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Autore: _Nikita_    06/09/2014    0 recensioni
Si va indietro nel tempo, si torna alle radici.
Marina è figlia di una ricca famiglia borghese di Genova, Luigi un giovane barman che cerca di sbarcare il lunario come può. Marina e Luigi sappiamo che sono i genitori di Giulia, ma non sappiamo come si sono conosciuti. Presto scopriremo anche questo. Una storia d'amore di altri tempi.
Attenzione ai nomi che saltano qua e là, non sono riferimenti casuali! ;)
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di apprendisti Rockstar'
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Cap 1
"Two strangers meet
They share words
They share hearts
They fall in love"
'Belin, proprio ora si doveva mettere a piovere? '
Si stava chiedendo Luigi, mentre percorreva la statale per Genova sulla sua Beretta. 
Aveva appena superato Arenzano ed era già zuppo. Di questo passo sarebbe arrivato alla villa, non solo completamente fradicio, ma anche con la febbre! 
Si accostò al fratello e gli fece un urlo.
-Gianni! - I tuoni coprivano la sua voce, e tra il rumore dei motori e il vento che soffiava senza sosta, suo fratello non riusciva a sentirlo. 
-Cazzo Luigi! Sta attento per Dio! -
 Per un momento la moto gli era sfuggita sull'asfalto bagnato e scodando, era riuscito a catturare l'attenzione del fratello. Certo, gli era quasi costata la vita una disattenzione del genere e si erano presi un bello spavento, ma almeno ora poteva chiedergli di tornare indietro. 
-Gianni, fermiamoci! Ho persino le mutande bagnate! -
Il fratello l'aveva guardato con gli occhiali pieni di goccioline e sabbia e senza degnarlo di una risposta aveva proseguito. Luigi allora come ogni bravo fratello minore, si era messo a fare la lagna. Aveva insistito ed insistito, finchè Gianni non aveva messo la freccia e si era accostato contro una parete di roccia, leggermente al riparo da pioggia e vento. 
I due avevano discusso al lungo sul da farsi. Il punto secondo Gianni era che Luigi era una pappa molla, così l'aveva appellato sperando di tirare fuori l'orgoglio che c'era nel suo animo maschile. Gianni voleva assolutamente andare a quella festa, quei pochi soldi che si sarebbe guadagnato portando due tartine e due flute, gli avrebbero fatto proprio comodo! Suo fratello invece sembrava che stesse per andare al patibolo, a suo dire non gliene fregava granchè, avrebbe avuto altre occasioni per guadagnarsi due soldi e poi a lui le poche rendite che gli arrivavano dal bar sulla spiaggia erano sufficienti. 
-Dai, se è la pioggia che ti spaventa, sappi che siamo a metà strada, per cui a 'sto punto tornare indietro o andare a Genova ci bagniamo tanto uguale! -
Si rimisero in moto, e dopo un'oretta raggiunsero la villa. 


