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Autore: Sibilla Delfica    09/09/2014    0 recensioni
Zoe è una ragazza piena di vita, ma un po' sfortunata in amore.
Al matrimonio della sua migliora amica, guardando con tristezza, ma anche con assoluta felicità la coppia di sposi, incontra un ragazzo misterioso che però le sembra interessante.
Ethan ( il ragazzo) vive in una società completamente diversa dalla nostra, le loro regole sono rigide e non danno molto spazio ai sentimenti, lui, però è diverso e vorrebbe “ribellarsi”.
Ma chi è veramente? Da dove viene?
Pov Ethan:
Dovevo scegliere i miei sentimenti? O una vita tranquilla acconto ad una donna che non amavo e non avrei mai amato? Una vita piena d'amore e rischio? O una senza amore, ma sicura, dove non rischiavo di scomparire come un fantasma da un momento all'altro?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Anima gemella


POV Ethan.


Il discorso oggi era ossa rotte e dislocate, molto più interessante rispetto al discorso di ieri che riguardava un pazzo che si aggirava in ospedale alla ricerca del suo gatto immaginario.

-É veramente difficile ingessare qualcuno quando non sta fermo...- Continuava a parlare ininterrottamente senza alcuna speranza di una pausa, avrei voluto un tranquillante per spararglielo in vena e farla dormire per sempre.

Intanto giocavo con del liquore contenuto nel bicchiere, tra altro unico bicchiere d'alcol che mi potevo concedere per un'intera settimana.

Come l'avrei sopportata?

Non sapevo proprio.

Perché avevo deciso di vivere con lei?

Non sapevo neanche questo.

La paura dopotutto faceva davvero brutti scherzi ed uno di questi era sicuramente la ragazza dal volto inespressivo che avevo davanti ai miei occhi in quel preciso momento.

Pensare che solo poco tempo prima stavo baciando una fantastica ragazza dai capelli color dell'oro e dagli occhi color del cielo, la sua parlantina non mi infastidiva per niente anzi il suo suono mi aveva lasciato incantato entrambe le volte che l'avevo incontrata, ed in così poco tempo lei già significava molto più di questa imitazione di essere umano che avevo di fronte.

-Cosa hai fatto invece tu oggi, tesoro?- Mi chiese come se fosse stato un dovere più che per conoscere realmente ciò che era successo durante la giornata.

-Beh... Ho lavorato- Dissi annoiato anzi annoiatissimo.

-Precisa ciò che hai fatto. Insomma ormai viviamo insieme dobbiamo pur parlare, tu non parli mai- La mia risposta sarebbe stata un tantino acida, del tipo:” Infatti io non voglio parlare con te, ti odio, non ti sopporto, ti vorrei vedere cremata e le tue ceneri sparse in un posto più possibile lontano da casa mia e se fosse possibile vorrei vedere la tua anima bruciare all'inferno”, invece cercando di mantenere una certa dose di calma risposi nel modo più diplomatico possibile – Non ho fatto niente di importante, ho soltanto riprogrammato qualche software militare- E baciato una ragazza stupenda pensai tra me e me.

I suoi occhi gelidi mi scrutarono in modo indagatore, ma non osò farmi altre domande, anche perché non sapevo se avessi avuto la forza di risponderle senza incazzarmi come una bestia, ogni volta che la vedevo la sopportavo sempre meno, anche se per ragioni che comportavano la mia sicurezza, avrei dovuto trascorrere tutto il resto della mia vita con lei, sarebbe stato divertente!

-Forse allora dovremmo parlare della riproduzione, insomma Ethan è nostro preciso dovere fare sapere allo Stato che siamo pronti e fertili per mettere al mondo altri esseri umani, tu dici di non esserlo, ma non è la verità- Sicuramente lo era invece, non volevo di certo fare sesso con una che voleva mandare una lettera allo Stato con le parole “ Fertili , pronti e dovere” tutte nello stesso testo, avevo veramente paura.

-Ascolta, tesoro, io non sono ancora pronto per avere figli- Il tono della mia voce era leggermente alto e si poteva percepire un po' di disturbo.

Lei allungò la sua mano verso il mio viso dandomi una lieve e quasi invadente carezza, io le presi la mano e gliela posai sul tavolo.

