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Autore: ShootinStar    08/09/2014    1 recensioni
“Con quei capelli potresti essere scambiata per una di famiglia. Sono quasi identici a quelli di Lily e di Rose!” ed aveva aggiunto: “Mio fratello deve aver ereditato la propensione per le rosse da mio padre e da mio nonno”. //
Fanfiction ambientata ad Hogwarts 24 anni dopo la Seconda Guerra Dei Maghi (siamo nel 2022), con protagonisti i figli del "golden trio" e alcuni loro coetanei inventati da me, oltre ad altri personaggi che sono sicura sarete felici di incontrare di nuovo. Non scrivo da un po', ma spero di esserne ancora in grado!
Buona lettura :) - Frannie
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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“Piantala di ridere, Weasley. Non c'è niente di divertente!” esclamò Megan, l'esasperazione più che evidente nella sua voce. Rose si stava letteralmente rotolando con le lacrime agli occhi sul tappeto a frange blu notte della sala comune dei Corvonero. L'amica se ne stava seduta sulla poltrona più vicina, le braccia incrociate sul petto e l'espressione imbronciata. Quando finalmente riuscì a calmarsi, la ragazza si passò una mano tra i lunghi capelli rossi, sorridendo alla compagna, che sbuffò infastidita. “Tu non capisci, tuo fratello è già al quarto anno” “Ma anche lui è stato una matricola” rispose l'altra con calma. “Sì, ma tu in quel momento eri al terzo, non avevi una vita sociale molto vivace” tossicchiò quando l'altra ragazza le lanciò un'occhiataccia, poi riprese a lamentarsi: “Io adesso sto con Eliot, passo la maggior parte del mio tempo con te e le altre e non mi va di avere quel moccioso tra i piedi. E come se non bastasse, è stato smistato tra i Tassorosso. I Tassorosso. Ti rendi conto di cosa può significare?” chiese, chiudendo gli occhi con aria drammatica. Rose scosse la testa. “In realtà non saprei. E ti ricordo che anche mio fratello si trova in una casa diversa dalla mia, così come tutti i miei cugini”. Megan la guardò al culmine della disperazione. “Sì, ma si tratta di Grifondoro, la casa a cui tutti aspirano. E anche Serpeverde non è così male. Ma Tassorosso! Sono così insulsi, così docili. Per una famiglia che si tramanda il nome dei Corvonero da generazioni è una vergogna!”. L'altra sospirò. “Te l'ho già detto, a me non sembra una cosa così grave. Cameron è così dolce e tranquillo, credo sia il posto più giusto per lui. Non sai quanto ti invidio! Hugo è sempre in giro a fare danni con Lilu” mormorò, sentendosi improvvisamente più grande di quanto non fosse in realtà.
Megan era sul punto di ribattere nuovamente, quando qualcuno si avvicinò a loro con passo svelto. Un turbinio di capelli biondi mise Rose in allerta, inducendola ad alzarsi. L'amica invece rimase seduta in poltrona e rivolse alla nuova arrivata uno sguardo glaciale. “Hai bisogno di qualcosa, Shauna?” domandò fredda. L'altra sorrise con aria arcigna. “Oh, da parte tua proprio nulla, Light. Sono qui per parlare con la Weasley” aggiunse poi, rivolgendosi a Rose, che aveva assunto a sua volta una postura più rigida. La bionda continuò con noncuranza: “Credevo di averti avvertito, ma a quanto pare non sono stata abbastanza chiara, viste le voci che mi sono arrivate stamattina. La devi smettere di stargli dietro, hai capito?”. Rose sgranò gli occhi, senza capire. L'altra sbuffò. “Non fare la santarellina con me, so che ti riesce piuttosto bene ma non è proprio il caso” “Guarda che non sto fingendo, non ho proprio la minima idea di cosa tu stia parlando, Shauna” ribatté la giovane Corvonero, incrociando le braccia. Shauna la squadrò con i gelidi occhi azzurri, poi sogghignò. “Mi chiedo che cosa ci trovi Bradley in te, sei così provinciale. E scommetto che dovrebbe faticare un bel po' prima di riuscire a concludere qualcosa”. Rose a quel punto scoppiò a ridere. “Si tratta di questo, allora? Beh, puoi stare tranquilla mia cara, Samuels non m'interessa minimamente e...” “Smettila! Mi hanno detto di avervi visti insieme questa mattina!” replicò l'altra inalberandosi. “E non cercare di inventarti scuse del tipo “stavamo parlando del Quidditch” perché non sei affatto credibile, ok?”. Rose alzò gli occhi al cielo. “Forse non sarebbe credibile nel tuo caso, dato che non sai neppure quanti punti vale il boccino d'oro. Ma è così, stavamo facendo una semplice chiacchierata e comunque...” “Oh, ma fammi il piacere! La verità è che tu preghi che s'interessi a te ed invece per lui quelle come te contano meno di zero. E come potrebbe essere altrimenti? Sai solo preparare qualche intruglio magico, hai dei capelli inguardabili e sotto sotto hai pure il sangue sporco...”
