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Autore: DamnedLuna    08/09/2014    1 recensioni
La storia è ambientata sette anni dopo la sconfitta di Hades. Seiya e i suoi compagni sono divenuti Santi D'Oro ma da soli non possono certo costituire una nuova generazione. Le armature d'oro, d'argento e di bronzo rimaste vuote stanno cercando nuovi eredi, e tra questi vi è Kalliope, giovane sacerdotessa istruita da Mu e amica del fratello Kiki.
Tutto comincia con Shun di Andromeda, tento a recuperare la ragazza per conto di Saori Kido al fine di farle da maestro e renderla un'aspirante cavaliere. Kalliope è l'ultima persona al mondo assieme a Kiki a saper riparare le armature, e la sua incolumità dovuta alla mancanza di un'armatura la rende un'appetibile bersaglio agli occhi di un nemico sconosciuto che, troppo debole per attaccare Athena e i suoi Cavalieri, ha bisogno di qualcuno che sappia donargli nuova forza.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Tra le solfitare montagne tibetane, il tempio del Grande Mu dell'Ariete, ormai defunto, si stagliava dinanzi a Shun di Andromeda, divenuto cavaliere d'Oro da poco tempo.
Dopo essere atterrato in prossimità della regione del Jamir grazie ad un piccolo velivolo offerto da Saori Kido, e aver superato facilmente le prove e le illusioni create dagli spettri dei cavalieri morti nel tentativo di attraversare la zona tetra e desolata che anticipava il tempio, il Cavaliere sospirò profondamente.
Era stato così facile per lui arrivare al tempio, contrariamente lo fu per il suo compagno Shiryu quand'egli portò dinanzi al Grande Mu la sua armatura di bronzo e quella del compagno Seiya, per dare loro nuova vita.
Shun si era recato nel Jamir per portare a termine una missione assegnatagli dalla signorina Saori Kido, nonché reincarnazione della dea Athena: egli doveva portare a Nuova Luxor la giovane sacerdotessa che si occupava di custodire e proteggere il tempio del Grande Mu.
Il giovane si guardava intorno, silenzioso, aspettando che il suo potente Cosmo venisse percepito dalla fanciulla, ma contrariamente alle aspettative, non avvertì nessun segnale, dunque proseguì imperterrito e con cautela.
Sembrava che il tempio di Mu fosse protetto da qualcosa di mistico, come se fosse isolato da ogni cosa grazie ad un'aura protettiva potente, ma non impenetrabile, ne pericolosa.
Difatti, Shun non lo riusciva neppure a vedere, eppure lo sentiva, che era dinanzi a lui, ne sentiva l'energia.
Prima d'ora, egli non era mai stato nel Jamir, poiché la sua armatura, allora di bronzo, subì una riparazione solo all'inizio della battaglia contro Arles e gli allora cavalieri d'oro soggiogati dal suo potere.
Poi, finalmente, tempio del Grande Mu apparve imperioso agli occhi del giovane, e con grande stupore e attenzione, Shun ne osservò ogni particolare, prima di avvicinarsi.
L'edificio non aveva porte, ma solo piccole finestre. Egli si avvicinò ad una di esse, e vi guardò dentro, ma non poté vedere niente, se non un immenso pavimento luminoso, di pietra lucente.
La stanza che riusciva a intravedere pareva una gigantesca sala di accoglienza, ampia e illuminata, priva di qualsiasi sorta di arredamento.
 
All'interno del palazzo, la sacerdotessa di Mu, di nome Kalliope, svolgeva i suoi consueti doveri di ordine e pulizia del tempio.
Aveva già pregato per lo spirito del suo maestro Mu, e del maestro di quest'ultimo, Shion.
Aveva anche pregato per Kiki, fratello del Grande Mu ed erede all'armatura d'oro dell'Ariete, il quale nel frattempo si trovava a Nuova Luxor per completare il faticoso addestramento al fine di poter diventare un Cavaliere.
Kalliope, dopo la partenza di Kiki, era rimasta sola, e da sola proteggeva il tempio, grazie alle tecniche che Mu le aveva insegnato prima di scomparire.
Mentre piegava i tappeti su cui era solita pregare, Kalliope avvertì un Cosmo molto potente, e il luminoso palazzo si rabbuiò di colpo.
Un intruso stava tentando di addentrarsi all'interno del tempio, e l'allarme di difesa creato dal Grande Mu era scattato.
Kalliope corse subito al primo piano, nella sala principale d'ingresso, dove il buio era maggiore.
Nel mentre, la ragazza concentrò i suoi poteri al massimo, e creò una barriera molto simile ala tecnica del Muro di Cristallo, insegnatale dal suo maestro.
 
