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Autore: _Giuls17_    08/09/2014    2 recensioni
Harry Potter più di una volta aveva commesso la scelta sbagliata, ma quel giorno del suo quinto anno aveva commesso il suo più grande errore. Sulle spalle portava il peso di due morti, di due persone che lo avevano amato, ma non aveva fatto il conto con il Signore Oscuro e l'arrivo di una strana ragazza all'interno dell'Ordine... Riuscirà a uccidere Voldemort? Ma la domanda che tartassa Harry, Draco, Ginny, Ron è... Chi è veramente Hermione Granger?!
C2: -Hermione dove sono i tuoi genitori?- […]
-Ginny sono morti.-
C4: “Lei per te è il vento della novità, ammettilo ti affascinano i suoi modi.”
C5: Poteva provare ad averla, anche solo per passatempo.
C6: “Si chiama attrazione, che nasconde l’amore.”
Io non sono innamorato.
“Non ancora.”
C7: “Forse anche lui ti amerà.”
Ci sono troppi “forse” nella mia vita.
C8: […]Draco, mi sto spezzando.
C12: -Non faccio altro che ferirti.-
-Ti stai impegnando davvero poco per non farlo.-
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Kreacher | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Buonasera ragazzi, vi chiedo scusa se nel fine settimana non ho aggiornato
ma ho avuto la febbre e non avevo le forze di muovermi.
Adesso stiamo entrando nella parte finale della storia, mi dispiace dirlo ma è così...
Lo scontro finale è vicino come anche Hermione...
Adesso tutti i tasselli sono al loro posto e Draco dovrà avere la forza di
continuare a resistere, di amare, e di combattere...
Vi lascio al capitolo
XOXO

I doni della Morte


Draco provò a chiudere gli occhi, nell’ultima settimana non era riuscito a dormire molto, poiché il suo cuore come la sua mente erano occupati da un unico pensiero o meglio da una sola persona: Hermione.
I Mangiamorte l’avevano rapita una settimana fa esatta, per portarla a Manor, probabilmente, o da qualsiasi altra parte Voldemort avesse ordinato e lui non era riuscito a individuarla.
Non aveva oggetti per fare un incantesimo di Localizzazione e non poteva semplicemente presentarsi a casa sua senza un piano e qualcuno che lo spalleggiasse.
Poiché Potter e Weasley, per quanto buoni di cuori e ottimi amici non se l’erano sentiti di assecondare il suo piano folle, perché solo così lo avrebbe potuto definire.

“Ma lo sai anche tu che è una follia! Non puoi batterti da solo, non sai neanche quanti siano.”
Non posso lasciarla lì, la staranno torturando.
“Dovremo sperare che sia ancora viva.”
Io credo di sì, non avrebbe avuto senso sennò il rapimento, l’avrebbero potuta uccidere anche in quel bosco.
“Probabile.”
Come faccio?! Devo avere sue notizie o impazzirò.
“Porta pazienza.”

Scosse la testa e strinse i pugni con troppa forza, se avesse saputo prima che amare comportava tutto quello, ne avrebbe fatto a meno ma adesso che era in balia dei suoi sentimenti non poteva ignorarli e non poteva lasciarla, o sarebbe morta, l’avrebbe salvata a qualsiasi costo.
Doveva solo trovare il modo migliore per farlo, senza farsi uccidere nel frattempo.

***

Hermione aprì lentamente gli occhi e il buio l’accolse come sempre nell’ultima settimana.
Provò a mettersi seduta ma le catene le bloccavano i piedi e le mani, impedendole così i movimenti anche più semplici, si appoggiò meglio al muro e dovette reprime l’istinto di vomitare, puzzava di sangue e di sudore.
Negli ultimi giorni erano venuti sempre più spesso a farle visita, soprattutto Bellatrix, poiché solo lei avrebbe potuto godere delle sofferenze di qualcun altro, e solo lei si era presa quell’incarico, cosi soddisfaceva con lei i suoi capricci, torturandola nei modi più atroci e spietati.
Ma la sua arma preferita era diventata la Maledizione senza Perdono: il Cruciatus.
Quella la faceva sempre urlare e a ogni seduta la lasciava a terra stremata e priva di forze.
Alzò lo sguardo verso il soffitto cercando di ricordare gli eventi prima della cattura ma ultimamente nella sua testa c’era solo molta confusione, così tanta che anche i pensieri più elementari le venivano difficile da analizzare o da compiere.
E sapeva che andando avanti così non sarebbe rimasto niente di lei, ma proprio in quel momento un’idea, le attraversò la mente e l’afferrò prima che se ne dimenticasse.
Draco.
Draco Malfoy.
A quel nome i suoi sensi tornarono attivi, anche se era un semplice riflesso di quella che era una volta, ma si ricordò che era con lui prima della cattura, che li aveva avvertiti del fatto che sentisse qualcosa, che c’era qualcuno, ma non le avevano creduto.
Chiuse gli occhi per ricacciare le lacrime, ma fu del tutto inutile e le sentì scendere lungo la guancia fino al suo collo, sporco.
Draco doveva aiutare Harry a vincere la guerra, solo loro avrebbero potuto trovare un modo di eliminare l’Horcrux e di uccidere Voldemort, ma qualcosa le disse che il ragazzo non sarebbe stato al meglio della sua forma.
E la colpa era sua, sua perché si era lasciata catturare e adesso si era resa inutile in tutti i sensi, forse avrebbe preferito la morta che quella tortura continua e infinita, ma cacciò quel pensiero e prima che potesse continuare a ragionare sentì il pensiero andarsene, piano, come se anche lui godesse del suo nuovo stato e improvvisamente sentì la mente vuota.

