Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: milly92    28/09/2008    1 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Futuro Matrimonio Rovinato

Buona domenica a tutti!

Oggi vado un po’ di fretta, nella mia città c’è la festa per il Patrono così devo muovermi a studiare per poter uscire stasera…

Grazie a Queenrock che ha inserito la fic tra i preferiti e a tutti coloro che hanno letto!

Mi raccomando, commentate, anche con critiche, è molto importante per me!

Spero che dopo aver letto questo capitolo le fans di Deb e Niko saranno un po’ più contente… O mi vorrete ammazzare? xD

Dedico questo capitolo a Joe che ultimamente mi tira un po’ su e mi ha convinta a non abbattermi per il comportamento del “mio Niko”… Ti voglio bene!

Alla prossima settimana, la vostra milly92.

Capitolo 10

Il Futuro Matrimonio Rovinato

I giorni che seguirono furono tra i più particolari della mia vita: finalmente potevo dire di essermi integrata nel gruppo, ero amica di tutti, non trascorrevo un’ora senza pensare “Mamma mia, questa si che è vita!”. Per quel momento la sfiga mi aveva ceduto una tregua, e ne fui grata a Dio. Confetta Imperfetta stava ritornando ad essere Debora la Life Coach!

Le cose più divertenti, ma anche imbarazzanti, erano le dure ore di prove del balletto “Umbrella”, nel quale strinsi un rapporto particolare sia con Giorgio che con Dario.

Fu con quest’atmosfera dunque che il terzultimo giorno di prove iniziai ad imparare l’ultima parte del balletto, particolarmente impegnativa. Non che la parte precedente ci riuscisse perfettamente, intendiamoci.

“Un due, un due tre, passo avanti, giro, ombrello, onda…”  la voce di Lisa si contrapponeva a quell’insistente: “You can stay under my umbrella, ella, ella, ella...”.

Noi tre cercavamo di farcela, ma ci era impossibile eseguire il passaggio in cui io dovevo fare l’onda mentre prima Giorgio e poi Dario mi abbracciavano da dietro, per poi armeggiare con l’ombrello due secondi dopo. L’imbarazzo verso quei movimenti un po’ ambigui era quasi passato, ormai eravamo in confidenza e avevamo superato lo stadio di queste sciocchezze.

“… Quattro, cinque, sei… Giro, ombrello in avanti, no, Debora, Dario! Dovete essere più convincenti! Dario, perbacco, fingi che lei sia Rihanna!”  urlò spazientita Lisa.

“Ma a me non piace Rihanna” rispose innocentemente Dario, mentre Giorgio rideva.

“Allora fingi che sia qualcuna che ti piace, cavolo!”

“Ok, ed io fingerò che lui sia N…” mi corressi subito, dicendo: “Nate di Gossip Girl!” Quando stavo per dire Niko. Che sciocca, lo stress mi dava alla testa…

“Ok, perfetto! Su, ricominciamo!”

Così ricominciammo da capo il balletto, mettendocela tutta. La prima parte era dedicata interamente ai ragazzi, che ballavano la parte cantata, anzi, rappata,  da Jay Z mentre io subentravo in un secondo momento. E, miracolo, quella volta la prima parte ci riuscì quasi perfetta.

“Meno male! Bravi!” applaudì Lisa.

Mi voltai verso di lei, soddisfatta, per poi accorgermi che lei aveva solo parlato: gli applausi provenivano da dietro le colonne della palestra, ovvero il posto dove Rossella, Simona e Niko si erano nascosti e da cui erano appena sbucati.

“Wow, ammazza Debora!” disse Simona, entusiasta. “Rihanna ti fa un baffo...”

“Hai capito la piccolina…” rise Rossella, mentre abbracciava Dario dicendo: “Complimenti!”

Niko se ne stava zitto, ma  nascondeva le risate sotto i baffi.

“Su, spara la critica” lo incoraggiai.

“No, no, vai bene, sei brava…”

Lo guardai con uno sguardo sarcastico, ma non potetti aggiungere altro dato che Lisa ci aveva richiamati al lavoro.

Alla fine, il giorno dopo lo imparammo quasi per bene, ma il bello venne durante la prova costumi.

“Dovrei indossare questo top?!” chiesi scandalizzata alla stilista che mi guardava incoraggiante. Tra le mie mani avevo un autentico mini pezzo di stoffa rosso, fin troppo scollato.

“Si, perché?” mi chiese, come se fosse una cosa ovvia ed io fossi un po’ scema.

