Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Miss One Direction    08/09/2014    13 recensioni
- No, ragazze, no! Non lo voglio conoscere! - urlai in preda alla disperazione.
- Tu lo conoscerai e basta! - risposero in coro.
- E se poi è un secchione, asociale, con gli occhialoni, i brufoli, i peli e passa le giornate a mangiare schifezze e leggere libri di fantascienza che si capiscono solo loro? - chiesi terrorizzata, rabbrividendo al solo pensiero.
- Tu non stai bene ma non fa niente. Lo conoscerai, vi metterete insieme e vivrete felici e contenti - esclamò Daniela, con aria sognante.
E poi ero io quella che non stava bene...
_________________________________________________________
- No, ragazzi, no! Non la voglio conoscere! - urlai, preso dalla disperazione.
- Non fa niente, la conoscerai e basta! - urlarono loro a tono.
- E se poi è una racchia con i brufoli, gli occhialoni, asociale oppure una snob con un carattere orribile? - chiesi terrorizzato, schifandomi al solo pensiero.
- No! È bellissima, dolcissima... forse un po' strana, ma perfetta per te quindi, caro il mio Harold Edward Styles, dimostra di avere le palle e conoscila! - alzò la voce Louis, afferrandomi per le spalle.
E poi ero io quello strano...
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=RVqNKUOLIAQ
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




 
 
HARRY'S POV.
 
- Dai che ti batto, è questione di pochi minuti - affermai sottovoce facendo schivare al mio personaggio un pugno
- Si credici, sono quasi 5 anni che ci gioco. Sono diventata un asso - si vantò mettendo a segno una Spiar che mi fece riversare a terra
- Oh no - 
- E 1, e 2... e 3! - esclamò alzando le braccia in aria dalla felicità 
 
Stavamo giocando con la PlayStation 2 a Wrestling: SmackDown vs. Raw 2006 da quasi un'ora eppure non ero risucito a vincere mezza volta; era riuscita a schienarmi come minimo 15 volte e tutte le volte il suo personaggio non aveva ricevuto nemmeno un graffio da parte mia, mentre il mio se ne usciva col sangue dalla testa e tutto il corpo rosso. Possibile che una ragazza mi avesse battuto così facilmente? Ero sempre più che convinto che Manuela fosse la reincarnazione di un ragazzo, o forse era nata maschio in una vita passata. Andiamo, non è possibile essere battuto 15 volte di seguito in un gioco così irruento come il wrestling! 
Lasciai cadere il joystick a terra con aria esasperata e così facendo la feci sorridere ancora di più in un'espressione compiaciuta: ci provava gusto a battermi, quella piccola stronzetta. Vederla felice però mi riempì in cuore di gioia, le avevo fatto dimenticare quello stupido cenone, andato di male in peggio ad ogni portata, ed ero più che sicuro che Louis sarebbe stato fiero di me per essere riuscito nella missione. 
Spensi la PlayStation in silenzio, per non svegliare i nostri genitori, e subito dopo mi sistemai accanto a lei sul letto: non l'ho specificato? Erano le 3 di mattina. Perché? Perché ormai avevamo capito entrambi che, per quanto volessimo, non potessimo stare insieme durante il giorno, così ci accontentavamo della notte; a me sinceramente non importava, mi bastava stare con lei. 
Meritava comunque una punizione per avermi battuto così tante volte, mai mettersi contro questo ragazzo. Una volta essermi sdraiato proprio accanto a lei, l'afferrai per i fianchi per averla più vicina e iniziai a baciarle la fronte, il naso, le guance e infine la bocca in successione, tanti piccoli bacini su tutte le parti del viso. Più che punizione poteva essere ritenuto un premio, ma fui comunque felice della reazione che ebbe: iniziò a ridacchiare sotto voce e, la seconda volta che ripetei l'operazione, mi bloccò il viso con le mani facendomi soffermare di più sulla sua bocca. Incredibile quanto mi fosse mancata in soli due giorni. Sorrisi istintivamente e mi godei in tutti i sensi quel bacio così speciale, il sapore delle sue labbra mi stava travolgendo, un sapore così buono lo poteva avere solo lei. Dopo esserci staccati le morsi leggermente il labbro inferiore e subito dopo mi sistemai proprio di fronte a quella specie di angelo senza ali; era così fottutamente bella... Fanculo a tutti quelli che le dicevano di essere in carne e altre stupidaggini simili, lei era perfetta ed era MIA. Pensandoci, era passato un bel po' dall'ultima volta in cui le avevo detto una frase dolce; sapevo quanto fosse romantica e per questo motivo feci un tentativo.
 