“Hermione…”
Chi è Hermione?
“Sei tu… Eri tu…”
Chi sono io?

La porta davanti a lei si aprì di colpo e venne accecata da una forte luce bianca che le fece chiudere gli occhi di scatto, provò a coprirsi col braccio ma non ci riuscì.
-Bene, bene.-
Non appena sentì quelle parole si rannicchiò su se stessa, sapeva che era venuta a giocare, a torturarla ancora, non ne aveva mai abbastanza, non si stancava mai.
-La Mezzosangue ha paura? Bene… Forse adesso ci siamo.-
Sentì risuonare il rumore dei suoi tacchi e iniziò a recitare una preghiera in francese, le era venuta in mente all’improvviso senza rendersene conto, ogni tanto il suo cervello riprendeva a funzionare da solo, ma non appena sentì le mani di lei addosso si annullò del tutto, rimanendo come un guscio vuoto.

Non mi lascerà mai andare.

-Andiamo a giocare.- sussurrò prima di trascinarla fuori dalla sua prigione.

***

-Forse dovremo provare a rientrare a Grimuld Place.- sussurrò Harry la sera di due giorni dopo.
-Perché?- chiese Ron, alzando il viso dal fuoco.
-Ho come la sensazione di dover tornare, come se stessi aspettando qualcosa.-
-Ridicolo.-
-Lo so, ma è inutile continuare a vagare senza una meta, Ginny ci deve ancora rispondere.-
-Potremo andare a salvarla, allora.- rispose Draco, con la sua solita aria strafottente.
-Malfoy lo sai che lo farei, se potessi.-
-No Potter, non lo so, non ci hai mai veramente pensato.-
-Non sappiamo neanche dove sia.-
-Tutte scuse.- disse il ragazzo alzandosi e rientrando nella tenda.

