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Autore: chialovegood    10/09/2014    4 recensioni
Sono passati alcuni mesi dalla guerra magica. Hogwarts è stata ricostruita e i tre protagonisti sono tornati a scuola. Le lezioni riprendono, ma si verranno a scoprire nuovi particolari su una delle studentesse della scuola. Fred non è morto. I serpeverde non sono cambiati di una virgola,sopratutto una ragazza...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Movieverse | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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PREMESSA: in questo capitolo ho aggiunto il testo di una canzone da “Il principe d’Egitto” vi consiglio di ascoltarla quando la canta Hermione. So che non c’entra molto con Harry Potter, ma mi sembrava la canzone giusta per esprimere il suo senso di malinconia. Grazie.  
 
Non so se fu più traumatico il primo giorno dell’anno o il ritorno dei ragazzi.
Mi svegliai sola nel letto.
Mi alzai e andai a guardarmi allo specchio della camera.
Avevo una nuova luce negli occhi e mi sentivo invincibile.
Indossai il soprabito e scesi a fare colazione.
Fred stava combattendo contro una padella di rame.
“Buongiorno Fred”
“Buongiorno Herm..”
E una padellata gli arrivò dritta in testa.
Sfoderai la bacchetta prima che potesse frantumargli la faccia.
“Arresto momentum!”
“Ahia..”
“Fred è tutto ok?”
“Credo..”
“Fa vedere”
Cercai di allungarmi per vedere se sopra alla nuca c’erano ferite ma i venti centimetri di altezza che ci separavano erano un grande ostacolo.
“Sei bassa infermiera Granger…”
Il suo tono malizioso era il miglior buongiorno di sempre.
“Piantale scemo e fammi vedere”
Ma a quanto pare il paziente stava molto bene visto che mi alzò di peso e mi portò fino al tavolo.
Mise una mano dietro la mia nuca e fece combaciare le nostre fronti. Eravamo naso a naso e sentivo che il suo respiro si univa al mio.
“Stai bene Herm?”
“Si”
“Vieni qua”
“Ma noi siamo già..”
Non mi fece finire la frase e mi baciò con dolcezza, poi con più passione.
“Em. Em”
Una testa rossa stava sull’uscio della porta della cucina.
Fred si staccò da me e si guardò i piedi un po’ imbarazzato senza alzare lo sguardo.
“George.. Non pensavo che voi sareste…”
Alzò la testa e quello che vedemmo non fu lo spettacolo previsto.
“Ronald?” Disse lui.
“Ronald?” Dissi io ancora più stupita di lui nel vedere il fratello.
L’espressione di Fred si rabbuiò.
“Embhè? Tua madre mi ha cacciato di casa”
“Ti ricordo che è anche TUA madre!”
“Senti non ho voglia di discutere”
“E la tua.. Il tuo seguito?” continuò il rosso.
“Chi? Clarabella? Storia lunga. Dove posso mettere la mia roba?”
Disse il suo nome come se avesse detto “Voldemort”.
“Vieni.” Dissi io rompendo quel silenzio.
“No Herm vado io.”
“Se così gli tirerai un’altra padella in faccia? Ce la faccio”
“Ma lui..”
“Vieni Ronald”
I due rossi si guardarono in cagnesco mentre salivo le scale.
“Toccala e sei morto Ron”
E il fratello gli fece un occhiolino veloce.
Salimmo al secondo piano della casa.
“Terza stanza sulla sinistra.”
Sembravo quasi una segretaria.
“Hei senti..”
“Che c’è?”
“Mi dispiace”
“Per cosa?”
“Per quello che è successo prima che partiste”
“Dispiace anche a me, ma a quanto pare non ti è mai interessato.”
“Clarabella ha usato un filtro d’amore”
Sputò fuori così la verità senza giri di parole e rimasi scioccata.
“Clarabella cosa?”
“Esattamente. Ha usato un filtro d’amore e ha cambiato il mio carattere con non so quale maledetta fattura”
“Molto bene.”
Ero fredda e acida. C’ero caduta una volta nella tana del lupo, ora non ci sarei più cascata.
“Perché fai così?”
“Perché? Ron mi stai chiedendo veramente il perché? Hai giocato con i miei sentimenti, il mio umore, LA MIA VITA!”
“Scusa..”
