Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: LifeIsAMovie    09/09/2014    1 recensioni
DAL LORO PRIMO INCONTRO, HARRY E LOUIS, SONO IN PIENA LOTTA CONTRO SE STESSI E GLI ALTRI MENTRE VENGONO INGHIOTTITI DAL MONDO DELLA MUSICA.
Due gocce si rincorrono nel freddo di un corta e inutile vita, due gocce si incontrano a metà strada, quasi a deciderlo, percorrono gli ultimi istanti insieme lottando contro il vento e lasciandosi aiutare dalla gravità, dietro di loro solo una silenziosa scia destinata a sparire senza essere ricordata. Avranno due scelte davanti: concludere la loro vita insieme e rischiare il tutto e per tutto, rischiare di schiantarsi, oppure prendere strade diverse ma consapevoli che ormai dentro di loro ci sarà per sempre qualcosa dell’altra.
Tutto dipendeva da Harry, io la mia scelta l’ho fatta.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                            Rain.      

L'HO SCRITTO OR ORA PER NON FAR PASSARE ANCORA TUTTO QUEL TEMPO AHAHAHAH SPERO CHE VI PIACCIA ANCHE SE E' FATTO UN PO' DI CORSA E SICURAMENTE CON QUALCHE ERRORE. PERDONATEMI!
BUONA LETTURA!




In radio c’è Billie Jean di Michael Jackson e sembriamo degli idioti mentre balliamo e cantiamo a squarcia gola, Harry ride.
Zayn fa gli ultimi pezzi in cui il re del pop urla di più mentre Liam improvvisa una base di beat boxer e Niall schiocca le dita a tempo mentre ondeggia con le spalle insieme a me che canto iniziando anche ad imitare il cantante defunto.
Harry ha riso per la durata di tutta la canzone e anche dopo, quindi più di 4 minuti sicuro. È bello vederlo ridere.
-Come pretendiamo che la gente ci prenda seriamente se facciamo queste stronzate?- Niall lo dice cercando di scandire bene le parole nella risata, una missione quasi impossibile per chi ride di tutto petto, come lui.
-Ormai non m’interessa nulla di quello che pensa la gente se non sono fan- alzo le spalle e Zayn mi propone un “cinque”, il che significa che è assolutamente d’accordo con me.
-Allora con Eleanor?- Liam mi riporta alla vita reale in cui io faccio finta di essere fidanzato con una ragazza per paura di cosa possa pensare la gente del mio orientamento sessuale.
-Tutto bene, starò con lei quando torno a casa, sarà un modo per farci vedere insieme. Voi?-
-Beh, come sai, io e Danielle abbiamo definitivamente mollato - mi fa notare con garbo quello che mi sono scordato, forse per l’abitudine di vederli insieme.
-Già, scusa, mi ero dimenticato che…-
-Tranquillo, credo sia l’abitudine- mi sorride amichevolmente e so che davvero non se l’è presa.
-Già. Te?- mi volto verso l’unico fidanzato.
-Non credo possa venire, è impegnata molto anche lei- alza le spalle, allarga le braccia mostrando i palmi verso l’altro e alza un angolo della bocca in un mezzo sorriso. So che gli pesa il fatto di non vederla molto.
Niall, dalla postazione davanti alla mia, mi tira un piccolo calcio sullo stinco e io lo guardo pronto per urlargli un “ma sei matto?”, solo che poi con la testa indica alla mia sinistra, dove Harry è impegnato a guardare il suo riflesso nel finestrino oscurato. Capisco che è pensieroso, si lascia perfino sfuggire un sospiro.
Ha il mento poggiato sul palmo della mano, le dita premono sulla pelle soffice delle guance, il gomito puntato sullo sportello, vicino al vetro. L’altra mano è tra le cosce rilassate e strette nei jeans, le caviglie incrociate, le vecchie converse, che non gli vedevo da tempo, fanno sfoggio di loro e del tempo che le ha usurate.
Poggio la mano, quasi impaurito, sulla sua coscia che si scontra piacevolmente con la mia, stranamente, senza creare imbarazzo e tensione.
Sembra trasalire a quel contatto e volta repentinamente la testa, gli sorrido leggermente e lui tira su gli occhiali da sole neri.
-A che pensi?- probabilmente non sono neanche affari miei.
-Al nuovo album, siamo già a tre, non è pazzesco? - per quanto la sua voce esprima vero interesse per quell’argomento, sono certo che non pensava a questo.
-Si, lo so, Harry, è pazzesco- lascio andare, se non vuole dirmi a cosa pensa chi sono io per obbligarlo a farlo?
Torna nella medesima posizione, non prima di essersi sistemato i capelli.
Sospiro rassegnato. Ormai sono passati i tempi in cui mi diceva quello che gli passava per la testa, anche la cosa più inutile e stupida. E forse, ho paura, sia meglio così.
I giorni sono passati molto velocemente, e ancora più veloci sono passate le settimane. Il Tour è agli sgoccioli, siamo a più della metà di concerti fatti.
