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Autore: abbracciamiale    08/09/2014    1 recensioni
Charlotte Ashley Harrison è una grande fan dei 5 seconds of summer. Sua madre viene contattata da Cara, madre di Luke Hemmings per diventare la nuova domestica. Cosa succederà la prima volta che Charlie incontrerà i suoi idoli?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 25 – Welcome To Paris …  -
Mi risvegliai sull’aereo. ah già stiamo andando a  Parigi. Wow chi lo avrebbe mai detto.
  • Bentornata dal mondo dei sogni Charlie, come ti senti? – chiese affettuosamente
  • Bene grazie. Per quanto ho dormito? – chiesi con la voce impastata dal sonno e sbadigliando
Abbiamo visto 3 film e ho ascoltato 10 canzoni. Hai dormito parecchio diciamo. – disse ridendo
  • Cosa mi sono persa? – chiesi curiosa
  • Oh, niente. A parte Ashton che è andato in bagno un paio di volte e Calum che è scivolato sulla bibita che Michael ha rovesciato! – iniziò a ridere
  • Oddio. – mi alzai e vidi gli altri
Michael stava giocando col telefono, Calum si era addormentato, Ashton chiacchierava con Ben, una guardia del corpo, Emily messaggiava probabilmente con Aaron.
Manca poco all’atterraggio. Vi preghiamo di sedervi. Grazie. – disse una voce metallica.
  • Ok. Allora mi siedo. – dissi accomodandomi accanto a Luke.
Presi il mio MP3. Premetti Riproduzione Casuale e partì Lovestruck dei The Vamps. Amavo quella canzone. Era rilassante. Quindi mi rilassai. Mi persi nei miei pensieri talmente tanto che Luke mi dovette risvegliare 5 canzoni dopo per avvertirmi che stavamo atterrando.
  • Dai scendiamo. Siamo a Paris, la ville de l’amour! – disse con accento francese il mio compagno di viaggio che intanto si stava piano piano avviando verso l’uscita
  • Oui. Scendo subito. – dissi sorridendo e tirando giù il borsone azzurro.
Ashton mi raggiunse e mi aiutò a tirare giù il mega-borsone con le scarpe e la biancheria.
  • Grazie. – gli dissi ridendo
Scendemmo tutti e mi trovai una folata di aria fresca addosso. Amavo già questo posto.
  • Metti questi. Attenta alle fan. Qua dobbiamo stare più attenti,ok? – mi disse Calum affiancandomi e porgendomi un cappellino di lana e un paio di occhiali da sole
  • Io non ho questi problemi, Calum. Voi siete quelli famosi. Non io ok? – dissi rendendoglieli
  • Ti sorprenderà sapere che su una rivista australiana ho visto la tua faccia in prima pagina e solo sotto c’erano Justin Bieber e gli One Direction. Dovresti sentirti onorata di una cosa del genere. Nemmeno noi ci eravamo mai arrivati – disse mentre io ero nel panico più totale
  • Ero così famosa in Australia? Non è possibile! Io non sono famosa!
  • Ma siamo comunque dalla parte opposta del globo! Siamo in Europa! Patria degli One Direction e della pizza. Chi vuoi che parli di me? – chiesi  - e poi anche se fosse, come ho fatto a non rendermene conto? – chiesi.
  • Le fans di solito ti attaccano ogni volta che ti muovi da casa. E invece in Australia non era successo assolutamente nulla.
  • Diciamo che abbiamo fatto un “patto” con le nostre fans australiane, magari avendone fatto parte pure tu lo sai . Soprattutto quelle di Sydney. Non devono attaccarci e noi quando possiamo dovremo stare almeno 10 minuti con loro a scattare foto e firmare autografi. – disse
  • Ah sì giusto me lo ricordo. E con i paparazzi? – chiesi
  • Diciamo che quello è un problema. Basta vedere te e Luke al Good Evening Sydney! Dai andiamo che le fans ci aspettano. Ti sei esercitata a fare autografi? – chiese retoricamente Calum tirandomi per un braccio, che già mi faceva male perché ci ho dormito sopra.
I bagagli li avevo dati tutti al fattorino che era venuto con dei carrellini per poterli portare meglio.
Entrati nell’aeroporto venni abbagliata da dei flash. Non ci vedevo più niente.
  • Te lo avevo detto io – disse Calum iniziando a ridere.
  • Ok. Va bene. – dissi ridendo anche io
Vidi i ragazzi che erano già più avanti a firmare foto, fare selfie e abbracciare fan. Mi sentii chiamare.
Era una ragazza di circa 10 anni.
  • Ciao. Scusa. Tu sei Charlie? – mi chiese timidamente
  • Sì sono io. – risposi
  • Mi faresti un autografo? E magari facciamo anche una foto insieme! – disse
Quella ragazzina mi faceva tenerezza. Era dolcissima. Mi ricordava me quando andavo fuori da casa dei 5 Seconds Of Summer per una foto o un autografo.