-Non puoi trattarmi così io sono la tua anima gemella, avremo figli sani e robusti, dovremmo dare alla Terra degli esseri che potranno contribuire alla ricchezza di questo pianeta, perché mi respingi ? Insomma hai ormai 25 anni e credo che tu sia pronto per diventare padre- Abbassai lo sguardo, volevo solo scappare, non sopportavo più di vivere in quel modo, non sopportavo più le regole assurde della nostra società, avrei finito per diventare pazzo come la maggior parte delle persone con un po' di senno in questo mondo poi mi avrebbero internato e avrebbero gettato la chiave o ancora meglio mi avrebbero fatto sparire in modo tale da non lasciare più traccia di me come era successo ai miei genitori, costringendomi così a visitare due tombe vuote ogni giorno.

Mi alzai dalla sedia e dissi soltanto – Vado al cimitero- Non potevo scappare per sempre, prima o poi se volevo continuare a vivere, avrei dovuto cedere anche se non l'amavo e non la volevo.

Le diedi le spalle e mi incamminai.

-Aspetta- Dalla sua voce si poteva percepire una leggera sofferenza.

-Cosa vuoi ancora?- Adesso ero proprio stufo.

-Sono così brutta?- Chiese disfacendosi i lunghi capelli corvini pettinati in un alto chignon, la guardai intensamente, no non era brutta, aveva un viso angelico dai tratti gentili, due occhi castani e luminosi, il fisico minuto, ma ben proporzionato coperto da un abito azzurro castigato che le arrivava fino sotto le ginocchia, ma nonostante il vestito orrendo e l'assenza di trucco era bella, lo era fin da bambina.

Mi venne in mente quella ragazza di sedici anni con i capelli neri e lasciati liberi intorno alle spalle, mi ricordavo i suoi occhi illuminati di voglia di vivere e di gioia, ma era cambiata da allora, non era più quella tenera sentimentale ragazzina, non l'amavo più, ma lei era stata dichiarata la mia anima gemella e dovevo stare con lei.

In quel momento capii che non odiavo lei, ma la società che rappresentava, quella che mi aveva portato via tutto.

-No sei bellissima- Risposi incapace di dire una bugia così tanto assurda.

-Allora perché Ethan? Perché non mi vuoi?- In quel momento percepii la voce di quella ragazzina insicura e fragile, quella che forse era stata distrutta dal sistema che lo Stato aveva adottato.

Cosa dovevo rispondere?

-Ascolta Penny, io...- Mi avvicinai a lei e la rividi in lei quella ragazzina, allungai la mano e le accarezzai il volto, la sua pelle era ancora soffice come ricordavo, passai il pollice sulle sue labbra e poi posai un lieve bacio  sulla sua bocca, subito mi apparve il viso di Zoe, allora mi allontanai quasi scottato, non era più la mia piccola Penny e adesso per lo più c'era Zoe.

-Ethan ora cosa non va?- La voce di Penny era dubbiosa.

-Non posso Penny- Sussurrai e corsi via a perdifiato verso il cimitero, per le strade grigie delle città, le persone mi fissavano incuriosite, a questo punto cosa importava delle spie che potevano farmi sparire, cosa importava di vivere o morire, ero già morto continuando a vivere in quella maniera.

Mi fermai soltanto davanti alle tombe dei miei genitori, guardai i loro volti sorridenti e non riuscii a trattenere le lacrime, volevo averli qui con me soltanto per chiederli se stavo facendo la cosa giusta.

Dovevo scegliere i miei sentimenti? O una vita tranquilla accanto ad una donna che non amavo e non avrei mai amato? Una vita piena d'amore e rischio? O una senza amore, ma sicura, dove non rischiavo di scomparire come un fantasma da un momento all'altro?

Sapevo solo che l'ultima frase che mi aveva detto mia madre tra le lacrime prima di sparire era: “Amore vivi al massimo, non conta quello che questa società sta diventando, segui solo ciò in cui credi, continua ad essere fiero di te, perché io lo sono e sono certa lo sarò”.

Quel giorno uscirono di casa e non tornarono più.

-Mamma lo farò e tu sarai fiera di me- Urlai al cielo a costo di sembrare un pazzo squilibrato.

  
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