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Autore: Velvetoscar    09/09/2014    3 recensioni
Louis, con suo sommo orrore, frequenta un'università d'élite in cui Zayn Malik è un nome che conta, Niall Horan non sta zitto un momento, ci sono pianoforti dappertutto, e Harry Styles, l'unico figlio maschio di un ex cantante rock strafatto e pazzo clinico, ha un sorriso perfetto e due occhi spenti. [Larry/minor-Ziam]
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.

La prima volta che Louis sente il nome "Zayn Malik" è seduto nel corridoio fuori dall'aula della sua prima lezione, intento a ignorare diligentemente un'altra chiamata persa di sua madre e i messaggi infervorati di Niall riguardo l'ubicazione della sua chitarra. (C'è la minuscola possibilità che l'abbia nascosta dopo essere stato svegliato alle prime luci dell'alba da un assolo dei Poison, con l'amplificatore a piena potenza – cos'è che si aspetta quel piccolo lepricauno?).

Con gli occhi incollati al cellulare – e non ha manco capito bene perché ha Facebook. L'unica cosa che gli dà il suo newsfeed è irritazione – si serve di ogni briciola di forza mentale in suo possesso per ignorare le ragazze mugolanti alla sua destra, sfavillanti nelle loro personalità insipide e Chanel. In sostanza sono delle iene rimbambite.

Proprio quando Louis riesce a dominare l'arte dell'udito selettivo, altre due ragazze si uniscono inaspettatamente al branco, sbattendo la porta e precipitandosi nell'edificio, ridacchiando e scontrandosi l'una con l'altra nella ricerca febbrile delle loro amiche, con le loro svolazzanti borse Prada. 

Una cosa meravigliosa.

"O MIO DIO," esclama la ragazza con i dritti capelli biondo platino, tenendosi il petto, e Louis riesce nell'intento di non deriderla, concentrarsi invece su una foto del cane di suo cugino che si insegue la coda. Cosa che preferirebbe di gran lunga fare in questo momento. 

La mora con gli zigomi affilati accanto a lei la zittisce con un risolino frivolo. "Shh! E se ti dovesse sentire lui?"

Per un terribile istante, Louis pensa stiano parlando di lui. Ma poi-

"No che non sente, a quest'ora sarà dall'altra parte della scuola!"

Grazie, Gesù bambino. 

"Lui chi? Di che parlate?" chiede Iena Numero Uno, artigliando l'iPhone con le unghie fresche di french.

"Zayn Malik!"

A seguire, una serie di gridolini. Louis sa per certo che, da qualche parte, un cane sta ululando. Forse il cane della foto.

"NO!"

"Te lo giuro!"

"O mio dio! Ma è troppo figo!"

"Da vicino è pure meglio!"

'Da vicino?' Chi diavolo è questo tizio? Louis non ne ha mai sentito parlare. Comunque sia, adesso sta scorrendo il newsfeed con la ferocia di chi sta palesemente origliando. E vabbè.

"Oddio, ha detto qualcosa?"

"No…"

"Non credo che parli con gli altri."

"Con i ragazzi ci parla." 

(I ragazzi?)

"Beh, quello è ovvio."

"Ma non sapevo che frequentasse qui!"

"Beh, suo padre è il rettore, che accidenti ti aspettavi?"

Oh, beh, questo che è interessante. Cazzo. 

"È solo al primo anno."

"Vive qui?"

"Sì, ha delle camere sulla torre."

"Ma pensavo che quelle fossero per i docenti?"

"Non se Zayn Malik è uno studente."

Accidenti.

Adesso è curioso sul serio. 

Perciò, in un atto di confortante ribellione, si fa la promessa perentoria che NON farà domande su Zayn Malik, e aspetta obbediententemente che la lezione cominci.

**

"Chi è Zayn Malik?" chiede Louis appena entrato nel suo appartamento. 

(D'accordo, si è arreso, ma è tutto il giorno che sente questo benedetto nome e non ha mai negato di essere un ficcanaso.) 

