 
Si volta verso di me, intimandomi con lo sguardo di andare avanti con il mio discorso.
“V-Voglio uscire…per favore…” dico con un fil di voce, abbassando i miei occhi verso il pavimento, vergognandomi.
 
“Law” afferma solamente, guardandolo con intesa.
 
Trafalgar entra dentro alla stanza e mi slega, mentre Ace si allontana con passo svogliato, seguito da Shanks.
Li guardo e nemmeno ascolto quello che l’amico del killer mi dice.
Corro fuori dalla stanza e mi guardo in giro, notando una scalinata che porta al piano superiore, illuminato da una luce grigia e spenta.
 
Mi avvicino al quel punto di riferimento, riconoscendo il corridoio della casa di Ace.
Dalle finestre riesco a scorgere il cielo nuvoloso, “minacciando” di piovere.
Cammino spedita verso l’entrata e apro la porta ma vengo fermata dalla voce di Trafalgar:
 
“Devi restare qui” ordina in tono perentorio, facendomi innervosire un poco.
 
Ancora una volta, non do retta alle sue parole e mi avvio verso l’esterno…
 
Il paesaggio a me circostante mi fa mancare il respiro.
Alla mia destra c’è una strada sterrata che si congiunge con lo spiazzo ricoperto d’asfalto davanti a casa, mentre sulla mia sinistra c’è un grandissimo campo, ricoperto da erba fine e fiori di svariati tipi: dalla camomilla ad alcuni girasoli, fino a raggiungere un bosco di abeti e altri alberi.
 
Carino il bosco… che aspetti? Hai sempre voluto andarci, no?
 
M’incita l’altra parte di me, risvegliandomi dall’incanto di quel paesaggio…
Senza nemmeno pensarci, comincio ad avviarmi verso la mia meta predisposta, scoprendomi alcuni attimi dopo a correre come una forsennata, non curante delle gocce di pioggia che hanno cominciato a cadere…
 
Appena mi addentro nel bosco, l’odore pungente caratteristico dei boschi m’invade le narici, sentendo un senso di libertà e serenità ritrovata.
Proseguo il mio cammino, calpestando le foglie cadute che, sotto ai miei passi, scricchiolano piacevolmente.
Schivo gli alberi che incontro con innata naturalezza, mentre i loro rami più lunghi e insidiosi, graffiano la pelle del mio viso.
Il suono dell’acqua che scorre richiama la mia attenzione, facendomi voltare a destra, da dove proviene la fonte.
Man mano che avanzo, la terra “sparisce” lasciando spazio a rocce di varie dimensioni.
Mi ostacolano, qualche volta mi fanno incespicare e quasi cadere a terra, ma non ci bado, presa totalmente da questo posto magnifico e silenzioso…
Più avanti scorgo l’acqua del torrente, limpida e pura.
Piccoli pesci sguazzano allegramente, qualche volta compiendo un piccolo salto fuori dall’acqua.
 
Mi siedo su una roccia abbastanza grande e comoda e rimango a guardare quello spettacolo per non so quanto tempo.
La pioggia si fa sempre più fitta e pungente, tanto da provocare un rumore abbastanza forte da coprire ogni altro suono.
 
All’improvviso, sento qualcosa di caldo soffiare sulla mia schiena oramai bagnata e con la maglietta appiccicata ad essa, facendomi irritare un poco.
Mi sto per voltare, ma un ringhio cagnesco mi fa fermare bruscamente.
Deglutisco un bolo di saliva a vuoto, sentendo il vuoto totale dentro di me.
Tento di calmarmi, facendo vari respiri, ma la cosa non funziona e, come se non bastasse, la creatura dietro di me si è messa a ringhiare ancor più forte di prima.
Non posso muovermi, altrimenti mi attaccherà… ma come diavolo mi è saltato in mente di andare vicino ad un torrente?!? È logico che i predatori verranno qui per abbeverarsi e per…cacciare, no?!?
 
Tsk! Ti serve aiuto?
 
Mi domanda l’altra parte di me, sorridendo con fare ironico e strafottente, regalandomi un’occhiata superficiale.
“Fottiti!” le sibilo contro.
 
Un ringhio più forte degli altri mi giunge alle orecchie, come intimazione di stare zitta e ferma.
 

 
Col cazzo!
 
Mi giro di scatto e scorgo la figura del lupo più grande che abbia mai visto.
È grande come due cani di grossa taglia messi insieme…
Indietreggio bruscamente, cadendo inevitabilmente nella acqua abbastanza bassa del torrente, facendomi male al fondoschiena, ma non ci bado, occupata a boccheggiare come una scema.
Il mio respiro si fa irregolare, mentre il mio cuore comincia a battere più forte.
Un’onda di paura mi sovrasta l’animo, mandandomi nel panico più totale.
Ho talmente paura da non riuscire ad urlare o a muovermi.
 
