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Autore: ladyzaphira    07/09/2014    1 recensioni
*Completa*
L'universo è quello del 2012, ma l'atmosfera è quella cupa di SAINW:
Dopo un'ultima missione che è costata a Leonardo la vista, lui e Raphael scoprono di amarsi, e si dichiarano una notte, tuttavia la loro felicità è destinata a durare poco, poichè una serie di tragici eventi segneranno la loro storia e quella della loro famiglia ...
Per scrivere questa storia mi sono ispirata ad una cansone della Disney:"Vedo con gli occhi tuoi" della "La spada magica, alla ricerca di camelot"
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Leonardo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest, Spoiler!, Violenza
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P.O.V Raph ...
Ciò che accadde dopo fu completamente fuori dalla mia portata.

Mi sporsi verso di lui e … lo baciai.                                                  
Si, proprio così!! Lo baciai, così, semplicemente; so che sembra assurdo ma non fu un atto razionale il mio. Nel momento in cui Leo, mio fratello, mi aveva confessato i suoi sentimenti per me era come se fosse scattato qualcosa.

Come quando si accende la miccia ad un candelotto di dinamite: Le parole di Leo erano la miccia, le mie emozioni il candelotto e il bacio … l’esplosione.

Si, direi che si potesse descrivere così.

Leo trattenne il fiato nel momento in cui sentì la mia bocca sulla sua, tremava come una foglia ma ciò non gli impedì di ricambiare.

Le sue labbra erano morbide, il suo sapore dolce, aromatico … uhm, thè verde alla menta probabilmente, ma poco mi importava. Ciò che contava era che, seppur timidamente Leo ricambiasse, avvolgendo le braccia attorno al mio collo.

Senza interrompere il bacio mi alzai in piedi, portando Leo con me, dopo di che portai una mano attorno alle sue spalle e l’altra sotto le sue gambe.

Lo sollevai in stile sposa. 

Mi sorpresi di quanto Leo fosse diventato leggero, in quella settimana aveva perso molto peso (Probabilmente gran parte di ciò era stata a causa dello shock di essere diventato cieco), per questo non ebbi alcun problema a prenderlo in braccio.

Incominciai a camminare, avevo in mente una meta precisa.

“Raph …?! D-Dove mi s-stai portando?!” sussurrò Leo appena le nostre labbra si staccarono.
C’era paura nella sua voce, paura nata dal fatto che non poteva vedere dove lo stessi portando. 

“Ssssh” feci baciandogli delicatamente il collo “In un posto speciale …” dissi sorridendo tra me e me.

Quasi non riuscivo a credere a quanto felice mi sentissi, il che era ancora più assurdo considerando che solo adesso Leo aveva avuto il coraggio di dirmi cosa provava.
Ma forse la verità era che … in cuor mio, lo sapevo già o forse è meglio dire che lo SPERAVO. 
Si. Perché anch’io negli ultimi anni incominciavo a sentire qualcosa per lui, ma non ho mai avuto il fegato di confessarglielo, senza contare che il fatto che fosse mio fratello non aiutava.

Scendemmo nelle fogne, in un tratto abbandonato da tempo.                                

Solo quando fummo abbastanza vicini al luogo che avevo in mente lo posai a terra lasciando che mi seguisse a piedi, tenendomi per mano logicamente.

“Siamo di nuovo nelle fogne giusto?” domandò Leonardo esitante.

“Si …”

“In quale zona?”

“Ti ricordi di quando eravamo piccoli?” domandai conducendolo dentro ad una vecchia galleria; strinsi la mano di Leo, conducendola verso il muro della galleria, in un punto particolare ove erano presenti dei vecchi segni di artigli.                        
“Ricordi questi?!”

Le dita di Leo tastarono attentamente quei segni.

Lo vidi trattenere il fiato “Il coccodrillo albino …” sussurrò meravigliato sbattendo gli occhi.

Sorrisi e lo ripresi per mano, riprendendo il tragitto.

Arrivammo in una zona appartata nelle fogne, un piccolo luogo riparato che avevamo scoperto io e Leo dopo l’avventura con l’alligatore albino. Quando lo scoprimmo decidemmo di allestirlo come un piccolo rifugio (Un po’ come le case sugli alberi dei piccoli umani), era …

“… Il nostro segreto” mormorò Leo aumentando improvvisamente il passo e tirandomi per il braccio.