“Ormai le scuse non mi servono più.”
Mi voltai e cercai di andarmene, ma mi trattenne per la mano.
Il suo corpo non era più freddo, era caldo come una volta, come prima di Clarabella.
“Herm aspetta..”
“Non credo che noi abbiamo altro da..”
E mi baciò sulla guancia.
Mi prese tra le sue braccia e riconobbi il suo calore, il suo odore.
Era Ron, il mio vecchio amico Ron.
“Mi dispiace così tanto”
“Ron..”
“Io.. mi faccio schifo”
E per la prima volta lo vidi piangere.
Grosse lacrime gli solcavano la faccia e mi accarezzavano il collo.
Il lupo era diventato un agnellino.
Era tornato la persona dolce di sempre.
“Shh.. Va tutto bene. Ora scendiamo a prendere una bella tazza di the ok?”
“Ok. Ci puoi parlare tu con Fred?”
“Ci parlerò io.”
“Grazie Herm”
“A me bastava che tornavi il Ron di un tempo”
 
Prima che Ron scendesse dovevo far ragionare Fred.
Così lo feci sedere e cercai di iniziare da qualche parte un discorso sensato.
“Fred.. Tuo fratello..”
“Ti ha toccata? Lo ammazzo giuro!”
“No, fammi finire. Lui è tornato come prima.”
“Che intendi dire?”
“Che Clarabella gli ha rifilato un filtro d’amore e qualche fattura”
“Che stronza.”
“Si, ma non è questo l’importante. Non c’è più il Ron strafottente e bastardo. È tornato a essere il solito Ronald un po’ sbadato. Dolce, e che non farebbe male a una mosca. È distrutto. Ha pianto tra le mie braccia!”
“Oh.. Capisco, ma non può cambiare tutto da un giorno all’altro.”
“Lo so, e ci metterai del tempo. Tutti ci metteremo del tempo, ma dobbiamo dargli una seconda chance”
“Si ma..”
“Fred è tuo fratello! Per Merlino! Tutti quegli anni a giocare a Quiddich da bambini? A litigare e farvi gli scherzi? Quelli non contano nulla? Dimmelo guardandomi negli occhi”
“Herm..”
“Giura che non contano più nulla.”
“No, contano. E gli vorrò sempre bene a mio fratello”
“Anche io te ne voglio Fred”
La voce di Ron risuonò dall’ultimo scalino.
Eccolo lì, il solito Ronald. Camicia a quadri e pantaloni sporchi. Capelli arruffati e occhi marroni, profondi come pochi.
“Ron..”
Fred si alzò dalla sedia e andò ad abbracciare il fratello.
Sorrisi compiaciuta.
Presi tre tazze da thè e ci versai in ognuna un po’ di liquido marroncino.
Un odore di caldo e di limone avvolse tutta la cucina.
Ci sedemmo, ci furono un paio di sorrisi e calò un po’ di imbarazzo.
Il primo a prendere la parola fu Ron.
“Mi dispiace”
“Puoi raccontarmi cosa è successo?” disse Fred curioso.
“Bhe.. Quando scoprii che Clarabella mi rifilava un filtro d’amore la lasciai e la cacciai di casa.”
“E allora perché mamma ti ha cacciato comunque?”
“Non mi ha cacciato. Me ne sono andato. Avevo bisogno di stare solo per un po’.”
“E perché sei venuto qui?” continuò Fred incalzante.
“Non lo so, non sapevo dove altro andare. Avevo bisogno dei miei VERI amici”
“Ron.. Perché tutto questo è iniziato?” chiesi con una voce da mamma premurosa.
“Quando.. Bhe si.. Quando è iniziato tutto questo casino, di te, di lui, di voi.. Clarabella vi ha visti nel corridoio e me lo è venuta a dire. All’inizio non ci credevo. Pensavo stesse bluffando come suo solito per ripicca. Poi mi fece vedere i suoi ricordi e vidi quella scena.”
“Io..”
Non sapevo cosa dire. Doveva esserci stato veramente male.
“No, è ok. Ero fuori di me, e dopo aver… picchiato Fred cominciai a pensare che se mi fossi messo con lei ne saresti morta. Così iniziai a fargli la corte, a stuzzicarla. E così successe, sinceramente? Non provavo niente. Era.. Era solo sesso.”