- Sai... più ti guardo e più mi convinco di aver fatto la scelta migliore della mia vita - sussurrai sorridendo alla mia stessa frase 

Dai che è fatta, dai che è fatta...

- Sono diventata un Pokemon? - chiese stranita per poi scoppiare a ridere

La mia espressione cambiò in un decimo di secondo: se all'inizio ero speranzoso e felice in quel momento mi stavo sentendo preso in giro. Sapevo che fosse una battuta... ma io non quella frase mi ci ero impegnato tanto! Il faccino da cucciolo mi uscì quasi spontaneo e, dandole la schiena, riflettei sulla battuta: solo quando ci arrivai cercai di trattenermi dallo scoppiare a ridere, aveva davvero detto quella cavolata? Risi sotto i baffi e, cercando con tutte le mie forze di non scoppiare, feci ancora la parte dell'offeso: volevo vedere cosa avrebbe fatto, mica sono scemo. 

- Harry... - mi richiamò scuotendomi leggermente - Harry, stavo scherzando -

Si protese nella mia direzione per vedere se fossi realmente arrabbiato e io, per fargliela pagare, l'afferrai per un braccio e la tirai fino a farla cadere dal letto. Ecco, così si impara.
Non appena si rialzò, con tutti i capelli scompigliati e davanti alla faccia, mi "dedicò" un bel dito medio e mi sussurrò un
- Fanculizzati - quasi impercettibile. Lì fui costretto a tapparmi la bocca con le mani pur di non scoppiare in una sonora risata, era qualcosa di troppo comico. 
L'aiutai a risistemarsi sul letto e, per farmi perdonare, iniziai a farle le coccole; all'improvviso però mi venne una domanda in mente... Avevo paura a chiederglielo, paura che potesse reagire male o addirittura piangere, ma sapevo anche che non avrei potuto esserle molto d'aiuto senza sapere la verità...

- Piccola? - le sussurrai lasciandole un bacino sulla spalla
- Dimmi? - rispose aprendo gli occhi e guardandomi con un sorrisino

Così di certo non era d'aiuto... 

- Cosa... Cosa è successo esattamente tra te e i tuoi genitori? - le chiesi cauto, accarezzandole il braccio 

Il sorriso di pochi istanti prima svanì al'improvviso e gli occhi le si velarono di uno strato di lacrime così sottile da essere quasi invisibile... Mi pentii immediamente di avergli posto quella maledetta domanda ma fu lei a precedermi.

- Non capiresti. - rispose secca dandomi le spalle - esattamente come tutti gli altri - 
- Io, a differenza degli altri, voglio cercare di capire - sussurrai deciso della mia risposta.

Non mi intimoriva per niente quell'argomento: io ero lì per lei, per ascoltarla, per starle vicino, per cercare di capire.

