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Autore: Lost In Donbass    09/09/2014    1 recensioni
Sono sei ragazzi, stravaganti, bizzarri e incompresi dalla società. Hanno una vita insignificante e perennemente in bilico. vivono alla giornata, e non sanno cosa il domani possa riservare loro ma se si incontrassero e diventassero amici? E se decidessero di partire per un viaggio sconclusionato a bordo di un furgone scassato? Insieme sono dinamite, sono esplosivi quanto una bomba, si compensano a vicenda creando un equilibrio talmente assurdo e squilibrato che riesce a reggere alla perfezione. sono un'armonia dissonante, pronta a scoppiare. il viaggio li cambierà e li fonderà insieme.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7 MAGIE
Andiamo a sud, seguendo il vento. Creiamo scompiglio in un pub e fuggiamo a gambe levate. Mentre andiamo io osservo il comportamento dei miei amici. Mi rendo conto che in fin dei conti siamo un po’ tutti degli scarti della società. Tutti troppo anormali per quest’epoca. Se io ho qualche squilibrio mentale con voci in testa e libri, Arkadi è troppo iperattivo; se Neil è esageratamente espansivo, Harry è troppo antiquato e studioso; se Nasir è maniaco della perfezione assoluta, Liam è … no, Liam è normale. O forse talmente pazzo da poter sembrare normale. In autostrada andiamo talmente lenti che vedendo le macchine sfrecciarci intorno sembra quasi di essere fermi. Nasir si lamenta della lentezza del “tartarugone post-hippy” e Neil tira su delle beghe pazzesche per proteggere il coso.
-Allora, alla prima rotonda prendi la strada per Rough Point quindi continua diritto fino a …
-Non sobbarcarmi di direzioni Harry, che non ci sto capendo un fico secco!- lo rimbrotta Liam che è l’unico che sa guidare.
Supera abilmente un camion che trasporta pecore e zigzaga attraverso una fila di macchine. Imbrocchiamo alla decima la strada per Rough Point ma con la nostra solita fortuna la strada è ricoperta di sabbia. Dico, ma siamo sfortunati forte,eh?! Cominciamo a sentire un inquietante ronzio e con uno scoppio il furgone di blocca in mezzo alla strada.
-Perché non si muove?!- lagna Neil.
-Benzina ce n’è! Non riesco proprio a capire- dice Liam cominciando a smanettare di qua e di là.
-Olio?- suggerisce Nasir, spazzolandosi i pantaloni.
-Non è che è entrata della sabbia nel motore? Essendo così vecchio potrebbe essersi fermato per quello- tenta Harry.
-Qualcuno dovrebbe controllarlo ma … - inizio io. Ho letto come si fa a controllare i motori in molti libri ma credo di non essere in grado perché … ok, lo confesso : ho paura di venir risucchiato dai pistoni. È una paturnia mentale che ho sin da piccolo e che le voci non dimenticano mai di rammentarmi. Scendiamo e fissiamo il cofano piano di bugne.
-Faccio io- Arkasha fa uno dei suoi poco rassicuranti ghigni e apre il vecchio cofano. Si solleva una nuvola di fumo nero che ci investe e che impesta l’aria fresca e pulita. Guardiamo tutti dentro nell’ammasso nero e io mi tengo a distanza perché i pistoni mi guardano maligni e sorridono. Non so se i vostri pistoni sorridano ma i miei si. Arkasha fa una faccia strana, strappa di mano a Neil la chiave inglese e bussa. Nessuno risponde. Ci rimango un po’ male. Forse mi aspettavo che qualcuno dicesse “Chi è?”. Bussa di nuovo e di nuovo silenzio.
-E’ lui, è tornato- ride.
-Chi è tornato?- chiediamo noi fissandoci a vicenda.
-Ma di chi parla?- mi sussurra Nasir.
Scuoto la testa e guardo Harry che in teoria dovrebbe saperlo ma che ha una faccia più interrogativa della mia.
-Ehm, Arkasha, potresti spiegarci?- fa Liam.
