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Autore: larry_xoxo    07/09/2014    0 recensioni
Mi chiamo Eileen, sono una ragazza di 16 anni e sto per trasferirmi in Australia con i miei zii e la mia adorata cugina, Jillian. Abbiamo la stessa età e frequenteremo gli stessi corsi. Spero di lasciarmi tutto alle spalle e di vivere felicemente la vita nuova che mi aspetta lì.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il giorno della partenza verso Riverstone è finalmente giunto, lo aspettavo con impazienza anche se ora sento già la mancanza di mia madre e di mia sorella. Non ho mai preso un aereo fino ad ora e l'ansia si sta facendo sentire, accompagnata dalla nausea. Dopo le solite raccomandazioni di mia madre e dopo tutte le volte che mi ha detto che le sarei mancata, finalmente esco di casa per recarmi da Jill. Mentre cammino, respiro a fondo l'aria mite di New York. Mi mancherà questo posto. Decido di prendere la strada più lunga - così da dare a questa città un addio meritevole - attraversando i piccoli vicoli tra le palazzine.

 

 Purtroppo mia madre non ha potuto accompagnarmi all'aeroporto e quindi eccomi qui su un aereo dritto verso Sidney. Anche se ho dovuto abbandonare la mia famiglia qui, sono felice di lasciarmi tutto alle spalle e ricominciare una nuova vita. Dopo le raccomandazioni delle hostess riguardo alle cinture di sicurezza, finalmente l'aereo si prepara per il decollo e il senso d'ansia e di nausea ritornano.

 

«Sai, dicono il Norwest è un'ottima scuola. Anche a livello sociale.», dice Jill tenendo gli occhi chiusi. Ormai eravamo ad alta quota.

«Davvero? Allora non credo avremo problemi.», sospiro, cominciando a rilassarmi.

«Ci aspettano venti ore di volo e quarantacinque minuti di macchina.», sbuffa impaziente prima di aprire gli occhi e tirare giù la tendina dell'oblò. Tutti i passeggeri, compresi gli zii e Jill, cominciano a prendere un cuscino e dormire. Non ho voglia di ascoltare la musica, nè tantomeno di leggere un libro o una rivista, così chiudo gli occhi anch'io.

 

 

Dopo aver dormito, letto qualche paragrafo di “50 sfumature di grigio” e ascoltato tutta la mia playlist due volte, le venti -  ed interminabili - ore di volo finiscono ed arriviamo finalmente a Sidney. L'aria è già diversa rispetto a quella di New York, sento già il caldo di settembre che a New York avremmo sentito solo verso metà luglio. Controllo lo schermo del mio cellulare che porta le 15.00, la fame inizia a farsi sentire. Sorrido involontariamente alla mia nuova città, è bellissima. E non vedo l'ora, durante i 45 minuti che passeremo in macchina, di ammirare il panorama e gli alti palazzi di Sidney.

 

 

Mentre siamo in macchina chiamo mia madre per dirle che siamo atterrati, anche lei nota il mio entusiasmo ed è davvero contenta. Una volta finita la telefonata, tiro fuori le cuffiette dallo zaino dopodiché le metto alle orecchie e ascolto, un'ennesima volta, qualche canzone dalla mia playlist fin quando non arriviamo a destinazione.

 Davanti ai miei occhi, circondata da una recinzione, sorge una piccola villa.

Vista dall'esterno, ha un aspetto moderno ed ha le facciate di colore bianco. Dalla facciata frontale, si vedono due balconi affiancati, ciascuno per una stanza. 

 

Scendiamo dall'auto scaricando tutti i bagagli e, trascinandoli, li portiamo sino al cancelletto della villa; inoltre ci sono anche la cassetta della posta e il citofono.

 Entrando noto di fianco allo stretto sentiero, alcune piante di azalee e qualche piccolo albero dall'altro lato del giardino.

 Finalmente la porta principale si apre ed, appena dentro, inalando l'aria della nuova casa, noto un odore di pittura: naturalmente la casa è stata imbiancata.

 Boccheggio nell'intento di descrivere quell'enorme casa ma non ce n'è verso.

