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Autore: _Nikita_    08/09/2014    0 recensioni
Si va indietro nel tempo, si torna alle radici.
Marina è figlia di una ricca famiglia borghese di Genova, Luigi un giovane barman che cerca di sbarcare il lunario come può. Marina e Luigi sappiamo che sono i genitori di Giulia, ma non sappiamo come si sono conosciuti. Presto scopriremo anche questo. Una storia d'amore di altri tempi.
Attenzione ai nomi che saltano qua e là, non sono riferimenti casuali! ;)
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di apprendisti Rockstar'
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Cap 2
"Ascolta il tuo cuore,
Esso conosce tutte 
Le cose" 
Paulo Coelho
 
 

Era una giornata meravigliosa, la gonna lunga di Marina sventolava come una bandiera a bordo della Beretta di Luigi. La ragazza avrebbe giurato di non essersi mai sentita così viva come in sella a quella moto, col vento tra i capelli e le lacrime agli occhi per la velocità. 
Luigi, mentre spingeva sull'acceleratore, ripensava alle parole del fratello:
'Tu sei pazzo! Ti stai lanciando senza freni in una cosa impossibile! La figlia di Di Tullio, ma che cos'ha che non va la sorella di Daniele? " 
Glielo ripeteva ogni volta che doveva vedersi con Marina, sembrava ci tenesse in maniera particolare a ricordargli che era da pazzi. Sebbene Luigi fosse cosciente che stava facendo una pazzia, non riusciva a tirarsi indietro.
Anche Marina, mentre si stringeva alla schiena di Luigi, ripensava alle difficoltà che già stava iniziando ad incontrare, per ora le uniche a sapere della sua fuga erano Rachele, Loredana e la Tina, la giovane cuoca di casa Caviglia. Inutile sottolineare che l'unica che si era lamentata di tutto ciò fosse proprio quella bigotta di Loredana. Anche quella mattina non aveva fatto altro che ripeterle che si sarebbe cacciata nei guai, che Alberto non si meritava che lei se ne andasse a zonzo con un elemento simile a 'Quel Luigi'.  A quel punto Rachele solitamente intimava a sua sorella di chiudere la bocca, che quelli non erano fatti loro e rassicurava Marina che le avrebbero coperto le spalle. Tina invece si era emozionata tutta, quando le due giovani amiche le avevano raccontato i loro piani e ne aveva già fatto un film romantico, con tanto di salvataggio finale e matrimonio in grande stile. Ripensare a Tina la fece sorridere, era così buona. Alberto, d'altra parte, stava iniziando ad insospettirsi ora che la sua fidanzata gli rifilava scuse sempre più frequenti e un po' campate per aria.
Luigi spense il motore solo quando arrivarono su un promontorio con vista mare. 
-Wow! E' stupendo quassù! -
Marina era a bocca aperta per la sorpresa, non erano molto lontani da casa, ma le sembrava di essere su un'altro pianeta. Un'altra volta Luigi aveva colto nel segno.
Si sdraiarono all'ombra, su delle coperte che aveva portato Luigi. Ripresero i loro discorsi impegnati, Luigi non giudicava mai le scelte di Marina sugli argomenti di discussione. Li accoglieva sempre con positività e aveva sempre un'opinione interessante da esporre. 
Poi, non si sa se al'improvviso o se fossero stati loro ad ignorare gli eventuali segnali, le loro bocche, stanche di tutte quelle parole e di tutte quelle guerre troppo lontane da combattere, trovarono riposo sulle labbra l'una dell'altro. Si baciarono a lungo, senza pensare a cosa sarebbe potuto venire dopo. Si accarezzarono, osservati solamente dai fiordalisi curiosi e nascosti dalla tenda del salice che sfiorava le loro schiene. Si amarono per la prima volta, come solo due giovani innamorati avrebbero potuto fare. Lei lo amò con la sua innocenza da sedicenne che scopre la libertà. Lui la amò con la testa del diciottenne ribelle, perso in un 'grazie' sottile ed un sorriso al profumo di primavera. 