“Santo Dio Ron..”
“Lo so Fred, cercai anche di lasciarla. Lo feci, ma lei era ostinata. Sentivo che mi usava e, anche se io la usavo allo stesso modo, vedendo che tu stavi male avrei smesso. Lei invece continuò per giorni, fin quando non persi la testa per lei. Pensavo fosse normale, che infondo, anche se l’avevo usata, me ne ero comunque innamorato. Solo qualche giorno fa, per puro caso, quando l’effetto della pozione sparì e lei non era in casa, scoprii i filtri. C’era anche un biglietto con un incantesimo. Probabilmente quello che lei usava per farmi cambiare il carattere. Dentro di me c’era sempre una parte che si ribellava, ma era sempre soppressa dalla pozione e dall’incantesimo.”
“Ora capisco quel giorno..”
Ed era vero, quel giorno probabilmente l’effetto della pozione stava svanendo, ma l’incantesimo sul carattere dominava ancora sul suo corpo. Era per questo che lui si era imposto, il suo carattere e i suoi istinti l’avevano costretto e volermi, perché Ron mi voleva ancora, ma come qualcosa di corporale che solo Clarabella poteva dargli.
“L’hai raccontato a mamma?”
“Lo farò, quando torneremo alla Tana”
 
Era ormai notte quando scesi le scale per uscire in voliera.
Non riuscivo a dormire così pensai di fare un salto da Agape.
Entrai in salotto e mi diressi verso la finestra, il posto più lontano dalle camere, per cui i ragazzi non mi avrebbero sentito smaterializzarmi.
CRACK.
Degli uccelli volarono via e dei gufi fecero strani versi.
Si vedevano le stelle anche da dentro l’immensa voliera.
Fanny stava dormendo indisturbata in una grande gabbia d’oro.
“Agape! Agape dove sei?”
Qualcosa volò di fianco a me e mi voltai per lo spavento. Un piccolo uccello nero per il buio e dagli occhi argentati camminava verso di me.
“Dai salta su, andiamo a farci un giro fuori”
Allungai il braccio e salì sopra. Presi il fischietto e un po’ di mangime prima di uscire dalla porta.
“Resta sempre vicino a me ok?”
L’uccello annuì e volò sopra di me seguendomi nel mio cammino.
Mi stesi in un piccolo tratto di prato in cui non c’era la neve e mi accoccolai lì a guardare le stelle.
Presi ad accarezzare la testa di Agape.
Intonai la ninna nanna che mi cantava la mia tata da piccola. Con un tono un po’ più malinconico dell’originale.
“Non devi piangere mio dolce amor,
il fiume ti cullerà.
Fa che il mio canto ti resti nel cuor,
così insieme a te crescerà..
Fiume che scorri gentile per me,
e grazie a te lui vivrà
conosci un luogo che libero è
Fiume conducilo là..”
Hai una bellissima voce Herm”
Ron stava dietro di me e mi sorrideva al chiaro di luna.
“Ron, non volevo svegliarti..”
“No, non riuscivo a dormire, e vedo di non essere il solo.. Posso sedermi?”
“Certamente”
“Di chi è questo uccello?”
“Di Luna.. Si chiama Agape”
“Agape.. Amore”
“Vedo che le mie lezioni di greco sono servite a qualcosa”
“Non le ho mai scordate..”
Gli sorrisi, era dolce, come un bignè alla crema.
Agape volò via, verso la voliera, probabilmente spaventata dalla quella presenza nuova.
“Mi sei mancato, manchi a tutti”
“E Harry, lui come sta?”
“Male. Pensava che tu fossi il suo migliore amico”
“L’ho abbandonato”
“Ron..”
“Si?”
“Il trio… esiste ancora?”
“Non lo so Herm.. Non lo so.. Lo vorrei tanto.”
“Anche io”
Alzai lo sguardo. Tante piccole stelle ci guardavano da lassù.
“Bellissime non credi?”
Disse Ron notando la mia assenza nella conversazione.
“Già, qui si vedono benissimo”
Ero fissata con le stelle.
Tutti eravamo stati incantati da quello spettacolo del cielo.
Mi vennero i brividi di freddo.
“Hai freddo Herm?”
“Un po’.. Forse è meglio che rientri..”