 

L'interno è completamente diverso dall'esterno. I muri sono di un colore marrone chiaro, così come tutto il resto della casa.

 Appena si entra, a sinistra vi è la penisola della cucina (molto grande) e dietro vi sono il piano cottura e tutto il resto. Il colore dominante in cucina è il bianco. I piani della cucina sono lisci mentre i mobili sono laccati. 

 A destra c'è il salone con un ampio divano, marrone, ed un tavolo in vetro con sopra un piccolo ma particolare vaso in terracotta. Di fronte c'è una parete attrezzata in noce canaletto con una televisione da 40 pollici, uno più o uno meno.

 Dalla parte opposta c'è l'aerea “sala da pranzo”; ovvero, un tavolo abbastanza grande con attorno otto sedie in pelle bianca. Sfioro la superficie del tavolo: è legno puro.

 

«È bellissima…», dico con un filo di voce. “Bellissima” per quella casa non bastava.

 

Io e Jill restiamo a fissarci per un minuto intero senza proferire parola, fin quando, non corriamo verso il piano di sopra. Ci sono ben cinque porte. Non vedo l'ora di condividere la stanza con mia cugina. 

 Stiamo per aprire una di quelle porte finché zio William non ci avvolge con le sue braccia.

 

«Ho una sorpresa per voi.», dice sorridendo.

«Quale?», chiediamo impazienti all'unisono.

«Ognuna di voi avrà la sua camera. Ci ho pensato e mi sono detto che ora avete sedici anni e che preferite starvene per i fatti vostri e volete un po' di privacy.»

«Ammetto che condividere la camera con Jillian sarebbe stato bellissimo, ma… wow… una camera tutta mia… grazie zio William!!», esclamo abbracciandolo senza esitare.

 

Lui comincia a ridere e, dopo aver ricambiato l'abbraccio, scende giù. Molto probabilmente dovrà aiutare zia Theresa a portare le valige al piano di sopra.

 

«Allora, quale vuoi che sia la tua camera?», chiede Jillian con un sorriso a trentadue denti.

«Non ho ancora visto nessuna delle due; come faccio a scegliere?!», esclamo ridendo.

Sbuffa.«Facciamo che io prendo quella a destra e tu quella a sinistra?», propone.

«Affare fatto!»

 

Mi avvicino lentamente alla porta in fon al corridoio. Chiudo gli occhi e sospiro, aprendo lentamente la porta.

 È la camera che tutti sognano. Perfetta. È ampia e alla mia sinistra c'è una finestra che prende quasi tutta la parete con davanti una piccola panca. Il posto ideale dove leggere i miei libri.

Poi vi è il letto con sopra delle mensoline, dopo mi occuperò di metterci qualcosa sopra. C'è anche una piccola scrivania con un portatile sopra e con una sedia bianca con le rotelle. Dietro ci sono altre mensole. Dalla parte opposta del letto c'è una parete con la televisione. Di fianco c'è un'altra porta, apro anche quella e mi ritrovo davanti una cabina armadio. Ci sono già alcuni capi e qualche paio di scarpe a riempire quella piccola stanza. E quando credo che le sorprese siano finite, quando torno in camera, trovo una piccola finestrella, subito a destra della porta. Trascino la sedia che sta dietro la scrivania appena sotto e ci salgo sopra. La apro e trovo Jillian in camera sua che saltella entusiasta.

 

«Contenta eh?», chiedo ironicamente.

«Oddio, ma abbiamo che una finestra comunicante? Che bello!», esclama quasi urlando.

Sorrido scuotendo la testa.

«Mi aspettavo un bagno tutto mio ma la cabina armadio mi basta.», scherza.

«Ora sistemo un po' di roba, a dopo!», dico saltando giù dalla sedia e dirigendomi verso il mio bagaglio a mano.

Apro la zip e ne estraggo una foto in una cornice. Cosa raffigura quella foto? Me e Charlie. Era così felice, almeno così sembrava. La posiziono su una delle mensole sopra il letto e la fisso, sorridendo. Mi è sempre vicino.

  
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