Luigi e Marina continuarono ad incontrarsi di nascosto, lei di tanto in tanto passava al bar sulla spiaggia a salutarlo, ormai aveva finito per fare amicizia anche con Gianni. Quei due insieme si perdevano nel pianificare mega viaggi in giro per il mondo, davanti a una Pina Colada che sapeva di Jamaica. 
Anche Luigi aveva stretto amicizia con le amiche della sua -ormai - fidanzata quasi a tutti gli effetti. Rachele era molto decisa e difficilmente si faceva mettere i piedi in testa da qualcuno. Loredana, invece, era molto inquadrata e, come aveva detto Marina il primo giorno che l'aveva vista, trovava difficile rompere le regole e andare contro al volere dei suoi genitori, ma nonostante questo Luigi era convinto che anche lei poteva avere qualche bel pregio: ad esempio, era molto fedele alle tradizioni di famiglia, per quello che serviva.
Tutto sembrava andare per il meglio, fino a quando:
-Lu, tesoro, devo dirti una cosa importante-
Luigi aveva abbassato lo sguardo sul viso preoccupato di Marina e le aveva fatto cenno di proseguire, stringendola un po' più forte tra le sue braccia.
-Ecco... ieri Alberto mi ha chiesto di sposarlo-
Luigi aveva cercato di mantenere la calma, quell'Alberto era una spina nel fianco e ora, in fondo al suo cuore stava sperando di essersene liberato una volta per tutte, ma l'intera ombra della famiglia Doria, pendeva su di lui come una spada di Damocle. 
-E tu? Cosa hai risposto? Devo farti le felicitazioni? -
Non era riuscito a trattenersi da quell'ultimo commento amaro. 
-Ovviamente ho detto di no, scemino! E al massimo avresti dovuto farmi le condoglianze! -
Il giorno prima, a Villa Salici, era scoppiato il putiferio e tutto per quel 'no', che Marina aveva pronunciato con così tanta decisione. Alberto si era offeso, si era sentito ferito nel profondo. Quelli che sarebbero dovuti essere i suoi futuri suoceri l'avevano presa come un atto di sfida nei confronti della loro famiglia, come un coup d'Etat in piena regola. A sua madre, la signora Miranda, era quasi preso un colpo per tutto quello che aveva già speso per i primi preparativi della cerimonia. Suo padre invece si era sentito preso in giro dal suo stesso sangue, che con un semplice 'no' era riuscito a mandare in fumo i suoi piani d'affari ed era anche andato contro la sua legge, che fino a quel momento era stata sacra in quella casa. Il problema era che mentre Marina e Luigi, se la ridevano per quelle reazioni così prevedibili, tutti gli altri erano giunti alla stessa conclusione: Marina nascondeva qualcosa. 
Per la ragazza venne sempre più difficile uscire di casa per vedere Luigi, ormai nessuna scusa funzionava più coi suoi genitori che erano diventati alla stregua di due mastini. 


-Ragazzina! -
Aveva tuonato un bel giorno il signor Di Tullio facendo irruzione in camera di Marina, completamente rosso in volto. 
Marina nascose in tutta velocità il suo diario sotto letto, ma questo dettaglio non sfuggì all'occhio paterno.
-Cosa hai fatto ieri sera? -
-Sono stata a casa di Rachele e Loredana. -
Rispose Marina prontamente. 
-Ah sì? -
In realtà la sera prima, era stata soggetta di un vero e proprio rapimento in piena regola, da parte di un Luigi stanco di vederla solo per una mezz'oretta per non destare sospetti. Purtroppo non aveva potuto avvisare le due amiche e quando era stata beccata a sgattaiolare fuori di casa da una delle cameriere, aveva usato la prima scusa che le era passata per la testa. 
-I signori Caviglia dicono di non averti nemmeno vista di sfuggita in casa loro! -
-Beh, lo sai... Villa Sofia è grande, quando sono arrivata i genitori di Rachele e Loredana erano ancora a giocare a Bridge dagli Spina, poi siamo state tutta la sera in camera di Rachele e quando sono tornata qui i Signori erano già a letto. Per quello non mi hanno vista-
Nonostante se la fosse inventata sul momento, le sembrava una bugia abbastanza credibile. Non era abituata a mentire, ma se la cavava abbastanza bene anche se ultimamente stava un po' esagerando.
-Certo, sei rimasta in camera di Rachele che non era in casa, ma a cena a casa dei signori Colantuoni, per l'annuncio del futuro matrimonio tra sua sorella e Roberto. - Stavolta aveva toppato in pieno -Come osi raccontare tali frottole a tuo padre! -
Aveva tuonato l'uomo, picchiando il pugno contro l'armadio. 
Marina si chiuse nel suo silenzio, presagendo il peggio. 
-Io non ti riconosco più! E scordati di uscire da qui dentro, fino a nuove disposizioni! -
Aveva concluso uscendo dalla camera a passi ben distesi. Non aveva manco ancora finito di chiudere la porta che stava già tornando indietro di gran carriera. Le scoprì le gambe del lenzuolo e s'impadronì del diario di Marina senza badare alla resistenza della ragazza. 
-E questo lo prendo io! Così per una buona volta riuscirò a capire cosa frulla nella testa di mia figlia! -