Lui ride di nuovo e si sporge dentro il cofano sbullonando il motore.
-Ma che fai?!- strilla Neil.
Il motore viene sbullonato e un altro sbuffo di fumo si solleva nell’aria. Presto emerge Arkasha con in mano qualcosa. Ci avviciniamo curiosi a parte Nasir che ha paura di sporcarsi. Ha in mano una specie di mostriciattolo arrabbiato con gli occhi rossi.
-Ma che diavolo è?!- urlano i ragazzi a parte io che rimango imbambolato a fissarlo. Allora avevo ragione quando dicevo che nel motore si annidavano mostri di ogni sorta. Un punto a Louis gente!
Arkasha soffia delicatamente sul mostriciattolo e mormora qualcosa a voce troppo bassa perché noi possiamo sentirla. Il folletto tira uno strillo acutissimo e si invola nel cielo azzurro scomparendo presto alla vista. Noi siamo ancora lì che seguiamo con lo sguardo la piccola figura che Arkadi ha già rimesso i bulloni al motore, ha chiuso il cofano e ci guarda stranito.
-Ma cosa c’è da guardare?! Venite, su, tutti a bordo!
-Cosa c’è da guardare?! Arkasha ma ci prendi in giro?!- sbotta Neil.
-Forse che si, forse che no- ride di nuovo.
Risaliti sul camper, Liam rimette in moto alla perfezione e ripartiamo ballonzolando.
-Ora ci spieghi cosa è successo prima- ordina Nasir, pettinandosi.
-Vedi che avevo ragione Lally!? Esistono i mostri del motore- urlo trionfante.
-Mi sa che avevi ragione Lullino- dice abbattuto.
-Esigo una spiegazione logica – dice Harry, riallacciandosi i polsini della camicia ovviamente bianca.
-Non c’è una spiegazione logica ciccio, c’è solamente il mostriciattolo che si annida nei vecchi motori e io l’ho mandato via. Fine della storia- Arkadi non sembra assolutamente stupito, anzi disegna come se niente fosse.
-Se lo racconto non ci crede nessuno- sento borbottare Liam.
Sinceramente nonostante sia felice per aver visto un mostro dei motori sono un po’spaventato più che altro da Arkasha. Non me la conta giusta. Secondo me è una specie di spiritello maligno anche lui. Lascio da parte questi pensieri e lascio che la mia mente vaghi libera per questa terra selvaggia. A un certo punto stiamo per cadere dalla scogliera perché ci siamo sbilanciati a causa di un camion di pecore che ci ha superato malamente in curva ma riusciamo miracolosamente a rimanere in carreggiata. Poi il T2 sciopera per sfruttamento padronale e ci tocca proseguire a piedi. Scarpiniamo intrepidi e impavidi fino a ritrovarci davanti quel beato Gallarus Oratory.
-Ma è quella schifezza lì?- esclama Neil, indicando un … coso di pietra che ricorda vagamente un cappello da folletto.
-Me lo aspettavo più epico … - commento io.
-Ma scusa Harry, tutta quella strada per vedere questo affare che a quello che sembra è vuoto?!?!- sbraita Liam, osservandoci con un’aria che interpreto come “Ditemi che è uno scherzo”.
-Ma vedete che non capite?!- sindaca Harry –Questo è un oratorio dei monaci proto cristiani! È di un interessantissimo livello culturale. Insomma rappresenta il cristianesimo celtico in Irlanda e in più vi è presente una pietra neolitica incisa di simboli druidici.
Nasir alza un perfetto sopracciglio scettico.
-Senti, io non ho capito un cavolo di quello che hai detto e in più ha un’aria talmente polverosa! Qui si attenta al mio ciuffo!
-Siete un gruppo di incompetenti e illetterati, che non sanno apprezzare la cultura e si trovano quindi in una situazione stagnante di gente incolta che non potrà mai aspirare a raggiungere alti livelli di istruzione perché mancano di inventiva e aspirazione e … - sta diventando sempre più rosso e secondo me tra poco scoppia a piangere perché gli abbiamo sabotato la gita culturale dell’anno … mi sento un po’in colpa.
