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Autore: jamesguitar    09/09/2014    6 recensioni
'Un per sempre è come prendere la luna per me, Brad.'
'E allora riuscirò a prenderti la luna.'
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley Simpson, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Cassie Nott, che ha una cotta stratosferica per Brad.
 
Chapter 9.

Bradley si presentò a mezzogiorno preciso, come concordato.
La telefonata lo aveva sorpreso, e non poco, ma la determinazione con cui Noah aveva detto quelle parole lo aveva preparato a qualsiasi cosa avesse in mente.

Lei uscì di casa di fretta di proposito per far irritare la madre e salì sulla sua moto, sgommando via appena prima che i genitori uscissero sulla soglia e scuotessero il capo con disappunto.
In casa Evans non si era parlato della morte imminente. In realtà, non si era parlato affatto.

“Dove vado?” Gridò Brad, per sovrastare il motore.
Noah gli indicò la destinazione, e insieme sfrecciarono via.

Arrivarono al parco in pochi minuti. Non era lontano da casa di Noah, proprio perché lei ci andava praticamente ogni giorno, da piccola.
Quel giorno era quasi deserto.
Le foglie ancora cadevano dagli alberi, depositandosi sui tetti delle case sugli alberi e i giocattoli a terra, vecchi come le mattonelle del muretto che circondava il tutto.

La cosa che Noah amava di più di quel posto erano proprio le casette. Rendevano il parco particolare.
Brad si guardò attorno, senza capire.
“Cosa ci facciamo qui?” Chiese.
“Vieni.”
Noah gli prese la mano dolcemente e lo guidò verso la seconda casetta a sinistra dallo scivolo, la sua preferita. La ricordava alla perfezione.
Naturalmente era a solo un metro e mezzo da terra, perché doveva essere in grado di ospitare in sicurezza bambini molto piccoli, perciò Bradley la prese in braccio e con un balzo la appoggiò sul bordo.
Lei tese una mano per aiutarlo a sua volta, ma lui si rifiutò di farle sprecare forze inutilmente, e reggendosi alla maniglia di una finestrella riuscì a raggiungere l'entrata in un batter d'occhio.

Lei non si offese, gli fu grata, perché non sapeva se sarebbe stata in grado di aiutarlo.
Lo guidò all'interno e le venne da sorridere.
Era esattamente come la ricordava, con delle bambole in un angolo e le travi di legno piene di scritte.
L'unica cosa nuova erano dei lego impolverati, ma non ci badò.
Si sedette accanto alle bambole e ne prese una.

“Questa si chiamava Phoebe.” Disse. “Era la mia preferita.”
Lui si guardò intorno e “Cosa ci facciamo qui?” Chiese.
“Questo...” Noah si guardò intorno, senza sapere bene come spiegare il tutto. “Era il mio posto preferito, da bambina. Ci venivo sempre con mio nonno. Quando è morto ha iniziato a portarmici mio padre. Non era la stessa cosa, però.”
Brad sospirò, vedendo il suo volto attraversato dalle emozioni provocate dai ricordi.

“Quando hai smesso di venirci?” Le chiese, per poi accarezzarle il braccio.
“Quando ho scoperto di essere malata.”
Calò il silenzio per qualche secondo, e poi la ragazza continuò.
“Mi è rimasto nel cuore, capisci? Le perle di saggezza di mio nonno, i miei giochi solitari. Non ero molto socievole.”
Bradley sorrise.
“Tuo nonno era davvero grandioso, lo so.”

Noah distolse un attimo lo sguardo.
“Pensi che lui e tua madre ci osservino, da qualche parte?”
Il ragazzo si irrigidì un attimo.
“Non lo so. Me lo sono chiesto per tanto tempo, e ancora non ho una risposta.”
Rimasero in silenzio per un altro po'. Quelle pause davano il tempo ad ognuno di pensare a cosa dire e a quello che avevano appena ascoltato. Era bello parlare così, senza fretta. Ed era quasi divertente il fatto che la calma fosse arrivata in coincidenza con la scadenza.

