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Autore: BlueBerries98    09/09/2014    4 recensioni
Dal primo capitolo:
[...]-Ascolta, non ti conosco quindi non so che intenzioni hai ma sappi che la scuola non può permettersi degli studenti nullafacenti e che non rispettano le regole, quindi, prova solo ad abbassare la rispettabilitá della scuola e giuro che troverò il modo per farti buttare fuori- continuai a guardarlo negli occhi sorridendo.
-Non fumare a scuola, non bere a scuola, non ubriacarti e , se lo fai, non dire a nessuno che studi qui. Segui le lezioni, studia,impegnati nelle attività,  non sporcare la mensa o qualsiasi spazio della scuola e, cosa più importante, osserva le regole.-
Fece un fischio e rise.
-Questa si che é accoglienza; posso respirare almeno?- [...]
-Questo é il tuo armadietto,  cambia la combinaziond se non vuoi che qualcuno frughi tra le tue cose.-
Notai che con se aveva uno zaino e lo mise dentro senza molto ordine.
Appena aveva sollevato lo zaino i suoi muscoli avevano fatto un guizzo e si erano irrigiditi per poi rilassarsi quando lo aveva lasciato.
-Se vuoi guardare anche gli addominali puoi dirlo. Basta solo chiedere- disse con un tono odiosamente sensuale. Sentii le guance arrossire e gli strappai i fogli dalle mani cercando un pretesto per cambiare argomento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My heart has chosen you'
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Vi prego di leggere l'angolo autrice. Comunque oggi niente banner perché Google chrome mi mette i bastoni tra le ruote. tsk

Nell'ultimo episodio:
Raccolsi le mie cose e girai la chiave nella toppa per poter aprire.
Nathan mi guardò confuso per poi analizzarmi da capo a piedi.
-Stai cercando di conquistarmi? E' già la seconda volta che ti vedo in asciugamano.- ridacchiò lui facendomi serrare la mascella.
Aveva i capelli scompigliati e la voce roca del risveglio. Era tremendamente sexy.
-Caspita, dovrò passare al piano B.- Risposi abbozzando un sorriso falso.[...]
[...]-Nate.- lo chiamai ma lui non si voltò e aprì il frigo per prendere lo sciroppo d'acero.
Mi avvicinai irritata da quella poca attenzione e gli strappai il flacone dalle mani mettendolo sul bancone.
-Adesso mi spiegherai perché dovrei dirti di smetterla? Ma poi di fare che?-
Chiuse il frigo con uno scatto e poi inchiodò i suoi occhi azzurri nei miei.
-Vuoi saperlo veramente?- chiese.
"Se la mettiamo così preferirei di no."
Annuii lentamente e il mio cuore iniziò a battere velocemente.
Fece qualche passo verso di me senza staccare gli occhi dai miei, indietreggiai automaticamente e sbattei con il bancone.
-Hai detto che ti ho roviato la vita.- disse continuando ad avvicinarsi a me. Rimasi ferma e feci un lungo respiro.
-Hai detto che dovevo sparire e io ho cercato di fare del mio meglio per non intralciarti più.-
Piantò i palmi delle mani ai lati del mio busto, sul marmo freddo del bancone.
-Quindi?- chiesi con una fitta al cuore.
Tutte quelle cose gliele avevo sputate in faccia durante la cena con i nostri genitori e Sebastian mi aveva consolata. Ma volevo davvero che Nate se ne andasse per sempre?
-Manterrò le distanze da te, non ti parlerò fiché non sarai tu a chiedermi di smetterla.-
Trattenni il respiro mentre lui si chinava sul mio orecchio e lo sfiorava appena con le labbra.
-Ma spiegami una cosa allora...- sussurra facendomi venire i brividi.
-Perchè mi hai detto di non considerarti più quando invece le tue pupille si dilatano* ogni volta che parlo con te?- chiede mentre io declutisco un groppo grande quanto un pugno.
-E perché ho l'impressione che se poggiassi una mano sul tuo petto i battiti del tuo cuore saranno accellerati?- continuò e io serrai i pugni contro i miei fianchi pur di non tirarglieli in faccia.[...]