“E perderti questo spettacolo? Vieni qua.. Ho la coperta..”
Un po’ scettica mi avvicinai a lui e mi accoccolai sotto il suo braccio.
“Meglio grazie..”
Ci fu un po’ di imbarazzo e di silenzio.
Mi sembrava abbastanza normale, comunque c’era sempre stato tra di noi un po’ di imbarazzo.
“Lo ami?”
Sempre diretto.
“Si”
“Sono felice..”
“Lo dici sul serio?”
Si alzò e mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi.
“Certamente”
Agape ci seguì fino alla porta ed entrò con noi.
Ci accoccolammo sul divano a parlare e a ridere senza fare rumore.
Ci addormentammo così, a riscaldarci con i nostri corpi quasi abbracciati. Io piccola piccola e lui con un braccio sulle mie spalle.
 
“Mi spiegate cosa diavolo state facendo?”
Un Fred con le mani sui fianchi ci guardava interrogativo.
Agape stava sulla sua spalla come se volesse accusarci e rimanerne fuori.
“Oddio scusa Fred.. Non pensare che io..”
“Cosa dovrei pensare Ronald Weasley!”
“Okok calmiamo gli animi. È chiaro che c’è stato un grande malinteso.”
“Malinteso? Amore mio sai che ti amo, ma questo è una dichiarazione di condanna a morte bella e buona”
Fred quando voleva sapeva essere molto drammatico ed eccessivamente teatrale.
“Fred perfavore.. Ci siamo semplicemente addormentati sul divano”
Cercai di convincerlo ma era impassibile.
“Abbracciati!”
“Faceva un freddo del diavolo!” rispose Ron.
“Potevi benissimo andartene nel tuo letto e Hermione nel suo”
“Abbiamo parlato fino a tarda notte” dissi io ripensando a tutti i discorsi e anche alle lacrime versate la notte precedente.
“E di cosa sentiamo? Dei nargilli e degli gnomi?”
A quella accusa sbottai.
“No! Piantala! Stavamo parlando della guerra ok? Dei miei genitori; e di tutte quelle persone che sono morte per salvarci. Che hanno combattuto per degli ideali! Stavi per morire anche tu, pezzo di idiota! Possibile che siate tutti così insensibili?”
Corsi su per le scale e mi rinchiusi in camera. Non avrei aperto quella porta neanche se fosse cascato il mondo. Mi buttai sul letto e piansi sul cuscino per un po’, poi iniziai a guardare il soffitto e a pensare cosa sarebbe successo se non avessi baciato Fred, se non avessi mai ricevuto la mia lettera per Hogwarts. Se non avessi conosciuto tutte quelle persone che sono morte per la pace e per il bene.
Dovetti dare un freno ai miei pensieri quando sentii qualcuno che si smaterializzava e la voce di Ginny che risuonava per tutta la casa.
“Ronald Weasley! Giuro che io ti ammazzo! Come ti sei permesso a venire qui? Chi ti ha autorizzato?”
“Ginny calmati” gli sussurrava Harry per calmarla.
“No! E dimmi dov’è quella stronza! Io ammazzo anche lei!”
Prese una lampada e cercò di tirargliela in faccia. Nessuno aveva bacchette a portata di mano, tranne me.
“Arresto momentum”
La lampada si fermò a mezz’aria e tutti gli sguardi puntarono verso di me.
“Herm! L’hai visto? Non dici niente?”
“Non c’è assolutamente niente da dire Ginny. Quello che era da risolvere è stato risolto. Ora calmati”
Avevo un tono severo e così si calmò un po’, sedendosi sul divano.
“Potete spiegarci?”
George e Luna si erano riparati dietro una colonna mentre Neville e Cho si erano spostati dietro al divano.
“Certo George, sedetevi”
Fred li fece accomodare e andai a preparare del the per tutti.
Raccontammo tutto quello che era successo dall’inizio, di Clarabella, del filtro, di come fu cacciata di casa, del ritorno dei signori Weasley.
“Bhe, direi che è tutto no?”
Ron cercava delle risposte negli sguardi di ognuno.
“Che troia” fu l’unico commento di Ginny.
“Mi dispiace ragazzi, di aver combinato questo casino”
Nessuno proferì parola.
Ron mi guardò e capii che cosa stava per fare.
Si alzò.