“Se ci guardassero” sussurrò Noah. “Mio nonno chiederebbe a Dio di guarirmi. Perciò mi rispondo da sola, no, non lo fanno.”
Lui sospirò.
“Se un prete ti sentisse, partirebbe con la ramanzina del 'Dio ha una volontà diversa dalla nostra.'”
Riuscì a farla sorridere.
“Concordo. Meglio tenere per noi le nostre riflessioni intellettuali.”
Entrambi risero, e poi strinsero la mano dell'altro.

“Credo che saprai la verità solo quando sarai con loro.” Mormorò poi il ragazzo.
Lei lo guardò. Parlare della sua morte ormai era realistico, e... Stava male.
“Brad, ho paura.”
Lui la osservò. Gli occhi di uno si persero in quelli dell'altro, i due ragazzi si fusero in una cosa sola, come due colori diversi che danno vita a qualcosa di nuovo solo stando accanto.
“Anche io.”

La ragazza si stese a terra, lasciando la sua Phoebe accanto alle altre bambole e fissando le travi mangiucchiate dalle tarme del soffitto.
“Sto per morire, capisci?” Sussurrò. “Tu dici sempre senza paura, Brad, e io ti do retta. Ma non posso non averne. Come faccio a sapere che esiste qualcosa dopo tutto questo? Come faccio a sapere che non svanirò nel nulla, come cenere che si perde nel vento?”

Brad si era steso accanto a lei, ma non si sfioravano. Si accontentavano di essere cullati falla voce dell'altro, in quello spazio ristretto in cui anni prima aveva giocato una bambina di nome Noah, ma del tutto diversa dalla ragazza di oggi. Una bambina piena di vita. Una bambina sana.
“Io stesso non so più dirti di non avere paura.”
“Non so nemmeno se è un bene, andare in paradiso.” Continuò lei. “Se davvero i nostri cari ci osservassero, io sarei costretta a guardarti da lontano per l'eternità, a desiderarti, senza mai poterti avere. Ma se me ne andassi davvero? Per sempre? Se il mio corpo si decomponesse e basta sotto terra, accanto alla tomba di mio nonno?”

Stava parlando troppo in fretta delle sue paure, dell'insicurezza che aveva, dei dubbi sul suo futuro. Stava gettando fuori tutto ciò di cui aveva bisogno di parlare da anni.
“Se tu fossi in paradiso” intervenne Brad. “Saprei che ci sei. Che non mi hai abbandonato davvero. E là sopra saresti felice, perché la tua anima sarebbe libera da ogni fardello, come dice ogni prete.”

“Ho smesso di credere alle cazzate della chiesa anni fa.”
“E perché mi hai chiesto se i nostri cari ci osservano?”
“Non lo so. Quando stai per morire ti si apre ogni orizzonte.”
Lui deglutì, per mandar via il groppo in gola causato da tutte quelle confessioni. Una di seguito all'altra, facevano ancora più paura.

“Noah?”
“Si?”
Bradley sospirò.
“Mi dispiace. Dovrei essere quello forte che ti sostiene, quello che ti dice senza paura, ma non lo sono, non ora.”
Noah finalmente lo guardò.
“Ehi, guarda che non sei obbligato a fare l'uomo anche in momenti del genere. Sto per morire, cazzo, come dovresti essere?”
“Non lo so. Migliore.”
Il respiro di Bradley stava accelerando. Sembrava quasi che stesse per piangere, ma si trattenne.

“La tua notizia mi ha ucciso dentro. E la mia reazione ha maciullato il mio cuore già spezzato.”
Noah non sapeva cosa dirgli.
“Altri avrebbero reagito in modo peggiore.”
“Io non sono altri, okay?” La disperazione del ragazzo era evidente nel tono della sua voce. “Io sono Bradley, il Bradley che ti dice di non avere paura, ti sprona a credere in te e ti promette di trovarti quando ti perdi. Non sono altri, il ragazzo che frigna davanti alla sua fidanzata che sta morendo.”
Lei rimase spiazzata. Non era rimasta offesa dal suo comportamento, né le aveva dato fastidio. Non pensava che lui si facesse problemi su quello.
“Tutti noi abbiamo un lato debole, Brad, e tu hai tutto il diritto di mostrarmelo.”
“Non posso.”
“Perché, Brad?”
Lui rimase in silenzio per qualche secondo.
“Non parliamo di me. Cosa vuoi fare, adesso?”