Erano passate due settimane, dall'ultima volta che Luigi aveva visto la sua Marina. Quella era stata una serata fantastica, avevano guardato le stelle sdraiati sugli scogli di Nervi e poi avevano preso un gelato sulla passeggiata, che avevano mangiato mano nella mano. Era la notte di San Lorenzo e sotto quella pioggia di stelle, Luigi aveva chiuso gli occhi ed espresso un desiderio. Non l'aveva mai fatto in vita sua, non credeva che certe cose funzionassero, ma quel pensiero era stato più veloce della sua parte razionale. Aveva chiesto alle stelle di passare la sua vita con Marina, la sua unica stella. A quanto pare le stelle non erano molto di parola, non era mai capitato che la ragazza facesse passare così tanto tempo da un appuntamento all'altro e Luigi stava iniziando ad insospettirsi. 
Gianni si era accorto che c'era qualcosa che non andava in suo fratello, ma non capiva cosa. Dato che la giovane Di Tullio e le sue due amiche non si erano più fatte vive, aveva pensato che avessero litigato o che, non sapeva dire se purtroppo o per fortuna, avessero rotto. Di certo, il suo fratellino non se la passava bene. 
-Ehi Lulù- l'aveva richiamato con quel nomignolo che usavano da bambini e che ora che erano cresciuti, il più piccolo detestava -Marina? Belin, mi ha fatto comprare quei fiori nuovi per abbellire il locale ed ora che li ho appena trapiantati, non viene manco più a vederli! Dille che mi sento trascurato! -
Aveva pensato di punzecchiarlo un pochino, facendo finta di niente e studiare la sua reazione.
-Qui quello che può sentirsi trascurato, al massimo, posso essere io! -
-Ahah! Si è già stufata di giocare alla giovane ribelle? -
Era sempre stata questa la teoria di Gianni.
-Cosa stai insinuando? -
-Lo sai cosa intendo-
Voleva giusto mettergli la pulce nell'orecchio, ormai non ne era nemmeno più sicuro lui di quella sua prima teoria. Marina, in effetti, sembrava presa davvero dal fratello, non come la solita ragazza di buona famiglia che s'intratteneva con persone non accettate da quelli del suo ceto, giusto per disobbedire. 
-No, Marina non è come dici tu! Sarà solo impegnata, poi da quando ha rifiutato la proposta di quel Doria, i suoi sono diventati più intransigenti-
Luigi continuava a ripetersi ognuna di quelle parole da solo, come risposta alle insinuazioni di Gianni che continuavano a rimbombargli in testa. Non ce la faceva più. Doveva assolutamente rivederla. 
-Ehi! Dove scappi? -
-Metti a posto i fiori, non voglio che Marina li veda appassiti! -
Sarebbe andato a Villa Salici e avrebbe trovato il modo per vederla, anche a costo di passare per la porta principale. Anzi, non aveva più voglia di nascondersi. Avrebbe bussato alla porta di quella immensa villa e avrebbe chiesto di parlare col Signor Di Tullio per rivelargli i sentimenti che provava per sua figlia.


