#
8 – No
dawn, no day
No.
Puoi credere a tutto ma a questo no.
Richard
Castle scriverebbe anche con una mano sola, se fosse necessario.
Legato
e appeso a testa in giù.
“Posso
anche aver deciso di lasciare per sempre New York ma non
c’è una singola valida
ragione al mondo che mi farebbe smettere di scrivere. Scriverei anche i
bugiardini dei medicinali!”, protesta infatti, Castle.
“Castle...”,
tenta di calmarlo Ryan.
“No,
niente Castle! Non esiste che abbia fatto una cosa del
genere!”, le guance gli
si arrossano velocemente per il fervore “Posso aver avuto dei
momenti in cui
trovavo difficile riportare i miei pensieri su carta, posso aver avuto
un
esaurimento... tutto quello che volete, ma questo no!”.
Gina si
avvicina al suo letto con la mano nella borsetta, in cerca di qualcosa.
“Sapevo
che l’avresti detto”, l’ex moglie estrae
il suo cellulare “Aspetta... ecco qua.
Questo è il video della conferenza. È stato tra i
più visualizzati per
settimane”.
Preme
play e lo porge a Castle.
Da dove
sei non puoi vedere, ma riesci a sentire bene. La sua voce ti arriva
nitida.
“Vi
ringrazio tutti per essere accorsi qui con così poco
preavviso. Non è una cosa
facile per me da dire e sentivo di doverlo fare subito senza troppi
giri di
parole.
Non
posso dire di avere l’appoggio tutti i miei cari e questo mi
dispiace molto, ma
nella vita di ognuno di noi, prima o poi, giunge il momento in cui si
deve dare
retta alle proprie esigenze. Le priorità cambiano;
ciò che prima mi sembrava
importante ora non lo è più e viceversa
ciò che credevo non facesse per me ora
mi sembra la cosa più giusta da fare”, la voce si
blocca e senti
chiaramente il brusio dei giornalisti che si domandano tra di loro di
cosa stia
parlando Castle.
“Non
sono mai stato un tipo vacanziero. Dopo una settimana sono
già annoiato e
scalpito per trovare qualcosa da fare”, Castle
guarda il video ad occhi spalancati. Non lo hai ancora visto sbattere
le
palpebre “Ma
dopo quanto sapete essermi accaduto mesi fa io ho seriamente
bisogno di staccare la spina. Di ritrovare la pace lontano da omicidi e
tragedie”.
“Che
cosa sta cercando di dire, Signor Castle”, domanda un
giornalista.
“Quello
che sto cercando di dirvi è che...lascio per sempre la
città e la scrittura”.
Dopo
quella rivelazione il brusio sovrasta qualunque sua altra parola.
Le voci
dei giornalisti si accavallano l’una sull’altra e
senti spiccare solo quella di
Gina che chiede ai presenti di ricomporsi.
Una
volta ristabilito il silenzio torna la sua voce “Se ve lo steste
chiedendo,
non ho intenzione di cambiare genere. Non scriverò romanzi
rosa o altro, lascio
ogni tipo di scrittura. Vado in pensione, se preferite” lo
senti
ridacchiare appena “Capisco che vi possa sembrare una
decisione improvvisa
ma vi assicuro che è stata ponderata a lungo. Non sono
più in grado di
sostenere questi ritmi e soprattutto questa vita sempre al limite. Il
brivido e
l’adrenalina non fanno più per me. Ho rischiato
troppo in questi anni e non me
lo posso più permettere. Ho bisogno di ritrovare la mia
serenità. Spero
possiate capire, così come mi ha capito la donna che
amo”.
Gina
interrompe il video “Qui entro in scena io che dico di aver
tentato di
dissuaderti in ogni modo ma la determinazione tua e di Kate
alla fine
l’hanno avuta vinta”.
“Ero
d’accordo” sussurri a malapena, totalmente
incredula.
