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Autore: Marzio C    08/09/2014    3 recensioni
Ho cercato, in 27 capitoli, di continuare la storia di Chuck e Sarah. Incontreranno momenti belli e momenti difficili. Tutti i capitoli sono intrecciati l'un l'altro, ognuno è il seguito del precedente. Non essendo io uno scrittore, anzi mi considero solo uno scribacchino, non sempre sono riuscito a mantenere i personaggi nelle loro caratteristiche per cui me ne scuso e non mi rimane che affidarmi al vostro buon cuore ed alla vostra sensibilità critica. Gradirei conoscere i vostri pareri e le vostre recensioni, per uno scribacchino sono importanti anche se negative.
Grazie et buona lettura.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                               Capitolo 2
 
 
La zona di Burbank era stata colpita da una strana tempesta magnetica assolutamente fuori stagione, se  poi esiste veramente una stagione per questi  atipici fenomeni atmosferici. I fulmini  disegnavano luminose ragnatele nel cielo. Si susseguivano uno dietro l’altro  con accecanti bagliori, una luce violenta senza tuoni, solo elettricità nell’aria, a terra ed in ogni luogo.
Il personale dell’ospedale era in subbuglio, le attrezzature per il monitoraggio delle funzioni vitali erano impazzite, il suono del beep prolungato  invadeva corridoi e camere …poi d’improvviso, per un istante, fu solo silenzio. Un urlo che nulla aveva di umano uscì dalla gola di Chuck , si era svegliato di soprassalto ed iniziò  a chiamare a squarciagola Sarah; il peso che gli gravava sul petto tanto da tagliarli il respiro tolse potenza alla sua voce ed ansimando sempre più continuava, con voce strozzata, a ripetere il nome della moglie.
Intercalava al nome Sarah invettive contro Casey che non aveva avuto il coraggio di ucciderlo.
La madre gli fu subito accanto, gli asciugava il sudore con una candida pezzuola cercava di tranquillizzarlo cullandolo come quando era piccino,ma non fu possibile. Si dibatteva indicando un punto della stanza dove doveva esserci un letto. Pian piano riuscì a controllarsi e chiese alla madre dove avessero portato il corpo di Sarah.
Lo sguardo interrogativo di Mary lo indusse a raccontare quanto egli pensava fosse realtà. Lei lo interruppe esclamando “Sarah è in missione per la Cia a San Francisco” Di colpo Chuck chiese alla madre il telefono, muovendo i muscoli a fatica, compose il numero privato della Beckman: “Generale, Sarah è in pericolo, non mi chieda come faccio a saperlo, per favore la localizzi, mandi una squadra di emergenza, mandi Casey è urgente, la prego!!!” Terminata la telefonata sospirò e dopo tanto tempo un accenno di sorriso nacque sulle sue labbra, la morte di sua moglie era stata solo un sogno.
Sarah, sempre più schifata dall’olezzo che emanava quel vicolo, aveva una specie di formicolio che partendo dalla nuca si irradiava lungo tutta la colonna vertebrale ed un fastidioso rivolo di sudore le bagnava la schiena. “Segno di pericolo” esclamò a bassa voce e poi c’era quell’odore di cibo orientale…. Macao…
D’improvviso due spari ed un braccio che le cingeva la vita trascinandola a terra. La spalla ed il fianco bruciavano per le ferite dovute alle pallottole, il viso doleva per l’impatto con il suolo. Casey, che continuava a ripararla col suo corpo, l’aveva rintracciata ed era riuscito, all’ultimo istante, a toglierla dalla traiettoria mortale del secondo colpo diretto in pieno petto. La ferita al fianco era seria ma non mortale.
Intorno ai due si era scatenato l’inferno, gli agenti della sicurezza nazionale sparavano su tutto ciò che si muoveva mettendo fuori combattimento gli ecoterroristi.
Sdraiata nell’eli-ambulanza diretta a Burbank ascoltava , con estremo interesse,  ciò che Mary aveva raccontato al colonnello, sul sogno di Chuck, così minuzioso nei particolari, dal vicolo male odorante al numero dei colpi che l’avevano ferita, al fatto che lei si era distratta pensando a Macao, (ed era la verità, lei un attimo prima degli spari stava pensando a Macao) e di come finiva il sogno. Ma quanto infinito era l’amore di quell’uomo?. Se lei fosse morta egli avrebbe cercato, con ogni mezzo, di seguirla.
Ma perché non lo ricordava? Voleva vederlo al più presto, voleva parlargli, voleva con tutta se stessa tornare da Chuck innamorata come allora e mentre l’elicottero l’avvicinava sempre più a lui le lacrime iniziarono a sgorgarle copiose. Si addormentò. Iniziò a sognare: La Francia, la Svizzera, un treno, un vagone letto. Purtroppo neppure il sogno riusciva a regalarle le sensazioni perdute, percepiva che qualcosa di meraviglioso era accaduto ma, nessuna emozione.
                                        Gradirei conoscere il vostro parere. Grazie
 
                                                                       continua
                                                                                                                                                                                  
                                                                                                                                                                    Marzio C.
 
   
 
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