Il salone di Villa Salici, dove stava aspettando il padre di Marina, era ancora più sontuoso di quanto ricordasse. Dalla porta bianca che dava sul lato opposto da cui era entrato lui, arrivava una voce maschile grave che non lasciava presagire nulla di buono, quell'uomo stava litigando con qualcuno, ma non riusciva a sentire la voce del suo interlocutore. 
Dopo aver urlato le sue ultime imposizioni, la voce si calmò e subito dopo la porta bianca venne spalancata. Luigi scattò subito sull'attenti e porse la mano all'uomo leggermente brizzolato che era appena entrato, ma il padre di Marina la ignorò.
-Che vuoi tu qui? -
Aveva chiesto come il migliore dei bifolchi.
-Io... io... vorrei parlarle di sua-
-Di mia figlia, ma certo! Beh, la mia Stella, Marina non ha alcuna intenzione di rivederti-
Luigi non credeva alle sue orecchie. Non era possibile. 
-E di certo non impedirò tale scelta tanto saggia. Marina ha finalmente rimesso la testa a posto. -
-E' in casa? Posso vederla? Parlarle... -
-Al momento, mia figlia è molto impegnata coi preparativi del suo matrimonio-
Matrimonio? Luigi era sempre più allibito e si rassegnò a credere alle parole di quell'uomo di mezza età dagli occhi porcini. 
-Ma si sieda!- Il signor Di Tullio camminava di fronte a Luigi, cercando di ridarsi un contegno. -Si sieda, ho detto! - era comunque sbottato quando il ragazzo non aveva preso posto sul divano in velluto. Luigi con le gambe che tremavano allora aveva eseguito gli ordini. Solo così si potevano chiamare le frasi che uscivano perentorie dalla bocca di quell'uomo. -Desidero parlare io con lei.-
Finalmente il padrone di casa trovò pace e fermo di fianco al tavolo in legno, si appoggiò ad esso scrutando il viso di Luigi. 
-Ho sentito molto parlare di lei in questi ultimi giorni. Non so bene cosa ci sia stato tra voi, ma devo ammettere che ci vuole del coraggio per venire qui dopo quello che ha fatto a mia figlia! - L'uomo stava di nuovo per perdere il controllo, la voce si alzava ad ogni parola e a Luigi sembrava sempre più di essere seduto sui carboni ardenti piuttosto che su un divano. -Lei l'ha spinta a disubbidirmi! Ha messa la mia figura sotto una cattiva luce! Chissà quante frottole s'è inventato mentre l'abbindolava coi suoi drinchi infernali! -
Il signor Di Tullio, non avvezzo all'inglese, aveva storpiato quella parola, ma poco importava qualunque cosa fosse uscita da quella bocca maledetta avrebbe impaurito persino il più feroce dei leoni. Nonostante ciò Luigi riuscì a farsi coraggio e a prendere parola.
-Io e Marina ci siamo innamorati per caso- Il padrone di casa si era indurito ancor più a quella parola. 'Innamorati'. Sua figlia non poteva innamorarsi di un bifolco come quello! -E io non le ho mai imposto la mia presenza! Al contrario di ciò che lei ha fatto con quel Doria! E' lui lo sposo no? - 
Era giunto il tempo di contrattaccare e scoprire un po' di più su quel matrimonio. 
-Certo che è lui! Ed è un ottimo partito al contrario di lei! - Il signor Di Tullio era il primo a pensare che la miglior difesa fosse l'attacco -E di certo non sono questioni che la riguardano! Dato che non credo che sia venuto fin qui per sposare mia figlia! -
Sposare Marina? Milioni di pensiero presero a vorticare nella testa di Luigi, mentre il padre di Marina se la rideva come se avesse appena fatto la battuta dell'anno. 
-Come avevo immaginato-
Commentò infine, dato il silenzio del giovane amante. Dopodichè, il padrone di casa si piegò sul tavolo per poi avvicinarsi a Luigi che tremava sul divano.
-Cos'è questo? -
Luigi si alzò alibito dal divano, stringendo l'assegno che il signor Di Tullio gli aveva appena sventolato davanti al naso. 
-E' per lei-
-E' questo il valore di sua figlia? -
-Ok, quanto vuole allora? -
-Non voglio il suo denaro di merda! - Stavolta era stato Luigi a perdere il controllo, ma non riusciva a credere alle sue orecchie e ai suoi occhi. -Lei, lei non può comprarmi! Non uscirò mai dalla vita di sua figlia! -
-E io non lascerò che un barista entri nella mia famiglia e renda infelice la mia bambina! -
-Sono scelte di Marina! Deve scegliere Marina! -
-Se non te ne vai Amato ti faccio cacciare fuori a calci in culo! -
Luigi scappò letteralmente via da Villa Salici e tornò allo Smile. Quando vide i fiori fucsia che aveva scelto Marina, pensò che Gianni aveva sempre avuto ragione. Non era stato altro che un passatempo, un modo divertente per evadere da quella noiosa realtà fatta di ricevimenti e servizi di posate d'argento. Scaraventò per terra quei poveri vasi, sotto lo sguardo attonito dei clienti e quello rassegnato del fratello. Non voleva più saperne. 


Marina era corsa con le lacrime agli occhi in camera sua. Era facile immaginare cosa avrebbe detto il padre a Luigi, si sarebbe inventato qualsiasi cosa pur di allontanarlo da sua figlia in modo definitivo. Non era servito a niente pregarlo e scongiurarlo di lasciarglielo vedere ancora una volta o per lo meno di ascoltare quello che aveva da dirgli. In fin dei conti Marina sperava che il padre potesse capire che loro due erano davvero innamorati, che la sua figlia adorata -come la chiamava un tempo- sarebbe stata felice solo con quel giovane vestito alla James Dean. Per ora aveva solo ottenuto uno schiaffone e sentiva ancora l'intera guancia bruciarle, nemmeno le lacrime calmavano quel dolore. 
Rachele aveva aspettato Marina in camera sua, aveva sentito le urla del padre e lo aveva visto mentre le tirava lo schiaffo. Avrebbe voluto scendere e dirgliene quattro, ma se ne restò seduta dietro la ringhiera in legno del piano superiore e quando la sua migliore amica aveva preso le scale, era corsa in camera a inumidire alcuni fazzolettini per rinfrescarla dove la mano del padre l'aveva colpita. Sapeva quanto bruciavano quegli schiaffi, specialmente se la mano con cui era stata colpita era quella dell'anello. 
-Sei riuscita a vederlo? -
Le aveva chiesto anche se sapeva già la risposta. 
Marina aveva continuato a piangere a dirotto, con la testa piantata nel cuscino. 

  
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