Non replicai, con il pensiero che andava sui miei fianchi da cui sarebbe uscito fuori il mio grasso e sul fatto che non mi sarebbe entrato sul seno.

Ma, meno male, mi sbagliavo. Il top addosso faceva un bell’effetto, era svasato sui fianchi anche se il seno veniva risaltato, il mio seno con una quarta abbondante.

Abbinato al top c’era un cappellino, mentre  al completo era aggiunto un paio di bermuda marroni abbinati alla cravatta finta.

“Questo è lo stile Rihanna” mi spiegò l’assistente.

“Si, lo so” risposi, pensando a cosa avrebbero detto le oche della mia classe che avrebbero ballato “Umbrella” a fine anno nel vedermi eseguire il loro balletto con due baldi giovani.

Ormai era domenica, e dopo la visita all’atelier della stilista ritornai nel loft, dove pranzai in compagnia di tutti.

Ma verso le tre del pomeriggio iniziai a pensare più del solito alla mia famiglia, alle famose domeniche a casa mia in cui mi svegliavo alle undici, facevo colazione, iniziavo a studiare per poi pranzare con i piatti favolosi di mia madre, rilassarmi un po’ e poi continuare a studiare prima di uscire con le mie amiche.

Così andai nel confessionale, decisa a far sapere tutto questo ai miei genitori. Lì,dopo una settimana, piansi di nuovo.

“Ehi, famiglia! Non sapete quanto mi mancate… Mamma, papà, Giuseppe come state? Spero bene… State tranquilli, io qui sto benissimo ma mi mancate troppo… So che vi avevo chiesto di non venire ma… martedì potreste venire alla puntata serale? Così potrò riabbracciarvi dietro le quinte. Vi giuro, mi manca ogni singola cosa, anche la più scema! Il suono delle partite alla playstation di Giuseppe, la  cucina di mamma, le risate di papà, i vostri abbracci, le vostre ramanzine… Vi prego, venite, voglio vedervi”

Chiesi di farlo andare in onda prima di ritornare nella mia stanza, con gli occhi ancora lucidi.

E i miei occhi divennero ancora più umidi quando sul mio letto trovai un pacco. Lo scartai, trovando il mio libro di matematica, un quaderno che non conoscevo e dei biglietti.

Il primo diceva: “Ehi Debora! Ormai sei la star del liceo, anche se Gianmaria Lucrai non ritiene giusto che tu stia in tv e lui no! J Comunque, carissima, vuoi o non vuoi ti tocca studiare, Catauro ti deve interrogare e diritto vuole che confermi il 9, quindi è stato deciso che ritornerai a scuola il 15 aprile dato che in quella data tutti i concorrenti dovranno tornare a casa per votare e farai queste due “commissioni”. Divertiti, ci manchi tanto. La tua 2° A ”.

Il secondo, nemmeno a farlo apposta, era da parte della mia famiglia

“Tesoro sei un mito, è bellissimo vederti almeno tre volte a settimana in tv felice e spensierata! Ti pensiamo tanto, ormai a Maddaloni ci fermano tutti per chiederci se sei davvero nostra figlia. Siamo orgogliosi di te, stai facendo il tuo dovere in modo giusto… E non pensare a Silvia, tu per noi sei perfetta così come sei. Continua così anche se ci manchi tanto. Ti vogliamo bene, Mamma, Papà e Giuseppe. P.s: Studiaaaa!!! ”.

Finii di leggere con un sorriso misto alle lacrime quando bussarono alla porta. Era Niko, particolarmente di buon umore.

“Desidererei conversare con la mia life coach se è possibile, sempre se non è impegnata a bal… Ehi, ma stai piangendo?” chiese, cambiando subito tono.

Mi si avvicinò, mentre scuotevo il capo e tiravo su con il naso.

“Cosa è successo? Silvia?”

“No, ma che, magari… Forse puoi capirmi, mi manca la mia famiglia…” risposi semplicemente, porgendogli il biglietto. Lo lesse rapidamente, prima di riservarmi un’occhiata critica.

“Certo che ti capisco, vieni qua” si offrì, stringendomi a sé mentre i singhiozzi divenivano più forti. Non volevo fare la gatta morta, non è nel mio genere, eppure in quei momenti era una cosa normale starsene lì abbracciata a lui. “Stai calma, è normale” mi tranquillizzò. Nella sua voce c’era una nota strana, ancora più umana, indecifrabile.