-Va bene, va bene, stai calmo sugar, non è successo niente. Ora lo andiamo a vedere così sei contento. Dai vieni …
Arkasha lo prende per mano e lo trascina verso quella che penso sia l’entrata.
-Ma … ma Arkasha … loro hanno detto …
-Stai zitto Harry – ci irrigidiamo tutti e cinque quando veniamo fissati da quegli occhi viola così … così freddi e del tipo “fate quello che vi ho detto o finite male!”. Lo seguiamo tutti e cinque docili come cagnolini su per il pendio fin quando Liam non s’azzarda a dire:
-Ehm, Arkadi … ma per pagare l’entrata bisogna passare dall’altra parte …
-Ti ricordo che non abbiamo un penny- gli dico, scarpinando dietro a Neil e aggrappandomi a una roccia per non cadere.
-Ma se ci beccano?- continua lui preoccupato.
A quella frase mi giro, lo guardo, guardo il suo corpo muscoloso e allenato e il mio gracilino e  dico:
-Se ci beccano, mi carichi in spalla e scappiamo.
Arriviamo sopra il Gallarus e cominciamo a strisciare per terra fino alla recinzione. Una mandria di anziani turisti è impegnata a far foto a raffica e non ci considera. Arkasha ci guarda e sbuffa
-Si spera che riuscirete a passare la recinzione …
Detto ciò scivola al di là riuscendo a evitare alla perfezione il filo spianato. Cioè, la fa facile il bamboccio qui …
-Io sto fuori- decreta Nasir.
Dopo cinque minuti i corpi di quattro ventenni sono attaccati alla recinzione. Ora, io non so come faccia la gente a non notarci (ehi, forse il mio incantesimo di invisibilità pronunciato a mezza voce quando il filo spinato mi ha avviluppato ha funzionato!).
Liam è riuscito a passare non senza difficoltà e così, convinto Nasir, ci siamo arrischiati anche noi.
-Aiuto!!!- piange Neil.
-Tiratemi fuori!- Nasir è sull’orla di una crisi isterica.
-Quanto bisogna sopportare in nome della storia- gracchia Harry, cercando di staccare la massa di capelli tenuti con il gel dal filo spinato.
-Morirò qui solo e reietto! Mi prenderò il tetano!Non voglio morire in modo così miserando!- frigno io.
Ora, non chiedetemi come abbia fatto ma Arkasha schiocca le lunghe dita e ci ritroviamo tutti e quattro per terra. L’ho detto io che quel ragazzino è uno spirito maligno.
Ci alziamo spazzolandoci i vestiti e cominciamo a girellare a vuoto.
-Ehi Lullino bello, guarda con questa pietra che bel barbecue potremo fare … - dice Neil, indicandomi una pietra posata accanto al Gallarus.
-Non credo si possa usare Lally, è parte dell’opera.
Poi salto in cima al monumento e cominciò a declamare:
-Io sono Thorin figlio di Thrain figlio di Thror, signore di Erebor e re sotto la montagna! Sono qui per riprendere ciò che è stato portato via al mio popolo dal drago Smaug !
E continuo in farneticazioni inerenti a “Lo Hobbit”. Che libro, gente, che libro! Mi sento importante, con il vento che mi soffia tra i capelli, la distesa verde davanti a me, lo spirito epico di …
-Maledizione Louis muoviti!!!- sento Liam acchiapparmi per un braccio e tirarmi giù dal mio sogno di gloria.
-Ma che diavolo succede?!- strepito.
-Succede che ci hanno beccati. Gambe!!!- ulula Neil.
Rimango ancora un po’spiazzato. Ma non va bene! Perché nei libri non vengono mai beccati a entrare a sbafo da qualche parte mentre invece lo facciamo noi e siamo subito scoperti? Non vale … siccome vedo un guardiano che ci insegue inferocito penso di seguire gli altri e parto velocemente, fingendo di essere a cavallo di Viserion, uno dei draghi di Daenerys (vedi Il trono di spade).