“Ehi, fai piano!!” lo rimproverai temendo che potesse inciampare o sbattere da qualche parte … ma non lo fece.

Con mia grande impressione, Leo si mosse perfettamente in quel vecchio luogo come se ci vedesse ancora.

“Conosco questo posto meglio di chiunque altro Raph” disse emozionato facendo correre la mano lungo il muro umido “Non è mai cambiato …”

“Aspetta un attimo” lo bloccai per un braccio, sorpreso “Vuoi dire che dopo tutto questo tempo … hai continuato a venire qui?!”

Lui volse lo sguardo verso la direzione della mia voce con fare confuso “Si …” rispose dopo un breve istante di silenzio. 

“Perché non me lo hai mai detto?!”

“C-Credevo non t-ti importasse più …” rispose lui sinceramente “A maggior r-ragione da quando sono s-stato nominato leader, litigavamo così spesso e … e così io venivo qui …”

Scossi la testa incredulo “… Anch’io” dissi dopo un po’ “Anch’io ho continuato a venire qui di nascosto”

“Peccato che non ci siamo mai incrociati …”

Già, peccato.

Dio!! Quanto tempo avevamo sprecato?!                                                        
Di quanto tempo abbiamo avuto bisogno per capire di aver bisogno l’uno dell’altro?! 


La voce di Leo mi riportò alla realtà.

“Guarda!!” esclamò tastando con le mani la superfice del vecchio lettino che, bene o male, eravamo riusciti a portare laggiù (Si vede che eravamo poppanti) “Ci siamo nascosti sotto queste coperte così tante volte” continuò con nostalgia “… Perché mi hai portato qui?”

Mi gli giunsi accanto, prendendogli entrambe le mani per avvicinarlo a me “Perché era il nostro posto speciale” mormorai baciandogli appena le labbra “Voglio che torni ad esserlo”

Lo baciai di nuovo, con più trasporto questa volta mentre lo spingevo delicatamente giù, sul nostro vecchio lettino. Lui mi lasciò fare avvolgendomi le braccia attorno al collo con forza, come se avesse paura che potessi svanire da un momento all’altro.            

Entrai dentro di lui con tutta la delicatezza di cui ero capace, stando ben attento alle sue reazioni a maggior ragione perché lui non emise un fiato, tranne qualche piccolo gemito o sospiro; sicuramente non voleva che mi preoccupassi ma neanche lui poteva mascherare completamente il dolore che provò all’inizio.

Tuttavia, man mano che aumentai il ritmo si rilassò iniziando a muoversi anche lui per incontrare prima le mie spinte. 

Certo in realtà non fu subito semplice. Senza rendermene conto i miei movimenti diventavano sempre più violenti, e anche se sapevo che me ne sarei pentito in seguito mi rifiutai di sentire nient’altro che non fosse Leo, caldo e stretto intorno a me.

Difatti lo sentii piagnucolare ogni tanto poiché non riusciva a tenere il mio ritmo, per fortuna durò poco.

“Dio. Leo …” ansimai stringendo  le sue spalle così forte da fargli quasi male.

“Aah …” sospirò Leo lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, incurvandosi sotto di me “R-Raph …” balbettò.

Sembrava volesse aggiungere qualcosa ma le parole gli morirono in gola, sopraffatte dai gemiti e dalle urla di piacere con cui avrebbe riempito quel luogo.

Venimmo insieme, gridando l’uno il nome dell’altro.

Crollai letteralmente su di lui, ero stanco si, ma mai fui più felice di quella notte.

“Raph …” mi sentii chiamare debolmente.

Alzai lo sguardo verso di lui, il mio fratellone, il mio amante. Stava sorridendo, anche lui era esausto dopo il suo primo orgasmo, ma neanche questo poteva nascondere la sua gioia.

“Ti amo” disse prima di chiudere gli occhi per poi addormentarsi.

“Anch’io ti amo Leo …” sorrisi anch’io, scuotendo la testa “Mi spiace solo di aver aspettato così tanto per dirtelo”

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