“No che non è normale, per due settimane non ho fatto altro che divertirmi, li ho completamente ignorati, gli ho impedito di venire alla prime time…”

“… Perché sapevi di non resistere a vederli senza poter ritornare a casa con loro” terminò per me, accarezzandomi il capo. “Non sei come vuoi sembrare, sei ancora più dolce e sensibile. E’ normale” aggiunse.

Restammo così per una decina di minuti, mentre continuavo a singhiozzare e lui sussurrava qualche parola consolatoria. Ripeto, mi sembrava più strano del solito.

Alla fine lesse anche il biglietto del mio corso. “Ah! Hai capito la furba! Tu stai piangendo perché non vuoi studiare ed essere interrogata!” ironizzò facendomi ridere.

“Eh si, mi tocca studiare” dissi, asciugandomi gli occhi e accennando un sorriso.

Così poco dopo, dopo che mi ero sciacquata il volto, eravamo entrambi vicini alla scrivania, io sedutaci spora e lui seduto su una sedia, intenti nel ripetere matematica…

“Allora, dimmi qual è la forma implicita della retta” mi chiese imitando  un prof particolarmente serio e facendomi ridere.

“Allora… ax+by+c=0” risposi.

“Ok, bene… Dimmi qual è l’equazione della retta del primo e terzo quadrante” continuò, questa volta più serio.

Andammo avanti fino alle sei, ora in cui iniziammo diritto.

“Io di diritto non so un cavolo” mi rivelò.

“Questo si che è un reato, dovrà scontare una pena tipo l’approfondimento della materia, signore…” gli risposi. Ero ancora un po’ imbarazzata per la scenata di poco prima, eppure lui non voleva farmela pesare, per questo cercai di fare un po’ l’ironica.

Gli sorrisi, portandomi una ciocca dietro l’orecchio e in quell’istante successe qualcosa. Niko si alzò, stando di fronte a me, ancora seduta sulla scrivania.

“Mi piacerebbe scontare la mia pena insieme a lei” dichiarò, portando la sua mano sotto il mio mento e alzandomelo in sua direzione, costringendomi a guardarlo e a perdermi in quei profondi occhi cerulei.

Le mie guance divennero scarlatte, non sapevo cosa stesse succedendo. Fatto sta che dissi un flebile: “Anche a me” nello shock più totale mentre lui si avvicinava al mio volto e mi baciava una guancia lentamente e stringendomi una mano, incastrando le nostre dita.

Chiusi gli occhi come una demente mentre ricambiavo la stretta e stavo già per sporgere le labbra, dato che lui si stava spostando verso la mia bocca a partire dalla guancia, quando sentii il suo respiro e il suo cuore battere all’impazzata una volta che ebbe aderito il suo petto al mio.

Riaprii gli occhi e ci guardammo in un tacito silenzio, i nostri volti rossi e la mia espressione tentava di concedergli il permesso di baciarmi. In quell’istante era scomparso tutto, il libro di diritto, le interrogazioni, il fatto che eravamo in un programma televisivo, che qualcuno sarebbe potuto entrare nella stanza.

Ed infatti, ovviamente, dopo qualche indugio, mentre sentivo il suo naso troppo vicino al mio e l’altra sua mano si era spostata attorno ai miei fianchi, qualcuno bussò alla porta, facendoci sobbalzare.

Ovvero quello a sobbalzare fu Niko che mi guardò imbarazzato mentre aprivo gli occhi allarmata e saltavo giù dalla scrivania, aggiustandomi stupidamente i capelli e andando ad aprire.

Dietro alla porta c’era lo zio Max tutto sorridente, che subito chiese: “Disturbo?”

Ma no, hai solo interrotto il momento cruciale della mia adolescenza!

“Ehm, no, stavamo ripetendo, ho delle interrogazioni il giorno che ritornerò a casa per le elezioni, sai” dissi di botto.

Emanuele parve captare qualcosa di strano nella mia voce perché chiese: “Stavate?” per poi affacciarsi e scorgere Niko che se ne stava all’impiedi come un baccalà.

Il suo volto sembrò fare due più due. “Oh, ho capito, scusatemi…”

“Beh, allora? Cosa volevi dirmi?” chiesi, cercando di non essere scorbutica.

“No, niente… Mi sono appena arrivate le partecipazioni e volevo invitarti! Anche a te Niko, ovviamente! Mi sposerò il prossimo 20 febbraio…” rispose, porgendoci una busta bianca ciascuno con su incise delle fedi nuziali incrociate una volta che Niko si fu avvicinato alla porta.