Harry scosse leggermente la testa e continuò a osservare il fuoco davanti a lui, avrebbe voluto salvarla, lo aveva pensato il giorno stesso che l’avevano rapita ma si era reso conto di avere davanti a se una cosa troppo grande.
I Mangiamorte erano forti, erano tanti e nonostante lui fosse il Prescelto, non aveva le possibilità di batterli da solo, nonostante Draco fosse bravo nel combattimento non poteva dire lo stesso per Ron, e allora non avrebbe solo rischiato la vita di Hermione ma anche loro e a che prezzo?
Non avevano la certezza di trovarla, di poterla salvare e nonostante si sentisse terribilmente egoista doveva pensare a distruggere l’Horcrux e a entrare a scuola, doveva provarci, o non sarebbe mai riuscito a battere Voldemort e il mondo sarebbe sprofondato nell’oscurità.
Quella sera rimase sveglio a fare il turno di guardia e quando i suoi compagni si svegliarono spense il fuoco e raccolse velocemente le cose del loro accampamento.
Doveva tornare a Grimuld Place, tutti i suoi sensi si erano concentrati su quel fattore e quando porse la mano a Ron e Draco non trovò nessuno ostacolo, il primo aveva deciso di fidarsi ciecamente, mentre il secondo aveva col tempo perso le speranze, così in silenzio si Smaterializzarono.
Quando arrivarono si rese conto che la casa non era stata toccata nonostante fossero lontani da tempo nessuno era riuscito a trovarla e una sensazione di vincita si insidiò nel suo cuore.
Entrarono piano, cercando di non far svegliare il ritratto della madre di Sirius e attraversarono il corridoio polveroso e sporco, nessuno aveva più badato alla sua manutenzione, neanche Kreacher.
-Dobby, Kreacher!!- urlò, mettendo le mani intorno alla bocca per farsi sentire e come se lo stessero aspettando i due elfi apparirono davanti a lui.
-Avete chiamato Padrone!- Dobby sempre sorridente si presentò mezzo vestito mentre Kreacher aveva indosso sempre il suo straccio.
-Sì, Fleur e Bill stanno bene?-
-Sì, sono ancora alla Villa, Harry Potter, signore.-
-Bene!- esclamò Ron felice.
-C’è qualcosa per lei, signore.- Kreacher allungò un libro a Harry e lo prese guardandolo attentamente.
-Le fiabe di Beda il Bardo?- chiese non capendo e continuando a rigirarsi il libro nelle mani.
-Mia madre me le leggeva.-
Harry si voltò verso Ron e vide Draco annuire, come se anche lui le avesse sentite la notta prima di andare a letto.
-Che dovremo farci?-
-Aprile.- suggerì il biondo che nel frattempo si era seduto sul tavolo della cucina.
Harry lo fece e iniziò a sfogliare il libro velocemente, saltando alcune pagine, quando arrivò alla fine senza aver scoperto qualcosa riprese dall’inizio ma mettendoci più attenzione.
Solo al quarto tentativo notò qualcosa di strano, si sedette e appoggiò il libro sul tavolo, cercando di ricordarsi dove lo avesse visto, e cosa significasse.
-Luna Lovegood.- sussurrò Draco guardando il disegno.
-Che centra, scusa?-
-Quel segno, era su una collana che aveva lei.-
-Come fai a saperlo?-
-Ron l’ho vista quando stava qua, a Grimuld Place.-
-Ora ricordo e poi vedete… E´stato disegnato, dovremo parlare con lei.-
-E´a Hogwarts, zuccone.-
-Forse suo padre.- propose Ron, con poco entusiasmo.
-Sì! Andiamo.-
-Adesso?-
-Deve pur dire qualcosa, questo libro è arrivato qua per un motivo e ciò vuol dire che qualcuno voleva che noi trovassimo questo simbolo, e dobbiamo capire che cosa significa, adesso.-
-Va bene Potter.-
Malfoy si mise in piede, ma non uscì le mani dalla tasca e si incamminò verso la porta.
-Dovresti mettere questo entusiasmo anche nel cercare di salvare Hermione, prima o poi.-
-Lo farò.- sussurrò di rimando, salutò gli elfi e anche lui si diresse verso la porta, avrebbe voluto salvarla, ma desso doveva conoscere il significato di quel simbolo, poiché tutto il suo essere gli stava urlando che avrebbe potuto conoscere qualcosa in più su Voldemort e sul suo piano.

***
Xenophilius Lovegood si presentò davanti Harry, Ron e Draco, il Prescelto lo aveva visto solo una volta in tutta la sua vita, ma adesso si presentava con un aspetto più trasandato e poco curato.
Li fece entrare senza troppe remore e li lasciò soli per andare a preparare il the.
Il ragazzo iniziò a guardarsi in giro, non potendo non restare incanto da tutti gli oggetti che quella casa conteneva, e se pensava che Luna fosse strana, suo padre non era sicuramente da meno.
-Perché siete qua?- chiese rientrando con le tazze calde e porgendole ai suoi ospiti.
-Volevamo chiederle una cosa.- disse Harry, prendendo il libro dal suo zaino e mostrando il simbolo.
-Ci dica qualcosa su questo.-
-Sono i Doni della Morte.-
-Sono nella storia dei Tre Fratelli.- sussurrò Ron, guardandoli come se fosse stato la cosa più ovvia del mondo.
-Sì, è esatto… C'erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo un po' i fratelli giunsero ad un fiume troppo pericoloso da attraversare. Essendo versati nelle arti magiche ai tre fratelli bastò agitare le bacchette per costruire un ponte.
Ma prima di poterlo attraversare, trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata: era la Morte. Si sentiva imbrogliata perché di solito i viaggiatori annegavano nel fiume. Ma la Morte era astuta: finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che meritavano un premio per la loro abilità a sfuggirle. Il maggiore chiese una bacchetta più potente di qualsiasi altra al mondo, così la Morte gliene fece una da un albero di sambuco che era nelle vicinanze. Il secondo fratello decise di voler umiliare la Morte ancora di più e chiese il potere di richiamare i propri cari dalla tomba.
Così la Morte raccolse una pietra dal fiume e gliela offrì. Infine la Morte si rivolse al terzo fratello, un uomo umile. Lui chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene da quel posto senza essere seguito dalla Morte. E così la Morte con riluttanza gli consegnò il proprio mantello del invisibilità. Il primo fratello raggiunse un lontano villaggio armato della bacchetta di sambuco e uccise un mago con cui in passato aveva litigato. Inebriato dal potere che la bacchetta di sambuco gli aveva dato, si vantò della sua invincibilità. Ma quella notte un altro mago rubò la bacchetta e per buona misura gli tagliò la gola.
 E così la Morte chiamò a sé il primo fratello. Il secondo fratello tornò a casa, tirò fuori la pietra, la girò tre volte nella mano. Con sua gioia la ragazza che aveva sperato di sposare prima della di lei morte prematura, gli apparve. Ma presto ella divenne triste e fredda perché non apparteneva al mondo dei mortali.
Reso folle dal suo desiderio il secondo fratello si tolse la vita per unirsi a lei. E così la Morte si prese il secondo fratello. Riguardo al terzo fratello, la Morte lo cercò per molti anni ma non fu mai in grado di trovarlo. Solo quando ebbe raggiunto una veneranda età, il fratello più giovane si tolse il mantello dell'invisibilità e lo donò a suo figlio, poi salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, congedandosi da questa vita da pari a pari.- concluse Xenophilius, continuando a sorseggiare il suo the, ormai freddo, così decise di posarlo sul tavolo.
-Mi dispiace signore, ma ancora non capisco.- rispose Harry, grattandosi la testa di lato.
Lo vide alzarsi e iniziare a girare per la stanza freneticamente e solo quando si fermò, anche Harry si alzò per osservarlo, stava disegnando un bastoncino su di un foglio col gesso nero.
-Questa è la bacchetta di Sambuco, la più potente al mondo.- disse voltandosi verso di lui, si voltò continuando a disegnare un cerchio intorno ad essa, -La Pietra della Resurrezione.
Questo è il Mantello dell’Invisibilità, assieme formano i Donni della Morte e assieme creano un Padrone della Morte.-