“Ron perfavore”
“Starò bene Herm. Vado a prendere le mie cose in camera.”
“Dove andrai?” chiese Harry preoccupato.
“Non lo so, ci rivedremo a scuola”
Si avviò per le scale.
George e Luna si guardarono. Lei gli sorrise con un sorriso da mamma.
George si alzò e gli andò incontro.
“Senti.. Non andare.”
“Ma George..”
E il gemello abbracciò il fratello minore, che ricambiò di slancio.
“Vedi Ron, qui ti vogliamo bene” disse Luna.
“Esatto” si aggregarono Neville e Cho in coro.
Mancavano solo due persone, forse le più importanti e testarde.
Ginny mi guardò, io gli sorrisi.
“Ginny… È pur sempre tuo fratello..”
“Ciò non cambia niente.. Ci sono fratelli che si sono ammazzati. Prendi..”
“Rouge, guardami negli occhi e dimmi la cosa peggiore che lui abbia mai fatto, prima di questo.”
“Bhe.. Ci fu una volta, da bambini, eravamo dai nonni e lui mi mise del mangime per i polli in testa cosicché dovetti andare a lavarmi i capelli. Usai uno shampoo che diceva –I tuoi capelli brilleranno al sole-. In realtà ci aveva messo dentro del colorante giallo fluo e quando uscii dalla doccia i miei capelli assomigliavano a un segnale stradale. Mamma mi tagliò tutti i capelli, ci volle un mese di magia prima che tornassero normali..”
Ron aveva la faccia colpevole e i gemelli se la ridevano sotto i baffi ripensando a quel piccolo scherzetto, poi George si fece più serio. Probabilmente gli era venuta in mente qualche malsana idea.
“Ginny.. Ti ricordi come andò a finire quella storia? Voglio dire, se non sbaglio ti fece qualcosa per farsi perdonare..”
Ginny ci pensò un po’ su e poi ricominciò con un sorriso nostalgico.
“Già.. Ron spese tutta la sua paghetta mensile per prendermi un biglietto per la partita delle Girls Tigers”
“La tua prima partita di Quiddich..”mormorò Ron.
“Te lo ricordi?” chiese perplessa.
“Si, tengo ancora quel biglietto nel portafogli”
Ron tirò fuori il suo portafogli e ne estrasse una cartolina tutta consumata e ormai giallastra.
“Oh Ronald..”
Ginny saltò in braccio a Ron che affondò la testa tra i capelli della sorella.
Ora era venuto il momento più difficile.
Harry. 
Harry guardò me, poi guardò Ron. Aveva gli occhi lucidi.
“Senti Harry.. Mi dispiace, per tutto quello che ho detto e fatto”
Harry guardò l’amico e vidi nei suoi occhi che lui ricordava tutto quello che avevano passato insieme.
“Ron”
I due amici si abbracciarono come vecchi compagni che avevano combattuto e vissuto la Guerra insieme.
Il Trio era rinato.
Harry allungò le braccia e mi strinsi tra i miei due ometti.
A quel puntò ci fu un abbraccio di gruppo e mi sentii soffocare.
Fred con il suo solito acchito prese la parola per primo.
“Bhe ragazzi sapete che io non amo molto queste smancerie all togheter.. quindi.. che ne dite di uno spuntino? Ho un certo languorino allo stomaco per cui…”
“Fred Weasley sei sempre il solito! Peggio di Ronald!”
Ginny ritornò quella di sempre.
Tutto era tornato normale.
 
ANGOLO AUTRICE:
buongiorno maghetti!
Allora ho messo un’infinità di tempo per scrivere questo capitolo e chiedo umilmente perdono.
Spero che vi sia piaciuto questo ritorno di Ronald. In fondo sappiamo tutti che è un mollaccione e non farebbe mai male a una mosca anche se ha la sensibilità di un cucchiaino.
E il ritorno dalle vacanze non è dei migliori per Ginny e Harry.
Ma ragazzi, questa saga ci ha insegnato a dare a tutti una seconda possibilità.
Comunque, ringrazio chi ha recensito la storia, chi l’ha aggiunta ai preferiti e chi l’ha buttata via. ^.^
Spero che continuerete a seguire la storia, anche se non è un granché a mio parere.
Un abbraccio.
-Lovegood
  
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