A quel punto Megan si alzò a sua volta, premendole una mano sulla clavicola con fermezza. “Dovresti darti una calmata, tesoro” “Tu non impicciarti e non osare dirmi cosa devo fare. Anzi, fossi in te mi preoccuperei di più del tuo ragazzo e di dove passa il suo tempo quando non è con te” commentò acida. Megan sussultò, ma a quel punto fu Rose ad intervenire in sua difesa. “Che cosa pensi di ottenere con queste false insinuazioni, Shauna?” “E chi ha detto che sono false? Non ho bisogno di inventarmi nulla e sicuramente non è colpa mia se la tua amica non riesce a vedere un paio di corna neppure quando...”. La frase s'interruppe con un forte schiocco e Shauna si portò una mano alla guancia, dove Rose l'aveva appena schiaffeggiata, la bocca aperta per la sorpresa. Dopo un attimo di stupore, le rivolse uno sguardo furioso. “Continua pure a fare l'eroina, Weasley, ma giocando con il fuoco ci si può fare molto male” le intimò, mentre la ragazza scuoteva i capelli rossi con decisione. “Sono più che sicura di riuscire a tenere a bada un fuocherello tanto insulso” borbottò, stringendo il braccio di Megan, che rivolse l'ennesima occhiataccia alla bionda. Quest'ultima aggrottò la fronte e girò sui tacchi, raggiungendo la propria stanza quasi di corsa.
Rose si lasciò sfuggire un sospiro e si lasciò cadere sul divanetto lì vicino, coprendosi gli occhi con una mano. “La detesto” sentenziò, mentre l'amica continuava a rimanere in piedi, l'espressione perplessa che le induriva i lineamenti del viso. L'altra si sporse in avanti e le strinse una mano per darle sicurezza, poi sussurrò: “Non ascoltarla, Meg. È solo una stronzetta invidiosa e dopo tutto questo tempo non sa più cosa dire per farci innervosire” “Ti sbagli” ribatté l'amica. “Lo sa eccome”. Rose le sorrise. “E dai, non vorrai davvero credere alle cazzate che escono dalla bocca di Shauna Corner? Sai com'è fatta, ha la mania di inventarsi storielle assurde per far star male le persone” borbottò, pizzicandole il gomito fino a quando l'altra non le sferrò una gomitata. “Piantala!” strillò, non riuscendo ad impedirsi di sorridere. Poi ripresero a parlare come se nulla fosse accaduto, anche se Rose avrebbe potuto giurare che le parole taglienti della loro odiosa compagna avrebbero tormentato Megan ancora per un po'.