“Oh, ma è magnifico! Grazie per l’invito, zio!” dissi, anche se in realtà avrei voluto dire: “Peccato che tu abbia rovinato il mio futuro matrimonio!”

Lo abbracciai mentre Niko faceva lo stesso.

“Se vi va mi stanno festeggiando nella sala feste..” disse prima di allontanarsi.

Annuimmo prima di chiudere la porta. Posai i libri, ancora rossa in volto.

“Beh, allora ripeterò domani tanto mancano tre giorni” dissi imbarazzata.

“Oh, certo! Si, ehm, ti vengo ad aiutare se vuoi…” si offrì.

“Oh, non fa niente, pensa al brano da cantare…” gli dissi.

Sembravamo due estranei! Quel antefatto dell’accaduto stava condizionando il nostro rapporto dopo nemmeno cinque secondi!

“Oh, va bene, ma se ti serve una mano…”

“Si, si…”

Lo guardai uscire con una fitta al cuore prima di buttarmi sul letto.

Mi stava per baciare, cavolo! Cosa vorrà dire? Debora, non iniziare con i castelli in aria!

Mi legai i miei capelli, ormai di nuovo ricci, mi truccai lievemente e indossai un abitino bianco.

Raggiunsi rapidamente la sala feste, dove stavano festeggiando Massimo con delle coppe di champagne. Niko se ne stava con i Gold Boyz; al contrario, lo zio appena mi vide arrivare mi scrutò, e mi si avvicinò prima possibile.

Me ne stavo da sola fuori la terrazza quando mi chiamò.

Ci guardammo e alla fine lui disse: “Cavolo, non volevo interrompere qualcosa…”

“Non hai interrotto niente, cioè, lo avresti interrotto se avessi bussato tre secondi dopo” dissi sconfortata, appoggiandomi alla ringhiera con aria stanca e sorseggiando un bicchiere di aperitivo.

L’uomo rimase a bocca aperta. “No! Oddio, spiegami tutto!”

So che non se lo meritava, eppure ala fine glielo raccontai, chiedendogli ovviamente di tenere la bocca chiusa.

“Quindi è successo all’improvviso, dopo una tua semplice battuta?” chiese.

“Si! Oddio Max, sapessi com’era dolce,  mi sentivo già in paradiso…” dissi.

“Ti brillano gli occhi” mi informò con aria nostalgica. “Cavoli, ed io pensavo che fosse solo una cotta…”

“Intanto hai rovinato il momento più bello della mia vita” sbuffai senza riuscire a trattenermi. “Non so se ti perdonerò mai”

Per un istante parve sul punto di dire qualcosa, ma si bloccò, dicendo: “Se è destino è destino” con aria saggia.

E quella stessa espressione gliela lessi in faccia un’ora dopo, mentre Niko mi invitava a ballare ed io accettavo come una cretina.

Quella non era la mia vita, assolutamente, troppo ambigua, troppo incerta… E pensare che alla fine tutto questo si modificò con la venuta di una nuova persona! Ma di questo ve ne parlerò tra qualche capitolo, ora mi devo solo occupare nel raccontarvi la mia esibizione di “Umbrella” con Giorgio e Dario  e di come cambiò il rapporto tra me e Niko.

Vi ripeto, tutto questo è servito a farmi crescere, fin troppo velocemente.

La vita della tv per me si rivelava sempre più strana, capace di diventare da entusiasmante a nauseante! 

 

 

Qualche Anticipazione:

Mi guardava un po’ stranito, solo dopo si affrettò  a spiegare: “Scusami, non ti avevo riconosciuta!” con aria incredula e squadrandomi. “E’ la prima volta che ti vedo… così”

________

“Vabbè, dai, va bene così” concluse Rossella. “A proposito Deb, hai studiato? Domani hai l’interrogazione eh?”

Al solo udire  quella frase arrossii, evitando accuratamente di incrociare il mio sguardo con quello di Niko. Infatti anche lui si voltò, tossendo.

________

 

E sapete cosa rispose lui?

“Perché Silvia, vorresti dire che non le sta bene? Sulle sue gambe non puoi proprio lamentarti!” prima di ridere insieme a tutto il pubblico dopo il “Concordo!” di Luke.

________

 

“Perché, scusa a cosa mi sarei dovuta riferire?”

“A quello che stava succedendo tra noi…”

________

 

“Oh Dio! Ma cosa ho fatto? Perché sono qui?”

“Ce lo chiediamo anche noi, ci siamo messi una paura, cosa sono venuto a cercarti…” fu la sua risposta, mentre mi aiutava a chiudere i libri.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: milly92