Luigi aveva ancora tutti i capelli bagnati e per questo tutti quegli invitati col naso all'insù, lo guardavano ancora peggio del solito. 
Odiava lavorare a quegli eventi, prima di tutto perchè doveva vestirsi come un damerino, secondo perchè doveva condividere l'aria con quella gente che si sentiva così importante e che invece non capiva un cazzo di cosa stesse succedendo per davvero sotto i loro nasi. Loro discutevano di politica, ma non era la politica di cui parlava Luigi agli incontri del PSI, o meglio, era la stessa politica ma quei colletti inamidati la trasformavano, la rendevano vuota da ogni aspetto che lo appassionava, che gli faceva ancora credere in qualcosa. Come loro vedevano il mondo politico, non aveva niente a che fare con come lo vedeva lui e per questo motivo, ogni volta che li sentiva discutere con in mano i loro bicchieri di vino pregiato, gli veniva il volta stomaco! 
-Grazie -
Una voce sottile ed educata lo distolse da quei pensieri che gli torcevano le budella. 
Una ragazza bellissima gli si era avvicinata, semplicemente per appoggiare il bicchiere vuoto sul suo vassoio e per questo lo aveva ringraziato. Nessuno l'aveva mai fatto, anzi, gli invitati facevano sempre finta che lui non esistesse, come se i vassoi si spostassero da soli. 
Aveva cercato il suo viso, fresco come la pioggia estiva. Aveva seguito i suoi passi leggeri e aveva distolto lo sguardo quando quell'Angelo dai capelli scuri, aveva raggiunto quello che doveva essere il suo fidanzato, il figlio dell'avvocato Doria. La famiglia Doria era una delle più importanti di tutta Genova, se non di tutta la provincia e quel piccoletto con la cravatta a righe avrebbe di certo non solo percorso la carriera del padre, ma anche ereditato tutto quanto il suo patrimonio. Gli veniva il nervoso a pensare che quel culo dritto aveva già la vita scritta e un futuro certo, mentre beh, lui avrebbe dovuto crearselo dal niente. 
-Ehi, tu! Sta un po' più attento! -
Era inciampato per sbaglio nello scialle di una vecchia scignùa, che era così lungo da pulire per terra. 
-Mi scusi-
Aveva grugnito a denti stretti - non era certo colpa sua! Sarebbe bastato che quella vecchia avesse badato un po' di più al suo povero scialle, ormai destinato a diventare uno straccio.
Aveva fatto due passi svelti all'indietro, per allontanarsi da quella megera che di nuovo scontrò qualcosa o qualcuno. Si voltò velocemente e immancabilmente i flute sul suo vassoio persero il loro precario equilibrio e si svuotarono sul vestito della povera invitata. 
-Oh mio Dio! Chiedo scusa! Mi dispiace moltissimo! - 
Aveva iniziato a sciorinare ogni tipo di scusa, questa volta sentita per davvero. 
-Non ti preoccupare, tanto qui dentro si muore di caldo! -
Lo aveva rassicurato lei, con quella voce così sottile e quel sorriso luminoso che lo aveva steso. 
-Vieni, lascia che ti aiuti... cioè, lasci che le dia una mano a ripulirsi-
Gli era difficile darle del Lei, avrà avuto si e no la sua età, ma era quella l'etichetta. 
-Come ti chiami? -
-Luigi-
Aveva risposto, senza osarsi a chiedere il nome della ragazza.
-Marina, e dammi del tu per favore... se no mi fai sentire vecchia! -
Aveva bofonchiato un breve 'sì' e l'aveva accompagnata nelle cucine, per aiutarla a ripulirsi dal vino. 
Il capo, quando li aveva visti insieme, aveva fatto una faccia che non prometteva nulla di buono, ma in fin dei conti il suo era un gesto di galanteria, per cui perfettamente aderente all'etichetta. 
Marina non era stata in silenzio un solo secondo e aveva cercato di cavare qualche parola anche a lui, ma non sembrava essere soddisfatta del risultato. 
Marina si stava dando dell'idiota, ogni volta che incontrava un bel ragazzo doveva soffocarlo di parole per non sentirsi a disagio, era più forte di lei! Non riusciva a spiegarselo, ma iniziava a sciorinare qualsiasi cosa le venisse in mente. Inutile dire che tutto ciò non era ben visto dai 'poveri mal capitati' , come li chiamava sua madre, che si annoiavano in fretta e cercavano una scusa per allontanarsi. Persino Alberto, il suo fidanzato, non stava mai ad ascoltarla. Quando parlava o solo cercava di dire la sua su un qualche 'argomento impegnato', Alberto e suo padre erano d'accordo nel dire che quelli non erano discorsi adatti ad una donna giovane come lei, o a una qualsiasi altra donna. Ma d'altro canto se trattava gli 'argomenti adatti alla sua posizione di giovane donna' che gli aveva insegnato sua madre, nessuno l'ascoltava. 
Luigi aveva riaccompagnato Marina al salone e poi aveva ripreso il suo lavoro. Per il resto del ricevimento si erano lanciati sguardi di nascosto e lei aveva addirittura azzardato qualche breve sorriso. 
Quando era tornato a casa aveva cercato di rassegnarsi al fatto che non l'avrebbe mai più rivista o che comunque non ci sarebbe stata storia, appartenevano a due mondi completamente diversi. Nonostante ciò l'aveva pensata tutto il tempo, si sentiva come stregato. Aveva ascoltato ogni sua parola ed ora riviveva quel discorso. Avevano – o meglio LEI aveva - parlato delle cose più diverse, dal tempo al conflitto in Corea o alle stragi che stavano avvenendo in Emilia e che erano sempre più terribili o ancora di come preferiva mangiare le uova. 


