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Autore: New Americana    09/09/2014    0 recensioni
Gli All Time Low sono pronti per realizzare il loro sogno, il primo tour mondiale dopo anni di fatica e speranza.
Ma se non fosse come se lo aspettavano?
Se un vecchio e logoro foglio di carta proveniente da un passato ormai quasi dimenticato ricomparisse per portare scompiglio in ciò che avrebbe dovuto essere la realizzazione delle loro vite?
Jack e Alex erano migliori amici da così tanto tempo che quasi non si ricordavano come tutto era cominciato, ma a quanto pare il passato esige di essere ricordato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Rian Dawson, Zack Merrick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alex's pov

Tornare a Baltimora prima di partire è stata una delle idee peggiori della mia vita.
E peggio ancora, quella, in un momento di nostalgia, di frugare tra le mie vecchie cose, tra le quali ho trovato quel vecchio foglio di carta piegato e ripiegato, sgualcito, che reca sopra una minaccia in caso qualcuno avesse voluto aprirlo.
Ignorando la minaccia che io stesso mi ero impegnato per scrivere anni prima, e che probabilmente avrei dovuto ascoltare, spiego il foglio a righe, pensando sia la bozza di un qualche testo mai terminato.
Non ho del tutto torto, poiché tra cancellature, righe e scarabocchi, leggo il testo di una delle canzoni degli All Time Low meno conosciute, ma a cui noi, in particolare io e Jack, eravamo più affezionati.
Avrebbe dovuto essere una bella sensazione, sfogliare nella mia mente quei vecchi ricordi di quando eravamo due ragazzini idioti (non molto diversi da ora) che non avevano idea del sogno che, cinque anni dopo, il tempo avrebbe regalato loro.
Invece mi lascia la peggiore amarezza della mia vita, e una timida lacrima che si fa largo sulla mia guancia destra, mentre tento invano di ricacciare indietro le altre.
Nonostante l'entusiasmo per il tour mondiale, non riesco a levarmi di dosso le emozioni che quel foglio stropicciato mi ha procurato, e le conseguenze non sono certo buone.
Avrei tanto voluto che Jack fosse lì con me quando ho trovato quel testo, magari lui avrebbe detto qualcosa di stupido e trasformato quei ricordi in qualcosa su cui riderci su, ma allo stesso tempo non sono certo di come avrebbe reagito, perché quando registrammo quella canzone, parecchi anni prima, anche lui era diverso, assente, come se stesse cercando di non pensare, ma di suonare in modo automatico e frettoloso, in modo che quella tortura finisse il prima possibile.
E' il mio migliore amico, e non voglio turbarlo o farlo stare come sto io; da una parte, penso che la faccenda si sia chiusa quel giorno di tanti anni fa e dimenticata, dall'altra spero che non sia così.
Da quando siamo partiti non ho fatto altro che pensare a queste cose e non sapendo cosa fare, evito Jack, che per me è galeotto, quanto il libro lo fu per Paolo e Francesca, tra il passato ed il presente.
Avrebbe dovuto esserlo quel foglio, ma lo è Jack perché ogni volta che lo vedo mi ricorda di Baltimora e di ciò che è successo.
So che non posso continuare a ignorare per sempre il mio migliore amico, il quale, preoccupato per ciò che mi sta succedendo, ha tentato più volte di parlarmi.
Non sono nemmeno certo di ciò che provo nei suoi confonti; ho bisogno di lui, ma gli attribuisco anche la colpa di ciò che sta succedendo, e del fatto che le cose con Lisa stanno andando male per il casino che ho in testa.
Ma Jack non ne può molto più di me, perché le cose si fanno in due.
Non volendo parlare direttemente con lui, ma sapendo di non poter lasciare le cose in sospeso ancora per molto, mi viene un'idea malsana che però vedo come unica soluzione.
La riuscita del piano dipende dalla reazione di Jack; se capisce ciò che intendo dirgli, le cose probabilmente andranno a posto, ma dal momento che il mio amico è una testa di cazzo, temo che non recepirà il messaggio e che se la prenderà con me, che gli sto causando non pochi problemi.
Dopo la discussione avuta nel pomeriggio, interrotta dal povero Rian, uscito da una doccia troppo lunga, trasformata in sauna per colpa nostra, prima che le lacrime mi rigassero il volto, decido di agire, così durante il concerto faccio uno strappo alla scaletta.
Leggo la confusione sul volto dei ragazzi quando, dopo Weightless, prendo la chitarra acustica; chiamo Zack e gli spiego che ho cambiato idea, e lui rimane ovviamente stupito per il fatto che stiamo per suonare una canzone che non abbiamoo mai fatto live prima, e di cui non è nemmeno sicuro di ricordare gli accordi.
Jack non capisce, ma esce di scena insieme a Rian e io, nonostante le mani tremanti, comincio a suonare, sperando che la voce non mi si spezzi.
Guardo verso il backstage per far capire a Jack che quella canzone è per lui, ma non riesco a vedere la sua reazione a causa delle luci diritte in faccia.
Sento il pubblico mormorare stupito e confuso, ma entusiasta all'idea di sentire per la prima volta quella canzone live.
Come temo, e in un certo senso anche spero, sento che qualcuno fra la folla sta gridando "Jalex! Jalex!", ma so che Jack non farà il buffone come è solito fare.