- Tu non sai che vuol dire... - continuò con la voce leggermente più rotta
- Bhe, cercherò di... -
- Tu non sai che significa, Harry. Non sai che vuol dire stare sempre da soli. Da adolescente ormai non ci facevo quasi più caso, ma sai cosa significa per una bambina stare sempre da sola, dai nonni perché i suoi genitori lavoravano e i suoi cugini abitavano in diverse parti d'Italia? No, non lo sai. E io muta, lì a chiedermi perché non avessi un fratellino o una sorellina. Tu non sai cosa significa avere un attacco di rabbia ogni volta che magari qualche tua amica dice:"Uffa, vorrei proprio essere figlia unica". Voi, con fratelli e sorelle, non avete idea di quanto cazzo siete fortunati. Stare sempre da soli non è bello, sentirsi esclusa ogni volta che la maestra diceva di descrivere tua sorella o tuo fratello non è bello, fa schifo. Da piccola non sapevo il vero motivo per cui fossi figlia unica e, con la mente di una bambina, avevo iniziato a dare la colpa ai miei genitori per non avermi dato una/un compagna/compagno di giochi. Poi ho scoperto la verità e, oltre al senso di colpa per aver capito male, ci si è messo anche l'amaro in bocca. Ero così abituata a stare da sola che tutt'ora mi isolo, solo per stare con me stessa come per tornare ai vecchi tempi. Tu non sai tutte queste cose, Harry - rispose rigirandosi verso di me e lasciando cadere le lacrime lungo quelle guance che amavo tanto baciare

Mi stavo sentendo ogni minuto più in colpa, uno schifo per averle chiesto una cosa così importante e dolorosa allo stesso tempo. Io avevo Gemma, in effetti non potevo capire cosa significasse per lei... ma non avrei permesso che ci stesse ancora male. 

- Ti prego, basta... - dissi accarezzandole la guancia completamente fradicia
- Molte persone potrebbero capirmi, vivendo la mia stessa situazione, ma ognuno la prende in modo diverso: io l'ho presa così ma nessuno ci ha mai fatto caso, pensando fosse solo un capriccio temporaneo. - continuò ignorandomi del tutto

Sembrava quasi che si fosse dimenticata della mia presenza, stava pronunciando quelle parole per sé stessa: per liberarsi di un peso troppo grande da tenersi dentro per ben 19 anni. Voleva sfogarsi? Io ero lì per quello. La lasciai continuare, ascoltando ogni singola sillaba proveniente dalla sua bocca: tutto avrei detto, tutto... tranne che provasse tutto quelle cose. Era incredibile la bravura con la quale riuscisse a nascondere tutto dentro di lei. 

- Mi hanno sempre dato tutto, non avendo nessun altro a cui darlo... eppure io mi sono sempre sentita come se non avessi mai avuto niente. Fa male sentirsi dire di dover dimagrire ancora di più quando le tue cugine riescono, senza problemi, a perdere 5-6 kili in due mesi. Fa male vedere mia madre scherzare sull'argomento mentre io sorrido fuori ma urlo dentro. E ogni volta che le  confesso cosa provo, lei si limita a dire che sono solo mie fantasie. Fa male sentirsi dire di essere "strana" solo perché mi piacciono cose differenti, fingere di essere la ragazza perfetta solo per fare bella figura con gli altri. Fa male. Eppure nessuno, a parte poche persone, sanno che significa. - riprese con la voce ridotto all'osso.

Le lacrime sembravano non finire mai e, nonostante se le asciugasse di tanto in tanto con la maglia del pigiama, subito altre si facevano largo sulle quelle guance. Solo il pensiero di non poterle dire qualcosa di confortante, per paura di dire proprio la cosa sbagliata, mi iniziò a divorare lo stomaco come un grissino; vederla in quello stato fu peggio che ricevere centinaia di pugni... 

- Non ho mai fatto le classiche cose che fanno gli adolescenti: mai una sigaretta, mai una canna, mai i capelli tinti o un tatuaggio nonostante li voglia con tutta me stessa, mai un piercing o altro. Ho dato il mio primo bacio a 18 anni come volevano i miei nonni, ho perso la verginità da maggiorenne inoltrata come volevano i miei genitori, la mia prima sbronza è stata con voi - confessò singhiozzando in silenzio, come se ad un tratto di fosse messa in modalità "Silenzioso".

