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Autore: Shieru__    28/09/2008    5 recensioni
>>C’erano tante,tantissime persone che aveva conosciuto nel “suo” mondo, che voleva rivedere ma…l’unica che sentiva davvero il bisogno di riabbracciare era quella di suo fratello. Perché insieme al pensiero di riabbracciarlo si univa la preoccupazione assillante di non aver fatto abbastanza, di non essere riuscito nel suo intento, di non aver saputo ridare ad Al, quella vita che lui stesso aveva fatto in modo gli venisse portata via.<<
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphons Heiderich, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu sei identico a lui…


Romania, Transilvania 1921

“Io non so ancora…come riuscirò a ritornare da te…né quando… ma ti prometto che un giorno tornerò… io e te ci rivedremo Al!” erano questi i pensieri che occupavano costantemente la mente del giovane Edward Elric.
Più che pensieri, sentiva che per lui rappresentavano una promessa…quasi come un impegno o forse…anche solo una speranza.
C’erano tante,tantissime persone che aveva conosciuto nel “suo” mondo, che voleva rivedere ma…l’unica che sentiva davvero il bisogno di riabbracciare era quella di suo fratello.
Perché insieme al pensiero di riabbracciarlo si univa la preoccupazione assillante di non aver fatto abbastanza, di non essere riuscito nel suo intento, di non aver saputo ridare ad Al, quella vita che lui stesso aveva fatto in modo gli venisse portata via.
“Al è ancora nel portale, io non ho fatto abbastanza per lui, la mia vita…tutto me stesso, non hanno fatto in modo che lui potesse  tornare a vivere come una persona normale…forse non ho ottenuto niente, pur pagando con la mia vita perché io sono qui e sono vivo……...qualunque sia la verità però……io……riuscirò a fuggire da qui?”  pensava solo a questo da un po’ di tempo a questa parte il giovane alchimista.
Quei pensieri lo assillavano a tal punto che quasi non si accorse che il capostazione stava gridando che erano giunti in stazione, in Romania.
“Signore, siamo arrivati, vuole scendere?” chiese il controllore.
“Ah sì, mi scusi…ero sovrappensiero” disse Ed scendendo dal treno e uscendo dalla stazione.
-E questa sarebbe la Transilvania… questa cittadina in particolare, mi ricorda Resembool- pensò Ed con nostalgia, tirando fuori un foglietto.
“Il Professor Goddard  dovrebbe insegnare in questa scuola…ma penso sia difficile che mi lascino parlare con lui tuttavia potrei provare a chiedere a questo suo studente, se non sbaglio sta scrivendo un libro sulle ricerche svolte con lui…
Bene! Appena arriverò chiederò di lui e…” Edward era talmente immerso nei suoi pensieri che non si era accorto chi gli si era parato davanti.
“Mi scusi signore…è fermo davanti al mio albergo da almeno quindici minuti, vuole entrare o cerca solo di far perdere tempo ai miei clienti?”
-Ma chi si crede di essere questo?- pensò Edward, alzando la testa ma…
“Roy! Cosa diavolo ci fai qui anche tu?” esclamò Ed.
Effettivamente quell’uomo somigliava in modo impressionante al colonnello, solo che aveva gli occhi verdi e un taglio di capelli diverso ma per il resto era uguale.
“Come fai a conoscere il mio nome? Ah! Ho capito…sei già venuto in questo albergo e mi hai sentito chiamare da qualcuno, però io non mi ricordo proprio di te…”
“Ma non dire sciocchezze! Cosa ci fai qui e perché hai cambiato quel taglio di capelli e …”

-Questo mondo…è praticamente identico al nostro, se non per il fatto che qui non si è assolutamente sviluppata l’alchimia perciò…c’è un ragazzo identico a te… e da qualche parte… ci dev’essere un ragazzo identico ad Al…- erano le parole di suo padre, Ed non ci aveva pensato…perciò quello…non poteva essere Mustang ma solo la sua copia dell’altro mondo…