[...]-Aaron!- dissi mentre lui mi stringeva leggermente chino per via della mia statura.
-Scarlett, che bello saperti viva!- si mise a ridere e sciolse l'abbraccio.
Arrossii non ricordando che fosse così carino e gli sorrisi.
-Ho avuto dei problemini.-
Lui rise e sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi eloquenti.
-Ehehe con il ragazzo della festa? Ma non era Nathan Waylon?-
Sentii Arianna tossicchiare dietro la mia spalla ma preferii ignorarla.
-No, mi sono solo sentita male: mi hai fatto bere troppo.- e feci una risata finta che temetti potesse smascherare, ma attaccò a ridere dietro di me quindi mi sollevai.
-Comunque devo darti il mio numero, magari qualche volta ti invito a qualche uscita con il mio gruppo!-
"Ma gli sto seriamente così simpatica? Nah..."
-Ehm si, magari qualche volta.- risposi senza convinzione.
Mi scrisse il uo numero sul braccio e poi se ne andò sorridendomi.
-Scarlett, non abbiamo finito di parlare!- urlò Nick mentre Bonnie si preoccupava di trascinarlo via.
Guardai Arianna sperando che non facesse domande e poi ci diriggemmo verso l'aula di chimica al piano di sotto.
Passai accanto all'armadietto di Nate e incrociai il suo sguardo rabbioso.
"Ma che si fotta."

CAPITOLO 2O
Entrai in cucina alla ricerca disperata di un bicchiere d’acqua.
Posai un bicchiere di vetro sul bancone e presi la bottiglia dal ripiano destro della nostra cucina, feci per bere quando mi squillò il telefono.
-Aaron?- bisbigliai tra me e me premendo il tasto destro alquanto confusa.
Mi schiarii la voce e sospirai.
-Ciao, dread! Come mai mi chiami?- chiesi prendendo un sorso d’acqua e aspettando la sua risposta.
-Conosci il parco vicino alla nostra scuola, quello abbandonato?-
Posai il bicchiere nel lavandino e rimisi la bottiglia sul ripiano della cucina.
Annuii come se lui potesse vedermi e aggiunsi un -Si.- disattento mentre uscivo dalla cucina e spegnevo la luce per poter andare in salone e sedermi sul divano.
-Ci sto andando adesso insieme a degli amici, vuoi venire?- chiese leggermene affannato per via della camminata che stava facendo.
Mi morsi il labbro indecisa nonostante non avessi nessuna voglia di incontrare i suoi amici; in più non conoscevo neanche lui.
-Penso di non poter venire, ho dei compiti da fare e non so neanche chi potrebbe portarmici.-
-Ah, peccato, mi sarebbe piaciuto presentarti agli altri.-
Aggrottai le sopracciglia e mi alzai dal divano per salire in camera mia.
La storia di Aaron non mi quadrava per niente, c'era qualcosa di strano circa il suo comportamento così amichevole verso di me.
Feci per salire i primi gradini quando suonarono alla porta.
-Uhm... aspetta un attimo Aaron.- borbottai facendo retro front per arrivare alla maniglia.
La girai sospirando e trovai Nate con le mani in tasca e una sciarpa che gli copriva mezza faccia.
Lo fulminai con gli occhi e sbuffai.
-Greg non c'è, torna da dove sei venuto.- grugnii sperando che se ne andasse il prima possibile.
Feci per chiudere la porta ma lui ci mise un piede in mezzo e riuscì ad entrare.
-Accogli sempre così i tuoi ospiti o è un trattamento riservato a me?-
Sospirai e tornai da Aaron.
-Scusa Aaron, ci sentiamo un'altra volta. Grazie per l'invito comunque.-
chiusi la chiamata e lanciai il mio telefono sul divano per poi tornare da Nate.
-E' un trattamento che riservo solo a te.- ringhiai mentre lui si liberava la faccia da quella sciarpa nera.
-Spero che tu capisca il perché.- aggiunsi mentre lui faceva un sorrisetto beffardo.
Allungò un braccio per appendere la sciarpa ad un gancio vicino alla porta e poi tolse la giacca.