Rimasi scioccato da quella sua ultima confessione ma mi ripromisi una cosa: l'avrei portata a fare un tatuaggio con me, fanculo a chi le aveva sempre detto di no. 

- Per tutti questi motivi voglio che tu ti goda il tuo ultimo mese di adolescenza, meriti di farlo: meriti di sorridere anche solo guardando in faccia la gente, meriti di scappare dopo una cazzata che non andava fatta, meriti di fare tutte quelle cose che rendono un ragazzo, un uomo. - finì il discorso poggiando la sua fronte contro la mia

Restai letteralmente senza fiato... in un suo sfogo così personale voleva la mia felicità? Se questo non è la dimostrazione di un cuore enorme ditemi voi cos'è. La guardai intensamente negli occhi senza spiccicare una parola: mi aveva aperto il suo cuore perché si fidava di me... Quella ragazza era troppo, troppo per me, per gli altri, per quel fottuto mondo che avrebbe potuto inghiottirla tranquillamente nonostante la sua forza degna di una leonessa. 
Non eravamo in silenzio, le nostre bocche non proferivano nessun suono... ma i nostri occhi si: stavano parlando, quasi urlando. Le lasciai un bacio sulla fronte e, dopo averle asciugato le lacrime su entrambe le guance, la strinsi a me come non avevo mai fatto: tra le mie braccia sarebbe stata al sicuro ma soprattutto felice, era una promessa. Mi accorsi di star piangendo anch'io solo quando vidi una gocciolina poggiarsi dal mio mento nei suoi capelli, parve accorgersene subito e forse per questo alzò di nuovo lo sguardo e mi lasciò una serie di baci lungo tutta la scia che aveva lasciato la lacrima. Quello era uno di quei piccoli gesti che solo lei riusciva a rendere speciali, una di quelle piccole cose che ti fanno sentire parte del mondo in cui vivi e amato dalle persone che ami. 

- Ecco fatto, ora è come se non ci sia mai stata - sussurrò con un sorriso alla fine dei baci
- Tu non puoi far finta che non sia successo niente come hai sempre fatto: se devi piangere piangi, se devi urlare urla.
Non tenerti tutto dentro o rischierà di marcire dentro di te... - le consigliai accarezzandole la guancia

Al mio tocco chiuse gli occhi, come se si stesse godendo quei momenti, e poggiò la sua piccola manina sulla mia: iniziò a muovere la mia mano sul suo viso come per voler essere sicura che fossi lì, vicino a lei. Sorrisi non appena la vidi più tranquilla e lasciai che continuasse, in fondo quella sensazione la stavo provando anch'io.

- Perché io? - le chiesi intrecciando le nostre mani
- Non lo hai ancora capito? - mi chiese divertita poggiando le nostre mani l'una sull'altra, facendo risaltare la differenza di grandezza ancora di più - perché ti amo. -

Mi sentii il respiro mancare non appena pronunciò quelle due piccole parole ma, allo stesso tempo, mi sentii il ragazzo più fortunato e felice dell'intero universo: la ragazza che amavo mi aveva appena detto di provare lo stesso... Se non fossero state le 3 di mattina avrei potuto tranquillamente scoppiare in un grido di gioia ma, non appena mi avvicinai al suo orecchio per poterle sussurrare la stessa cosa, mi accorsi che si fosse già addormentata. Aveva la testa a metà tra la mia spalla e il mio petto e, per non farla morire di freddo, coprii entrambi con il piumone. Non avrei mai potuto svegliarla, mi sarei sentito in colpa tutta la vita; per questo motivo le lasciai un ultimo bacio quasi impercettibile.

- Anch'io, piccola. Non puoi neanche immaginare quanto - sussurrai al suo orecchio prima di poggiare la testa sulla sua

Con ancora quelle due paroline in mente mi lasciai andare anch'io tra le braccia di Morfeo e, potete andarne certi, quella notte feci i sogni migliori della mia vita. 
 