Lo Smile, il bar sulla spiaggia gestito da Gianni e Luigi, era popolato di giovani come ogni sabato. Quella sera si sarebbero esibiti gli Swimsuit, un gruppo di cari amici in cui aveva suonato anche Luigi fino a qualche tempo prima, ma per i quali ora si limitava a fare da fan, dato che non si sentiva molto portato. 
-Ciao Luigi! -
Si era voltato non credendo alle proprie orecchie. 
-Marina! -
Non si era sbagliato, beh certo, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, avesse anche pronunciato una sola vocale. 
-Lavori qui? -
-Sì, lavoro anche qui- Le aveva sorriso continuando a shakerare il cocktail che gli aveva ordinato un amico. -Tu invece che ci fai qui? -
-Oh, siamo venute un po' in spiaggia e poi abbiamo sentito che qui c'è festa e allora ci siamo fermate.-
Aveva sorriso prima a lui e poi all'amica che le aveva rivolto un'aria annoiata. 
-Volete qualcosa da bere? -
Marina si era di nuovo voltata verso l'amica, che di nuovo si era esibita in un'espressione di pura indifferenza. 
-Cosa consiglia la casa? -
-Beh, non per vantarmi ma ti consiglio una mia creazione! -
-Andata! Bada, che sia buono e che non mi faccia perdere subito la testa! Non ti credere, io vi conosco a voi ragazzi! -
L'aveva ammonito ridendo. 
-E per la tua amica? -
-No, io niente grazie. -
-Dai Lori, non fare la solita! E' solo un drink! -
-Vado a chiamare Rachele, mia sorella ti farà sicuramente compagnia! -
Luigi aveva guardato la riccia allontanarsi con aria impettita e Marina scuotere la testa rassegnata, non sarebbe mai cambiata.
-Scusala, Loredana si sente a disagio quando ciò che sta per fare non ha ricevuto il consenso di sua madre! Oggi è stata noiosa per tutto il giorno, ma vedrai, Rachele non ci deluderà! -
Poi nonostante Luigi le avesse consigliato un bel tavolo non troppo vicino agli amplificatori e leggermente soleggiato dove accomodarsi, Marina insistette per restare al bancone. Voleva vedere com'era il suo lavoro e se lui fosse veramente bravo come voleva far credere. 
Chiacchierarono ancora, lei gli chiese come fosse la sua vita e lui rispose in modo evasivo. Lei non avrebbe mai capito. 
-Ecco qui-
Mise un ombrellino come decorazione e posò i due bicchieri sul tavolo. 
Le ragazze -nel frattempo Marina era stata raggiunta da Rachele- assaggiarono il cocktail fruttato e rimasero a bocca aperta da quanto era buono. Chiacchierarono ancora per un po', poi non si sa come, Luigi se ne uscì con un 'Domani pomeriggio che fai? ' che fece arrossire Marina. 
-E' la mia giornata libera! - Aveva cercato di correggere il tiro. -Non so... potremmo rivederci... fare qualcosa.... -
Si sentiva patetico, anche perchè lei non avrebbe mai detto di sì.
-Domani? - Aveva ripetuto un po' incerta -Domani.... Rache abbiamo in mente qualcosa? -
-C'è l'incontro di prova per il debutto -
-Cavoli è vero! Però potremmo filarcela, no? - Marina e Rachele avevano abbassato la voce per non farsi sentire da Loredana che si stava avvicinando. -Tu Luigi sai già dove abito, no? -
Luigi rimase un attimo interdetto: come poteva sapere dove abitasse? 
-Villa Salici. Dove ci siamo visti al ricevimento-
Gli rammentò lei. 
'Cazzo, Marina abita a Villa Salici! ' 
Aveva pensato il ragazzo che ancora non si era preoccupato di ciò. Questo voleva dire che lei era la figlia del maggiore industriale ligure, Giovanni Di Tullio. I Di Tullio, insieme ai Doria, si poteva dire che fossero i padroni di tutta Genova. 

-Ti aspetto lì alle quattro-
-Ma Mari, iniziamo alle tre e mezza! Non puoi  andartene così presto! -
-Pensavo che potessi coprirmi tu! Ti prego! -
Rachele aveva annuito davanti agli occhioni scuri dell'amica, che si era voltata subito verso Luigi per concludere i termini del loro prossimo incontro. 
-A casa mia alle quattro, mi raccomando vieni al cancello sul retro così non ci vedono svignarcela e sii puntuale! Dobbiamo essere rapidi! - 
-Sarò puntuale, promesso! - Sorrise Luigi -Ehi ehi, mettete via i portafogli. Offre la casa! -
Aveva aggiunto ammiccante quando le ragazze avevano tirato fuori i porta monete.
Marina e Rachele non fecero in tempo a ringraziare che s'intromise Gianni.
-Oh, ma che! Belin, la casa non offre un bel niente! - 
-E piantala Gianni! -
-Eh belini, non è così che si fanno i soldi! -
Aveva insistito il maggiore. 
-Ah si? E come si fanno i soldi? Sentiamo! -
Aveva ribattuto Rachele con impertinenza. Gianni alzò un sopracciglio e dopo averla guardata al lungo in silenzio, si voltò verso Luigi. Il minore sapeva già a memoria, per quante volte aveva dovuto sentirle, le parole che Gianni stava per pronunciare alla giovane e che in fin dei conti erano un po' il suo mantra.
-Prima lezione, offre la casa- Cominciava sempre polemico e con un velo di sarcasmo -Lavora sodo, risparmia, annusa gli affari e pensaci bene!- Elencava i pilastri del suo lavoro e li contava con le dita - Non fidarti mai di nessuno, non farti amici e non farti mai soci! -
-Ah, quindi voi non siete soci? -
Aveva chiesto Marina flebilmente.
-No, peggio! Siamo fratelli! - Gianni passò un braccio in torno alle spalle del minore e gli riservò uno sguardo protettivo, Luigi ormai era maggiorenne ma lui restava sempre il maggiore. -Comunque per stavolta offre Luigi! - annunciò -Voglio vederti mettere i soldi in cassa, eh Lulù- 
Aggiunse poi all'orecchio di Luigi, dandogli una pacca sulla spalla. 




 
Ecco, Luigi e Marina sono i genitori di Giulia, anche questa serve non solo per impreziosire e caratterizzare meglio i personaggi, ma anche per capire meglio come hanno fatto a nascere alcune amicizie. Come noterete, e se non lo noterete, avvisate che vi chiarisco io xD, alcuni nomi e cognomi dovreste già conoscerli! 
Kiss Nikita ;)
  
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