  • Certo. Come ti chiami tesoro? – chiesi
  • Julie. – disse porgendomi il foglio e il pennarello nero che aveva portato.
  • Ok. A Julie, la mia prima fan, con affetto Charlie. – le diedi il foglio e ci facemmo una bella foto insieme
Poi continuai a camminare e le ragazzine mi fermavano. Feci molti autografi perché piano piano mi scioglievo e iniziavo a capire il meccanismo.
Poi Zoe ci venne a chiamare e dovemmo salutare tutte le fan. Anche le mie.
Ero rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere la compostezza che avevano le fan francesi. Diciamo che io non ero per niente così. Io piangevo come un’idiota ogni volta che li vedevo. Loro invece niente. Zero totale. Sembrava non avessero avuto nemmeno un’emozione nel vedere i loro idoli.
  • Wow. È stato fantastico. Davvero qua in Francia sono così famosa? – chiesi a Michael
  • Davvero non hai visto i Trend su Twitter? Parlano solo di “Charlie” oppure “Cantante di Supporto” e poi c’è “Welcome To Paris 5SOS e Charlie”. Direi che sei diventata già quasi una idoletta. – disse
  • No. Impossibile. Cosa avrei fatto di così bello per diventare una loro idoletta? – dissi irritandomi
Ho sempre odiato quando le fan dichiarano Idoli una persona che non fa niente per essere idolatrata. Per esempio io. Cosa ho fatto per essere considerata un idolo? Non ho ancora mai cantato davanti a nessuno. A parte il “Madison” che non è mai stato ripreso quindi mi ha vista solo poca gente. Ho mai emozionato qualcuno? Ho mai fatto un CD  che ha fatto stare bene qualcuno? La risposta è NO. Quindi non possono chiamarmi Idolo solo perché vado a cantare con i 5 Seconds Of Summer”!
  • Dai vabbè. Lasciamo stare. – disse
  • Decisi di lasciare da parte questa cosa e salii nella macchina che era stata noleggiata.
Arrivammo in un enorme hotel, si chiamava Grand Palace Hotel (da leggere con accento francese). Era altissimo ma ovviamente non quanto un grattacielo ma 6 piani li aveva tutti.
Zoe entrò e si diresse verso la reception e parlando in un perfetto francese disse che erano state prenotate delle stanze per i 5 Seconds Of Summer.
Appena entrammo capii che se questi erano gli standard degli hotel dove avremmo alloggiato durante questo tour saremmo stati molto bene. I colori erano solo il bianco, rosso e nero. Nella hall erano presenti moltissime poltroncine rosse che contrastavano con le pareti bianche.
La receptionist ci illustrò le regole dell’albergo. Poi ci mandò al 6° piano dove c’erano 10 camere tutte per noi e lo staff
  • Merci beaucoup mademoiselle Dubont. – disse Zoe in perfetto francese avviandosi dentro un ascensore grandissimo.
  • Scusate ma io dovrò parlare in francese tutto il tempo? – chiesi preoccupato tornando all’inglese
Vidi Emily annuire. Aveva pensato la stessa cosa.
  • Non penso sia necessario cara. Le persone francesi parlano anche inglese. Magari non fate frasi troppo complesse. – rispose Zoe cortesemente
  • Ah perfetto allora sono a posto – dissi tirando un sospiro di sollievo
Finalmente arrivammo al 6° piano. Anche se era grande l’ascensore venne riempito da tante persone e dalle valige e si era diciamo ristretto in qualche modo.
Aperte le porte dell’ascensore, rimasi a bocca aperta per lo stupore. L’ascensore dava direttamente su un enorme corridoio fatto da finestre che davano tutte su Parigi. Penso fosse fatto apposta per vedere la Tour Eiffel direttamente dal corridoio dell’ albergo. Ripensandoci si notava dalla strada che gli ultimi 2 piani avevano la vista sul corridoio.
  • Allora vediamo un po’ Charlie e Emily dormirete insieme nella stanza 563 che è accanto a quella di Luke e Michael, la 564, mentre la 565 è per Ashton e Calum. Va bene? – ci disse Zoe con in mano le chiavi delle nostre stanze. – se volete uscire in queste ore prima del sound check dovete chiedere a me che sarò nella stanza 570 in fondo al corridoio. Mi raccomando se volete uscire portatevi dietro almeno un bodyguard. Non siamo in Australia dove c’è il patto con le fans. Qua possono fare quello che vogliono.
  • Ok no problem. – dicemmo tutti
Zoe ci consegnò le chiavi raccomandandosi di essere in albergo comunque alle 17 perché dovevamo andare a fare il sound- check sul palco. Eravamo pronte per iniziare una nuova avventura.

SPAZIO AUTRICE
Che cosa succederà a Parigi? Vi tengo un po' sulle spine...
Commentate il capitolo perchè voglio anche conoscervi.
Sono @heyhemmings_x su Twitter per chi volesse seguirmi. Potete commentare anche da lì. Rispondo a tutte.
Un bacio, alla prossima
Ila:)
   
 
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