“Mi…mi scusi, l’ho confusa con qualcun altro” disse Ed chinando il capo in segno di scuse.
“Non importa…allora…la vuoi una camera per stanotte?” gli rispose l’uomo.
“Si la ringrazio” acconsentì Ed, entrando in quel bell’albergo.
“E’ la 231,” gli disse Roy porgendogli le chiavi.
“Un bel salto di qualità però…da colonnello dell’esercito ad alberghiero…” commentò Ed credendo di pensare.
“Prego?” domandò.
“Ah no! Niente! È la 231 vero? La ringrazio! Me ne andrò domani mattina, buona serata” e salì come un fulmine in camera sua.




 
-Bene! Sono arrivato! Speriamo di incontrare subito quel tale Obert , dovrebbe esserci apposta un qualche posto per poter parlare con lui…”
E infatti Edward trovò ad attenderlo una fila lunga due scalinate.
“Maledizione! La mia solita sfortuna! Ci metteranno una eternità  prima di finire la prima scalinata!” disse sconsolato Ed, sedendosi.
“Psss, ehi! Psss” c’erano strani rumori dietro a una tenda che sembravano chiamare lui, si avvicinò alla tenda e venne afferrato per la camicia e portato dentro.
“Ehi ma che state facendo! Questo è sequestro di persona maledetti!” iniziò a sbraitare Ed come al suo solito.
“Ehi ragazzo stai calmo! Vogliamo solo aiutarti a parlare col Professor Obert!” disse l’uomo che cercava di bloccarlo per non farlo agitare.
A quelle parole Ed smise di divincolarsi e si fermò di colpo dicendogli:
“Voi…mi aiuterete a parlare col professore? Ma perché?” chiese confuso.
“Perché sei un ragazzo come noi, e lì fuori ci sono tutti i  vecchi che prima ci hanno intimato di levarci dai piedi perché tanto non avremmo capito nulla di quello che diceva Obert!” disse  il ragazzo più robusto.
“A proposito, mi chiamo Roa e tu?” disse porgendogli la mano.
“Sono Edward Elric”  stringendo la mano di tutti e ascoltando i loro nomi che non gli erano affatto nuovi insieme ai volti.
“Ma come faremo a raggiungere il professore se siamo solo noi quattro?” chiese Ed.
“Non ti devi preoccupare! Heidrich è andato avanti, per vedere se riusciva a trovare una strada per raggiungere direttamente l’ufficio di Obert prima  che inizi a rispondere alle sue domande…”disse aspettando che il compagno tornasse.
“E questo Heidrich chi è?” domandò Ed.
“Oh è un gran bravo ragazzo, molto gentile con tutti e un grande studioso nella costruzione di razzi, lavoriamo tutti insieme e se tu sei venuto qui per  chiedere al professore dei razzi, puoi lavorare con noi ma…non ci sta mettendo troppo?”
disse Roa sporgendosi per vedere e ricevendo una bella botta sulla testa.
“Ahi! Roa! Ti avevo detto di aspettare! Andiamo! Sono riuscito a contattare il signor Obert! Vuole incontrarci tutti per parlare anche del suo nuovo libro!” disse Heidrich.
“Evvai! Ehi Edward! Forza, vieni anche tu!” iniziarono a correre tutti dietro il ragazzo.
Ed non era riuscito ancora a guardarlo in faccia, vedeva solo la sua schiena correre.
Da quanto aveva capito non doveva avere più di 15 anni , aveva i capelli di un biondo chiarissimo e soprattutto……
Era più alto di lui! Molto più alto! Pensò Ed deprimendosi.
Toc Toc