Niall alza lo sguardo dal divano, un piatto di formaggi sulle ginocchia e un sigaro tra i denti – e sta mica guardando Spongebob?

"Mai sentito parlare di Zayn Malik?" chiede Niall, sinceramente sorpreso, e si gratta sui pantaloni di ginnastica lanciandosi un grosso pezzo di formaggio nella bocca fumante. 

Appunto per il futuro: i soldi non comprano la classe. 

"No, non ho sentito parlare di 'sto tizio. Non faccio parte del vostro club d'elitè fascista. Sto con il popolo," dice Louis, indisponente, portando gli occhi al cielo, e si toglie la borsa dalla spalla (piena di fin troppi compiti a casa, Gesù Cristo – ma che razza di posto è questo?) prima di scalciarsi via le scarpe con la punta dei piedi. 

"Beh, suo padre è il rettore."

"Così ho sentito." Si siede accanto a lui sul divano, gli stacca il sigaro dalle dita e si fa un tiro. E per poco non muore soffocato. 

"Vacci piano, bimbo," ride l'altro, tutto contento, battendogli una mano sulla schiena, senza muovere un muscolo per rivendicare il sigaro quando Louis ci riprova, con gli occhi che gli si annacquano. "Già, suo padre è il rettore, e sai come vanno queste cose, è il tipo più ricco sfondato che conosca – sicuramente il più ricco da queste parti – e sua madre è Mira Wills, mica cazzi."

Louis tossisce una fontana di fumo e forse un polmone. 

"Mira Wills? L'attrice??" E non sa come faccia a essere così scioccato considerata la discendenza prestigiosa dello stesso Niall (l'altro giorno si era offerto di mostrargli il castello di famiglia, Cristo santo) ma in ogni caso, rimane lì impalato, sbalordito, e immagina mentalmente ogni film in cui abbia mai visto la signora in questione e tutte le volte che aveva insistito, col volto rigato di lacrime, che "Quella donna farà meglio a vincere ogni singolo fottuto premio che questo paese abbia da dare perché lei sì che sa recitare!"

Può darsi che sia un po' un suo fan.

"Ma mi prendi per il culo?" farfuglia, e Niall ride, imponente e rumoroso, prima di offrirgli del formaggio e scostarsi i capelli dagli occhi. 

"Capirai, eh. Tra l'altro, non ci sta quasi mai con lei. Vive col padre."

"Sono divorziati?"

"Essì," dice, con un fischio basso. "Fu un signor scandalo, sai. In questo mondo non le puoi fare 'ste cazzate. Già solo il fatto che l'avesse sposata scatenò una bella polemica."

"'Questo mondo'?" lo prende in giro Louis, ma l'altro si limita a scuotere le spalle e a saltare giù dal divano, andando dritto verso il frigorifero. Il bianco della sua polo Ralph Lauren quasi splende alla tenue luce pomeridiana, e i prismi riflessi dei lampadari gli dipingono la schiena. Sì – hanno dei lampadari. Non si abituerà mai neanche per sbaglio a questa vita.

"Non è visto di buon occhio. È stupido, cazzo sì, ma comunque non è visto di buon occhio. Dalla posizione del padre, ci si aspetta una famiglia di un certo livello e bla bla bla. Sposare un'attrice, che tra l'altro manco aveva agganci familiari, è un po' uno schiaffo in faccia. Puoi immaginarti la reazione quando si sono lasciati."

"Buon dio. Mi pare di stare in Pretty Princess." Riporta bruscamente lo sguardo a lui. "Questo tizio non è una principessa, vero?"

Niall abbaia un'altra risata e si versa un bicchiere di whiskey. "Tecnicamente no. Ma è ricco, potere a pacchi, è un nome importante nei posti che contano, e fa delle feste coi controcoglioni. Un po' taciturno, però. Non gli ho mai effettivamente parlato."

"Perché non vive con la madre?" chiede, e veramente, non vorrebbe essere tanto intrigato, ma fanculo – queste sono informazioni troppo, troppo succose. Ed è molto più interessante che leggere i capitoli dall'uno al cinque di "Storia del palcoscenico."