“Oh,
sì”, conferma Gina “Tutti noi eravamo
convinti che saresti stata dalla nostra
parte, che ci avresti aiutati a farlo ragionare. Paula ti ha supplicata
più e
più volte”.
Ryan si
avvicina a te “Eri la sua più grande
sostenitrice”, ti dice con un sorriso
“Molto romantico in effetti, anche se non riuscivamo a
capirvi”.
“Non
posso credere che voi me l’abbiate
lasciato fare”, Rick attira di nuovo
l’attenzione su di sé “Non posso credere
che io l’abbia fatto!”.
“Castle...”,
questa volta è Esposito che tenta di parlare.
“Per
favore”, sentenzia invece Castle “Lasciateci
soli”.
A testa
bassa, dispiaciuti, uno alla volta Gina, Ryan ed Esposito escono dalla
stanza,
assecondando la sua richiesta.
State per
litigare. Sta per chiederti come hai potuto lasciargli fare uno sbaglio
tremendo come quello.
E tu
stai per dirgli che non ne hai la minima idea.
Lo vedi
allungarsi verso l’elettrocardiografo e per la prima volta
è lui a scendere dal
letto e a raggiungerti al tuo.
Ma non
si sdraia come hai fatto tu in quelle notti.
Si
siede sul lato destro e ti guarda fisso negli occhi.
Se non
ti calmi manderai in tilt quel dannato monitor.
“Scusa”,
pronunci con voce leggermente tremante.
Alza il
sopracciglio con ovvia sorpresa “Di cosa?”.
Tu ti
stringi nelle spalle “Di non averti impedito di lasciare il
lavoro che ami”.
Poggia
una mano sulla tua e ti sorride “Semmai io dovrei
ringraziarti”, vede che non
capisci e allora prosegue “Hai sentito cosa ho detto nel
video? Sei l’unica che
mi abbia sostenuto. Per quanto sia assurdo per me credere di aver
spontaneamente deciso di mollare tutto in quel modo, sono contento di
sapere
che eri al mio fianco”.
Tu
scuoti la testa “Ti avrei fatto cambiare idea a testate,
invece”, gli dici con
convinzione ed entrambi ne ridete “Davvero. Suona bellissimo
sentire che ti ho
sostenuto nella tua decisione. Ma non credo che l’avrei
fatto. Forse avrei
potuto accettarlo col tempo ma sono certa che non sarei stata
‘la tua
più grande sostenitrice’ come ha
detto Ryan”, virgoletti con le mani quella definizione che
proprio non ti
piace.
Castle
finge di guardarti con sospetto “Quindi ti piaccio solo
perché sono uno
scrittore famoso. Disoccupato non mi vuoi?”.
“Non
essere sciocco”, gli dai un leggero colpetto con il
ginocchio, da sotto le
coperte “Puoi fare il lavoro che vuoi, ma so quanto ami
scrivere e so che non
lo lasceresti per niente al mondo. Quindi no, non posso credere di aver
accettato la tua decisione senza nemmeno aver tentato di farti cambiare
idea.
Tra l’altro qui nessuno ha menzionato se te ne saresti andato
con me o meno e
sinceramente questo mi agita”.
Si
avvicina immediatamente per darti un bacio sulla fronte
“È categoricamente
escluso che io vada in un qualunque posto senza di te”.
Ti senti
sollevata.
Sai che
non se ne sarebbe mai andato senza di te, ma sentirglielo dire ti fa
stare
subito meglio.
“Ma
come pensavamo di fare se io sono al distretto e tu chissà
dove?”.
Lui
alza le spalle cercando di pensare “Probabilmente come
abbiamo fatto a suo
tempo con Washington”.
“È
assurdo”, tu scuoti la testa “Non ha funzionato una
volta perché avremmo dovuto
rifarlo?”.
“Tutto
quello che ci stanno dicendo da giorni è assurdo,
Kate”.