Erano arrivati in ufficio ed entrarono tutti iniziando a discutere col signor Obert.
“Salve,sono H.Obert, volevate parlare con me giusto?” disse l’uomo guardandoli e sorridendo, tutti contraccambiarono lo sguardo e si presentarono…alla fine…
“Sono Edward Elric, piacere di conoscerla” disse Ed stringendogli la mano.
“Alphonse Heidrich, è un grande piacere conoscerla” disse il ragazzo, stringendo la mano di Obert.
Quello che si dissero in seguito Ed non lo seguì, fissava quel ragazzo…, è vero, aveva gli occhi azzurri e i capelli più chiari, ma quello…era il volto che avrebbe avuto il suo fratellino, Al, se fosse cresciuto, anche il carattere, i suoi modi gentili ed educati, aveva trovato il sosia di suo fratello in quel mondo, la sua nemesi.
“Molto bene, se siete davvero interessati alle mie ricerche e al mio libro, possiamo lavorare insieme, io finanzierò le vostre ricerche in cambio dovrete rendermi partecipe dei vostri risultati con i razzi, ci rivedremo fra due anni alla fiera  per la dimostrazione del razzo, nel frattempo vi auguro buon lavoro, arrivederci a tutti”e li congedò.
“Hai visto? Siamo stati proprio fortunati!” commentavano i ragazzi quando Alphonse si avvicinò a Ed.
“Piacere,” disse tendendogli la mano “sono Alphonse Heidrich, scusa se non mi sono presentato prima, ma non potevamo perdere tempo, certe cose non capitano tutti i giorni” gli disse sorridendo.
Ed, ricambiò il suo sorriso, gli strinse la mano e gli uscì spontaneo dire:
"Tu...tu sei identico a lui, Alphonse…”
“A lui…chi?” gli rispose il giovane,confuso.
“Hahaha, niente non farci caso, è una persona che conosco nel mio mondo” disse Ed ridendo.
“Cosa significa il tuo mondo?” disse sorridendo il ragazzo.
“Ah! Niente,te lo dirò un’altra volta, io sono Edward Elric comunque, piacere di conoscerti” e si strinsero la mano.
“Ehi, volete chiacchierare un altro po’ con calma? In questo caso noi ce ne andiamo” disse Roa, sbucando all’improvviso.
“Zitto Roa! Ci stavamo presentando! In ogni caso domani partiamo per Berlino e andiamo alla fabbrica per studiare qualcos’altro, spero che ci sarai anche tu, Edward…” disse Alphonse.
“Ehm…sì se riesco a trovare un albergo per la notte e un appartamento anche lì…”disse Ed, pensando a come potesse fare…finalmente aveva una buona pista, con dei compagni, non poteva lasciarsi sfuggire quest’opportunità…
“Non hai una casa a Berlino?” domandò il giovane Heidrich.
“No”disse Ed.
“Bene, allora se ci aiuterai con la progettazione e tutto,  puoi venire a stare nel mio appartamento…non è molto grande ma dovremmo starci bene, cosa ne dici?” disse Alphonse sorridendogli.
“Dico che sei una persona molto gentile e altruista, ti ringrazio, accetto…”
-già, sei esattamente come Al- pensò subito dopo Edward.
“Ottimo, andiamo a fare i biglietti, ragazzi, ci vediamo domani per la partenza” detto questo prese Ed per una manica e lo portò fuori.
“Deve proprio piacergli quell’Edward, quando non sapevo dove stare, mi ha trovato un posto , non mi ha mica invitato a casa sua…” disse Roa e gli atri annuirono.

