"C'è stato per un po', quando era sposata con Des Styles. Poi hanno divorziato pure loro e visto che la stampa ci sguazzava, se l'è preso suo padre. È uno stronzo però, Khan Malik. Non ho sentito che cose brutte. Ma come rettore non è male – in quanto a affari." E tracanna il bicchiere di whiskey in una botta sola.

Quindi. Zayn Malik è ricco e potente ed è figlio di un miliardario cuore di pietra con conoscenze ai piani alti. Sua madre è la migliore attrice del cinema moderno. Per riassumere.

C'è pure Niall Horan con le sue scarpe Armani e scorta illimitata di sigari e whiskey e il castello di famiglia e mamma che discende da una famiglia ricca e prestigiosa e padre a capo di case discografiche e produttore per i nomi più rilevanti del mondo della musica. 

E poi c'è Louis. Con la mamma egocentrica depressa che passa le giornate a guardarsi allo specchio con gli occhi tristi e che sparisce per giorni alla volta, un padre farabutto che aveva sfondato come spietato avvocato per ricchi, e cinque sorelle che stanno crescendo sapendo di doversi mantenere da sole. 

Non sa davvero cosa pensare della situazione, ma gli lascia l'amaro in bocca e gli fa rompere il contatto visivo. 

"Vado a leggere," dice, e riesce ad avvertire fisicamente il cipiglio che gli si forma sulla faccia e il cambio di tono, ma non si spiega, e Niall non fa domande.

"D'accordo. Io vado a dare un'occhiata alla rimessa. Faccio un po' di canottaggio. Ti lascio la cena?" E intende soldi, cosa che serve solo ad accentuare ulteriormente il suo cipiglio.

"No, sono a posto. Mi sa che cenerò con un po' di tè e qualche toast. Non ho molta fame."

"Bene, allora. Ci vediamo fra un po', bello."

E mentre Louis si guarda attorno, nella stanza opulenta, Niall si mette le scarpe senza pensare, canticchiando Heart Shaped Box a bocca chiusa. Visto che è pericolosamente vicino a sputare qualcosa di maleducato e in fin dei conti inutile ("La tua esistenza stona con la mia e mi vedo costretto a chiederti di cessarla"), marcia fino alla sua stanza, chiude la porta un po' più forte di quanto vorrebbe, e studia il suo riflesso nell'alto specchio dorato vicino all'armadio.

"Dove cazzo sono finito?" borbotta tra sé e sé e le parole volano, quasi echeggiando contro il soffitto alto e i passaggi a volta. Ma non ha voglia di sentirle di nuovo, quindi sospira e crolla sul letto, proprio mentre la porta dell'appartamento si chiude, lasciandolo solo con i suoi pensieri troppo amari.

**

Niall gli ha lasciato comunque la cena. 

Beh. Cena.

In realtà è solo una bottiglia mezza bevuta di whiskey, qualche cioccolatino costoso, e un croissant. C'è un bigliettino scribacchiato vicino che dice solo, "Il tè fa cagare. Piuttosto mangia questo," e anche se vorrebbe davvero odiare ogni persona in questa maledetta scuola, sta iniziando a chiedersi se sia effettivamente possibile odiare Niall Horan.

**

Quando Niall finalmente ritorna, puzza di fili d'erba, sudore, e acqua di colonia. Ottima acqua di colonia. Come se fosse un prodotto degli elfi o estratto di unicorno – ottima fino a tal punto.

"Cos'è?" chiede Louis, prendendogli il braccio e annusandogli il polso senza alcun pudore. "Questo profumo è incredibile. È nuovo?"

"L'ho appena preso. Viene da una profumeria in Francia. Buono, no?" spiega sbrigativo, estraendo il braccio dalla sua presa, togliendosi la polo e mettendo un po' di musica. 

"Che profumeria?"

"Non mi ricordo mai il nome. Puoi averla però. Tieni." E gli lancia un flacone dorato, che riesce a prendere giusto giusto.