Harry rimase in silenzio cercando di cogliere quelle informazioni, se aveva trovato quel libro voleva dire che doveva arrivare a quella soluzione, ai Doni della Morte, ma perché? Perché era così importante venirne a conoscenza.
Si sedette e prese il libro tra le mani, Hermione sarebbe riuscita a risolvere il mistero prima di lui, sicuramente, e a dargli tutte le spiegazioni necessarie per capire, ma lei non c’era e doveva fare affidamento solo sulle sue forze, così cercò di ragionare.
Chiunque avesse messo quel libro voleva regalargli quell’informazioni, poiché preziosa, e solo allora la sua mente si aprì: Voldemort voleva i Doni della Morte, voleva diventare il Padrone della Morte; della Pietra non aveva mai sentito parlare, ma il Mantello e la bacchetta gli erano conosciuti.
-Dobbiamo andare.-
-Dove?-
-A scuola.-
-Cosa?-
-Vi spiego tutto dopo.-
Ringraziarono il signor Lovegood che senza sorprenderli molto non rispose, perso nei suoi ragionamenti e si diressero verso il bosco al limitare della casa, il più velocemente per evitare di essere visti.
-Voldemort vuole diventare il Padrone della Morte, dobbiamo distruggere gli ultimi due Horcrux prima che lo faccia, prima che diventi ancora più forte.-
-Pensi che possa riuscirci?-
-Non me ne sorprenderei, Ron.-
-Aspettate.-

Draco li fermò e venne catturato da un piccolo animale di luce argentata, un pavone, si avvicinò piano finché non lo sentì parlare e non si sorprese di sentire la voce di sua madre, solo che notò il tono preoccupato della dona.
-Draco… Hermione è al Manor ma la stanno distruggendo… Non ha più tempo ormai, le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno, dovete salvarla, il prima possibile… Fra tre giorni la casa sarà vuota, solo io rimarrò, venite, Draco, si sta perdendo… Siate prudenti.-
Non appena l’animale sparì non potè evitare di tirare un pugno all’albero e di fissarlo con odio, cosa voleva dire che si stava perdendo? Cosa le stavano facendo, cosa le avevano fatto?
Scosse la testa e si voltò verso Harry, facendogli capire che stavano agendo troppo tardi, che avevano perso del tempo prezioso e che adesso Hermione era veramente nei guai.
-La salviamo, Draco.-
-Era arrivato il momento.- rispose burbero il biondo, riprendendo il suo cammino, doveva solo pazientare tre giorni e l’avrebbe portata via da quel posto e liberata.

“Se troverai qualcosa di lei al tuo arrivo.”
Lei ci sarà, è Hermione, sa resistere.
“Lo spero Draco, anche se…”

Cacciò l’idea dalla sua mente, lei gli avrebbe sorriso e forse a quel punto gli avrebbe confessato i suoi sentimenti, che durante quelle settimane aveva celato dentro di se.


Spoiler_

La sollevò piano e quando ebbe il suo volto vicino, lei aprì gli occhi, solo che quelle iridi marroni, non risposero al suo sorriso, ma si strinsero per la paura e il terrore.
Provò a divincolarsi ma lui la tenne salda a se, aveva paura, paura di lui.







   
 
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