Vorrei poter fermare il tempo, vorrei poter decidere io in che direzione debba andare la mia vita, vorrei tornare indietro e schivare con destrezza tutti gli errori che mi hanno portato lontano da Harry, vorrei recuperare quegli attimi per non sprecare nemmeno un solo secondo di vita insieme, vorrei così tante cose, vorrei essermi dichiarato in quella stanza d’albergo mentre lui piangeva rannicchiato a terra, vorrei non essere tornato ubriaco a casa quella notte, vorrei essere libero.
Harry aveva ragione, possiamo permetterci tutto e avere tutto, ma la libertà non ce la ridarà indietro nessuno.
La libertà di andare in giro mano nella mano con la persona che si ama, la libertà dei sentimenti, la libertà di poter dire tutto quello che ti opprime al mondo intero, la libertà di non doverti sempre e costantemente mostrarti felice, anche se non lo sei, agli occhi della gente.
D’altro canto amo questa vita, sono riconoscente a tutti quelli che mi hanno permesso di viverla e amo viverla con loro, con Zayn, Niall, Liam e Harry.
I pro superano i contro, ma non d’intensità.
Veniamo scortati in aeroporto.
Aeroporti, hotel, macchine, dietro le quinte, palchi. Ecco i luoghi in cui ho passato più tempo in questi anni.
Non dovrei neanche lamentarmi. Non sono un irriconoscente, ma ci stanno questi pensieri quando ti senti giù.
Aspettiamo l’aereo in una stanzetta lasciata libera per noi.
Le telecamere ci riprendono dormire.
Quando mi sveglio trovo Harry in piedi davanti alla finestra che fissa la pioggia sbattere sul vetro.
Mi avvicino lentamente.
-Che fai?- mi affianco a lui.
-Secondo te chi vince?- non si preoccupa nemmeno di guardarmi.
-Ma che dici?-
-Le goccioline sul vetro, secondo te chi vince?- mi ripete, insistendo.
Guardo il vetro e capisco cosa intende, puntavo sempre su una goccia quando ero in macchina, da piccolo. Solo che puntualmente questa si univa ad un’altra goccia, andava più veloce per poi fermarsi e farsi superare dalle altre. Allora mi arrabbiavo e tiravo giù il finestrino per poi ritirarlo su e vedere le gocce vecchie spazzate via e le nuove che si depositavano sul vetro. Ricominciavo di nuovo la sfida.
-Questa. Tu?- ne indico una assecondandolo in questo gioco infantile.
-Questa- ne indica una sopra la mia.
Dopo qualche secondo la mia supera la sua e io esulto mentalmente mentre lui scuote la testa.
Un minuto dopo, la mia non è scesa ma ha continuato la sua strada per dritto e la sua scendendo ha inglobato interamente la mia. Era come se avessero deciso di incontrarsi a metà strada andando anche contro tutte le leggi della fisica.
Lo vedo sorridere e scuotere la testa.
-Non vale, è una mossa scorretta!- mi lamento indicando il vetro e la corsa ancora in atto.
-È strano, ho sempre creduto che tu avessi raccolto la mia vita, non il contrario- sospira tenendo lo sguardo fisso sulla goccia più grande di tutte che continua la sua discesa, sfidando il vento e il fatto che sia più pesante delle altre. Le probabilità che vinca sono scarse.
Resto spiazzato da quell’affermazione. Ci ha paragonato a delle gocce che corrono su una superfine liscia come quella di una finestra. Lui si è paragonato alla goccia che soccombe a quella più grande e prepotente che la ingloba senza nemmeno pensarci.
-Se vince mi concedi una notte con te, se perde mi rassegno al fatto che non possiamo lottare contro il vento che ci sbatte contro- sussurro, per nulla sicuro che il mio tono di voce non risulti spezzato e ansioso.
Si volta a guardarmi, lo sguardo indagatore di chi non crede di aver capito davvero il senso di quelle parole.
-Non vincerà mai, le altre sono più piccole e più favorevoli a tagliare il vento-
-Ma è la più pesante, la gravità dovrebbe portarla giù più velocemente- voglio davvero che quella goccia vinca.
-Quando cadrà si schianterà, con un rumore sordo e insopportabile- non sono più sicuro che l’argomento sia la goccia.
-O magari si adagerà delicatamente e vivrà li, fino alla fine dei suoi giorni, nella pace assoluta- ipotizzo, di certo più ottimista di lui.
-No, perché la gravità che prima la facilitava nella vittoria sarà la sua rovina-
-In quel caso sarà il vento a sostenere il peso, evitando lo schianto-
Restammo zitti fino a che la gara silenziosa non finì.
Mi resi conto in quel momento che non c’era nessuna goccia che soccombeva all’altra. Semplicemente si univano perché da sole non ce l’avrebbero mai fatta.
Ma noi saremmo davvero stati in grado di sconfiggere il vento e la gravità per poi riportarle a nostro favore? Saremmo sopravvissuti o ci saremmo schiantati lasciando solo una scia destinata a sparire dietro di noi? Avremmo perso o vinto la corsa?