Louis lo fissa imbambolato. "Che vuol dire che posso averla? Stai scherzando? Perché abbiamo già concordato che scherzare non fa per te."

"Vuol dire quello che ho detto. È tua, Tommo." Niall fruga tra i monticelli di vestiti sul pavimento, cercando una maglietta pulita mentre gironzola mezzo nudo per la stanza, completamente ignaro dell'occhiataccia che Louis gli lancia per il nomignolo.

"Non la prendo. Non mi piacciono i regali."

"Balle. Sì che ti piacciono."

"Beh, non più. Non la prendo."

"Prendila. Io posso averne un'altra quando mi pare."

"Oh, giusto. Ne sono sicuro. Cos'è, è proprietà di tuo padre?" e Louis lo dice per prenderlo in giro, ma Niall risponde:

"No, di mia zia."

E ti pareva.

"Oh. È di tua zia. Naturalmente," dice, esasperato. "Non so perché continuo a sorprendermi. Possiedi pure un paese? Qualcuno in famiglia che ha acquistato la luna?"

"Non ancora. Ora pigliati 'sto flacone del cacchio, coglione."

"Bene. Ma non ti dirò 'grazie!' Mi hai obbligato ad accettarlo," dice sprezzante, e porta il flacone in camera sua.

Sente la risata sonora di Niall in risposta. 

Si concede un sorrisetto e poggia la colonia sul cassettone, accanto agli svariati prodotti per capelli e lozioni. "Perché non sei tu il pezzo grosso da queste parti, Horan?" dice a voce alta. "Chi è che vuole parlare di Zayn Malik quando c'è un Niall Horan in giro?"

"Di me si parla abbastanza, bello. Ora vieni qua a fumare con me. Voglio vincere a FIFA."

Louis fa un grande sorriso, ma non protesta rientrando in salotto. "Vincere? La tua sicurezza mi lascia esterrefatto, giovanotto."

Il sorriso di Niall è libero e sregolato quando gli passa il controller. "Ce l'ho nel sangue!"

"Ma abbiamo un serio bisogno di iniziare a studiare, però," gli ricorda, risistemandosi sul divano di camoscio. 

"Domani," gli assicura, raccogliendo la sua ciotola e la busta accanto. 

"Domani," concorda, e scatta una foto col cellulare per mandarla a Stan, con la dicitura "La mia vita è meglio della tua !!!" prima di infilarselo in tasca e dimenticarsi del resto del mondo.

**

La prima volta che Louis vede Zayn Malik, è in ritardo per la lezione.

È al negozio di tè, a comunicare convulsamente il suo ordine (Yorkshire, metà latte-metà crema, senza zucchero) e praticamente a lanciare banconote alla cameriera – perché deve assolutamente sbrigarsi, non può arrivare di nuovo tardi, ma cazzo, ha bisogno di caffeina – ed è così emotivamente provato che a malapena si accorge della presenza accanto a lui e dei bisbigli che la circondano.

Solo dopo che ha controllato l'ora per la terza volta in tre secondi e che ha la certezza che il suo ordine sia in lavorazione, sente un saluto fugace, 'Malik! Ehi, amico," e il battito di una stretta di mano. E d'un tratto ogni pizzico di curiosità dentro di lui si risveglia, nonostante gli strati di stanchezza dopo un'altra nottata insonne – spaccherà quel pianoforte, e costringerà Niall a guardare.

Ne ha sentite talmente tante su Zayn Malik (ma proprio tante, per inciso – ogni giorno c'è una storia nuova o una lode stridula che lo riguarda, in classe e fuori), che ora sente di conoscerlo, e, per essere sinceri, vuole davvero sapere se sia chi silenziosamente sospetta che sia.

Perché gli tornano nitidamente alla mente quei completi pastello, il rimbombo di una macchina d'epoca, quell'odore di opulenza, e accidenti, se ne è attratto.

Quindi, con tutta la disinvoltura di un gatto (sono disinvolti, no?) Louis si volta, e i suoi occhi incrociano un fedora, capelli corvini da pubblicità dello shampoo, e una pelle color caramello fastidiosamente impeccabile. E ciglia. E occhi dalla forma perfetta, marroni, forse nocciola. E zigomi.