La canzone finisce, vedo diverse ragazze in lacrime aggrapate alle transenne e rivolgo loro un falso sorriso, prima di voltarmi verso Jack e vedere le sue guance rosse sul viso paonazzo.
Non mi guarda, prende la chitarra e attende il colpo delle bacchette di Rian per iniziare a suonare.
Ha fretta di finire e andarsene e io, con il cuore in gola, canto distrattamente canzoni che, senza Jack vicino a me, non sento mie.
Jack è sul palco con il corpo, ma la sua mente è lontana, forse è tornata indietro a quel giorno di parecchi anni fa, quando tornato a casa dopo una giornata che mi lascia tutt'ora confuso a causa di sentimenti contrastanti, scrissi il testo di A daydream away.
Jack si fionda in fretta e furia giù dal palco, spingendomi via con il braccio, così scendo per ultimo e mi dirigo verso il bus.
Sdraiato sul letto con le tendine aperte lo vedo ripassare con il dito i contorni del letto di Rian sopra di lui.
So che non si rivolgerà a me con il tono dolce che aveva avuto nel pomeriggio, in cui la mia rabbia si era trasformata in malinconia e lui se ne era accorto, so che ha frainteso le mie intenzioni e che ora tocca a me mettere da parte il subbuglio di emozioni che ho sia nello stomaco che in testa e spiegargli che non potrei mai ferirlo, neanche volendo.
Con il trambusto che c'è fuori probabilmente non mi ha sentito entrare ma, quando si accorge della mia presenza, finge di dormire.
"So che sei sveglio.. Jack, non sai fingere di russare.
Dormiamo insieme da anni, riconosco benissimo la differenza tra il tuo respiro quando dormi e quando sei sveglio".
Jack apre gli occhi, senza guardarmi. Ma ciò mi fa capire che ha intenzione di ascoltarmi almeno.
"Mi voglio scusare per il comportamento di questi ultimi giorni, soprattutto di og.." comincio, ma lui mi interrompe inaspettatamente.
"Non è quello il problema, lo sai benissimo".
"E allora qual è?" fingo di non capire per vedere ciò che pensa e farmi due risate su quanto il mio amico sia poco intuitivo.
Jack si mette a sedere e mi fissa con gli occhi appannati dalle lacrime.
Non l'ho mai visto così.
Di solito è lui che mi consola nei momenti in cui lascio sopraffare dal peso del mondo, lui è sempre stato il più forte.
Allora ricorda tutto, e si sente come me, e gli importa più di qualunque altra cosa al mondo.
Fa per alzarsi, guardandomi come fossi il più grande pezzo di merda al mondo, che non sa fare altro che giocare con i sentimenti delle persone.
Lo afferro per un braccio prima che se ne vada, e sento la porta sbattere, segno che Zack e Rian sono usciti per lasciarci parlare.
"Jack, l'intuito non è il tuo forte. Senti, non te l'ho mai detto perché noi non parliamo di queste cose, ma mi sembra piuttosto ovvio, che non ti farei mai del male volontariamente".
Vedi che si sta calmando, ma rimane all'erta, pronto a sferrarmi un pugno e andarsene da un momento all'altro.
Non ne parliamo mai seriamente, ma credo che il fatto che preferisca le relazioni da una botta e via piuttosto che quelle serie, sia per il fatto di nascondere con l'orgoglio la sua vulnerabilità.
Scherza sempre e non prende molto sul serio le cose, in modo che nessuno possa ferirlo; ma noi, soprattutto io, sappiamo quanta passione ci metta in ogni cosa, oltre che nella musica, e quanta forza ostenti per distrarre il pubblico dalle sue insicurezze.
"So che sono strano da quando sono tornato da Baltimora.
Il giorno prima di partire avrei dovuto chiamarti per tentare di sistemare le cose, ma non volevo accollarti lo stesso peso che ho io addosso da quando siamo in tour. Questo è il tuo sogno da quando eri un bambinetto rompipalle, e per quanto fai finta di niente, so che è il momento più bello della tua vita.. o meglio, lo sarebbe se le cose tra di noi ritornassero a posto".
"E'anche il tuo sogno, eppure non sei felice".
Jack sta parlando dopo quello che mi è sembrato un lasso di tempo interminabile.
"E' che ho ritrovato una cosa, a casa" dico finalmente, attirando la sua attenzione.
Mi sporgo verso il mio letto e tiro fuori da sotto il materasso quel vecchio foglio su cui è scritto il testo di A daydream away, la "nostra canzone".
Jack guarda con fare interrogativo l'oggetto, poi lo apre, ignorando coraggiosamente la mia infantile minaccia scritta e legge.
Vedo cadere una lacrima sul foglio, che si aggiunge a quelle che già presenti, di quando la canzone è stata composta.
Si passa una mano sugli occhi, prima di alzare lo sguardo verso di me e dirmi con un sospiro terrorizzato e pieno d'angoscia, ma consapevole "Non sapevo quando la faccenda sarebbe tornata a galla, ma sapevo che sarebbe tornata. Vediamo solo di non affogarci dentro".
Scorgo un mezzo sorriso sul suo volto, che ricambio, pensando che sia sollevato almeno nel sapere cosa c'è che non va, e che, senza dubbio, sfrutterò la sua ultima frase per una canzone, che magari fra dieci anni ci riporterà alla mente tutta questa storia.
Non posso fare però a meno di pensare se, tra dieci anni, io e lui saremo ancora insieme.
  
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