-Bene- il ragazzo al mio fianco sospirò quasi impercettibilmente.
 
Mi sembra di essere stato sballottato fino al sedile di questo aereo e ho un mal di testa incredibile.
La pioggia sta via via lasciando il posto alle chiare nubi che lasceranno intravedere il pallido sole.
I Simple Plan risuonano nelle cuffiette con “This song saved my life” e io sono completamente rilassato aderendo allo schienale comodo della poltrona in pelle.
Amo viaggiare in prima classe.
-Lou? Stai dormendo?- sento una mano dalle dimensioni discutibili scuotermi delicatamente il braccio poggiato flaccidamente al bracciolo. Apro un solo occhio e appena ne trovo un paio verdi a scrutarmi mi costringo ad aprire anche l’altro.
-Harry…- mi tiro su mettendomi in maniera più consona per la sanità della mia spina dorsale.
-Lou- la sua voce roca risuona stranamente dolce. Non dovrebbe esserlo.
-Cosa c’è?- mi stropiccio gli occhi che sono sicuramente arrossati.
-Devi spegnere qualsiasi dispositivo elettronico tu abbia tenuto acceso fino ad adesso e devi allacciarti la cintura- sorride. Riesco solo a fissarmi sulle sue fossette.
Faccio come dice e lui segue i miei movimenti.
Dopo secondi di silenzio riesco a decidermi e a prendere parola.
-A cosa stavi davvero pensando in macchina?-
-Non all’album- sorride amaramente, non è riuscito nel suo intento di nascondermi i suoi veri pensieri.
-Me ne ero accorto-
-Nick vuole rivedermi per rifare le nostre solite uscite…e stavo semplicemente pensando a cosa fare-
-Non ci andrai, vero?- lo guardo pregando di non averla fatta apparire troppo come una supplica.
-Tu non vuoi che io ci vada?- i suoi occhi su i miei iniziarono a bruciare di un’intensità spaventosa.
Mi sentii in soggezione ma ero deciso a non lasciarlo più andare ad una di quelle serate autodistruttive.
-Sinceramente preferirei di no, ma la vita è tua-
Non finimmo di parlare perché l’aereo atterrò nel migliore dei modi e noi fummo portati alla vita reale.
Quel giorno registrammo qualche strofa per il nuovo album e ci dedicammo alle prove per il concerto che avremmo dovuto fare quella sera. Non c’era tempo per riposare ne per parlare seriamente delle propri vite.
Il concerto andò bene, meno del solito ero riuscito a tenere lo sguardo lontano da Harry.
Sui social avrei sicuramente trovato qualche foto con una battutina mentre guardo silenziosamente e da lontano il ragazzo riccio.
Me ne sbatto se sono critiche, sorrido se sono favorevoli.
Nella mia camera d’albergo riesco finalmente ad avere un po’ di privacy. Ho chiesto ai ragazzi se la stanza singola avrei potuto averla io, non si sono dimostrati contrari. Sono fantastici.
Una volta sotto le coperte il sonno lasciò il posto all’inquietudine.
La goccia aveva vinto, ce l’aveva fatta. Noi invece? Avremmo fatto altrettanto?
Quando avremmo passato la notte insieme?
Se quell’anonima goccia c’era riuscita, perché noi no? Cosa avevamo noi meno di lei?
Il vento non ci avrebbe fermato, la gravità ci avrebbe aiutato…ma poi? Lo schianto era davvero inevitabile?
Avremmo potuto abbandonarci al vento e lottare contro la gravità…ma Dio solo sa quant’è difficile andare contro a qualcosa o a qualcuno che ti ha aiutato in precedenza.
Decisi che se Harry avesse accettato la proposta di Nick mi sarei lasciato schiacciare dalla gravità, mi sarei schiantato portandolo con me come quella stupida goccia.
Se Harry scegliava Nick e le sue serate io cosa potevo fare se non farmi da parte?
Ma le due gocce si possono separare una volta unite? E, se si, quanto si sarebbero portate via una all’altra? Forse quel tanto che basta per rimanere impresse per sempre una nella memoria dell’altra per tutta la vita.
Inevitabilmente qualcosa di Harry mi apparterrà per sempre, così come un frammento di me sarà per sempre suo. È una cosa spaventosamente inevitabile.
Due gocce si rincorrono nel freddo di un corta e inutile vita, due gocce si incontrano a metà strada, quasi a deciderlo, percorrono gli ultimi istanti insieme lottando contro il vento e lasciandosi aiutare dalla gravità, dietro di loro solo una silenziosa scia destinata a sparire senza essere ricordata. Avranno due scelte davanti: concludere la loro vita insieme e rischiare il tutto e per tutto, rischiare di schiantarsi, oppure prendere strade diverse ma consapevoli che ormai dentro di loro ci sarà per sempre qualcosa dell’altra.
Tutto dipendeva da Harry, io la mia scelta l’ho fatta.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: LifeIsAMovie