-Scommetto che passi giornate ad escogitare un nuovo modo per cacciarmi via da te. Che carina, sono sempre nei tuoi pensieri.-
Strinsi la mascella e per poco non gli tirai un pugno in piena faccia.
-Non capisco perché tu debba restare qui dal momento che Greg tornerà stasera a non so che ora.- ripetei bloccandogli la strada per la cucina.
-Ti si è incantato il disco, principessa?-
Alzai gli occhi al cielo e lo seguii fino al salone cercando di mantenere il suo passo.
-Posso dormire qui per questa notte?- chiese voltandosi all'improvviso facendomi sbattere contro il suo petto duro.
Indietreggiai imbarazzata ed alzai lo sguardo per incontrare un altro suo sorrisetto.
Aggrottai le sopracciglia non capendo il senso della sua richiesta.
-Cosa? Perché?-
Lui si guardò intorno e si passò una mano dietro la nuca in un gesto imbarazzato.
-Ho solo bisogno di dormire qui per questa notte. Non chiedere altro.- rispose con un tono strano.
Mi guardai intorno indecisa e poi schioccai la lingua sul palato.
Sinceramente ero abbastanza incazzata con lui e non avevo alcuna voglia di lottare contro la sua parte suadente e arrogante per il resto della serata finché Greg non fosse tornato.
-Dovresti chiedere a mi fratello, è lui il più grande e, sicuramente, dormirai nella sua stanza. Quindi chiedi a lui.- sviai sperando che qualcuno venisse a salvarmi.
-Tuo fratello non tornerà per questa sera.- disse sedendosi sul divano.
Aggrottai nuovamente le sopracciglia. Mi sarei paralizzata in quel modo prima o poi.
-In che senso?- chiesi stranita.
Lui si accigliò e le sue sopracciglia schizzarono in alto.
-Secondo te in che senso?- mi fece eco soridendo maliziosamente.
-Okay, senti, non mi interessa ma tu te ne devi andare.-conclusi scocciata e gli indicai la porta.
-Subito.- aggiunsi dopo un attimo.
Lui incrociò le braccia al petto e si rilassò sul divano.
Rimasi ad osservare la luce della stanza che sbatteva contro i suoi zigomi e scivolava lungo la mascella e per poco non mi fiondai a toccarla.
-Ti ho accolto in casa mia due volte e tu non vuoi concedermene neanche una, principessa?-ridacchiò interrompendo la mia, mielosa e patetica, descrizione adorante.
Gli feci un soriso falso ma continuai a tenere il dito alla porta.
-Un motivo ci sarà,no?Comunque troverai qualche donzella più che felice di accoglierti in casa.- risposi prendendo la sua sciarpa e il suo cappotto.
-Preferiresti che mi aspitasse una delle donzelle di cui parli?-chiese beffardo sorridendo.
"No."
Per poco non mi diedi un pugno per averlo pensato ma lui notò il lampo d'incertezza nei miei occhi e il suo sorriso si fece più ampio.
-Le donzelle di facili costumi che ti porti a letto saranno abbastanza accoglienti con te.- 
Perché stavamo parlando di donzelle in un momento del genere?
-Oh, non ne dubito.- ridacchiò in risposta facendomi salire i nervi.
Gli lanciai le sue cose e riportai il dito sulla porta.
-Vai.-
Aspettai si alzasse e uscisse ma rimase fermo a fissarmi.
"Ma è stupido, per caso?!"
Sbuffai e abbassai il braccio.
-Dormi sul divano, non usare il frigo e vattene entro le 10 di domani.-mi arresi andandomene in camera mia.
-Grazie, principessa!- urlò dal piano di sotto.
Non risposi e mi rinchiusi nella mia stanza.
"Devo farmi una doccia.." 
Decisi che, dopo l'ultima avventura in fatto di docce, avrei rimandato all'indomani e misi il pigiama.

Perché stava dormendo al piano di sotto e non a casa sua?
Continuai a chiedermelo fino a tarda notte e ringraziai il Cielo che, il giorno dopo, fosse sabato.
Mi rigirai nel letto per un bel pezzo prima di controllare l'orario sulla sveglia e sbuffare: 2.45
"Dov'è Greg?"