Prendi
la sua mano e te la appoggi sulla guancia. Poi chiudi gli occhi.
“Forse
è un sogno. Forse stiamo ancora dormendo. Quando riapriremo
gli occhi ci
sveglieremo il giorno del nostro matrimonio”.
“Scommetto
che eri bellissima”, ti dice e tu riapri gli occhi solo per
vedere i suoi un
poco più lucidi.
“Indossavo
il vestito di mia madre”, confessi con un nodo alla gola
mentre lui ti guarda
con dolcezza “E gli orecchini di Martha”.
Castle
spalanca la bocca “Quelli blu di sua madre?”, tu
annuisci e lui sorride “Lo sai
che Gina e Meredith avrebbero ucciso per averli?!”.
Tu
sorridi lusingata “Credo di piacerle”.
“Tu
credi, eh?”, ti prende in giro.
Adori
Martha tanto quanto lei adora te.
“Che
cosa facciamo?”, domandi, tornando alla realtà dei
fatti.
Lui ti
bacia con passione.
“No,
questo
temo che non lo possiamo fare”, ridi cercando di tenere a
bada i brividi che
senti lungo la pelle per esservi appena scambiati il vostro primo bacio
decente
da giorni.
“Siano
dannati i nostri corpi stanchi”, impreca teatralmente
“A proposito ti è forse
parso che qualcuno ci abbia detto perché siamo in
ospedale?”.
“No,
continuano ad ometterlo”.
“Abbiamo
degli amici reticenti”.
“Molto!”.
“Forse
mi hai davvero preso a testate per farmi cambiare idea e siamo stati
entrambi
ricoverati per traumi cranici multipli”.
Scherza.
Sta
ovviamente scherzando.
Eppure
per un attimo state meditando di cominciare a tastarvi la testa per
controllare
se sentite dolore in qualche punto.
Capite
di aver avuto lo stesso pensiero quando entrambi scuotete la testa
ridendo.
Nonostante
tutto, quando siete insieme, riuscite ancora a ridere.
“Ti
amo”, adori il modo in cui te lo dice.
E adori
ancora di più quello sguardo innamorato e quel sorriso dolce
che gli spunta sul
viso quando tu lo dici a lui “Ti amo”, rispondi
quindi, immediatamente.
“Che
ne
dici se alziamo la voce?”, Castle si rimette in
piedi “Adesso vado ad
aprire quella porta e chiunque ci sia là fuori
subirà la nostra ira!”,
lentamente, un passo dolorante alla volta, si dirige verso
l’ingresso della
loro stanza.
“Basta
racconti e storielle su cosa abbiamo fatto e perché! Ora ci
dicono tutto e
subito, soprattutto come diavolo siamo finiti in ospedale!”,
continui tu,
sull’onda del suo entusiasmo.
“Concordo!”,
ti dice mentre appoggia una mano sulla maniglia
“Pronta?”.
“Pronta!”.
Apre la
porta con decisione e fa qualche passo fuori dalla stanza.
Lo senti
salutare l’agente di guardia.
Resti
in attesa di vederlo riapparire con tuo padre o magari con Alexis.
“Signor
Castle, lei non dovrebbe essere a letto?!!”, tuona una voce
per te
inconfondibile.
Velocemente,
per quanto gli sia possibile, Rick rientra in stanza con la coda fra le
gambe
seguito dal capitano Gates.
“Magari
ci sfoghiamo sul prossimo che viene a trovarci”, ti sussurra
mentre si
precipita a letto.
Ivi’s
corner:
Non so
cosa dire, portate ancora un po’ di pazieza.
I caskett
ci hanno provato ad alzare la voce per sapere la verità ma
la Gates li ha
rimessi a loro posto ^_^
Forse
la prossima volta...
E ricordate
che #TrillionIsTheWay
ahahah :p (non c’entra nulla con la ff ahahah ma va
ripetuto almeno una decina di volte al giorno minimo xD )