 
 
Dorian stava camminando a passo sostenuto verso la biblioteca, quando una mano lo afferrò per la camicia e lo spinse di lato, dietro ad una delle grandi colonne di marmo del primo piano. Prima ancora di essersi reso conto di chi si trattava, due labbra carnose si impadronirono delle sue, mozzandogli il respiro. Una cascata di riccioli biondi gli solleticò il mento e dovette metterci ogni briciolo di forza di volontà che aveva in corpo per allontanarsi dalla giovane donna. “Professoressa” mormorò con un filo di voce, mentre l'altra si stringeva nuovamente a lui. “Oh andiamo, Dorian. Che cos'è tutta questa formalità?” domandò a fior di labbra, giocherellando con i bottoni della sua camicia. Il ragazzo respirò a fondo e si concentrò sui suoi occhi verdi da gatta. “Sono un po' di fretta, quindi se non ti dispiace...” e le allontanò le mani dal proprio petto, già semi-scoperto, riallacciandosi i bottoni con meticolosità. La donna incrociò le braccia, l'espressione frustrata. “Si può sapere che cosa ti sta succedendo?” domandò sollevando un sopracciglio. Dorian si morse il labbro, non sapendo ancora bene come gestire quella conversazione. “Non mi sta succedendo proprio nulla, ma ho altri programmi per oggi e non mi va di fare tardi” concluse, cercando di mostrarsi il più risoluto possibile. L'altra sospirò. “Sai che cosa voglio dire. Non si tratta solo di oggi, sei strano da un paio di settimane e non riesco a spiegarmi...” “Ascolta” la interruppe lui “In questo periodo sono piuttosto incasinato con la scuola, il Quidditch e tutto il resto. Non vorrei farti sentire trascurata, ma cerca di metterti nei miei panni...” “Ah, io dovrei mettermi nei tuoi panni? Dorian, io sono la tua insegnante. Portiamo avanti questa relazione da circa 6 mesi e sebbene tu sia così dolce ed adorabile, sto rischiando molto per stare con te”. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. “Stare con me? Noi non stiamo insieme! Ci baciamo di nascosto dietro alle colonne, ci rinchiudiamo a chiave nel tuo ufficio con il timore costante che qualcuno ci scopra e non possiamo neppure guardarci negli occhi per tutto il resto del tempo” sbottò, pentendosi subito di quell'eccesso di franchezza. La professoressa di Difesa Contro Le Arti Oscure allungò una mano per accarezzargli la guancia. “Una volta ti eccitava fare qualcosa di proibito” mormorò, sorridendogli magnetica. L'altro fece un ultimo, faticoso sforzo per allontanarla nuovamente da sé e sussurrò: “Scusami, ma ora devo proprio andare”.
Mentre raggiungeva finalmente le porte della biblioteca, Dorian si chiese se con quelle parole la loro relazione si fosse appena conclusa o se ci fosse ancora una speranza per loro due. Avrei dovuto immaginare che sarebbe andata a finire così pensò con una punta di tristezza. La sua delusione sembrò stemperarsi rapidamente mentre si avvicinava al tavolo dove Natalee lo stava aspettando. La ragazza stava muovendo pigramente la bacchetta, mentre uno sciame di uccellini di carta svolazzava a pochi centimetri dalla sua testa. Dorian sorrise e con un movimento fluido del polso, fece partire una scintilla che ridusse i malcapitati in tanti piccoli pezzettini anneriti. La ragazza sussultò, poi lo video avvicinarsi e mise su l'espressione più imbronciata di cui fosse capace. “Sei un guastafeste” borbottò “E sei pure in ritardo”. Lui annuì con aria colpevole. “Lo so, scusami Nat”. La Grifondoro storse il naso, poi continuò come se niente fosse: “Bene, adesso voglio che tu mi racconti per filo e per segno tutta la faccenda della scritta all'ingresso”. Dorian sbuffò. “Di nuovo? Andiamo Nat, ti ho già detto tutto quello che so a riguardo!” esclamò esasperato. La ragazza incrociò le braccia. “Racconta” si limitò a dire inflessibile.