Anf, sto morendo. Non sono abituato a correre così tanto diamine, morirò. Rallento l’andatura e … Liam mi carica sulle sue spalle al volo. Mi aggrappo a lui e strillo:
-Ma che fai?
-Avevi detto che se ci beccavano dovevo prenderti in braccio e darmela a gambe. Ebbene, obbedisco.
Corbezzoli! Questo si che è uno di parola! Lo sprono al galoppo e proseguiamo inseguiti dalla mandria dei “cattivi”che però poi si spompano e ci lasciano liberi
-Li … li abbiamo seminati?- sbuffa Nasir, passandosi una mano tra i capelli perfetti nonostante la corsa (come facciano poi, è un mistero dell’ineffabile Nasir – sono – sempre - perfetto Hashmi)
-Pare di sì … almeno credo … - ansima Neil buttandosi a sedere sull’erba bagnata della collina.
-Si … siamo stati colti in un frangente … poco decoroso e … - boccheggia Harry, raddrizzandosi gli occhiali e spazzolandosi il maglioncino di lana.
-Dio … che corsa … - mi lascio cadere in braccio a Neil ansante. Cioè, io sono un uomo di scienza mica un corridore. L’erba è bagnata e fangosa ma oramai il Gallarus è oltre alla collina e noi siamo fuori pericolo, spero.
-Cavolo, Lou sembri quasi anoressico ma pesi in maniera schifosa- ridacchia Liam sedendosi su un masso.
-Tutto cervello- riesco ad articolare.
-Ehm, scusate ma dov’è Arkasha?- chiede Harry.
Neanche il tempo di finire la frase che un urlo ci trapana i timpani da quanto è acuto. Giuro, potrebbe rompere un bicchiere.
-Ma vi volete muovere?!?! Besdelniki!!
Arkasha ci osserva con aria di rimprovero dalla cima, e sottolineo cima, della collina.
-E n’attimo bambino! Siamo stanchi. Ci partono le coronarie porca di quella miseria- sindaca Neil.
-Il ciuffo rischia se lo stresso troppo!- lo supporta Nasir.
-Bandiera bianca!- agito il mio fazzoletto in segno di resa.
-Ehm, tesoro adorato forse magari noi saremo leggermente spossati dalle fatiche che hanno messo a dura prova il nostro ben poco allenato sistema muscolare e respiratorio … - tenta Harry.
-Giusto!- approva Liam per poi sussurrarci –Ehm, ragazzi ma che significa “besdelniki”?
-Sfaticati- traduce Harry.
Nel frattempo il demonietto ci ha raggiunto e saltella.
-E stai fermo che ci fai venire il mal di mare!- lo sgrida Nasir.
Ovviamente lo ignora e si limita a saltare in spalla a Harry che barcolla e a dire:
-E poi dove andiamo?!
-Ora andiamo a riposarci, eh?- dico io e tutti annuiscono.
Ci trasciniamo al camper che neanche a dirlo è dall’altra parte ancora.
-Noi siamo la compagnia dell’anello!- strillo.
-Io faccio Pipino- sorride Neil.
-Io sono … Sam – annuisce Liam.
-Io ovviamente Legolas, bello e aggraziato come il sottoscritto- si pavoneggia Nasir.
-Frodo, of course- commenta Harry.
-Io sarò … Gandalf il saggio!- ho l’illuminazione.
-Io invece faccio Sauron. Il cattivo dovrà pur farlo qualcuno, no?- dice Arkadi con un sorrisino che nulla promette di buono. Arriviamo dal camper che essendo parcheggiato (= mollato alla cavolo) nel recinto delle pecore (dico, Liam come cavolo hai fatto a posteggiarti nel recinto?!) è circondato da una massa di ovini arrabbiati. E ora?
-Sciolare! Levarsi dalle scatole!- urla Neil agitando il mio fazzoletto.