Il lupo si avvicina a me, noncurante dell’acqua che gli bagna parte delle zampe.
Il suo pelo è bianco e grondante gocce di pioggia, tanto che sembra “brillare” di luce propria.
I suoi occhi sono di colore grigio chiaro e sono pieni di odio.
Il muso è contratto in una smorfia di rabbia, mostrando i suoi denti acuminati e bianchi e parte delle gengive.
Delle “rughe” alle parti del naso rendono il suo viso ancor più terrificante e imponente.
 
Mio nonno mi ha sempre raccontato che i lupi non sono cattivi e che siamo noi, esseri umani, che li provochiamo e li attacchiamo, inoltrandoci nel loro territorio che li spetta di diritto e uccidendo i loro piccoli.
E io, come una stupida, sono finita nel suo territorio…
 
“Non voglio farti del male” dico indietreggiando ancora, graffiandomi le mani con le punte delle rocce sommerse dall’acqua.
In risposta, lui abbassa ancor più le orecchie e assottiglia lo sguardo, emettendo un ringhio.
Abbassa il suo corpo, pronto ad attaccarmi e, istintivamente, mi chiudo a riccio, aspettando il peggio, che però sembra non arrivare…
 
Alzo la testa di un poco, guardando il lupo fissarmi con espressione diffidente.
Si avvicina a me, per poi cominciare a girarmi in torno due o tre volte, sfiorando il suo pelo e la sua coda bagnati contro i miei arti e la mia schiena.
Mi annusa il volto, solleticandomi con il suo fiato caldo e il suo odore complesso: sa di bosco, acqua e anche di sangue…
 
Dopo quel “controllo” da parte sua, indietreggia di alcuni passi, per poi girarsi e andarsene via correndo.
Quando riesco a malapena a vederlo, si volta verso di me e volgendo il muso al cielo, ulula con potenza, facendomi smettere di respirare per alcuni secondi e se ne va definitivamente…
 
Rimango imbambolata per non so quanto tempo, ancora lievemente terrorizzata dal quell’incontro un po’…strano…
 
Solamente l’acqua gelida del torrente mi risveglia dal mio stato catatonico, sentendo il freddo penetrarmi perfino le ossa.
Mi alzo con non poca fatica e infreddolita come non mai, ripercorro la via del ritorno, tremante e scossa dagli eventi appena accaduti…




Angolo di Alyce: Buona Domenica a tutti!
Ehhhh! Se ne vedono di cotte! Ma anche di crude!!!
Kat che prima è attraversata da furia omicida e che detesta gli abbracci e poi ci rimane male perché Ace la tratta in modo freddo dopo essere tornata in sè.
Deciditi cara u.u
Non pensate che Ace sia attratto verso il Mostriciattolo (lo chiamo così perchè è...puccio. Il Mostriciattolo di Kat! Suona bene, no?), non è così!
C'è ben altro sotto, fufufufufufufu! (adoro ridere come Dofla. E' estremamente e dannatamente divertente e malefico!) xD
Giusto! Abbiamo Doflamingo in questo capitolo! Sottoforma di...allucinazione, ma c'è!
Giuro che odio Dofla con tutto il cuore, ma mi sto affezionando a lui, dannanzione!!!!
Cioè...è sexy! :Q__________________________
Ok, torno in me!
Abbiamo anche Shanks! Come avete visto, Kat torna in sè grazie a lui.
Per questo Shanks è una figura importante nella storia.
E dopo c'è anche il lupo bianco! No, veramente, io lo adoro!!!!!!
Chissene fotte se è come due taglie grosse di due cani! E' puccio lo stesso *^* *^*
E poi, sono fissata co sti lupi xD
Ascolto canzoni d'indiani d'america, guardo un casino di immagini coi lupi. Voglio un lupo come animale da compagnia...vita fatta di lupi, insomma xD

Questo è il link con il lupo bianco: http://it.tinypic.com/r/70dhrk/8

Immaginatevi di avere lui davanti, molto più grande e molto più diffidente e "ringhioso" xD

Ci si vede al prossimo capitolo!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!
Alyce :))))))))))))))))))))))))))



P.S. Ace non sta sotto gli ordini dell'FBI.
Diciamo che l'FBI lo "sfrutta", ma questo legame si capirà nei prossimi capitoli, tranquilli ;)
  
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