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Autore: Neens O Brien    10/09/2014    1 recensioni
"Whether we see each other next weekend or next month, or never again. Doesn't matter, it's only time."
Fanfict ambientata due anni dopo la 5x13, quindi due anni dopo che Justin è partito per New York.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due anni.

Erano passati due anni dall’ultima volta che il suo sguardo aveva percorso quelle strade, malgrado un tempo si fosse ripromesso di tornare ogni mese. Pittsburgh non era cambiata un granchè, era sempre quella città caotica che aveva lasciato, ma ora, in confronto a New York, gli appariva come una tranquilla cittadina di campagna.

Non aveva detto a nessuno che sarebbe tornato, solamente a sua madre. Non voleva feste, non voleva cerimonie, non voleva che Lui lo sapesse.

Lui e Brian non si vedevano da più di un anno. Una volta Brian lo andava a trovare regolarmente, ma poi avevano capito che il doversi lasciare ogni volta era troppo doloroso, insostenibile, e avevano finito per non sentirsi nemmeno più. A Justin sarebbe piaciuto poter dire che non aveva più pensato a Brian, che ormai era storia vecchia, che si era rifatto una vita, solo che non era mai stato bravo con le bugie.

Certo, aveva provato a stare con qualcun altro, a frequentare persone che avessero i suoi stessi interessi, i suoi stessi obiettivi, ma ogni volta che era con loro non poteva permettersi di chiudere gli occhi. Perché ogni volta che lo faceva vedeva davanti a sé la faccia di Brian, e dopo un po’ aveva capito che non c’era niente da fare, che non ne sarebbe mai uscito.

E ora, finalmente, era tornato a casa. Sapeva che Brian probabilmente era andato avanti, che quasi sicuramente nemmeno si ricordava più il suo volto o il suono della sua voce, ma Justin lo voleva vedere. Era da qualche settimana che non riusciva più a trovare pace, che si rigirava nel letto e sentiva il buco nel suo petto allargarsi sempre di più, fino a diventare fisicamente doloroso. Così aveva preso il primo aereo ed era tornato a casa.

Stava fissando la chiave nella sua mano da quasi dieci minuti, senza decidersi ad aprire. Non voleva metterla nella toppa e scoprire che Brian aveva cambiato serratura, sarebbe stato come scoprire che l’aveva tagliato fuori completamente. Almeno sapeva che viveva ancora nel loft, sua madre era la sua agente immobiliare e l’avrebbe saputo se si fosse trasferito.

Justin prese un profondo sospiro  e si decise ad inserire la chiave. Sentì un peso abbandonarlo quando la chiave girò e per le scale eccheggiò un rassicurante ‘click’. Non aveva pensato all’eventualità che Brian potesse essere a casa, erano le 23.00, quindi secondo i suoi calcoli sarebbe rimasto in giro a divertirsi per un bel po’ ancora, oppure sarebbe tornato a casa con una sua nuova conquista.

Dentro il loft c’era ovunque l’odore di Brian, e il viso di Justin si distese in un sorriso. Sentiva di essere a casa, finalmente. Passò le dita sul bancone in cucina, sul divano..tutto era esattamente come l’aveva lasciato, quasi come se si fosse congelato il giorno in cui lui era partito. Ma poi si accorse che non era così, c’erano nuovi quadri appesi alle pareti, e tutti portavano la sua firma. Non aveva fatto molte mostre nei due anni a New York, ma ogni volta c’era qualcuno che acquistava alcuni dei suoi dipinti pagandoli cifre esorbitanti, e ripensandoci avrebbe dovuto pensare che potesse essere Brian.

Questa fu la cosa che gli diede quel pizzico di speranza che gli serviva per convincersi che non era una pazzia e che non sarebbe dovuto tornare a casa sua. Infatti la sua ultima mostra era stata poche settimane prima, e aveva davanti agli occhi uno dei quadri che aveva esposto, forse dopotutto a Brian importava ancora di lui.

Justin aprì gli armadi e i cassetti, vedendo che Brian non aveva ancora riempito lo spazio lasciato dalle sue cose, come se stesse aspettando il suo ritorno. Ma allora perché non lo aveva chiamato? Perché non gli aveva detto che gli mancava? Che lo amava? Sarebbe bastata una sua parola per farlo tornare a Pittsburgh di corsa. Era decisamente inutile cercare di capire Brian, probabilmente non ci sarebbe mai riuscito, tanto valeva aspettare il suo ritorno e chiederglielo di persona.

Prese una rivista e si mise sul divano, lanciando ogni cinque secondi sguardi ansiosi alla porta. Aveva paura di non essere così sicuro di sé come voleva far credere, che cosa avrebbe detto a Brian una volta arrivato? E se fosse stato con qualcuno come avrebbe reagito trovandoselo in casa? L’avrebbe mandato via?

Tutte quelle paranoie rischiarono di farlo impazzire, e fu sul punto di prendere la giacca e andarsene per ben due volte, ma alla fine la voglia di vedere Brian ebbe la meglio e cercò di tranquillizzarsi. Dopo quasi due ore sentì la chiave entrare nella toppa e la voce di Brian imprecare.

-Che cazzo è la seconda volta che mi entrano in casa, la sicurezza in questo quartiere fa proprio schifo.

Justin si tirò su a sedere proprio quando Brian stava entrando. Non era cambiato di una virgola, dopo due anni era sempre più bello. Lo sguardo di Justin venne catturato prima dalle sue labbra…dio quanto gli erano mancate, poi dai suoi occhi, dai capelli. E infine inquadrò anche il ragazzo che lo seguiva. Un ragazzo biondo, sulla ventina, e si sentì in qualche modo soddisfatto da quella scelta.

Brian non tardò ad accorgersi di lui, e per la prima volta nella sua vita sembrò essere rimasto senza parole. Il suo sguardo esprimeva sbalordimento, ma anche piacere, o almeno Justin sperava fosse così. Si alzò lentamente in piedi e sfoderò un grande sorriso.

-Ti sono mancato?

Brian sembrò riscuotersi e si voltò verso il ragazzo che era ancora dietro di lui sulla porta.

-Mi dispiace ma dovresti andartene.

Il ragazzo lo guardò confuso, ma le sue proteste vennero attutite dal rumore della porta che si chiudeva. Brian si voltò nuovamente verso Justin e lo guardò con un sopracciglio alzato.

-E tu che cazzo ci fai qui?

A Justin venne quasi da ridere, era sempre il Brian che si ricordava.

-Pensavo saresti stato felice di vedermi…ma se non è così me ne vado, fai ancora in tempo a richiamare il mio sosia.

Si avviò verso la porta, ma Brian gli prese dolcemente un braccio.

-Non ho detto che non sono felice. E’…strano, tutto qui. Sono passati quasi due anni, Raggio di Sole.

Justin lo guardò con un mezzo sorriso, prima di posare dolcemente le sue labbra su quelle di Brian.

-E’ solo tempo…ricordi?











Sssalve a tutti! E’ passato un bel po’ dalla mia ultima fanfic ma ho dovuto aspettare che mi tornasse l’ispirazione lol Anyway, spero vi piaccia, ovviamente, enjoy!

-Neens <3
   
 
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