L'altro alzò gli occhi al cielo e le descrisse per l'ennesima volta la sera di Halloween in cui lui, James e pochi altri avevano assistito di nascosto a quello spettacolo raccapricciante e le riferì le esatte parole della McGranitt e di tutti gli altri insegnanti. Natalee aggrottò la fronte, accarezzandosi il mento con la mano destra. “Quindi la Prince è convinta che sia stato qualcuno all'interno della scuola” commentò. Dorian annuì, sentendosi un po' a disagio. “Sì, ma credo che tutti siano d'accordo con lei e per quanto sia difficile credere che si tratti di uno studente o di un insegnante, è l'unica soluzione plausibile. Nessuno riuscirebbe a violare le misure di sicurezza della scuola dall'esterno”. La ragazza annuì a sua volta, lo sguardo pensieroso. “Già, ma chi può essere stato? Di chi non dovremmo fidarci?” domandò, più a se stessa che non all'altro Grifondoro. Quest'ultimo si spostò una ciocca di capelli dalla fronte con un gesto d'irritazione. “Piacerebbe saperlo anche a me” borbottò, poi il suo viso s'illuminò di colpo, tanto che Natalee sollevò un sopracciglio, confusa. “So che cosa potremmo fare per avere qualche risposta!” esclamò, non riuscendo a contenere la propria eccitazione. “Parla, forza!” lo spronò l'altra con impazienza. Dorian le sorrise, poi aggiunse: “Prima dobbiamo trovare qualcuno che se la cavi bene con le pozioni. Credi che la tua amica Weasley accetterebbe di aiutarci?”.
 
 
“Quindi anche il professor Robins è convinto che si tratti di qualcuno all'interno della scuola” concluse Lily, incrociando le braccia al petto con aria soddisfatta. Scorpius continuò a spazzolare Alisecco imperterrito, scuotendo la testa. “In realtà, se non ho capito male, lui ti ha solo detto com'è andata l'ultima volta. Ma era tutt'altro che convinto che si potesse ripetere di nuovo, giusto?” le chiese sollevando un sopracciglio. La Grifondoro sbuffò. Se ne stava appollaiata su una delle enormi zucche dell'orto di Hagrid, le ginocchia strette al petto e di tanto in tanto lanciava una mela all'ippogrifo, che l'acchiappava al volo con il becco. “Si, okay. Ma sai come sono gli insegnanti, soprattutto quelli che hanno preso parte alla Grande Battaglia: cercano sempre di convincere noi e allo stesso tempo se stessi che una simile catastrofe non potrebbe mai accadere di nuovo” obiettò lei, poi aggiunse: “Ciò che conta è che mi ha confermato quello che già sapevo: l'unico modo per poter penetrare le difese di Hogwarts consiste in un sabotaggio interno. Sia che si tratti di un professore, sia di uno studente”. Scorpius si fermò per un attimo, fissandola con i suoi intensi occhi grigi. “Va bene Potter, sentiamo un po'. Chi mai potrebbe tradire la fiducia della preside ed agire da spia, secondo te?”.
Lily si picchiettò col dito sul mento, lanciando distrattamente l'ennesima mela in direzione di Alisecco. “Sicuramente non può trattarsi di coloro che hanno preso parte alla Grande Battaglia” rifletté, mentre l'altro ridacchiava. “Perfetto, hai già escluso il 90% del corpo insegnanti” commentò, accarezzando la testa piumata dell'ippogrifo al suo fianco. Lily gli lanciò un'occhiataccia, poi continuò: “Quindi gli unici rimasti sarebbero il professor Greengrass di Pozioni, la Prince di Difesa Contro Le Arti Oscure e l'insegnante di Babbanologia, anche se quest'ultima dovremmo escluderla per principio, vista la materia in questione”. Scorpius annuì. “Quindi hai intenzione di indagare sugli altri due?” le domandò con una punta di divertimento. La giovane Grifondoro incrociò le braccia. “Potrebbe essere un buon inizio” mormorò. Il ragazzo la osservò serio. “E come pensi di riuscirci?” chiese ancora, evitando all'ultimo secondo che Alisecco gli leccasse la guancia con la lunga lingua violacea. “Non ne ho idea, ma potrei prendere di nuovo in prestito il mantello di mio fratello...” rifletté, mentre l'altro ricominciava a ridere. “Cosa c'è di così divertente, Malfoy?” domandò seccata. Scorpius allungò una mano per scompigliarle i capelli, ma questa volta la Grifondoro fu pronta a scansare il suo tocco. “Piantala!” borbottò aggrottando le sopracciglia. “Sei identica a tuo padre” sorrise lui, cogliendola di sorpresa. “E tu cosa ne sai?” chiese fin troppo aggressiva. Il ragazzo sospirò. “Mio padre mi ha parlato spesso di ciò che Harry, Hermione e Ron combinavano ad Hogwarts, del modo in cui tuo padre si buttava a capofitto nei guai senza pensarci due volte e di come i suoi amici lo seguissero praticamente ovunque. Gli sembravano così irresponsabili...” quando vide l'espressione di lei si affrettò ad aggiungere: “Ma allo stesso tempo un po' li invidiava. Invidiava il legame che li univa e sì, anche il loro coraggio. E questo lo so non perché me l'abbia detto lui, ma perché l'ho capito dal modo in cui descriveva la battaglia tra tuo padre e Voldemort” “Cioè?” domandò Lily. “Cioè come qualcosa di strabiliante ed inverosimile. Qualcosa verso cui mio padre si era sentito estraneo e partecipe allo stesso tempo. Una delle poche occasioni in cui ha desiderato poter fare di più, poter essere qualcosa in più rispetto al solito Draco Malfoy” concluse il Serpeverde, sedendosi a sua volta su una zucca gigante.