Controllai meglio sul comodino alla ricerca del mio telefono ma mi ricordai di averlo lasciato... sul divano.
-Merda.- grugnii tuffando la testa nel cuscino. Non avevo voglia di vedere Nathan.
Sospirai sconfitta mentre appoggiavo i piedi per terra e cercavo le pantofole. 
Sinceramente, ero abbastanza curiosa di sapere se stesse seriamente dormendo o fosse tutta una farsa per rompermi le palle anche a casa e mi ricordavo ancora quando l'avevo osservato dormire, accanto a me, sul suo letto, il giorno dopo della festa disastrosa.
Mi alzai controvoglia e aprii la porta della mia stanza.
Tuttto era immerso nel buio, Nathan si era preso la briga di spegnere tutte le luci che avevo lasciato acchese e, una piccola parte di me (sia chiaro), sorrise intenerita.
Alzai gli occhi al cielo, infastidita da me stessa, e poggiai la mano sul corrimano delle scale cercando di fare meno rumore possibile durante la discesa. 
Mi guardai intorno quando ebbi poggiato anche il piede sinistro sul pavimento dell'ingresso e andai in salone.
Non riuscii a vederlo finché non capii su quale divano si era addormentato.
-L'ha fatto di proposito.- borbottai ad alta voce cercando disperatamente il mio telefono sul tavolino. Non c'era.
Era sotto di lui.
Mi trattenni dall'andare a svegliarlo a colpi di sedia e mi avvicinai lentamente; potevo anche infilare una mano dietro la sua schiena e riprendere il mio telefono, no?
"Succederà qualcosa, come sempre"
Sbuffai sapendo di avere ragione e guardai l'interruttore della luce indecisa se farlo scattare o lasciarlo spento. Tornai a guardare Nathan che dormiva su una spalla e decisi che sarebbe stato troppo crudele da parte mia.
Comunque rimasi a fissarlo e bearmi della sua calma finché potevo.
I capelli biondi gli ricadevano a ciocche sulle guance e mi trattenni dall'andare là a spostarle con le dita. Scesi leggermente con lo sguardo e notai che aveva le labbra semi aperte da cui uscivano leggeri sospiri pacati. Era calmo e tranquillo.
"Perché sei qui e non a casa tua?" gli chiesi nuovamente nei miei pensieri.
Trasalii quando fece un lento movimento che scoprì il mio telefono e mi fece sorridere vittoriosa.
"Sarà una cosa tranquilla e veloce."
Camminai lentamente e silenziosamente fino al divano e mi sporsi leggermente per afferrare il telefono.
Gioii quando le mie dita toccarono il materiale freddo e lo presero saldamente. Ritrassi la mano e guardai il mio telefono tra le mie mani.
Mi bloccai.
Non era il mio ma quello di Nathan.
-Io ti ammazzo.- sussurrai guardandolo furiosa.
Decis di lasciar perdere e misi il suo telefono sul tavolo ma, nel piegarmi, qualcosa mi afferrò la mano.
Feci un urlo e ritrassi la mano d'istinto ma era bloccata in quella di Nathan.
Arrossii a quel contatto e tutti i nervi si focalizzarono su quel punto mandandomi scosse elettriche.
Spostai gli occhi nei suoi e li trovai aperti e divertiti.
Mi tirò a se e, per non cadergli di sopra, dovetti poggiare il ginocchio sul divano.
-Hai bisogno di qualcosa, principessa?- chiese con la voce roca di chi si è appena svegliato.
Mi tirò ancora e io mi tenni con la mano libera al divano.
-Che tu vada all'inferno.- grugnii sentendolo tirare ancora e opponendo resistenza.
Lui sorrise, divertito, e mi venne voglia di tirargli un pugno sul naso.
"Levati quel sorriso o ti tirerò una testata."
-Mhmh.- fece solo e annuì.
-Nient'altro?-
Mi guardai intorno cercando un qualcosa di contundente e lui ridacchiò.
-Potrebbe interessarti l'oggetto che ho nella tasca dei pantaloni?- chiese poi fermando i miei occhi con i suoi.
Odiavo il fatto che dovesse leggermi dentro ogni volta che parlavo/litigavo con lui e abbassai gli occhi fino ai suoi jeans.
