Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    08/09/2014    2 recensioni
Un prezioso carico, formato da una coppia di anfore rispettivamente d'oro e d'argento, è pronto alla partenza e Lupin ha tutte le intenzioni di compiere l'ennesima furto in grande stile. Ma su quel treno ci saranno non poche sorprese per il ladro gentiluomo, e non sto parlando del "solito" ispettore Zenigata. In una delle carrozze si trovano anche i fratelli Elric, che loro malgrado saranno coinvolti in questa strana vicenda. Per la cronaca, ho preso spunto per questa fan-fic da un videogioco di Lupin uscito per PS2.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 - L'arrivo a Plomb Town


L'arrivo del treno partito da Guteburg era previsto per le nove e mezza, ma a causa del furto del vaso della Luna arrivò solo a mezzanotte. I passeggeri, in un misto di rabbia e disperazione per il grave ritardo, scesero velocemente dal treno, svuotandolo in pochi minuti.
Quando i fratelli Elric e Winry scesero dal treno, vennero richiamati da una persona che si trovava vicino ad una panchina. Incuriosito, Edward e gli altri gli andarono incontro, per sapere cosa voleva.
Una volta uscito dalla folla che stava abbandonando la stazione, Edward vide davanti a lui un ragazzo che aveva poco più di vent'anni, dai capelli corti color biondo scuro e dagli occhi azzurri. Aveva la faccia un po' assonnata, sembrava che avesse aspettato per molto tempo l'arrivo dei fratelli Elric. Si chiamava Christian Tarnat e disse che era un caporale dell'esercito, nonostante si fosse presentato vestito con una maglia arancione, pantaloni scuri e scarpe nere. Quando Alphonse gli domandò perché non indossava la classica divisa blu da militare, Christian gli rispose in tutta sincerità che non amava indossarla e che preferiva gli abiti da civile...
«Come mai ci stava aspettando, caporale?» domando Edward.
«E' stato un vostro superiore a ordinarmi di attendere il vostro arrivo a Plomb Town e di farvi da guida» rispose il caporale. «Ci ha avvisati il colonnello Roy Mustang, se non ho capito male...»
«Colonnello... me lo aspettavo una cosa del genere da lui!» commentò Edward ad alta voce.
«Quindi voi due siete Edward e Alphonse Elric... ma questa ragazza chi è? Il colonnello non me ne aveva parlato nella sua telefonata!» chiese Christian.
«Mi chiamo Winry» rispose la ragazza. «Sono una loro amica.»
«Ah, grazie per la spiegazione...»
«Abbiamo prenotato in un albergo in città, ci può aiutarci a trovarlo?» domandò Edward.
«Certamente, sono qui per questo! Vado subito a chiamarvi un taxi!» rispose Christian uscendo dalla stazione, mentre i fratelli Elric e Winry andarono a prendere i loro bagagli. L'aspetto dei due fratelli Elric lo aveva incuriosito, ma rispettando gli ordini del colonnello Mustang, non fece altre domande personali. Ne ignorava i motivi, ma di certo non si sarebbe lamentato di ciò con un ufficiale di alto grado.

Una volta saliti a bordo del taxi, Edward indicò l'albergo in cui aveva prenotato, uno dei più importanti della zona.
Godendosi un po' di riposo, i tre ospiti del caporale ebbero la possibilità di osservare la città da diverse angolazioni. Plomb Town si trovava in aperta campagna, a poca distanza da una catena montuosa. La città si sviluppava lungo alcune vie principali, che partivano dal centro come i raggi di una ruota.
Durante il viaggio in taxi, Alphonse notò che c'erano molti locali abbandonati, quasi tutti dei vecchi laboratori d'artigianato. Christian commentò tristemente quel paesaggio desolante dicendo che i suoi ospiti erano arrivati all'"ex-capitale del metalli".
Rimasta stupita da quell'affermazione, Winry chiese il perché di quel commento. La risposta di Christian arrivò subito: il periodo d'oro di Plomb Town, in cui esportava manufatti in tutto il mondo, era ormai finito. Moltissime botteghe di artigianato locale stavano chiudendo; un duro colpo per Winry, che era venuta proprio per ammirare i prodotti locali. Christian aggiunse che però qualche artigiano ancora in attività c'era ancora, bastava osservare attentamente in giro.
Arrivati all'albergo, i quattro scesero dal taxi ed entrarono nell hall, dove Edward prese le chiavi della camera prenotata. A quel punto il caporale salutò i suoi ospiti, dicendogli che sarebbe tornato la mattina seguente per un giro guidato della città. Appena tornò a casa, Christian prese dall'armadio la sua divisa blu e la ripulì dalla polvere che aveva accumulato, lucidando anche le parti metalliche con un panno bagnato. Doveva essere in perfetto ordine domani, aveva deciso di fare bella figura con i nuovi arrivati...