Per un attimo, il giovare Cavaliere rimase bloccato sul davanzale dell'angusta finestra che aveva tentato di sfruttate come entrata e, forzatamente immobile, rimase allerta.
Si guardava intorno con attenzione, provò a muoversi, ma ci riusciva lentamente e faticosamente.
Era come se un muro gigantesco gli stesse impedendo di entrare. una barriera trasparente, impercettibile, che lui conosceva benissimo: era il Muro di Cristallo.
Com'era possibile che quel muro si fosse eretto?
Kiki si trovava a Nuova Luxor con Seiya e gli altri eredi alle armature di bronzo e di argento, Mu era scomparso, e con lui Sion, suo maestro.
Pensò che si potesse trattare dello spirito protettore di Mu, o di quello di Sion, o di entrambe le presenze. Shun era confuso, e intimorito.
Poi ragionò bene, e si ricordò che il Muro di Cristallo era impenetrabile, mentre quella barriera, seppur limitando i suoi movimenti, gli consentiva di avanzare molto lentamente, finché non riuscì a scavalcare completamente la finestra.
"Chi è là?!" Gridò una voce femminile.
Shun non aprì bocca.
"Chi osa profanare il tempio del Grande Mu?!" continuò la voce, in tono intimidatorio.
Il giovane udì dei passi, rapidi e leggeri, avvicinarsi a lui.
Per prepararsi ad ogni tipo di inconveniente e intimorire a sua volta un eventuale avversario, Shun bruciò un poco del suo Cosmo, e, qualche secondo dopo, la stanza riprese lentamente a illuminarsi.
Era come se Shun non fosse più una minaccia. Difatti, il Cavaliere potè subito muoversi liberamente.
Scavalcò veloce la piccola finestra, e si trovò davanti una luce nitida e quasi innaturale, e, più avanti, una ragazzina dai capelli rosso vermiglio, vestita di un bianco più luminoso della luce nella stanza, gli veniva incontro a passo svelto.
Shun camminò con calma, e la fanciulla spalancò le braccia proprio come faceva Mu quando doveva erigere il suo muro impenetrabile.
E stavolta, un muro invisibile impedì del tutto a Shun di proseguire oltre.
"Chi siete voi?" Domandò la ragazza, ad alta voce. "Le vostre vesti dorate ricordano quelle di un Santo d'oro." Perchè siete qui?"
Il giovane si rilassò, e rispose prontamente alla ragazza: "Sono Shun di Andromeda, e vengo da Nuova Luxor, in Giappone, e sì, sono un Cavaliere d'Oro, al servizio di Saori Kido, attuale reincarnazione della dea Athena. E' lei che mi ha mandato qui."
Subito la fanciulla pensò che potesse essere capitato qualcosa a Kiki, suo adorato compagno, e pretese subito informazioni.
"Se l'allarme creato dal mio venerabile maestro ha smesso di funzionare, significa che voi avete un cuore puro e non volete fare del male. Ciò nonostante, io non posso permettermi di fidarmi di voi, quindi ditemi... Siete qui per conto di Kiki, fratello di Mu? So che egli si trova a Nuova Luxor per sostenere il duro addestramento che lo porterà a diventare Cavaliere d'Oro dell'Ariete."
"No" rispose Shun "Ti ripeto che sono qui per conto di Saori Kido."
"Se questa donna deve darmi notizie relative a Kiki , sarò lieta di accoglierti. Se sei venuto per riparare la tua armatura dorata, sappi che non potrò esserti d'aiuto. Se invece sei venuto per altri motivi, ti ascolterò, ma a debita distanza. Rinnoverò il mio Muro di Cristallo ogni volta, quindi non potrai avanzare, ne violare il tempio di cui sono custode."
Kalliope era stata più che esauriente, così Shun andò subito dritto al punto.
"Sono qui per te. Le stelle hanno parlato, conducendomi fin qui, perchè secondo loro potresti essere l'erede dell'armatura di argento dell'Altare, dunque Athena vuole al suo cospetto il suo aspirante cavaliere."
Lo stupore di Kalliope fu grande, ma venne ben nascosto dal suo viso serio.
Lei, un aspirante cavaliere? Chiunque fosse quella donna, doveva prepararsi a un rifiuto. Kalliope era nata per imparare e arti degli alchimisti del Jamir, non certo per indossare un'armatura e combattere per conto della dea che le aveva portato via il suo affezionato maestro, e il fratello di quest'ultimo.
Lei non poteva, e soprattutto non voleva fare parte dello stesso triste destino.
La risposta di Kalliope fu dunque più chiara delle sue precedenti affermazioni.

"Mi dispiace, Shun di Andromeda, ma io, Kalliope sacerdotessa di Mu, non diventerò mai e poi mai un cavaliere al servizio di nessun Dio. Io sono e resterò una sacerdotessa, e rivolgerò i miei servizi solamente al tempio del mio maestro Mu e del suo maestro Shion, e proteggerò ciò che resta della mia gente qualora ce ne sia bisogno. Il mio posto è qui."
  
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