La ragazzina lo guardava con rispetto. Nelle ultime settimane avevano parlato più degli ultimi 3 anni messi insieme e cominciava a capire meglio quel ragazzo ombroso dagli occhi di granito ed i capelli biondissimi, iniziava finalmente a scorgere qualcosa sotto l'apparenza da “figlio di papà” che, si rese conto, gli era stata attribuita erroneamente dagli altri, più che da se stesso. Scorpius si sfregò la fronte un po' a disagio. “Perché mi stai fissando in quel modo?” le chiese. Ma neppure lei conosceva la risposta a quella domanda, così gliene fece una a sua volta: “Hai intenzione di invitare mia cugina al ballo di Natale?”. Il ragazzo fu preso un po' alla sprovvista. “Non saprei, manca ancora più di un mese...credo di sì” mormorò. Lily scosse la testa, i capelli rossi che le volteggiavano intorno alle guance paffute. “Ti avverto: mia cugina sarà anche una piccola Einstein tutta pozioni ed intrugli magici, ma è una tosta. Se vuoi stare con lei, devi farti vedere deciso”. Scorpius piegò la testa da un lato sorridendo. “Da quando sei diventata così gentile da darmi consigli su come conquistare Rose?”. La Grifondoro aprì la bocca per protestare, poi la richiuse. L'altro continuò a ridacchiare, poi chiese a sua volta: “Tu invece? Hai già ricevuto qualche invito?”. Lily scosse la testa, poi aggiunse: “Non è molto nel mio genere, il ballo”. “Ah, certo. Cercare indizi di nascosto e scoprire complotti all'interno della scuola invece è il tuo hobby preferito, dico bene?”. La ragazza alzò gli occhi al cielo esasperata, poi saltò giù dalla sua zucca e si spazzolò via la polvere arancione dalla gonna. Stava per andarsene, quando Scorpius le afferrò il polso e, prima che lei potesse protestare, le mise in mano una decina di fogli scritti con una calligrafia elegante. “E questi cosa sarebbero?” domandò confusa. “Appunti di astronomia. So che te la cavi bene in quasi tutte le materie, ma ho sentito dire che con le stelle non hai un buon rapporto. Così ho pensato che ti servisse una mano” concluse il Serpeverde con un sorrisetto. “Chi diavolo ti ha detto che non sono brava in astronomia?” sbottò lei con forza, poi un'idea le balenò nella mente. “Oh, è stata l'intrugliatrice, non è vero?” “Non so di chi tu stia parlando” fece l'altro, continuando a sorridere. Lily sbuffò irritata, poi si infilò in fretta gli appunti in tasca. “Rose me la pagherà. Ci vediamo in giro, Malfoy” aggiunse poi, dandogli le spalle e cominciando a camminare in direzione del castello, mentre Scorpius riprendeva ad accarezzare Alisecco con un'espressione soddisfatta dipinta sul bel viso.