-Che stronzo.- grugnii mentre brividi di eccitazione mi scorrevano sotto la pelle facendomi accellerare il battito cardiaco.
Era un controsenso: lo insultavo ma non vedevo l'ora che facesse un'altra mossa.
"No, non ci pensare neanche!"
Strinsi la mascella ricordandomi che, la Scarlett di sempre, se ne sarebbe uscita con una frase sprezzante o gli avrebbe dato un calcio con il ginocchio libero, per poi prendere ciò che era suo e tornarsene in stanza trionfante.
Ripresi a fare forza per liberare la mia mano dalla sua perché si, avevo mollato per pochi secondi, e decisi di dargli una ginocchiata ma lui afferrò la mano che mi sosteneva per non farmi cadere su di lui prima che potessi fare una mossa.
Feci forza sui muscoli della schiena e decisi che non mi sarei avvicinata a lui più di così.
-Nathan, lasciami.- ordinai ricordandomi come si respirava e come si parlava.
Lui sorrise maliziosamente e poi annuì sorprendendomi.
-Va bene.- acconsentì.
Mi rilassai e aspettai che lui mi lasciasse ma mi tirò nuovamente verso di se e poi lasciò le mie mani facendomi sbilanciare e cadergli di sopra.
Mi afferrò dalla vita prima che potessi sbattergli la fronte sulla faccia e mi accorsi solo allora di quanto fossimo vicini: ci separavano solo quattro dita dallo sfiorarci.
Arrossii di colpo sentendo i brividi ovunque quando lui sorrise e si avvicinò a me.
L'ultima volta che l'aveva fatto non mi aveva baciata e mi aveva tenuta con il fiato sospeso finché non si era allontanato. Il fatto che ne fossi rimasta delusa, mi faceva arrabbiare abbastanza perché si, sicuramente provavo qualcosa per lui. Merda,
Aspettai secondi che parvero anni e poi decisi.
Mi abbassai abbastanza da colmare quelle quattro dita di spazio e baciarlo.
Quando le sue labbra toccarono le mie mi dimenticai del mio telefono nei suoi pantaloni e del fatto che Greg poteva tornare da un momento all'altro.
Ora che avevo le mani libere le infilai tra i suoi capelli e lo tirai a me tuffandomi nel suo sapore di menta.
Il mio quore iniziò a battere come non aveva mai fatto e il mio stomaco iniziò ad attorcigliarsi sotto l'adrenalina e l'eccitazione.
La sua lingua sfiorò la mia quando aprii leggermente la bocca per farlo entrare e le sue mani corsero alla base della schiena mentre si spostava in una posizione più comoda per entrambi.
Una sua mano scivolò sulla mia coscia e sentii i brividi ovunque.
Fece forza e mi incoraggiò a salirgli di sopra.
Misi le ginocchia ai lati del suo bacino e mi accorsi che avevo bisogno di respirare.
Mi staccai controvoglia e ripresi fiato.
Lo guardai negli occhi.
-Questo era il mio primo bacio.- dissi senza pensarci troppo.
Lui rimase un attimo fermo e poi sorrise.
-Scusa per gli altri.- mormorò e si avvicinò nuovamente.


Saaalve!
NON LINCIATEMI!!!!
Scusate se non mi sono fatta sentire, non ho scuse e non ne voglio trovare perché ero tutta presa dal mare, dalla spagna, dalla mia sicilia, da roma... dalle vacanze.
Ma scusatemi davvero tanto T.T
Dovete ringraziare lime_ se ho aggiornato oggi perché lei mi ha tipo ricordato che ho una storia da finire ehehehe
Okay, perdonate il mio italiano e anche me.
E mi scuso anche per gli errori di grammatica che (sicuramente) ci saranno. Si, come al solito non ho riletto; ma praticamente sto fangirlando per il mio stesso capitolo, capitemi!
Ora passo a ringraziare i recensori dello scorso capitolo:
 
MeVoy
Faccio schifo, lo so ma adesso sono a casa e posso aggiornare come facevo prima.
Abbiamo raggiunto le 100 recensioni in 20 capitoli *^* vi amo, sigh.
  
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