“Hai detto che avevi una sorpresa per me, o no?”
“Oh, beh...” Bradley si grattò la nuca, e arrossì. “È un po` imbarazzante.”
“Dai, dimmi!” Avevano ripreso a scherzare, come se si fossero dimenticati della conversazione precedente.
“Ti ho scritto un'altra canzone, è strano.”
Lei si sentì sprofondare e fece un sorriso che probabilmente doveva apparire un po' idiota.
“Sei dolcissimo, lo sai?”
Se prima era rosso, ora Brad era un peperone.
“Andiamo a teatro.” Continuò Noah. “Voglio sentirla”.

 
***
 
You just know
Sometimes you feel it in your bones
Though we've heard that hearts can still be wrong
Something's telling me that you're the one

I just know
Even if I had a heart of stone
You could make it bleed all on your own
You could break it but I hope you won't

I'd burn it down, I'd light it up
For you, I'd risk it all

I'd rather crash, I'd rather crawl
Than never have your love at all
With only bricks to break my fall
For you, I'd risk it all

Bradley la guardò mentre suonava quel pezzo meraviglioso al pianoforte che teneva nella stanza con i libri della madre, e trasalì.
 
Stand your ground
Win or lose I gotta see this out
Go ahead, I'll let you watch me drown
It takes more than this to keep me down

I'd give it in, I'd give it up
For you, I'd risk it all

I'd rather crash, I'd rather crawl
Than never have your love at all
With only bricks to break my fall
For you I'd risk it all

Come on just do it
You put me through it
Come on just do it
You put me through it
Come on just do it
You put me through it

I'd burn it down, I'd light it up
I'd take the weight, I'm strong enough
Not giving in, not giving up

I'd risk it all
I'd risk it all
Than never have your love at all
With only bricks to break my fall
For you I'd risk it all

I'd rather crash, I'd rather crawl
Than never have your love at all
With only bricks to break my fall
For you I'd risk it all

La canzone finì e Noah sentì le lacrime arrivarle agli occhi. Quelle parole erano così dolci, così azzeccate, così vere.
Non si era mai sentita così felice.
Appena Bradley si alzò dallo sgabello lei gli saltò addosso, ignorando le forze che venivano meno, e lo baciò. Lo baciò con la passione che avrebbe dovuto reprimere per troppo tempo.

Quando si allontanarono, entrambi stavano sorridendo.
Ed era strano, era strano che sorridessero e fossero felici in quei giorni che mancavano alla morte di lei, ma sembrava che non ci facessero caso. Perché ogni momento era loro, e se lo stavano godendo uno ad uno.
“Bradley, grazie. È bellissima.”
“Ti amo, lo sai?”
Il cuore di Noah fece un balzo.
“Ti amo anch'io, non dimenticarlo.”

Si guardarono un po', e poi Brad disse: “Se mai mia madre dovesse scegliere un posto da cui osservarmi, sceglierebbe questo.”
Lei sorrise amaramente e gli scompigliò i capelli.
“Spero solo che non mi odi per star spezzando il tuo cuore ancora e ancora.” Sussurrò.
“Non potrebbe mai odiarti.” Disse lui. “Perchè sei l'unica a parte lei che mi abbia mai reso felice.”


 

#ANGOLOAUTRICE
Okay, eccomi qui, in orario stavolta!
Eh si, è già martedì.
Che dire? Questo capitolo mi piace. E okay, è davvero strano, perchè a me non piace mai niente di quello che scrivo.
Fra poco inizierò il liceo classico e sto morendo di paura... Forse cambierò il giorno di pubblicazione, devo vedere come mi trovo a scuola e quanti impegni ho.
Per ora il giorno resta lo stesso, tranquilli, in caso cambiasse vi avviso io.

A chi andasse, potete contattarmi su FacebookAsk.

A presto!

-jamesguitar

PS. Si, ho fatto un nuovo banner, spero vi piaccia.
  
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