Qualche ora prima dell'arrivo dei fratelli Elric in albergo, un'automobile gialla, modello Mercedes-benz, era entrata in città con a bordo due persone molto allegre: erano Lupin e Jigen, soddisfatti per come si era concluso il furto sul treno.
La macchina si era fermata nei pressi di una casa semiabbandonata, in cui Lupin aveva costruito il suo nuovo rifugio. I due si trovavano nella stanza centrale dell'edificio, un'ambiente quasi del tutto spoglio e illuminato da una piccola e tenua luce che scendeva da una lampadina attaccata al soffitto. Al centro del tavolo c'era posizionato il bottino di quella notte, il vaso della Luna.
«Non poteva andarci meglio di così! Giusto, Lupin?»
«Lo credo anch'io, Jigen! Ora possiamo dedicarci al secondo vaso, quello del Sole.»
«Hai già in mente qualcosa?»
«Niente di definitivo, ma domani ci pernserò su con calma. Intanto godiamoci questo momento di gloria!»
Mentre Lupin si alzò per andare a prendere alcune lattine di birra in un piccolo frigorifero, Jigen si soffermò ad osservare le incisioni presenti sul vaso.
«Queste scritte sembrano incomprensibili...» commentò Jigen un po' deluso.
«Lo so!» rispose Lupin. «Non ho trovato riferimenti a nessuna lingua, neanche a quelle locali! Deve essere senz'altro un particolare codice da decifrare.»
«Questo significa che siamo ad un punto morto?»
«No! Se riusciamo a mettere le mani sull'altro vaso, avrei più possibilità per capire questo codice. Però devo ammettere che quello che lo ha inventato era veramente bravo!»
«Quindi per te sarà un vera sfida scoprire l'enigma dei due vasi!»
«E' per questo che ho deciso di fare questo colpo, Jigen!»
Lupin era troppo contento per pensare alle difficoltà di quell'enigma, in quel momento voleva solo festeggiare il suo brillante furto del vaso della Luna.

Il giorno dopo, verso l'alba, un altro straniero era arrivato in città. Indossava un largo cappello in paglia e dei tipici abiti orientali: si trattava di Goemon, l'abile samurai che faceva parte della banda Lupin.
In una città, in quelle ore deserta e con una luce soffusa, quasi surreale, il samurai stava cercando il covo di Lupin. Durante il suo cammino passò davanti ad un'edicola e lo sguardo di Goemon cadde sulla pagina principale di un giornale locale, che attirò immediatamente la sua attenzione. Riportava una notizia che non avrebbe fatto felice Lupin, e per questo motivo ne comprò una copia per avvisare al più presto i suo compagni.
Più tardi, verso le nove, Christian uscì di casa per tornare all'albergo in cui i fratelli Elric avevano passato la notte. Li trovò nella hall, con Edward ancora un po' assonnato.
«Passata bene la notte?»
«Sì...» rispose Edward sbadigliando.
«E ci credo! Questo è uno dei più prestigiosi alberghi di tutta la città! Il nostro superiore ha gusto per certe cose...»
«Non ne dubito!» commentò Edward.
«E la vostra amica dov'è? E' ancora delusa per la storia che ho raccontato ieri?»
«No! Sta ancora dormendo...» gli rispose Alphonse.
«Bhe!?! Basta svegliarla, no?» esclamò Christian.
«Non è una cosa semplice come sembra svegliare Winry...» ammise Edward un po' imbarazzato.
«E perché?»
«E' andata al dormine, come al suo solito, con una chiave inglese in mano...» spiegò Edward. Poi Alphonse aggiunse: «Se si sveglia con la luna storta, è capace di tutto! Anche di aggredirti con la chiave inglese!»
Proprio in quel momento Winry raggiunse i tre ragazzi fermi nella hall.
«Buongiorno a tutti!!!» disse la ragazza a gran voce con un sorriso sulle labbra.
«Buongiorno anche a te, Winry...» gli rispose Christian.
La ragazza rimase sorpresa nel vedere il caporale con la divisa militare, sembrava un'altra persona rispetto a quella incontrata il giorno prima.


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