 
 
 
 
MANUELA'S POV.

Mi svegliai grazie a un buonissimo profumo di caffé appena fatto, un aroma così deciso e inebriante che sembrava esser stato fatto proprio in quella stanza. Sbadigliai più volte prima di aprire gli occhi e guardarmi intorno: ero in camera mia, con il piumone tirato fin sotto il seno e le lenzuola accanto a me completamente sfatte. Mi misi seduta con la gambe incrociate e, dopo una grattatina ai capelli e un'altro sbadiglio, mi resi conto di provare un gran prurito agli occhi: avevo pianto nel sonno? Strano, non mi ricordavo di aver avuto incubi la notte precedente...
Mongoloide, non ti ricordi niente? 
Buongiorno anche a te, criceto. Fammi pensare... ah si: avevo passato tutta la notte con Harry. Piano piano iniziò a tornarmi in mente tutto quello che era successo e mi salì un brivido lungo la schiena quando mi ricordai di essermi sfogata: e se avessi esagerato? In fondo non stavo con Harry da molto tempo... Oh al diavolo tutto, era pur sempre il mio ragazzo. 
Mi infilai le pantofole e, con l'aria da mezza sonnambula, feci il giro del letto per andare in bagno.
E gli hai anche detto che lo ami, ricordi?

- Cosa?! - urlai in risposta al mio criceto

Per lo shock troppo forte, nonostante fosse dipeso da me stessa, i piedi mi si intrecciarono con i fili della PlayStation e caddi in avanti, salvandomi per pochissimo la faccia. Ahia... 
Hahahahaha, sfigata!
Fanculizzati, criceto di merda. 
Cercai di rialzarmi poggiando il peso sulle braccia ma, dopo aver riflettuto su tutto quello che avevo fatto la notte prima, rimasi sdraiata sul pavimento come un cadavere: avevo davvero detto a Harry di amarlo? Forse mi era scappato in un momento di sfogo o perché ero mezza addormentata e non connettevo... o forse (anzi, di sicuro) lo avevo detto semplicemente perché non ce la facevo più a tenermelo dentro. Avrei solo voluto vedere la sua faccia, la sua reazione: conoscendolo avrebbe potuto tranquillamente rispondermi con un "Ah..." o alzare le spalle con noncuranza. Per questo motivo avevo una paura fottuta di confessarglielo, un "ti amo" rende tutto molto più serio: una relazione diventa importante e, se un giorno dovesse finire tutto, il dolore sarebbe di sicuro maggiore. Ci ero già capitata e, fidatevi, non era finita bene. Bhe, ormai il danno era fatto, non potevo di certo rimangiarmelo... Dovevo solo stare a vedere come avrebbe reagito Harry quando l'avrei rivisto. 
Mettendomi l'anima in pace mi alzai, scrollandomi un po' il pigiama, ma lo sguardo mi cadde subito sulla scrivania: cosa ci faceva un vassoio pieno di leccornie deliziose in camera mia? All'improvviso una vampata di felicità mi travolse e mi diressi verso quel piccolo pezzetto di paradiso saltellando come Heidi: aaaah, quanto possono rendere felice una donna, un cornetto caldo e un cappuccino?
Ecco perché c'era quel buon profumo... Stupida a non averci pensato prima. Dal cappuccino usciva ancora del fumo, segno che fosse stato preparato da poco, mentre il cornetto era stato coperto con dello zucchero a velo alla perfezione: chiunque mi avesse preparato tutto, sarebbe stato benedetto dalla sottoscritta a vita. 
Mi sedetti sulla sedia girevole e, dopo un giretto su me stessa, presi la tazza per iniziare a riscaldarmi: fuori la neve stava ancora scendendo con intensità e, nonostante in casa non si stesse poi così male, un po' di freddo veniva comunque.
Girando per un millisecondo la testa però, mi accorsi di un biglietto rosso molto carino, incastonato in mezzo ai fazzolettini; che qualcuno mi avesse lasciato anche una lettera? Poggiai di nuovo la tazza sul vassoio e, con la curiosità irrefrenabile classica della sottoscritta, girai subito il pezzo di carta: la scrittura era di certo maschile, si vedeva a occhio e scartai in partenza l'ipotesi che fosse stato mio padre: quell'uomo aveva una scrittura degna dei geroglifici, altro che quella!  
 