E cazzo.

Cazzo.

Basta. Zayn Malik non è reale. Zayn Malik è un ologramma. 

Ma sì, Zayn Malik è esattamente chi Louis sospettava che fosse, magnifico nel suo maglione pervinca e pantaloni panna, cuciti perfettamente sulla misura del suo fisico immacolato. Anche se, invece di essere con "i ragazzi" come era stato ogni volta che l'aveva visto, adesso è solo, senza una bottiglia di champagne o leccapiedi in vista.

Con la bocca letteralmente spalancata, fissa il ragazzo di fronte a sé, i cui occhi sono calmi e imperturbabili mentre osservano la cameriera con una risoluta intensità che sembra essere più annoiata che decisa.

E poi una mano vola sul bancone, sbattendo quasi Louis per terra, e nella mano della cameriera c'è qualcosa che non è tè Yorkshire.

"Signor Malik," dice immediatamente la ragazza, e il ragazzo sopracitato prende la bevanda senza una parola, con un leggero, attento cenno di assenso verso di lei, prima di scivolare altrove.

Che diavolo…?

"Fermi. Fermi tutti, cazzo. C'ero prima io!" strilla (poi lo negherà), offeso, ma la cameriera sembra altrettanto scioccata. 

"Ma quello era Zayn-"

"So chi diavolo era, ma perché accidenti ha avuto da bere prima di me? Non ha nemmeno ordinato niente!!"

La ragazza lo sta guardando con confusione sincera, senza parole. 

Louis riconosce una battaglia persa quando ne vede una. 

"'Sti cazzi. Mi dia da bere e basta, per favore. Sono già in ritardo, cosa sono un paio di minuti in più," ringhia, e con un'occhiata ancora confusa negli occhi, quella inizia a preparargli da bere.

"Incredibile," sospira a se stesso, scuotendo il capo. 

Sì, Louis può capire perché altri potrebbero sentirsi intimiditi dai ricchi, con le loro richieste silenziose e le aspettative esorbitanti – non aveva nemmeno sbattuto le palpebre prima che gli venisse dato da bere, senza parole o pagamento di ogni sorta – e sì, c'è un sottile e indescrivibile qualcosa in Zayn Malik che è misterioso e potente e molto, molto viscido. Se Niall è un drago, con il fuoco nella pancia e le squame e gli occhi brillanti e gli artigli luccicanti, Zayn Malik è un serpente, attorcigliato pigramente al sole e pronto a colpire se provocato, con la pelle vellutata e gli occhi penetranti.

E d'accordo, magari è bellissimo, ma proprio da far schifo, però si è preso quello che avrebbe dovuto avere lui ed è un privilegiato e un coglione e, già, Louis odia tutti. 

Allora manda un messaggio a Niall.

Odio questa scuola e tutti quelli che ci vanno. A morte i ricchi. 

Un secondo dopo, lo schermo si illumina.

Non posso morire. Sono immortale. Ti va di segare e farci una canna sotto un albero?

E vorrebbe davvero dire di no.

Che albero?

E invece dice questo.

Ha già avuto una brutta giornata e può mandare i suoi compiti al professore via e-mail. Che male c'è. E poi, è la prima settimana del semestre – quella non conta mai, giusto?

Giusto.

Quindi, dopo essere riuscito ad avere il suo tè, gira i tacchi e sorride alla prospettiva di un pomeriggio libero.

--

NdT. Okay, due cose dalle note originali dell'autrice: la canzone Hot one di Shutter to Think l'ha ispirata per il personaggio di Zayn e, per chi non l'avesse capito prima (tipo me) tutta la fanfiction è stata pensata soprattutto su Young & Beautiful di Lana del Rey (diciamo pure che Harry è questa canzone in questa storia. Prima o poi arriva, giuro). Ma che ve lo dico a fare, stiamo ascoltando tutte Fireproof a palla. E vabbè!  

   
 
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