 
 
Abigail stava scendendo le scale verso il terzo piano, cercando di fare ordine tra una dozzina di fogli di appunti che a malapena riusciva a tenere in mano. Le lezioni di Incantesimi del professor Vitious le erano sempre risultate interessanti, ma faticose allo stesso tempo ed essendo quello l'anno dei suoi M.A.G.O., non poteva rischiare di perdersi neanche una parola dell'anziano professore; così quella sera si era recata nel suo ufficio al settimo piano per recuperare alcune parti dell'ultima spiegazione che le erano sfuggite. Proprio mentre si avvicinava all'ennesima rampa di scala, con la pila di pergamene in equilibrio precario sopra alla sua copia del Manuale degli Incantesimi: volume settimo, la ragazza udì un cigolio provenire dalla galleria delle armature alla sua destra. Si voltò sorpresa e fece un passo avanti, sporgendosi per guardare nel corridoio buio. Dovrebbero aggiungere qualche torcia magica qui, è spaventosamente tetro pensò tra sé e sé, socchiudendo gli occhi. Stava per andarsene, ormai sicura che quel rumore fosse semplicemente frutto della sua immaginazione, quando sentì qualcos'altro provenire dal fondo del corridoio, come un bisbiglio.
Abigail sospirò cercando di mantenere la calma ed estrasse la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans, addentrandosi silenziosamente nell'oscurità rischiarata dalle finestre laterali. Il bisbiglio ricominciò, questa volta con un volume leggermente più alto. “Sicuro che non ti abbia visto nessuno?” sentì sussurrare da una voce femminile. L'altro, sicuramente un uomo, rispose con un altro sussurro: “Mi conosci Cecilia, so come passare inosservato”. La ragazza sussultò. Conosceva un paio di studentesse con quel nome, ma proprio in quel momento una figura minuta si spostò nel cono di luce dell'ultima finestra e si rivelò essere la professoressa Prince. Di fronte a lei, a pochi centimetri dal vetro, un individuo incappucciato galleggiava sopra una scopa nera come la notte, il braccio teso in avanti verso la donna. “Ecco ciò che mi avevi chiesto” mormorò lui con tono solenne. L'insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure prese il pacchetto viola dalla sua mano, soppesandolo con espressione scettica. “Sicuro che sia ciò di cui ho bisogno?” chiese incerta. L'altro ridacchiò. “Non ti fidi più di me, mia cara? Una volta non ti ponevi così tante domande...” sussurrò, allungando di nuovo una mano per accarezzarle i morbidi capelli biondi. Abigail la vide sobbalzare debolmente e parve trattenersi a stento dall'allontanarsi da quella figura inquietante. “Hai ragione” la sentì dire con una punta di dolcezza “In fondo, sei uno dei pochi uomini a non avermi mai deluso” aggiunse, sorridendo languida.
La Serpeverde si sentiva estremamente confusa ed angosciata allo stesso tempo, ma si costrinse a rimanere in silenzio, mentre i due si scambiavano gli ultimi convenevoli, prima che l'uomo ripartisse sulla propria scopa e la giovane professoressa richiudesse la grande vetrata e si allontanasse dalle spesse armature di metallo, dirigendosi verso le scale principali. Abigail si appiattì contro il muro, pregando perché la donna non notasse né lei, né il battito impazzito del suo cuore. Quando fu finalmente sicura che se ne fosse andata, la ragazza sospirò di sollievo, ma quel momento di conforto si concluse fin troppo in fretta. Chi diavolo era quell'uomo? E che cosa ci sarà in quel pacchetto? Qui c'è qualcosa di MOLTO strano.




Buon pomeriggio a tutti/e voi ;)
io che aggiorno di pomeriggio invece che di mattina/sera tardi è una novità!
Ammetto di non aver proprio mantenuto la promessa di postare il prima possibile, sono passate comunque 2 settimane D: ma ormai ci avrete fatto l'abitudine (spero)
Adesso che l'estate è quasi finita (ahimé) e non inizierò l'università fino ad ottobre spero di poter essere un po' più presente :)
Leggete e recensite che non fa mai male, love u all (anche se siete pochi e silenziosi)

Frannie


 
 
  
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