Berlino, Germania 1923


“Ehi Edward! Sei pronto? Forza, facciamo tardi!” gridava per le scale un giovane ragazzo di 17 anni, mentre pettinava i suoi capelli di un biondo chiarissimo allo specchio e che rifletteva due occhi azzurri limpidi.
“Ouff” sbuffò dopo un po’ il giovane, chiamando per la quinta volta il suo coinquilino, un bel ragazzo di 18 anni, che in due anni era cresciuto di ben cinque centimetri,(aveva detto ad Alphonse di voler dare una festa…, il poveretto era troppo confuso per rispondergli..) e che in questo momento era alle prese con l’inserimento di un braccio e una gamba …
“Maledizione! Quanto vorrei avere quelli che usavo sempre, della mia misura però…questi che mi ha costruito papà , se non pena,… fanno pietà, e non sono nemmeno comodi…tutto perché mi sono allungato…mhah mhaha  al diavolo chi diceva che ero “basso” adesso li ho raggiunti e anche superati!!! Aspetta che torno nel mio mondo…” disse alzandosi dal letto, farneticando.
“Ancora con questo tuo mondo? E poi vuoi deciderti a prepararti? Se la fiera o la dimostrazione sono già  iniziate non mi sorprendo affatto…vuoi che ti aiuti con quelli?” disse Alphonse entrando nella stanza.
“No, ho quasi finito” gli rispose Ed, collegandoli perfettamente e alzandosi.
“Bene…come punizione per aver fatto tardi però…… guidi tu! Hai imparato come si deve vero?” disse Alphonse uscendo di casa.
“Ma certo che ho imparato! Non c’è niente di più semplice! Monta su” Ed si sedette e ingranò la quinta partendo a razzo.

***************************


“Edward! Attento a quel bambino!” con una girata fenomenale , Ed riuscì a evitarlo tuttavia si beccò una bella percossa in testa da parte di Alphonse.
“Chi te l’ha data la patente? Un ubriaco?” disse arrabbiato.
“Dai, non facevo sul serio, volevo solo metterti un po’ di paura, sono le prime volte che posso guidare una macchina...nemmeno quando ero un alchimista di stato mi davano il permesso di usare le macchine dell’esercito…” disse  Ed.
“Un alchimista di stato? È un’altra delle tue storie Edward?” disse Alphonse divertito all’ennesima sciocchezza che sentiva raccontare da Ed.
“Non è vero! Gli alchimisti di stato servivano per aiutare la gente in teoria e inoltre erano forniti di uno speciale orologio, che ottenevano grazie ad un esame, che gli permetteva di amplificare il potere delle tecniche alchemiche…lavoravano per l’esercito, quando scoppiava una guerra erano spediti al fronte e se serviva dovevano anche uccidere gli uomini per un semplice ordine…ma…”
“Era per questo che gli alchimisti di stato era conosciuti per tutto il continente…” disse Ed, soddisfatto mentre stavano attraversando una ridente campagna verso la fiera.
“hahahahah, Edward…le tue storie sono sempre di questo tipo?” rideva Alphonse.
“Stai dicendo che mi sono inventato la storia?” disse Ed, abbattendosi.
Alphonse non credeva mai a tutto quello che Ed gli raccontava sul “suo”  mondo, qualche volta Ed pensava addirittura che lo prendesse per pazzo.
“Un mondo dove l’alchimia è più utile di un motore a vapore? L’alchimia cadde in declino ed è scomparsa ai giorni nostri…è il buonsenso della storia!” disse Alphonse.
“E’ accaduto solo in questo mondo!” disse Ed con rabbia, non accorgendosi di far uscire la macchina fuori dal sentiero e farla andare dritta dritta contro un albero.
“Oh, Edward…sei proprio…era la mia macchina!” disse il povero Alphonse esasperato e abbattuto.
“Sì ma sei stato tu che mi hai fatto guidare no?” disse Ed tentando di giustificarsi e aiutandolo a uscire.
“Su, non preoccuparti, troveremo qualcuno che ci darà un passaggio” poco dopo arrivò una carovana con delle zingare che li portò dritti alla festa.












Ecco la mia seconda fic!
Precisiamo che ho inventato quasi tutto, ma volevo solo descrivere il primo incontro tra Edward e Alphonse Heidrich, quindi i nomi e l’ultima parte,( perché non volevo riscrivere anche il film XD) non sono di mia invenzione mentre il resto sì.
Avevo quest’ideuzza già da un po’ che mi piaceva parecchio,  ed è un ulteriore ringraziamento a chi ha commentato la mia prima fan fic.
Spero di ricevere qualsiasi tipo di commento…e un grazie anche solo a chi la leggerà fino alla fine.
Ovviamente ringrazierò per bene chi commenterà questa fic nella prossima che posterò.
Riza-chan su EFP conosciuta come Sloth.


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