Un buongiorno e un Buon Natale alla ragazza più speciale dell'intero universo. Il panda nel cappuccino sarebbe stato più adatto a Daniela hahaha, ma ho pensato che ti avrebbe fatto comunque piacere <3 i regali non sono di certo finiti qui, più tardi ne scoprirai altri u.u ;) Buon Natale amore mio <3
Ti amo.
Xx Harry
 
Quando finii di leggere dovetti sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco la situazione: mi... mi... 
Ti ha detto che ti ama, si!
Iniziai a saltellare sulla sedia con ancora il biglietto in mano, troppo euforica per fare altro, e rilessi quella parole come minimo 10 volte consecutive. Può una sola persona renderti talmente felice? In quel momento sapevo perfettamente la risposta... un attimo: aveva scritto davvero "panda nel cappuccino"? Riguardai dall'alto la tazza, dove qualche minuto prima stavo per bere, e i miei occhi diventarono magicamente a cuoricino: sulla schiuma era disegnato, con il cacao, un piccolo panda tenerissimo e un piccolo "I love you" sotto di esso. Corsi, senza nemmeno pensarci, di sotto e per poco non mi scontrai con mio padre all'entrata della cucina.

- Buongiorno, papi! - esultai lasciandogli un enorme bacio sulla guancia
- Buongiorno... - ricambiò con un'espressione scioccata
- Ti sei svegliata di buon umore? - mi chiese perplessa mia madre con una tazza di latte in mano
- Si - risposi con la testa tra le nuvole, saltellando e lasciando un bacio a tutti i presenti

Anne, mia madre e mio padre mi guardarono come se fossi pazza ma non me ne poteva fregar di meno: che bella sensazione l'essere innamorati... 

- Buongiorno! - esclamò Harry entrando in cucina, anche lui felice come una Pasqua

Zampezzò verso Anne e salutò tutti con un enorme sorriso in volto, la sua presenza non faceva che rendermi ancora più euforica. Era ufficiale, eravamo andati di testa entrambi. 

- Hey angel in the snow, I'm under the mistletoe. You are the one, You're my very own christmas love. Tell Santa i'm cool this year, My present is standing right here. Thank God above for my very own christmas love, yeah - canticchiai sopra la voce di Justin Bieber alla radio

Feci poggiare la tazza a mia madre e le presi le mani per poi iniziare a ballare: non mi importava di sembrare una pazza, ero semplicemente felice. Iniziammo a muoverci in una sorta di valzer improvvisato sotto le risate di tutti e in quel momento provai quel senso di famiglia che mi era tanto mancato in quegli anni. Incitai Harry a fare lo stesso e anche lui, esattamente come noi, iniziò a cantare e a ballare insieme a Anne; mio padre e Robin se ne stavano in disparte a ridere e fare un filmino che dopo di sicuro mi sarei fatta inviare. Io e il mio ragazzo ci scambiammo le dame e mi ritrovai a ballare con Anne: durante una giravolta mi strinse in un abbraccio molto materno e lì capii il significato dell'"essere amata". Harry e mia madre intanto ballavano allegramente come folletti e vederli così felici mi fece venire in mente una domanda: a mia madre avrebbe fatto piacere se le avessi detto la verità, nonostante i tatuaggi? Sinceramente non avevo idea... ma era meglio non pensarci, non in un momento così allegro.
Finita la canzone mi ricordai la cosa più importante: regali! Corsi in salotto come una bambina e mi inginocchiai davanti all'enorme albero per scartare tutti i miei pacchetti: sin da piccola ero una curiosa cronica, una di quelle che devono sapere tutto o non dormono la notte. 
Tutti vennero vicino a me, chi sul divano e chi in piedi, e i miei genitori mi consegnarono un pacchetto azzurro molto carino. Li ringraziai con un abbraccio e, senza aspettare nessuno, scartai la carta fino a ridurla in tanti piccoli pezzettini: mi vennero le lacrime agli occhi quando vidi davanti a me la Nikon professionale che avevo desiderato tanto, era davvero troppo...