-Sgomberare che già il furgone è lercio e ci mancate solo voi!- gli fa eco Nasir. Liam batte le mani e gesticola con aria truce, ma le pecore ci guardano come se fossimo una manica di cretini.
-Bandiera gialla!- strillo io, sfoderando un foulard giallo senape di Neil e sventolandolo –Peste a bordo! Quarantena!
-Dio Lou, ma come possono le pecore capire i segnali marinari?- mi rimbeccano i miei amici.
-Ehm, signore pecore … vorrei farvi educatamente notare che state invadendo il nostro spazio adibito al camper … sareste così cortesi da liberare il passaggio cosicché ci sia permesso entrare e togliere il disturbo?- Harry è sempre così educato … ma le pecore non apprezzano la sua cordialità, non capiscono i segnali marinari, non hanno paura delle smorfie di Liam, non vogliono darla vinta a Neil e non gli interessa niente del ciuffo di Nasir.
-Che si fa?- dice Liam.
-Non possiamo dargliela vinta!- esclama Neil.
Harry si aggiusta gli occhiali e inizia il sermone:
-Vi rifaccio presente che magari il nostro mezzo di trasporto è impossibilitato ad andarsene a causa vostra. Se ci lasciate liberi di accedervi non vi disturberemmo più e …
-Uffa, piantala ciccio, così non combini niente- sbuffa Arkasha scuotendo la testa. Si pianta davanti alle pecore e sbraita:
-Levatevi dalle scatole una volta per tutte!- schiocca le dita e immediatamente le pecore si disperdono per i campi.
-Ma come hai fatto?- in questo momento fra tutti dobbiamo avere delle facce da pesci lessi …
Arkasha alza le spalle e si limita a dire:
-Su però sveglia voi cinque! Dai che poi viene buio, animo!
Saliamo sul furgonetto e Liam parte ballonzolando.
-Ora andiamo in un pub, così ci scoliamo tre pinte a testa che dopo tutto sto tran tran ho una sete … - fa Neil, usando le mie gambe come cuscino provvisorio.
-Si, che io ho bisogno di un bagno per rimettermi a posto- annuisce Nasir, cercando il posto meno sudicio dove posare le sue regali natiche. Io ho fame, sete e sonno. Lo so, sono una piaga ma non posso non lamentarmi perché io sono un lamento ambulante, va bene?!
-Liam, prendi verso ovest sulla prima a sinistra, continua diritto così dovremmo arrivare in un paese di nome Doolin dove ammesso e non concesso che ci sia un supermercato aperto, faremo la spesa per i giorni seguenti e vedremo di trovare un pub- dice Harry, studiando una cartina e una guida turistica.
-Ma io non sono stanco! Io voglio camminare! Harry, facciamo il bagno?- si lamenta Arkasha.
-No, tesoro, l’acqua è fredda e poi è sera e poi siamo stanchi morti. Magari domani.
-Ma lo vedete che siete noiosi e scansafatiche?! Io voglio fare qualcos’altro! Dai ciccio, ti prego … perché non andiamo a camminare?
-Perché siamo stanchi Arkasha!!!- tuoniamo tutti noi in sincronia perfetta da far impallidire i nuotatori di nuoto sincronizzato.
-Siete cattivi e indolenti. Ecco, si, indolenti. E svogliati. E oziosi.
-E tu sei viziato!- lo rimbecchiamo di nuovo in coro.
-Ecco, dai honey bevi- Harry gli mette in mano un bicchiere di quello che pare latte.
Arkadi lo guarda sospettoso.
-E se non lo volessi?
-Lo bevi lo stesso.
Il ragazzino lo trangugia tutto e poi si raggomitola in mezzo alle coperte.
-va beh … buonanotte … - e crolla addormentato.
-Gli hai somministrato un sonnifero?
-Tanto dovevo somministrarglielo stasera quindi … è per dormire. Se no non chiuderebbe mai occhio.
Harry gli rimbocca le coperte e se lo mette in braccio. Il viaggio
prosegue.
  
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