- Ma... Mamma, l'avrai pagata un botto - sussurrai girando lo sguardo da lei alla scatola
- Non pensare ai soldi, l'importante è che ti piaccia - rispose mia madre stringendomi a lei

Se avessi potuto abbracciare i miei amici e dare un bacio a Harry, sarebbe stato davvero il Natale più bello della mia vita.
 
 
 

 
HARRY'S POV.

Ero entusiasta che la sopresa le fosse piaciuta, sprizzava energia da tutti i pori ed era proprio quello l'effetto che volevo ottenere con quel piccolo gesto pieno d'amore, vederla sorridere di nuovo mi ripagò di ogni fatica. Durante Christmas Love mi ero immaginato il nostro futuro insieme: con ogni Natale pieno di felicità, il nostro amore nell'aria e magari anche i nostri amici a festeggiare con noi. Era quello che volevo, tutto che volevo stava ballando con mia madre un valzer imbarazzante...
La giornata si era conclusa nel migliore dei modi: Manuela era felice, io ero felice, tutti erano felici e per tutto il giorno nell'aria si era sentita un'aria di famiglia non molto comune. Avevamo passato il pomeriggio a giocare a tombola, i telefoni non avevano smesso di squillare un minuto per i vari auguri e i miei genitori erano anche andati a prendere una pizza per cena nonostante fuori ci fosse una bufera. Stare sul divano avvolto da un plaid molto caldo, mentre la mia ragazza ballava con sua madre a Just Dance era stato davvero molto piacevole e mi era scappata più di una volta qualche risata. Mi sentivo felice come non mai, mi sembrava quasi di essere tornato a prima della mia storia con Taylor quando sorridevo per ogni minima cosa e non avevo sempre mille pensieri per la testa... Tutto merito di quella pazza squilibrata.
In quel momento erano le 23 spaccate, il giorno di Natale sarebbe finito tra un'ora ma io non avevo ancora avuto l'opportunità di dare il mio regalo alla ragazza che amavo. La osservai mentre parlava al telefono sorridendo di tanto in tanto, mentre camminava avanti e indietro all'entrata della cucina; si vedeva dagli occhi quanto fosse serena e sorrisi anch'io vedendola, la sua felicità era la cosa più importante per me e sarebbe rimasto sempre così. In più, con quella felpa con una renna, i legins e gli Ugg era così maledettamente tenera... solo a vederla sarebbe venuta voglia a chiunque di abbracciarla come un peluche.
Una volta aver messo giù si diresse verso di me sulla poltrona ma fui io il primo ad alzarmi.

- Aspetta - sussurrai afferrando da dietro l'albero un pacchetto
- E quello? - mi chiese ridendo, con un pizzico di curiosità visibile da chilometri
- Un piccolo pensierino da parte di questo cretino - risposi porgendoglielo e aspettando con ansia di vedere la sua reazione

Non appena vide la cornice con la nostra foto dentro sorrise commossa e si morse il labbro per non piangere dalla felicità, era una cosa da niente in fondo: un pensiero piccolissimo per avermi sempre con lei. 

- Ti piace? -

Annuì con i lacrimoni agli occhi e si coprì la bocca con le mani ancora presa dalle emozioni, non poteva fare così o mi sarei commosso anch'io! 

- Anche io ho una cosa per te, però - disse con un sorriso biricchino che mi fece inarcare un sopracciglio

Si avviò verso l'altro lato dell'albero e ne estrasse una busta arancione, dire che ero trepidante all'idea di aprilo mi sembra implicito. Non appena me la porse l'aprii subito e ci trovai dentro un maglione blu, identico al suo, con la renna davanti. Osservai prima l'indumento addosso a lei, poi quello in mano a me e ridacchiai per non commuovermi: aveva comprato due maglioni coordinati...

- Così tutti sapranno che sei unito a me - sussurrò avvolgendo le braccia intorno al mio collo
- Avevi dubbi? - le chiesi sarcastico afferrandola per i fianchi

Mi strinse in un abbraccio strettissimo e io affondai il viso in quei capelli così lisci e morbidi: se è un sogno non svegliatemi, vi ammazzo se vi azzardate. Il suo profumo di Borotalco mi riempì le narici, la sua belle morbidissima si sfregò contro il mio viso e per un attimo mi sembrò di star stringere un neonato: come avevo fatto a non sopportarla all'inizio?
All'improvviso si staccò e, sempre con quel sorriso impertinente, indicò un punto sul soffitto: neanche a farla apposta ci trovavamo proprio sotto del vischio, benedissi mentalmente mia madre per averne messo così tanto sparso per casa. Sorrisi e, dopo averle afferrato il viso con una mano, la baciai con tutto l'amore possibile e immaginabile. Credete che l'amore vero non esista? Sbagliate, l'amore eravamo noi e sarebbe stato sempre così.






                                                                                                       
Ti amo.





Spazio Autrice: Io Miss One Direction, voi conoscere me? Ok, seriamente. *tossisce come in un discorso* sono qui dopo *inizia a contare sulle dita* ... un certo numero di settimane e, che ci crediate o no, non ho avuto Internet sul pc per ben 3 giorni. Pazzesco vero? Sarà perché sono drogata di questo sito o per altri motivi a me sconosciuti ma... sono qui.
Con il capitolo qui sopra avevo un obbiettivo: farvi piangere. Per quale motivo? No, non per cattiveria bensì per un test: vi spiegerò non appena la storia sarà finita e spero vi faccia piacere.
Dunque... che ne pensate del capitolo? Vi do un annuncio: ho un nuovo pc! Questo significa che potrò mettere sia il banner che le gif e non ringrazierò mai abbastanza mio padre per aver impallato quell'altro catorcio. Il capitolo, ok: Manuela è l'elemento centrale che collega tutte le romanticheria scritte qua sopra e... inovinate un po'? Si sono detti quel fatidico "Ti amo"! Non ve l'aspettavate, eh? All'inizio avevo una visione più... dolce per la loro prima dichiarazione d'amore ma poi mi sono detta:"Fanculo, io non sono dolce" u.u ad ogni modo non ho mai scritto così tante cose romantiche in un solo capitolo e mi stupisco di me stessa nell'aver fatto sentire colpevoli 2 mie amiche autrici... L'intento era quello XD no, seriamente: volevo che il discorso di Manuela alle 3 di notte facesse riflettere e spero davvero che abbia avuto l'effetto desirato anche su di voi. Finito questo monologo direi di passare alle domande del giorno:
1) qual è stato il gesto romantico che vi è rimasto più impresso e perché;
2) ci sono due o tre parti comiche  quindi: quale momento avete ritenuto carino (niente romanticherie)?
3) cosa ne pensate dei doni che si sono scambiati Harry e Manu? *-* 
Bene, io ora qui ho finito e ricordatevi di aggiungermi nei vari social network che trovate nella mia pagina dell'account! Arrivederci! Peace and Love
Xx Manuela

 
   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Miss One Direction